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A Imola l’Asino Romagnolo

“Solo una quindicina di anni fa nemmeno si sapeva se l’Asino Romagnolo esistesse ancora o se fosse solo la reminiscenza romantica di qualche cultore un po’ matto di tradizioni di una volta. Grazie a una sinergia che ha visto lavorare proficuamente insieme le Istituzioni pubbliche (la Regione Emilia-Romagna prima di tutto, le Apa e l’Araer) e quelle private, abbiamo assistito a un fenomeno direi straordinario, che pone oggi questa razza ai vertici, quanto a interesse mediatico, tra le otto riconosciute in Italia. Ma che nei numeri la vede anche in forte espansione zootecnica”.

Così Alberto Minardi, presidente dell’Associazione italiana allevatori di razza Asino Romagnolo (Asirara) ente che insieme ad Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna),Anabic (Associazione nazionale allevatori bovini da carne) Comune di Imola e Cooperativa Clai, ha contribuito ad organizzare la Mostra Nazionale dei Bovini di Razza Romagnola in programma aImola (BO), dal 16 al 18 giugno 2017 in occasione della Fiera Agricola del Santerno – Presidio della Biodiversità, che si svolgerà all’interno del Complesso Sante Zennaro di via Pirandello 12.

asino romagnolo

Numerosi gli appuntamenti in programma organizzati da Asirara. in cui l’asino di Razza Romagnola sarà assoluto protagonista, a iniziare dalla Rassegna morfologica che premierà, per categoria, i migliori soggetti, per proseguire con la sfilata dei capi al basto e al calesse.
Sono previste anche dimostrazioni di doma dolce ed etologica degli animali e i più giovani visitatori della Fiera potranno anche misurarsi in un concorso a quiz con premi in libri. Inoltre è prevista una lotteria a sorteggio, con premi di notevole valore, che sarà organizzata presso lo stand As.I.R.A.R.A. Il tutto si concluderà domenica 18, con la parata finale dei vincitori di ognuna delle 10 categorie in gara e la proclamazione della campionessa e del campione assoluto dell’edizione 2017.

“Oggi, sul territorio che da Reggio Emilia arriva fino alla Romagna, in special modo nella provincia di Forlì-Cesena, la razza sulla quale lavoriamo conta circa 750 esemplari iscritti – continua Minardi – mentre gli allevatori aderenti sono circa un centinaio. Si tratta di un importante risultato, ottenuto al termine di un proficuo lavoro iniziato oltre dieci anni fa che ha visto lavorare insieme l’Associazione italiana allevatori, l’Associaziore regionale allevatori dell’Emilia Romagna, l’assessorato regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna e tutti gli allevatori di questo asino, i quali, nonostante la crisi economica mondiale dell’ultimo decennio e le conseguenti difficoltà di impegnarsi in un settore a reddito certamente modesto, hanno continuato a credere nella loro attività e soprattutto in un animale dalle grandi potenzialità. Il risultato, al di là dei numeri allevatoriali che ci consegnano una popolazione decuplicata in dodici anni (dalla cosidetta “razza reliquia” di 76 capi censiti tra il 2000 e il 2001, agli attuali 750 soggetti tutti muniti di passaporto identificativo) è lì davanti agli occhi di tutti”.
L’asino ha sempre dimostrato nel corso del tempo di saper sostenere una relazione con l’uomo.
“Si tratta infatti di un animale intelligente, sensibile, empatico – continua il presidente di Asirara – capace di interagire con l’essere umano, tant’è vero che nelle Linee guida degli Interventi assistiti con animali (Iaa), pubblicate un paio d’anni fa dal ministero della Salute, l’asino è stato inserito nell’elenco insieme al cavallo, al cane, al gatto e al coniglio, indicandolo come particolarmente adatto al recupero psico-emotivo delle persone affette da specifici deficit”.
Nel futuro di questo animale, spesso e a torto bistrattato, l’Associazione sta portando avanti una serie di progetti legati all’onoterapia, alla produzione del latte sia come prodotto alimentare antiallergico per l’infanzia e l’età senile, sia come componente di prodotti del settore della cosmesi, ma anche per l’attività del trekking someggiato, che in alcuni Paesi come la Francia sono già particolarmente diffusi.
“Esiste un ritorno molto forte anche del mulo – conclude Minardi – soprattutto in montagna, dove viene utilizzato per il trasporto della legna in terreni scoscesi, altrimenti irraggiungibili.
Un’attività in cui questo ibrido sa dimostrare tutta la sua potenza fisica, ma anche agire in simbiosi con l’ambiente perché i suoi zoccoli, per quanto possenti, non feriscono il sottobosco, anzi ne preservano l’habitat naturale, diversamente dai mezzi meccanici”.

mostra asino fiera

Fonte: Asirara.
15/06/2017