Silene vulgaris comunemente è chiamata Silene, Schippetti, Strigolo, Erba cuoco, Cannatedda, Erba striscia, Erba cucina, Culecchie, Behen bianco, Bubbolino, Crepaterra, Mazzettone minuto, Polemonia, Stritolo. Probabilmente il nome generale Silene ha qualche connessione con il vocabolo greco “saliva” con allusione alla sostanza bianca, attaccaticcia, che molte specie presentano sul fusto e sul calice; oppure è collegato a Sileno, divinità pagana notoriamente panciuta in relazione al calice rigonfio tipico delle varie specie. Inoltre, in Sicilia è denominata Cannatedda chiamata così per la forma dei suoi fiori che somigliano ad una piccola brocca (cannata). Silene vulgaris, appartenente alla famiglia delle Cariofillaceae ed è diffusa nel bacino sud-Occidentale del Mediterraneo. In Italia è comune dal Lazio alla Calabria, in Sardegna e in Sicilia. Questa pianta vive nei sentieri, bordi erbosi, zone boschive, prati poveri di sostanze nutritive e, talvolta, su rocce in prossimità del mare; ama il caldo e i terreni ricchi di calcare…
Rita Leogrande è ricercatrice in servizio presso il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), sede di Bari. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Agronomia Mediterranea. La sua attività di ricerca si basa sullo studio degli effetti sul suolo e sulle colture di tecniche agronomiche sostenibili.
Esiste l’erronea convinzione che i prodotti di origine vegetale, in quanto naturali, non possano nuocere alla salute. I dati annuali dell’ISS ci ricordano invece che il fenomeno delle intossicazioni da piante è ampio e variegato. Esso può coinvolgere sia prodotti erboristici di scarsa qualità (adulterati o sofisticati, tanto più se acquistati su siti internet di dubbia sicurezza), oppure mal conservati o utilizzati in maniera impropria, sia specie tossiche selvatiche, scambiate per eduli da chi, privo di adeguata conoscenza in merito, le ricerca spontaneamente in natura e più frequentemente, specie tossiche ornamentali che, tra le mura domestiche o nei giardini, attraggono la curiosità dei bambini ignari del pericolo. Ogni anno, i bambini al di sotto dei 6 anni di età, rappresentano il 46% delle vittime totali da intossicazione, esse avvengono accidentalmente in ambiente domestico nel 94% dei casi…
Sunto ed aggiornamento dell’elaborato di tesi in Farmacognosia del Corso di Laurea in Farmacia (Facoltà di Farmacia e Medicina) Sapienza Università di Roma.
Relatore: Prof.ssa Annabella Vitalone – Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “Vittorio Erspamer”, Sapienza Università di Roma.
Studente: Dott.ssa Silvia Mentil, laureata in Farmacia, presso Sapienza Università di Roma.
La calla è una pianta erbacea perenne rizomatosa originaria delle zone umide dell’Africa centro-meridionale. Il nome comune, Calla, rimasto oggi nel gergo orticolo fu attribuito da Linneo; mentre il nome Zantedeschia fu dato dal botanico italiano, del XIX secolo, Francesco Zantedeschi. Il genere Zantedeschia comprende circa 8-9 specie di piante erbacee, perenni e rizomatose, che presentano foglie verdi, sagittate, dotate di lunghi piccioli che si originano direttamente dal rizoma. Producono infiorescenze formate da uno spadice, avvolto da una spata di colore bianco, giallo o verdastro. Il frutto è una bacca contenente da 1 a 3 semi. Le calle si propagano per divisione dei rizomi, avendo cura di lasciare una o più gemme su ogni porzione di essi, ma si possono riprodurre anche mediante semina dei semi portati nelle bacche delle infruttescenze, tenendo presente che questo secondo metodo è generalmente più lento.
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.
La “cocciniglia tartaruga” in questa primavera-estate 2020 ha esteso il suo areale di infestazione, diventando un’emergenza fitopatologica per Roma…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.
L’applicazione nei lavori di riqualificazione della Pineta di Pinzolo (Trento) mediante inerbimento con pacciamatura naturale…
Andrea Carbonari, laureato in Scienze Forestali presso l’Università degli studi di Padova, è Funzionario Forestale esperto, assegnato ad APROFOD Agenzia provinciale per le foreste demaniali Responsabile SETTORE VIVAISTICO E DEL VERDE FUORI FORESTA – Provincia Autonoma di Trento.
Luca Vidi, diploma di agrotecnico ad indirizzo forestale, è assessore alle Foreste, Ambiente, Rifiuti, Patrimonio, Acqua e Energia del Comune di Pinzolo Madonna di Campiglio S.Antonio di Mavignola.
L’irrigazione a goccia si è fatta spazio ed è diventata ad oggi il sistema di irrigazione più utilizzato per le colture intensive pur avendo possibilità di applicazione per altri tipi di sistemi. La conoscenza dei materiali, del dimensionamento idraulico di un impianto, delle esigenze idriche delle colture sono requisiti indispensabili…
Andrea Palazzo, laureato in Scienze Agrarie nel 1998 presso la Facoltà di Agraria di Palermo, è docente di Economia ed Estimo e Genio rurale presso l’Istituto Agrario “Parolini” di Bassano del Grappa (Vicenza) con esperienza nel campo delle valutazioni immobiliari e nella progettazione e consulenza di impianti di irrigazione.
Diverse parti delle piante, come ad esempio fiori, frutti, foglie, steli, corteccia, radici, percolati e composti derivati sono in grado di possedere attività allelopatiche che variano durante la stagione di crescita della pianta stessa. Tali sostanze allelochimiche possono persistere nel terreno influenzando la crescita sia delle piante già presenti nelle vicinanze, sia di quelle che verranno piantate successivamente…
Guido Agostinucci si è laureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Melbourne (Australia), specializzandosi in Agroecologia presso l’Università degli Studi della Tuscia (Viterbo). Oltre a gestire un’azienda agricola in provincia di Viterbo, l’autore ha lavorato come ricercatore presso il Dipartimento di Ecologia e Sviluppo Economico Sostenibile (DECOS) dell’Università degli Studi della Tuscia e come consulente per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).
La concimazione è una pratica colturale ormai nota da tempo. Basti pensare ai lavori di Justus Liebig (1840), il quale dimostrò che le piante avevano bisogno di elementi inorganici come azoto, fosforo e potassio per crescere, quindi la chimica dei fertilizzanti ebbe un vigoroso sviluppo. Però, prima della disponibilità di concimi minerali, la fertilizzazione dei terreni avveniva con lo spargimento di sostanze organiche derivanti dalle deiezioni liquide e solide degli animali allevati…
Thomas Vatrano – Laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie nel 2007 presso l’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria. Conseguito il titolo di Dottore di Ricerca, in Scienze Farmaceutiche, presso l’Università degli studi Magna Graecia di Catanzaro – A.A. 2014-15. Durante il Dottorato di Ricerca si è specializzato nell’identificazione varietale in olivo e la rintracciabilità molecolare dell’olio d’oliva attraverso l’utilizzo di marcatori molecolari SSR. Ha collaborato con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) Centro di Ricerca per l’Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (CREA-OFA), dove si è occupato di sperimentazione di portinnesti nanizzanti da adattare al sistema di allevamento superintensivo. Attualmente svolge l’attività di consulente tecnico per conto di Organazoto fertilizzanti SpA.
Con erbacee perenni ornamentali si intende indicare tutte quelle piante che non sviluppano strutture legnose, che periodicamente rinnovano la parte epigea della pianta, mantenendo sempre attiva e vitale la parte ipogea e che hanno un utilizzo ornamentale nel giardino. Si tratta di un gruppo estremamente eterogeneo, in cui si possono trovare piante come le bulbose, le stolonifere, le rizomatose, le felci, o le graminacee…
Claudio Casini, paesaggista, si è laureato all’Università degli Studi di Firenze nel 2014. Specializzato nella progettazione della componente vegetale dei progetti di paesaggio, negli ultimi anni si è dedicato allo studio delle erbacee perenni ornamentali.
È una pianta erbacea perenne, provvista di stoloni, cioè di sottili fusti striscianti lungo i quali, all’altezza dei nodi, si sviluppano radici, foglie e poi fiori e frutti; dai nodi si possono ottenere quindi nuove piantine, presenta un apparato radicale di tipo fascicolato, cioè costituito da radici primarie e secondarie…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico e docente presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli).
Nel corso degli ultimi anni si è assistito in Europa al progressivo incremento della vendita di sostanze di origine vegetale, diverse per origine e formulazione, presentate come aventi i medesimi effetti “da sballo” delle cosiddette “pasticche”, ma senza effetti collaterali, promettendo così il raggiungimento di uno stato alterato della coscienza attraverso una via del tutto “naturale”! La ricerca scientifica dimostra però che naturale non è sinonimo di sicuro. In questo contesto si collocano le cosiddette smart drugs…
Sunto dell’elaborato di tesi in Farmacognosia del Corso di Laurea triennale in Scienze Farmaceutiche Applicate (Facoltà di Farmacia e Medicina), Sapienza Università di Roma. Relatore: Dott.ssa Annabella Vitalone – Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “Vittorio Erspamer”, Sapienza Università di Roma. Studente: Dott.ssa Isabella Biondi, laureata in Scienze Farmaceutiche Applicate ed in Biotecnologie Farmaceutiche, presso Sapienza Università di Roma. E-mail: bionisa21@tiscali.it