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di Andrea Palazzo

Era una mia promessa, da sempre. “Prima o poi attraverserò lo stretto di Messina”. Avevo programmato tutto: viaggio, allenamenti, riposo, meditazione. Più leggevo, più mi documentavo sullo stretto di Messina e più aumentava l’ansia, la tensione, il timore di non farcela, di arrendersi a quella data, il 3 settembre 2021. Tanti allenamenti in mare non erano sufficienti a garantirmi un posto “in paradiso”, a raggiungere Cannitello, in Calabria.  Ma il Paradiso non è lì, te lo raccontano in tanti ma ti accorgi che non è così solo quando sei in acqua: il Paradiso è proprio in mezzo, si trova proprio tra la Sicilia e la Calabria. Eppure il giorno prima durante il briefing Nino Fazio (l’organizzatore della traversata) spiega bene quali sono le insidie dello stretto e mi colpisce una frase: “lo stretto non è proprio per tutti”. Quali insidie? Le correnti, innanzitutto. Ne esistono due: la “montante” e la “scendente”. La prima attraversa lo stretto in direzione Sud-Nord, la seconda agisce in direzione opposta e la loro natura è influenzata dal perenne dislivello tra le acque dello Ionio e quelle del Tirreno. Le correnti compensano i dislivelli naturali, si trovano presenti contemporaneamente seppur non in tutti i punti dello stretto (http://www.baiadigrotta.it/correnti.html), la loro durata e intensità dipendono anche dalle fasi lunari. Pare che le correnti manifestino la loro maggiore intensità nei giorni di novilunio e plenilunio. Per quanto riguarda la durata delle correnti è stato dimostrato che queste hanno una durata di 6 ore intervallate da un periodo di “stanca” di circa 13 minuti.  E’ proprio durante il periodo di stanca delle correnti che si prevede l’inizio di ogni traversata. Gli altri fattori che condizionano fortemente l’intensità delle correnti sono: la conformazione della costa siciliana e calabrese e ovviamente le condizioni climatiche. Il primo fattore assume la sua importanza in quanto le correnti stesse possono “sbattere” contro la costa per poi rilanciarsi con maggior forza. Le condizioni climatiche invece sono le meno prevedibili, tra queste molto temuta è la presenza del vento di scirocco. Proprio in occasione della mia traversata soffiava un vento di scirocco a 26 km/h che ovviamente ostacolava la “scendente”. La presenza della barca fortunatamente rendeva il tutto meno arduo in quanto riusciva a seguire delle traiettorie in modo meno impegnativo e nel minor tempo. E la fauna marittima presente sullo stretto? Oltre al famigerato pesce spada è facile che il mare dello stretto sia ospitato dall’aguglia imperiale, dal pesce luna e dal pesce sciabola. In diversi casi sono stati avvistati delfini, Mante (una avvistata durante la mia traversata), tartarughe marine, squali, balene, orche, un vero e proprio paradiso di biodiversità. Prima della traversata ho cercato di non preoccuparmi della loro presenza analizzando con razionalità che in quel posto sono io l’estraneo e non loro. Piuttosto era inquietante guardare da lontano quei “colossi” marittimi che a pochi chilometri da Torre Faro trasportano merci, persone, mezzi. Osservandoli con grande stupore riconosci quanto il paradiso sia lontano da quei percorsi marittimi e allora meglio godersi ciò che stai attraversando. Il vento di scirocco rende tutto più difficoltoso e ogni bracciata ha un consumo di energie incredibile. Raggiunta la Calabria (Cannitello) in 70 minuti, un’impresa che porterò con me per tutta la vita.

Stretto di Messina
Stretto di Messina

Andrea Palazzo, laureato in Scienze Agrarie nel 1998 presso la Facoltà di Agraria di Palermo, è docente di Economia ed Estimo e Genio rurale presso l’Istituto Agrario “Parolini” di Bassano del Grappa (Vicenza) con esperienza nel campo delle valutazioni immobiliari e nella progettazione  e consulenza di impianti di irrigazione. E-mail: a.palazzo@istitutoagrarioparolini.edu.it

Andrea Palazzo
Andrea Palazzo
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