Trasparenza nell'etichettatura alimentare

Il Regolamento Delegato (UE) 2023/2429 della Commissione del 17 agosto 2023, integra il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, ed introduce nuove norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli. Lo scopo indicato dalla norma è di aggiornare e semplificare le norme di commercializzazione per frutta, verdura, alcuni prodotti trasformati a base di ortofrutticoli e banane. Il regolamento definisce una norma di commercializzazione generale, norme specifiche per alcuni prodotti (mele, agrumi, kiwi, etc.), e prevede esenzioni e deroghe (ad es. per prodotti destinati alla trasformazione o alla vendita diretta dal produttore al consumatore).Nel loro insieme. il Regolamento (UE) n. 1308/2013 e il Regolamento Delegato (UE) 2023/2429 rappresentano un quadro normativo complesso che mira a garantire la qualità dei prodotti agricoli, la lealtà commerciale e la tutela dei consumatori nell’Unione Europea…

Donato Ferrucci (Torino 1964), Docente sistemi qualità e certificazione dei prodotti alimentari ITS Agroalimentare Roma/Viterbo. Agronomo, pubblicista, e Master in Diritto Alimentare. Responsabile Bioagricert srl per l’area Lazio/Abruzzo/Umbria/Marche. Per info: Google “Donato Ferrucci Agronomo”.

Nicolò Passeri. Agronomo, libero professionista, Dottore di ricerca in “Economia e Territorio”. Si occupa di consulenze tecnico-legali nei contenziosi, supporta le imprese nell’iter delle certificazioni agroalimentari e svolge analisi tecnico economiche dei processi produttivi. Sugli stessi temi svolge docenze rivolte a operatori e tecnici del comparto agroalimentare. Collabora con l’Università degli Studi della Tuscia. Per info: Google “Nicolò Passeri Agronomo”.

La genesi del nome Vin Santo ha origini remote e varie ipotesi, una leggenda senese narra che un frate francescano, durante la peste del 1348, curasse i malati con un vino usato dai confratelli per la messa, guadagnandosi così l’appellativo di “santo” per le sue presunte proprietà miracolose. A Firenze, invece, si racconta che nello svolgersi del Concilio del 1439, l’Arcivescovo G. Bessarione abbia esclamato “Questo è il vino Xantos!” mentre beveva del vino schietto, e gli astanti, equivocando la parola “Xantos” con “santo”, pensando che il vino avesse requisiti sacri. Ultime supposizioni e meno sentimentali, ma più credibili per utilizzo del vino durante l’eucarestia oppure all’appassimento delle uve, che avveniva fino alla settimana santa, per poi essere pigiate e torchiate. La produzione del Vin Santo varia a seconda del terroir, noto come vino dolce tipico del Centro Italia, con la più importante estensione vitata in Toscana…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agronomo J., Agrotecnico Laureato, Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018

Analisi sensoriale

L’analisi sensoriale è di certo uno dei più raffinati ed efficaci strumenti di avvicinamento consapevole all’alimento. E’ rivestita di una importante componente emozionale, di certo degna di essere appresa e vissuta, ma si articola anche attraverso una impostazione tecnica ad alta definizione e contenuto. Di seguito sono esposti, in estrema sintesi, le principali metodiche utilizzate nell’ambito dell’analisi sensoriale di tipo “tecnico”, ovvero, quella che ha come obiettivo la misura il più possibile oggettiva di uno specifico elemento (“descrittore sensoriale”), attraverso uno strumento strutturalmente “soggettivo”: l’individuo. Questo approccio genera una serie di criticità, che saranno prese in esame, e che possono essere gestite solo attraverso metodiche rigorose. Sarà argomento di un secondo lavoro il tema dell’approccio “emozionale” alla sensorialità e di come questo possa rivelarsi, se gestito in maniera funzionale agli obiettivi, un elemento di forza e non di debolezza del modello…

Donato Ferrucci (Torino 1964), Docente sistemi qualità e certificazione dei prodotti alimentari ITS Agroalimentare Roma/Viterbo. Agronomo, pubblicista, e Master in Diritto Alimentare. Responsabile Bioagricert srl per l’area Lazio/Abruzzo/Umbria/Marche. Per info: Google “Donato Ferrucci Agronomo”.

Nicolò Passeri. Agronomo, libero professionista, Dottore di ricerca in “Economia e Territorio”. Si occupa di consulenze tecnico-legali nei contenziosi, supporta le imprese nell’iter delle certificazioni agroalimentari e svolge analisi tecnico economiche dei processi produttivi. Sugli stessi temi svolge docenze rivolte a operatori e tecnici del comparto agroalimentare. Collabora con l’Università degli Studi della Tuscia. Per info: Google “Nicolò Passeri Agronomo”.

Patrizia Salusti. Tecnologo Alimentare, consulente per la Sicurezza e Qualità Alimentare nell’ambito delle certificazioni cogenti e volontarie. Sugli stessi argomenti è docente negli ITS Academy e collaboratrice scientifica presso l’Istituto per la BioEconomia (IBE CNR) per la valorizzazione nutrizionale e sensoriale della biodiversità vegetale. È giudice sensoriale e membro della giuria della Rassegna Nazionale Farina di castagne.

Nel 2023, le superfici agricole utilizzate per l’agricoltura biologica in Italia hanno registrato una crescita significativa. La SAU biologica ha raggiunto i 2.456.000 ettari, con un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Questo aumento ha portato la superficie biologica a rappresentare circa il 19,8% della SAU totale italiana, avvicinandosi ulteriormente all’obiettivo del 25% prefissato per il 2030 dalla Strategia Farm to Fork dell’Unione Europea. Gli incrementi più consistenti si sono verificati nelle categorie dei prati e pascoli (+10,1%) e delle colture foraggere (+11,4%). Di contro, alcune colture come i cereali (-1,3%) e le proteiche (-7,1%) hanno registrato una flessione. A livello territoriale, il Nord e il Centro Italia hanno mostrato un tasso di crescita superiore rispetto al Sud, con un progressivo riequilibrio della distribuzione delle superfici biologiche sul territorio nazionale…

Donato Ferrucci (Torino 1964), Docente sistemi qualità e certificazione dei prodotti alimentari ITS Agroalimentare Roma/Viterbo. Agronomo, pubblicista, e Master in Diritto Alimentare. Responsabile Bioagricert srl per l’area Lazio/Abruzzo/Umbria/Marche. Per info: Google “Donato Ferrucci Agronomo”.

Nicolò Passeri, Dottore Agronomo, libero professionista. Consulente per imprese agricole ed agroalimentari in ambito tecnico legale. Svolge analisi economico-estimative e di marketing dei processi produttivi. Supporta le imprese nella valorizzazione in filiera delle produzioni e nello sviluppo e dei sistemi di certificazione volontari e regolamentati. Docente presso ITS Academy Agroalimentare.

Infezioni di Escherichia coli

Gli Escherichia coli sono dei batteri Gram-negativi, appartenenti alla famiglia Enterobacteriaceae, che si trovano comunemente nel tratto gastrointestinale di molti mammiferi, compreso l’uomo, ma anche di rettili e uccelli. Questi microrganismi hanno una funzione prevalentemente benefica per l’ospite in quanto prevengono la colonizzazione dell’intestino da parte di microrganismi patogeni. Sono stati scoperti nel 1885 da Theodor Escherich, un microbiologo tedesco che ha dato il suo nome a questa specie batterica. Mentre la maggior parte delle varianti di E. coli sono innocue e svolgono un ruolo cruciale nella digestione e nella produzione di vitamine, alcuni ceppi possono causare malattie gravi. Tra questi vi sono gli Escherichia coli produttori di Shiga tossina o verocitotossici (STEC o VTEC). Devono il loro nome alla capacità di produrre pericolose tossine, chiamate Shiga tossine (o Verocitotossine), che sono le principali responsabili dei quadri clinici di malattia nell’uomo…

Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

L’argomento dei vini dealcolati è balzato sul proscenio del mondo enologico poiché rappresenta l’attuale confine della produzione e della vinificazione del mercato in rapporto alla metamorfosi di abitudini e gusti dei consumatori. Prima di addentrarci nel discorso è utile capire, dal punto di vista statistico-economico, l’entità dello stesso: nel 2021 la crescita in valore del commercio dealcolati a livello mondiale è stato del 6%, con un incremento tra 2021-2025 di +8% annuo, con undefined delle bevande dealcolate è valutato 2021 poco al disotto dei 9,4 miliardi €, rispetto ai 7,3 miliardi € del 2018 con un incremento del + 28 %. L’Italia, che è il più importante produttore di vino mondiale, è assente nel mercato del vino dealcolato, mentre negli U.S.A. nel 2024 l’uso di vino dealcolato è cresciuto del 10%, legato alle nuove abitudini della metà degli utenti che moderano il consumo di alcolici, per motivi di: salute, religioni, sesso ecc…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agronomo J., Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista. Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018, dopo svolge consulenze nei vari campi del settore primario.

Aspetti della carne sintetica

Del battage della “carne coltivata in vitro” accaduto circa una decina di anni addietro con la presentazione sugli schermi del primo “hamburger coltivato in laboratorio”, l’attrattività dei media per questo processo agroalimentare non è scemato, con circa 12.000 pubblicazioni su questo tema, mentre sono solo il 4% degli articoli scientifici hanno trattato il problema, con scollegamento che rende uno scrennshot di parte della contesa. La montatura dei mass-media da ogni parte relativa alla “carne coltivata” ha anche guidato irragionevolmente, con la riduzione al silenzio, la contesa scientifica sul positivo risultato di questa esperienza. Un saggio scientifico, di recente divulgazione, dà un approfondito quadro a 360° delle attuali conoscenze accademiche sulla carne coltivata in vitro, una opportunità per esaminare le condizioni presenti della diatriba a livello universitario sulla materia, come gli importanti vincoli nella tecnologia di elaborazione della stessa…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agronomo J., Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

Blockchain del settore agroalimentare

La realizzazione della Blockchain nel settore agroalimentare anche a livello di produzione di materia prima: agricoltura e allevamento, sta crescendo con numeri interessati. Lungo la filiera agri food, sempre più player guardano con interesse alla Blockchain, principalmente per marketing e comunicazione (54% dei casi), ma nel 47% anche per una maggiore efficienza nei processi di gestione e coordinamento della supply chain, mentre per un 26%, viene utilizzata per un controllo dei processi al fine di migliorarne la sostenibilità. Circa il 13% dei progetti aperti in questo settore, lavorano per rendere più efficaci ed efficienti le procedure legate al richiamo dei prodotti in caso di criticità e recall interni o da parte da parte delle autorità sanitarie. La trasparenza e la logica di immutabilità dei dati, contemporaneamente alla condivisione delle informazioni lungo l’intera filiera, sono i principali benefici su cui poggia l’intera tecnologia, unitamente alla rapidità nel reperire le indicazioni di ciascun prodotto gestito lungo la filiera, garantendo allo stesso tempo il consumatore sulla trasparenza di quanto riportato…

Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati

Vino biologico

Il costante e vivace interesse del mercato per la sostenibilità ha di fatto investito il mondo della produzione. In questo contesto alcuni prodotti, caratterizzati da alcune criticità a valenza ambientale e salutistica, si ricolgono al mondo dei sistemi qualità cercando di arginare le difficoltà conseguenti a tale immaginario collettivo. Il vino in particolare, è tra i prodotti che maggiormente risulta penalizzato per gli aspetti prima citati. Quindi, i sistemi di qualità a obiettivo etico/ambientale diventano una sorta di strada quasi obbligata per questi prodotti, specie nei casi di produzioni locali di piccole dimensioni che difficilmente riescono a mantenere remunerazione e quote di mercato adeguate. In questa arena abbastanza agguerrita e di difficile gestione, il biologico rappresenta una delle possibili soluzioni ad alcune delle criticità appena individuate…

Donato Ferrucci (Torino 1964), Docente sistemi qualità e certificazione dei prodotti alimentari ITS Agroalimentare Roma/Viterbo. Agronomo, pubblicista, e Master in Diritto Alimentare. Responsabile Bioagricert srl per l’area Lazio/Abruzzo/Umbria/Marche”.

Fiori di Sambuco

Il sambuco nero (Sambucus nigra L.), o sambuco comune, è una angiosperma dicotiledone appartenente, secondo la Classificazione APG III, alla famiglia delle Adoxaceae e al genere Sambucus. Diffusa ovunque, sia in Italia che in Europa, dal piano fino a 1400 m di quota, si trova nei luoghi ruderali, lungo i muri, nelle radure e nei boschi umidi. L’etimologia del nome (latino sambūcus o sābūcus, già attestato in Plinio) è incerta ma probabilmente di origine non indoeuropea. Secondo alcuni, il nome Sambuco deriverebbe da “sambuca”, strumento musicale costruito in antichità proprio con il suo legno. Ad esclusione delle parti commestibili (fiori e frutti), tutto il resto della pianta è velenoso, semi compresi, perché contiene una molecola dagli effetti tossici, la sambunigrina.

Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze

La produzione dell’olio extravergine di oliva avviene principalmente in frantoio ove si trasformano le olive in olio; in passato erano si utilizzavano le macine in pietra, attualmente sono state sostituite da macchinari moderni capaci di produrre più olio in minore tempo, in merito alla qualità organolettica (N.D.R. che non rientra nella trattazione del presente articolo), il discorso non è semplice ma complesso da un punto di vista tecnico scientifico (sull’argomento è stato scritto molto). Per abbrivio le innovazioni di processo introdotte negli utili decenni nel sistema di trasformazione delle olive hanno avuto un impatto decisivo e maggiormente inciso sul miglioramento sul profilo chimico-aromatico e delle caratteristiche sensoriali e salutistiche degli oli extravergini di oliva. La ricerca continua su questa strada. Per concludere la qualità del prodotto non è frutto di casualità ma bensì dall’interazione di fattori antropici, scelte operate dall’uomo nell’ambito della filiera, e fattori naturali, legati all’ambiente pedoclimatico ed alla stagionalità…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018