Anteprima Sfilata Giovenche Rendena

Non è sempre facile il connubio agricoltura-turismo ma è una strada obbligata per questi due settori produttivi tanto importanti per la crescita dell’economia del nostro Paese. Infatti, per l’agricoltura può rappresentare un’occasione di sviluppo attraverso la creazione di nuovi canali vendita (vendita diretta e canale Horeca locale, oppure l’adozione di “mucche” a distanza) e la valorizzazione delle produzioni di nicchia, e per il turismo tante occasioni per la destagionalizzazione (turismo enogastronomico in primavera e autunno), tante opportunità per il turismo esperienziale e la crescita delle zone turistiche più marginali. In quest’ottica sono nate e si sono consolidate negli ultimi decenni diverse manifestazioni di fine estate legate alla discesa del bestiame dagli alpeggi, soprattutto lungo l’intero Arco alpino.

Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

Il lavoro fisico pesante e stentato dell’uomo è l’unico fattore dei prodotti agrari nel circondario di Vallo della Lucania: il lume della scienza comincia appena a mostrarsi in uno o due punti di esso, e vi sono ignorate quasi del tutto le buone regole pratiche (Angelo Raffaele Passaro, 2005, p.62). Con queste parole veniva descritto sinteticamente lo stato dell’agricoltura nel Cilento nella famosa inchiesta Jacini del 1885. In questo territorio che va da Paestum a Sapri si ritrovano una serie di condizioni che contraddistinguono senza molte differenze buona parte dell’agricoltura del Mezzogiorno dell’epoca: forme di conduzione arcaiche e poco produttive (latifondo, contratto di miglioria, colonia parziaria), colture estensive e poco redditizie (graminacee), limitata circolazione di capitali sia per l’esercizio sia per il miglioramento dei fondi, sistemi di irrigazione e sfruttamento del suolo inefficienti con molte aree incolte a causa di mancate bonifiche e sistemazioni fondiarie…

Dario Salvatore, dottorando in Storia all’Università degli Studi di Salerno è borsista nell’ambito del Progetto “NOBILI CILENTANI: Applicazione del metodo nobile ad alcune produzioni zootecniche cilentane – PNR 2014–2020” del dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno.
Michele Cerrato, Ricercatore confermato presso l’Università degli Studi di Salerno presso il dipartimento di Farmacia dove ha le cattedre di Economia e politica Agraria.

Miopoiesi

La frollatura delle carni è un processo di maturazione che avviene nei muscoli scheletrici degli animali macellati, trasformandoli gradualmente in carne, per rendere le stesse gradite oltre che all’occhio al palato del consumatore. Il processo porta alla disorganizzazione della struttura dei sarcomeri (trattasi dell’unità contrattile del muscolo costituita da actina e miosina, nel loro insieme vanno a formare le miofribrille avvolte dal sarcolemma, l’insieme delle miofibrille costituiscono il muscolo). Infatti, il muscolo, subito dopo la macellazione non è commestibile per la sua durezza, durante la frollatura avvengono processi biochimici che modificano la struttura della carne rendendola commestibile e saporita, questi processi possono essere così distinti…

Giuseppe Accomando, laureato in Scienze agrarie presso l’Università Federico II di Napoli, è docente di zootecnica.

Miopoiesi

Una delle finalità dell’allevamento bovino, per soddisfare le esigenze alimentari della popolazione, è la produzione della carne; tanto per la sua composizione chimica che per la sua digeribilità, questa occupa un posto preminente tra gli alimenti di maggior valore nutritivo, contribuendo significativamente allo sviluppo fisico dell’organismo, particolare importanza riveste la frazione proteica, che con una percentuale variabile dal 18 – 22 è la parte più abbondante del muscolo. La carne, tra gli alimenti ad alto contenuto nutritivo, è quella che fornisce le proteine a più bassi costi. La carne è costituita da muscolo striato e tessuto connettivo; il tessuto muscolare striato è la risultante di aggregazioni di fibre più piccole dette miofibrille. La carne è tanto più tenera e digeribile quanto più corte sono le fibre, il grasso contenuto nella carne è costituito da grassi neutri, trigliceridi e da altri grassi di composizione chimica più complessa, il tessuto connettivo essenzialmente si compone di collagene ed elastina (scleroproteine)…

Giuseppe Accomando, laureato in Scienze agrarie presso l’Università Federico II di Napoli, è docente di zootecnica.

Brucellosi bufalina

La seconda parte di questo articolo, per avere un filo di continuità, ha come prefazione il primo periodo dell’articolo pubblicato sul Rivista di Agraria.org -15 aprile 2022. La problematica non è nuova, già nel 2005\2006 l’allora Assessore all’Agricoltura della Regione Campania, On. Andrea Cozzolino, commissario straordinario alla “Brucellosi bufalina in Campania”, elaborò un piano di azioni e strumenti di intervento, che nella prefazione diceva “Si tratta di un piano articolato e complesso predisposto per l’eradicazione della brucellosi bufalina, che intendiamo condurre in porto in breve tempo e con tutte le garanzie di trasparenza e celerità che il caso richiede”; purtroppo alla data odierna persiste, senza soluzione di continuità, e gli allevatori si sono organizzati nell’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, con manifestazioni e ricorsi nelle aule di giustizia a vari livelli, l’ennesimo strappo istituzionale e politico…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

Burocrazia e zootecnia

Con questo mio testo voglio andare ad affrontare un tema attualissimo ed oserei definire anche preoccupante, che da svariati anni affligge tutta la zootecnia, nessun settore escluso. La vita di un allevatore oramai non è più solo accentrata sul contatto con i propri animali, sui programmi di selezione, o sullo sviluppo dei propri “prodotti”, ma è anche ricolma di scartoffie ed estenuanti attese in vari uffici. Parlando con amici e colleghi allevatori di vecchia data, più volte ho asserito: – “la burocrazia prima o poi sopprimerà il nostro settore zootecnico!”. Forse non ho tutti i torti, e in molti si son sentiti di condividere a pieno questo mio pensiero. Vi sono norme imposte a gli allevatori che rasentano il ridicolo e che potrebbero tranquillamente essere rimpiazzate dal buon senso. Vi sono pile di incartamenti che potrebbero sicuramente essere sostituite da pochi click su di un portale web…

Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone

Bufala

Tra gennaio – marzo 2022, nella provincia di Caserta, detta “Terra di Lavoro” prima della soppressione della stessa da parte del governo Mussolini nel 1927, nel quadro di un generale riordinamento delle circoscrizioni provinciali, è scoppiato un dramma economico, sociale e di igiene-sicurezza veterinaria, la Brucellosi Bufalina.
Per abbrivio nell’ultimo decennio la gestione dell’emergenza brucellosi bufalina in Campania è stata catastrofica, con l’abbattimento di circa centomila capi inutilmente, arrecando un danno al giro d’affare per la mozzarella DOP, ricavata dal latte bufalino ed esportata in tutto il mondo, di diversi miliardi di €…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

Il baco da seta possiede alcune razze o varietà, che si differenziano per l’origine geografica e per le caratteristiche fenotipiche di larva e bozzolo (colore, forma, numero di mute durante il ciclo, numero di generazioni per anno). Il Bombyx mori che viene allevato per usi della filiera serica è un ibrido, formato da un incrocio a 4 vie, cioè due linee parentali giapponesi vengono incrociate e danno origine ad un ibrido semplice P1J, due linee parentali cinesi vengono incrociate e danno origine ad un altro ibrido semplice P1C successivamente i due ibridi semplici vengono nuovamente incrociati fra loro e danno origine al poliibrido => F1. L’ibrido è più robusto, più produttivo e più semplice da allevare rispetto alle razze pure, in quanto, sfruttando il fenomeno dell’eterosi o “vigore ibrido”, presenta rispetto alle razze originarie, migliori caratteristiche di produttività e resistenza alle malattie.

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

L’indagine effettuata sui prati-pascolo del Demanio di Montagna sulla qualità nutrizionale e funzionale dei foraggi e qualità del latte….

Maria Chiara Di Meo: Dottoranda di Ricerca XXXIV Ciclo in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Salute – Dottorato di Ricerca a Caratterizzazione Industriale – POR/FSE Campania 2014 -2020)- Dipartimento di Scienze e Tecnologie – Università degli Studi del Sannio.

Graziella Orso: Dottoranda di Ricerca XXXIII Ciclo in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Salute – Dipartimento di Scienze e Tecnologie – Università degli Studi del Sannio.

Walter Nardone: Consulente Associazione Agronomi Senza Frontiere Campania e Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Benevento (ODAF Benevento).

Carlo Lavorgna: Dottore Agronomo (Associazione Agronomi Senza Frontiere Campania) – Partner Capofila del Progetto Bio.Natural.

Mariapina Rocco: Professore di Fisiologia vegetale presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie – Università degli Studi del Sannio (BN) – Responsabile Scientifico del Progetto Bio.Natural.

Ettore Varricchio: Professore di Morfofisiologia e benessere degli animali domestici presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie – Università degli Studi del Sannio.

I cavalli sono pascolatori selettivi e molto attenti, se lasciati pascolare liberi difficilmente mangiano piante per loro tossiche. Da puledri imparano a selezionare le piante pascolando insieme alla madre. In contesti forzati però, come il paddock o lunghe soste in cui il cavallo viene tenuto legato, i cavalli possono cedere alla tentazione di mangiare anche piante tossiche per fame o anche solo per noia. Per questo è importante che il cavaliere sappia riconoscere le piante più pericolose per evitare incidenti. Fondamentale è non legare il cavallo vicino a piante tossiche perché, annoiandosi durante la sosta, potrebbe decidere di sgranocchiare quello che ha intorno anche se non ha un buon sapore…

Gemma Na­var­ra, lau­rea­ta in Scien­ze fo­re­sta­li ed am­bien­ta­li pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Fi­ren­ze, è Guida Eque­stre Am­bien­ta­le.
Erika Ver­dia­ni Lau­rean­da in Scien­ze Fo­re­sta­li e guida Eque­stre Am­bien­ta­le.

Sempre più forte il cambio di rotta sull’agricoltura intensiva, a causa delle critiche sostenute da alcune categorie di consumatori…

Michele Rollo, laureato in Tecnologie delle Produzioni Animali presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, attualmente iscritto al corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali.