La comparsa sulla scena tecnologica dei droni è destinata a cambiare in maniera significativa le modalità operative e di approccio in agricoltura. Di questo è certo Condifesa Treviso, il consorzio per la difesa delle colture da calamità, che – forte del suo ruolo di informazione e sostegno all’innovazione a favore dei 4mila soci trevigiani – ha promosso il primo contest nazionale dedicato all’applicazione dei droni in agricoltura. Un lavoro iniziato a giugno 2015, proseguito nel corso dell’estate con le prove in campo e arrivato stasera, con la presentazione pubblica nell’aula Magna dell’Università di Agraria a Conegliano, in collaborazione con Fiere di Santa Lucia, a tirare le somme. Di fronte al diffondersi massivo dei droni, cui molte aziende agricole stanno guardando, il Consorzio ha scelto di lanciare la sfida al settore. E il risultato è stato, in parte, sorprendente.
“Il nostro obiettivo non era stilare una classifica ma verificare – spiega il direttore di Condifesa Treviso Filippo Codato – se ci sono sul mercato operatori in grado di dare risposte concrete e tecnicamente supportate alle aziende agricole anche grazie all’impiego dei droni. Otto le aziende che sono state invitate a partecipare e che si sono dimostrate interessate vantando capacità tecniche ed esperienza, ma solo 3 sono arrivate a fornire risposte ai quesiti posti. Un risultato che la dice lunga sul fatto che il settore, seppur promettente, deve ancora ottimizzare tecnologie e metodiche di analisi. C’è ancora molto da fare, anzitutto rafforzare la sinergia tra piloti di droni, esperti informatici ed agronomi”. I quesiti erano chiari: stimare il danno causato dall’allettamento dovuto al vento in un campo di mais e valutare il danno causato dal “mal dell’esca” in un vigneto in collina. Stime che normalmente i tecnici periti agronomi si trovano a svolgere con indagini da terra e che le moderne tecnologie potrebbero rendere più precise. “Una commissione tecnica composta da esperti dell’Università di Padova, agronomi e tecnici Avepa – aggiunge il direttore – ha valutato gli elaborati prodotti: tre operatori (CARDTECH SRL, FTO REMOTEFLY e WILLIS-DRONETECHNOLOGY GROUP) hanno vinto la sfida dimostrando che con l’impiego dei droni per la rilevazione di dati e immagini e una successiva elaborazione informatica e interpretativa possono rilevare e quantificare i danni da eventi atmosferici e malattie delle piante”. I tre operatori si sono differenziati per strumentazione impiegata e software ma hanno dovuto tutti affrontare difficoltà e criticità operative che hanno richiesto un approccio “pionieristico” e sperimentale.
Se, quindi, questa edizione del contest rappresenta l’anno 0, Condifesa è già pronto a rilanciare cercando nuove sinergie anche sul territorio (per esempio quello del Prosecco Superiore DOCG) per sviluppare metodiche specifiche per le colture del territorio: “Condifesa Treviso – conclude il presidente di Condifesa Treviso, Valerio Nadal – offre la competenza e l’esperienza dei suoi tecnici per continuare la sperimentazione in campo e auspica che anche altre istituzioni ed enti si uniscano in questa continua innovazione che potrà portare l’agricoltura ad essere sempre più di precisione, green e di qualità”. Condifesa è infatti da tempo impegnata a promuovere la Precision Farming, o Agricoltura di Precisione, intesa come applicazione di innovazioni e pratiche agronomiche in grado di ridurre gli interventi nelle colture sia meccanici che di trattamenti fitosanitari.
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Fonte: Condifesa Veneto.
12/12/2015