“Tornata sul Lambrusco”: la viticoltura emiliana al centro. Situazione fitosanitaria, sostenibilità e cambiamenti climatici
L’Accademia Italiana della Vite e del vino e il Consorzio Tutela Lambrusco hanno discusso sul presente e sul futuro della viticoltura emiliana in occasione dell’evento organizzato a Modena. L’appuntamento, che ha visto la partecipazione di accademici, istituzioni e associazioni vitivinicole, ha approfondito i temi più attuali legati alla gestione del vigneto ed agli aspetti enologoci, evidenziando possibili innovazioni per il comparto.
(Modena, 22 dicembre) – Un incontro che ha visto la partecipazione di accademici, istituzioni e associazioni vitivinicole per fare il punto sul Lambrusco, sui temi più attuali per la gestione del vigneto e della cantina, e su possibili scenari futuri delle bollicine rosse emiliane. Questi i temi al centro della “Tornata sul Lambrusco”, l’appuntamento che si è svolto lo scorso 15 dicembre a Modena, organizzato da Accademia Italiana della Vite e del vino con il supporto del Consorzio Tutela Lambrusco. Ad introdurre gli interventi della giornata è stato l’Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della regione Emilia-Romagna Alessio Mammi che ha sottolineato l’importanza della ricerca vitivinicola per il territorio emiliano.
“Ringrazio L’Accademia Italiana della Vite e del Vino e il Consorzio Tutela Lambrusco per questa giornata dedicata alla memoria del professore Cesare Intrieri – spiega l’Assessore Alessio Mammi. – Occasioni come queste sono importanti per discutere del futuro del nostro patrimonio vinicolo nazionale. È importante ricordare le grandi opportunità offerte dal comparto vino al nostro territorio, con una doverosa attenzione anche alle sfide che i produttori stanno affrontando oggi sia in vigna che in cantina. L’Emilia-Romagna ha oggi la grande responsabilità di salvaguardare un patrimonio di 52.000 ettari complessivi di vigneti, tutelando le produzioni che sempre di più devono essere valorizzate” conclude.
Al centro dell’evento le diverse denominazioni del Lambrusco, una famiglia che comprende ben 12 tipologie varietalicoltivate nelle province di Modena e Reggio Emilia su una superficie totale di 10.000 ettari. Si tratta di vini dagli stili diversi che nel corso del tempo hanno visto un’enologia in continua evoluzione, al passo con le ultime tecniche introdotte. Grazie agli interventi presentati nel corso della giornata, si è potuto approfondire la situazione fitosanitaria nelle terre del Lambrusco e le possibili soluzioni per contrastare fenomeni avversi in questo ambito. Situazioni che richiedono una gestione coordinata di accorgimenti agronomici, fitoiatria e sistemi di riduzione dell’impatto ambientale, oltre a nuove strategie biotecnologiche necessarie per ridurre l’uso di fitofarmaci nelle coltivazioni del Lambrusco.
La riduzione dell’impatto ambientale è un fattore fondamentale da analizzare per comprendere i possibili sviluppi della viticoltura attuale e nel corso di “Tornata sul Lambrusco” è stato dedicato un focus al programma di miglioramento genetico per incrocio volto alla costituzione di varietà resistenti ai patogeni. Questo tema è stato poi affrontato anche per approfondire le strategie innovative messe in campo per favorire la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici che hanno causato eventi metereologici estremi e le conseguenti problematiche al comparto viticolo dell’Emilia-Romagna. Un approfondimento è stato poi dedicato anche al ruolo primario delle antocianine nel determinare l’intensità, la tinta, la stabilità del colore e le proprietà sensoriali del vino Lambrusco. Inoltre, sono stati illustrati i risultati delle ricerche condotte sulle potenzialità antiossidanti del chitosano volte alla riduzione dell’anidride solforosa, con l’obiettivo di definire protocolli consolidati per la produzione di vini senza solfiti.
“Una giornata importante, fortemente voluta dall’Accademia che grazie al supporto fondamentale del Consorzio Tutela Lambrusco abbiamo potuto organizzare in memoria di una figura emblematica delle scienze viticole nazionali ed internazionali, il professore Cesare Intrieri, e con un focus su una delle denominazioni più importanti per storia e numeri, quella del Lambrusco appunto – ha ricordato nel suo intervento il presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, Rosario Di Lorenzo – eventi come questo e la partecipazione territoriale con le visite alle due aziende Cavicchioli e Paltrinieri, permettono a tutti i protagonisti della filiera un continuo confronto, che equivale a sviluppo per tutto il settore vitivinicolo italianao, obiettivo del nostro impegno accademico”.
“Siamo molto soddisfatti della partecipazione alla “Tornata sul Lambrusco” – spiega Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco. Il nostro ringraziamento va all’Accademia Italiana Vite e Vino che ha organizzato questo incontro e ai relatori che hanno partecipato all’evento. Questo dialogo tra ricercatori, accademici e istituzioni è nato con l’obiettivo di discutere i possibili scenari futuri e le soluzioni derivanti da studi e ricerche che possono essere messe in campo per fronteggiare le diverse sfide nella produzione vinicola. Sono tutti temi molto sentiti dai viticoltori del territorio: dalla necessità di applicare moderne biotecnologie in vigna, all’adozione di un miglioramento genetico per una maggiore sostenibilità così come lo sviluppo di nuove strategie per favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. Per questo motivo risulta necessario un confronto e un dialogo vivo e costante con la ricerca e la sperimentazione, affinché si possano adottare quanto prima soluzioni all’avanguardia” – conclude.