Il territorio attuale della Regione Toscana è il risultato di avvenimenti politico-militari accaduti nel corso dei secoli e perciò si presenta eterogeneo per storia e antropologia, oltre che per geologia, idrografia (comprende tratte fluviali appartenenti anche a bacini principalmente extraregionali) e biogeografia, ricadendo in parte nella regione mediterranea, in parte in quella continentale.
Gli autori Fabio Cappelli e Paolo Degli Antoni, entrambi laureati in scienze forestali, già dipendenti CFS e soci corrispondenti dell’Accademia italiana di Scienze forestali, affrontano la diversità dei paesaggi che rispecchia l’eterogeneità costitutiva, ricostruendone le sequenze temporali, con particolare attenzione agli ultimi duecento anni, all’appoderamento mezzadrile intensivo, alle grandi bonifiche, ai rimboschimenti e all’abbandono dei terreni agricoli e dei pascoli.
I diversi paesaggi vengono esaminati nelle loro componenti secondo la legenda comune europea delle carte dell’uso del suolo CORINE Land Cover, frequentemente aggiornate dall’Agenzia europea per l’Ambiente, progetto Copernicus, e dalla Regione nel suo WebGIS Geoscopio in scala di maggior dettaglio. Un esempio di paesaggio armoniosamente variato è offerto dalla veduta di Fivizzano (MS) sulla copertina del libro: in una finestra d’osservazione di pochi Km2 si rilevano due classi urbane, due forestali e tre agrarie; la matrice paesaggistica, come spesso avviene in Toscana, è costituita da bosco di latifoglie, esteso ininterrottamente su grandi superfici.
Gli autori si interrogano anche sulla significazione del vincolo paesaggistico per come si è evoluta nella legislazione nazionale, anche alla luce della Convenzione europea del Paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000, che richiede la definizione di obiettivi qualitativi. In quest’ottica, il libro individua i più recenti fattori di trasformazione di maggior impatto, suscettibili di alterare i paesaggi rurali facendone eventualmente scadere la qualità attesa dal Piano paesaggistico vigente.
Emuli di Plinio il giovane, gli autori elencano le ragioni oggettive per cui i paesaggi toscani sono così apprezzabili (e apprezzati dai turisti), oltre la fascinazione pubblicitaria turistica e agroalimentare, riduttiva e stereotipata, rivelandone tuttavia implicitamente il principale limite estetico: la quasi totale assenza di quella grandiosità soverchiante tanto cara al Romanticismo, assenza già rilevata da autori del recente passato, come il geografo Ferdinando Milone; “Qui non trovi né il ciclopico baluardo della chiostra alpina, imponente ed aspro, né la pianura sconfinata che si sperde a perdita d’occhio”.
di Marco Salvaterra