Il 13 giugno a Firenze l’apertura del 74esimo Anno Accademico dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino
Nuova Governance per l’Ente fondato a Siena nel 1949. Antonio Calò presidente onorario
Rosario Di Lorenzo (Presidente): «Obiettivo dell’Accademia è quello di dare un contributo scientifico e divulgativo alla crescita del vino tra cambiamenti climatici e nuovi scenari»
Si rinnova l’Accademia della Vite e del Vino che il 13 giugno, all’Auditorium Sant’Apollonia in via San Gallo 25a a Firenze, inaugura il 74esimo Anno Accademico. Una sede simbolica, fortemente voluta dalla Regione Toscana che ospita l’evento grazie alla volontà della Vicepresidente, Stefania Saccardi, che dimostra con questo gesto la volontà di riportare l’Accademia nel suo centro originale, la Toscana. Un appuntamento importante per il settore e non solo dato che oggi l’Accademia rappresenta il più importante sodalizio italiano dedicato alla vitivinicoltura, con al suo attivo 570 accademici tra studiosi, imprenditori e divulgatori del settore.
Il programma della mattinata prevede, a partire dalle 10, i saluti del neo presidente dell’Accademia, il Prof. Rosario Di Lorenzo, la consegna dei diplomi accademici e quindi la prolusione di Luigi Moio, professore ordinario di Enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, accademico, Presidente dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) dal titolo “Il futuro del vino nell’era della sostenibilità”. Quindi, alle 12, assemblea del Corpo Accademico.
«Apriamo questo anno accademico con un nuovo corso, un nuovo gruppo di lavoro che vede varie figure impegnate nel consiglio direttivo, ma anche con nuovi obiettivi in uno scenario, quale quello vitivinicolo, che sta cambiando – così annuncia la giornata il Presidente dell’Accademia, Rosario Di Lorenzo – metteremo in questo senso tutti i nostri accademici al servizio dello sviluppo delle tecniche, ma anche della riflessione e della divulgazione sulle nuove tematiche e problematiche che incidono nel comparto e nella filiera».
L’apertura dell’Anno Accademico avviene sotto la guida della nuova Governance che ha visto, dopo 20 anni, Antonio Calò passare la mano al Prof. Rosario Di Lorenzo nel ruolo di Presidente dell’Accademia fondata il 30 luglio 1949 a Siena (città dove ha avuto sede per moltissimi anni) con lo scopo di promuovere studi, ricerche e discussioni sui maggiori problemi concernenti la vite ed il vino, compreso l’insegnamento.
Con la nomina di Di Lorenzo a Presidente sono stati eletti vicepresidenti Vincenzo Gerbi e Angelo Costacurta, e consiglieri Emilio Celotti, Donatella Cinelli Colombini, Davide Gaeta, Cesare Intrieri, Giusi Mainardi, Vittorino Novello, Danilo Riponti, Oriana Silvestroni, Paolo Storchi, Alessandro Torcoli e Carlo Viviani. Antonio Calò avrà il ruolo di presidente onorario.
Chi è il nuovo Presidente. Rosario Di Lorenzo è nato a Palermo nel 1955. Professore Ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Palermo, ha svolto quasi per intero la propria carriera accademica nell’ateneo siciliano salvo una parentesi a Reggio Calabria. Di Lorenzo ha effettuato soggiorni di studio presso numerose istituzioni scientifiche e centri di ricerca viticoli in California, Cile, Sud Africa, Brasile, Spagna, Germania, Grecia e Ungheria. Fin dalla laurea in Scienze Agrarie all’Università di Palermo nel 1977, e successivamente nelle sue oltre 100 pubblicazioni, Di Lorenzo ha dedicato una particolare attenzione allo studio della nutrizione idrica e minerale delle viti e alla sperimentazione del telerilevamento in viticoltura. Due problematiche particolarmente attuali ed importanti in un’epoca in cui le parole chiave sono siccità, innovazione tecnologica e sostenibilità.
L’Accademia Italiana della Vite e del Vino tra i propri membri annovera docenti universitari, il meglio dei ricercatori italiani in campo vitivinicolo, i titolari delle maggiori imprese del settore e gran parte di coloro che, sotto diversi aspetti, contribuiscono alla esaltazione nell’ambito sociale, artistico e letterario delle denominazioni e dei vini di alta qualità.
L’Accademia è collegata al Ministero dei Beni Culturali ed al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Forste. L’attività si svolge in “tornate” a carattere itinerante con eventi organizzati insieme a visite conoscitive di specifiche realtà produttive. Questo ne consente la divulgazione e valorizzazione in Italia e all’estero. AIVV assegna il premio “Arturo Marescalchi” per celebrare la memoria del suo primo presidente onorario. Oltre al premio internazionale di vinicoltura “Giovanni Dalmasso” in memoria del suo presidente fondatore e il premio “Pier Giovanni Garoglio”, in ricordo dell’illustre studioso che è stato per diversi anni suo presidente.