L’argomento dei vini dealcolati è balzato sul proscenio del mondo enologico poiché rappresenta l’attuale confine della produzione e della vinificazione del mercato in rapporto alla metamorfosi di abitudini e gusti dei consumatori. Prima di addentrarci nel discorso è utile capire, dal punto di vista statistico-economico, l’entità dello stesso: nel 2021 la crescita in valore del commercio dealcolati a livello mondiale è stato del 6%, con un incremento tra 2021-2025 di +8% annuo, con undefined delle bevande dealcolate è valutato 2021 poco al disotto dei 9,4 miliardi €, rispetto ai 7,3 miliardi € del 2018 con un incremento del + 28 %. L’Italia, che è il più importante produttore di vino mondiale, è assente nel mercato del vino dealcolato, mentre negli U.S.A. nel 2024 l’uso di vino dealcolato è cresciuto del 10%, legato alle nuove abitudini della metà degli utenti che moderano il consumo di alcolici, per motivi di: salute, religioni, sesso ecc…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agronomo J., Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista. Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018, dopo svolge consulenze nei vari campi del settore primario.
Il Cile, oltre ad essere considerato il più importante Paese vitivinicolo del Sud America in termini di qualità e quantità; l’area vitata cilena è di circa 200.000 ettari, la metà dei quali destinata alla coltivazione di uva da vino, storicamente conosciuto anche come “Bordeaux del Sud”. Infatti le prime viti furono messe a dimora alla metà del Seicento, portate dagli scopritori ispanici, ma la vera viticoltura è iniziata solo dopo l’immigrazione di viticoltori francesi che hanno portato con sé le diverse varietà di vitigni. Le condizioni per la coltivazione della vite in Cile sono ideali essendo, per motivi di collocazione fisiche e continentali, isolato rispetto ad altre regioni produttrici di vino, che ne sono state influenzate per secoli. Il Paese è geograficamente lungo da nord a sud, con una lunghezza totale di ~ 4.000 Km, ma soltanto tra 90 e 400 km da est a ovest, le aree vitate tra le latitudini 27°5’ e 39°5’…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agronomo J., Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.
La Verdea è un vitigno antico, nobile, ma poco conosciuto e non abbastanza apprezzato. E’ diffuso in alcune zone della Lombardia, dell’Emilia e della Toscana, regione a cui taluni hanno dato le origini. Nel Trecento, il novelliere toscano Francesco Sacchetti dava riscontro di una particolarissima uva, ambita a tavola come frutto gradevolmente gustoso. Che si sappia, Sacchetti fu il primo a scrivere di uva Sancolombana Bianca. Per quel che è apparso negli ultimi secoli in fatto di storia e leggenda di vini e vigneti, la tradizione vuole che sia stato proprio il santo irlandese Colombano, Patrono d’Europa, ad introdurla nel Milanese, su quelle piccole e ridenti colline che ancora oggi si chiamano “Colli di San Colombano”, altrimenti detti Colli Banini. Si tratta di alture che occupano un’esigua superficie della Lombardia (circa 20 Kmq) a 40 Km a Sud da Piazza del Duomo e 10 Km a Nord del Po e che si elevano dalla pianura circostante per meno di 100 metri, ai confini tra Lodigiano e Pavese, ma in buona parte amministrativamente compresi nel territorio della Città Metropolitana di Milano…
Maurizio Scotti, editorialista Agrindustria, Agroalimentare.
Il costante e vivace interesse del mercato per la sostenibilità ha di fatto investito il mondo della produzione. In questo contesto alcuni prodotti, caratterizzati da alcune criticità a valenza ambientale e salutistica, si ricolgono al mondo dei sistemi qualità cercando di arginare le difficoltà conseguenti a tale immaginario collettivo. Il vino in particolare, è tra i prodotti che maggiormente risulta penalizzato per gli aspetti prima citati. Quindi, i sistemi di qualità a obiettivo etico/ambientale diventano una sorta di strada quasi obbligata per questi prodotti, specie nei casi di produzioni locali di piccole dimensioni che difficilmente riescono a mantenere remunerazione e quote di mercato adeguate. In questa arena abbastanza agguerrita e di difficile gestione, il biologico rappresenta una delle possibili soluzioni ad alcune delle criticità appena individuate…
Donato Ferrucci (Torino 1964), Docente sistemi qualità e certificazione dei prodotti alimentari ITS Agroalimentare Roma/Viterbo. Agronomo, pubblicista, e Master in Diritto Alimentare. Responsabile Bioagricert srl per l’area Lazio/Abruzzo/Umbria/Marche”.
Da una recente analisi della Coldiretti su dati Infoscan Census relativi ai primi nove mesi del 2021 è risultato il vino con la maggiore crescita sul mercato italiano: un aumento delle vendite del 49%, davanti al Brunello di Montalcino (+47%) e al Barolo (+43%). Stiamo parlando del Lugana, una Doc a cavallo tra Veneto e Lombardia, nella parte meridionale del lago di Garda. La zona di produzione riguarda poco più di duemila ettari vitati, quasi tutti nei comuni lombardi (ben 1.948 a Sirmione, Desenzano, Lonato, Pozzolengo), mentre solo Peschiera del Garda è veronese, anche se quest’ultimo comune detiene il primato del volume commerciale, visto che il 60% dell’imbottigliato è gestito da produttori veronesi. La particolarità è che tutti i comuni del Lugana ricadono sotto la diocesi di Verona…
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.
E’ considerato il vino rosso più prestigiosodella provincia di Trento: stiamo parlando del Teroldego Rotaliano, la più piccola Doc della Regione Trentino Alto Adige, che ha la sua culla di origine nella Piana Rotaliana. Quest’ultima, chiamata anche Campo Rotaliano, è una pianura alluvionale tra il fiume Adige ed il torrente Noce, situata nella zona nord del Trentino al confine con l’Alto Adige. Ha la forma di un vasto triangolo racchiuso fra le sponde dei due fiumi, con al vertice la “gola della Rocchetta” che dà inizio alla Val di Non, ed è circondata su tre lati da un alto baluardo di pareti rocciose che la proteggono dai venti freddi e a nord/est dalla chiusa di Salorno, provincia di Bolzano. Le condizioni pedoclimatiche di questa zona esaltano le caratteristiche del vitigno Teroldego, permettendogli di esprimere al meglio le qualità e sviluppandone mineralità, vigoria e carattere.
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, insegna Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.
La prima parte di un completo ed interessante articolo sugli spumanti…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.
Alla scoperta degli orange wine, famosi per corposità, aroma e gusto…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.
Un approfondimento sul recupero e la valorizzazione dei vitigni autoctoni poco diffusi o minori della Puglia..
Daniela Palattella è una laureata magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Nel 2017 ha discusso la tesi di laurea sperimentale in “Tecnologie Alimentari” dal titolo “Composti fenolici di uve e relativi vini di vitigni autoctoni minori della Puglia” avente come relatore il Prof. Giuseppe GAMBACORTA.
Negli ultimi anni si sta assistendo ad un avvicinamento tra quelle che possiamo considerare le due bevande fermentate più importanti nella storia dell’uomo, il vino e la birra…
Ezio Casali, iscritto all’Albo Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Cremona, insegna presso l’Istituto Tecnico Agrario Statale “Stanga” di Cremona. Si occupa di autocontrollo, soprattutto negli agriturismi, e di agricoltura multifunzionale.
L’argomento di questo articolo è i “vini naturali”, dei quali in Italia al momento attuale non vi è una precisa codificazione legislativa e\o normativa…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.