Quaranta anni fa mi laureavo in scienze forestali con una tesi di laurea dal titolo: “Osservazioni e considerazioni sui terreni agricoli abbandonati nel Chianti senese”, relatore chiar.mo prof. Pietro Piussi, corelatore chiar.mo prof. Pier Luigi di Tommaso, basata sull’osservazione di cinquanta aree di saggio rettangolari posizionate su coltivi abbandonati, scelti con l’osservazione da terra, previa visura delle riprese aeree 1978, nei Comuni chiantigiani di Castellina e Radda. In ciascuna area di saggio veniva rilevata sommariamente la flora erbacea, la lista delle specie legnose presenti, il numero e l’altezza degli esemplari arborei e dei ginepri. I rilievi furono ripetuti sopralluogo nell’ultimo decennio del XX secolo come servizio d’Istituto del Corpo Forestale dello Stato, in vista dell’elaborazione di una metodica per il riconoscimento dei boschi di neoformazione e per la loro definizione legale, come effettivamente avvenne con Legge regionale Toscana n.1/2000…
Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.
Il sambuco nero (Sambucus nigra L.), o sambuco comune, è una angiosperma dicotiledone appartenente, secondo la Classificazione APG III, alla famiglia delle Adoxaceae e al genere Sambucus. Diffusa ovunque, sia in Italia che in Europa, dal piano fino a 1400 m di quota, si trova nei luoghi ruderali, lungo i muri, nelle radure e nei boschi umidi. L’etimologia del nome (latino sambūcus o sābūcus, già attestato in Plinio) è incerta ma probabilmente di origine non indoeuropea. Secondo alcuni, il nome Sambuco deriverebbe da “sambuca”, strumento musicale costruito in antichità proprio con il suo legno. Ad esclusione delle parti commestibili (fiori e frutti), tutto il resto della pianta è velenoso, semi compresi, perché contiene una molecola dagli effetti tossici, la sambunigrina.
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che svolge istituzionalmente importanti attività di consulenza e supporto tecnico scientifico al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, si è occupato spesso, attraverso numerosi quaderni divulgativi, della biodiversità in campo agricolo. Questo importante organo scientifico ha sottolineato che l’intensificazione produttiva ha apportato “problemi di impoverimento e d’inquinamento del suolo, rischi sanitari e una perdita di diversità ecologica. Inoltre, è venuto a mancare lo stretto legame tra coltivazioni e allevamenti, utile nell’applicazione delle pratiche di letamazione, del riciclo dei residui colturali e delle rotazioni. L’uso poi dei diserbanti ha ridotto la presenza di vegetazione spontanea e la semplificazione degli ambienti ha determinato la scomparsa o l’allontanamento di specie faunistiche legate a determinate coltivazioni…
Giannandrea Mencini, veneziano, giornalista e scrittore, si occupa di storia dell’ambiente e del territorio. Ha pubblicato numerosi saggi, libri e articoli, dove ha raccontato i problemi della salvaguardia di Venezia e del vivere in montagna. Con il suo ultimo Libro “Pascoli di Carta. Le mani sulla montagna” Kellermann Editore (2021), dove ha indagato le speculazioni presenti negli alpeggi italiani, la cosiddetta “mafia dei pascoli”, è stato premiato a Leggimontagna Tolmezzo (UD) 2021, segnalato al premio Itas – Libro di Montagna, Trento 2021, e vincitore per la sezione saggi d’inchiesta del premio Internazionale Città di Como 2022.
I Muridi sono onnivori e molto adattabili, dunque possono infestare quasi ogni ambiente di natura antropica come, ad esempio, le aree residenziali, le zone agricole, le aree industriali, navi, magazzini, ospedali, e sono diffusi dalle coste fino in alta montagna, con climi e latitudini molto differenti. Per quanto concerne il comportamento dei Muridi, non tutti sanno che i ratti, sono animali timidi e sospettosi, specialmente in caso di nuovi oggetti che vengono inseriti nei loro territori, come trappole, esche e contenitori per esche, e che, pertanto, hanno bisogno di tempo per acquisire famigliarità con tutto ciò che è nuovo soprattutto se si tratta di cibo. E’ normale, pertanto, che debba trascorrere un po’ di tempo dopo che le esche rodenticide sono state piazzate, prima che i roditori inizino a nutrirsene. Si è scoperto, inoltre, che i roditori – soprattutto i ratti grigi – sono riluttanti ad entrare all’interno dei contenitori per esche (Questo comportamento sospettoso nei confronti dei nuovi oggetti si chiama “Neofobia”)…
Mino Martignano, diplomato all’Istituto Professionale per l’Agricoltura, è abilitato all’esercizio della professione di Agrotecnico. Attualmente è Carabiniere-forestale.
La sostanza organica del suolo è l’insieme dei composti organici presenti nel terreno di origine sia animale che vegetale, questo agglomerato eterogeneo sotto diversi aspetti, è in gran parte compreso fra i costituenti della frazione solida ed è prevalentemente di origine biologica.
La sostanza organica non s’identifica a rigore nell’humus, anche se spesso si tende ad usare i due termini come sinonimi.
È presumibile che una dotazione elevata di sostanza organica non si accompagni necessariamente ad un tenore elevato in humus con riflessi fondamentali sulle proprietà chimiche del terreno; tuttavia, un suolo può essere soggetto ad un intenso accumulo di sostanza organica non decomposta a causa di una stentata umificazione o, al contrario, vedere una mineralizzazione rapida e intensa, che sottrae gran parte della sostanza organica ai processi finali dell’umificazione…
Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati.
Nel paesaggio rurale italiano è comune il concentrarsi di molte proprietà agrarie lungo il corso medio e inferiore dei grandi fiumi. Tali proprietà sono il risultato del dissodamento di terre, spesso in origine silvane, la cui fertilità è stata storicamente garantita dalle inondazioni fluviali. Il connubio fiume-fondi agrari rivieraschi si fonda su una contrapposizione fisico-amministrativa assai evidente: alla proprietà fondiaria l’uomo ha affidato una struttura granitica mediante suddivisione particellare espressa attraverso il catasto dei terreni; il fiume invece è morfologicamente attivo e muta la sua forma potendo invadere fondi rivieraschi di proprietà privata o da questi allontanarsi. Questo contesto naturale e amministrativo si arricchisce poi di un caposaldo giuridico per cui la proprietà fluviale è di natura demaniale (Codice civile)…
Edoardo Alterio è dottore forestale. Attualmente svolge un dottorato di ricerca in Ecologia forestale presso l’Università degli Studi di Padova.
La fermentazione del compost domestico lavora in ambiente aerobico, ossia in presenza di aria, requisito fondamentale per fare compostaggio nel modo corretto, pertanto un buon compost non deve puzzare. Se il compost puzza, è un indice di una cattiva fermentazione che invece di lavorare in ambiente aerobico, lavora in maniera anaerobica, le cui cause principali sono un’eccessiva umidità, oppure al contrario un insufficiente umidità che non fa partire il processo di decomposizione.
Dato che il compostaggio avviene grazie all’azione di parecchi batteri e microorganismi che lavorano per decomporre le sostanze organiche per avere così un compost omogeneo è fondamentale che i microorganismi aerobi che vivono in presenza di ossigeno, abbiano una corretta areazione del cumulo: perché se troppo alto o molto pressato l’aria non circolerebbe. Qualora invece l’aria circola, i batteri riescono ad agire al meglio in tutte le parti del cumulo e la materia si decompone nel modo migliore senza avere nessun tipo di marciume…
Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati.
Esatto, quel che è scritto nel titolo non è un errore… Non si tratta di un “arrivo”, ma di un “ritorno”. Questo perché il Castoro era già un abitante del nostro territorio nazionale. Questa creatura che sovente la nostra mente abbina alla lontana America, è invece un essere molto familiare per i nostri boschi. Un animale che ha fatto parte per millenni dei nostri eco-sistemi, e che la natura ha dovuto saggiamente rimpiazzare dopo che noi lo avevamo fatto estinguere. Ora è tornato. Erano ben 500 anni che il Castoro non si faceva vedere dalle nostre parti… L’ultimo lo aveva visto Leonardo Da Vinci, tanto per intendersi con i tempi… Adesso è saltata fuori una nuova piccola colonia in Toscana, nell’aretino. Ma la domanda che sorge spontanea è: – “Da dove salta fuori?” – “Come ha fatto a ricomparire?” … e soprattutto: – “Chi ce l’ha riportato?”. Tutt’oggi nessuno è riuscito a fornire delle risposte certe a queste domande… solo ipotesi.
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone
Molto strano pensare che, arrivati al 2022, vi siano nel mondo nuove specie ancora da classificare. Ma non dovrebbe essere così incredibile, poiché questo accade ogni anno, da sempre. Basti pensare che solo nell’anno 2021 sono state scoperte ben 70 specie, tra animali e piante. Il campo si restringe se si passa a Classi di animali di taglia maggiore e più evidenti rispetto alla maggior parte degli artropodi ad esempio… Se si pensa a gli uccelli, la scienza è riuscita ad identificare, dal 1999, solo cinque nuove specie. Quest’anno, con grande stupore della comunità scientifica, un’altra specie si è aggiunta all’elenco delle novità. Una eccezionale scoperta. Un “taxon alato inedito”… questo l’eccezionale annuncio. Aphrastura subantarctica, questo il nome scientifico che è stato assegnato alla nuova specie di uccello, scoperta nel Parque Marino Islas Diego Ramírez-Paso Drake, a poco più di 100 chilometri a sud di Capo Horn e in mezzo al mare che separa il Sud America dal continente antartico. Il nome comune è “Rayadito subantartico”…
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone
Il primo fine, orientato al contenimento delle eccedenze cerealicole per evitarne il deprezzamento, è stato raggiunto, il numero dei beneficiari, le superfici ritirate dalla coltivazione e i fondi erogati son stati notevoli, come dimostrato dall’organismo pagatore ART€A. I controlli hanno tuttavia evidenziato alcuni impianti eseguiti su terreni privi dei requisiti colturali richiesti, non più agricoli da tanti anni, con conseguente decadenza dal regime d’aiuti. Circa il secondo punto, si sono raggiunti buoni risultati con la pioppicoltura da cellulosa nelle pianure alluvionali in impianti seguiti da aziende già esperte. Per quanto riguarda gli impianti di arboricoltura da legno con latifoglie miste pregiate (noci, ciliegi, farnie, frassini, ecc.), l’auspicato raggiungimento precoce del turno di utilizzazione non si è verificato; anche gli impianti accuratamente coltivati sono ben lontani dal raggiungere la maturità; in qualche caso si è praticato il diradamento intermedio, che ha interessato le specie secondarie, soprattutto l’ontano napoletano.
Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione…
Il compost, detto anche terricciato o composta, è il risultato della bio-ossidazione e dell’umificazione di un misto di materie organiche (come ad esempio residui di potatura, scarti di cucina, letame, liquame o i rifiuti del giardinaggio come foglie ed erba falciata) da parte di macro e microrganismi in condizioni particolari: presenza di ossigeno ed equilibrio tra gli elementi chimici della materia coinvolta nella trasformazione. All’interno del cosiddetto ciclo dell’organico, il compostaggio, o biostabilizzazione, è un processo biologico aerobico e controllato dall’uomo che porta alla produzione di una miscela di sostanze umificate (il compost) a partire da residui biodegradabili vegetali sia verdi sia legnosi o anche animali mediante l’azione di batteri e funghi.
Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati.