Il caldo di fine giugno promette faville per la vendemmia 2016
di C.Maurizio Scotti
C’è voluto un po’ di tempo e la tradizionale pazienza del viticoltore per capire dove fosse finita la stagione delle piogge e dove stesse iniziando l’estate. Ora, però, è tutto chiaro e docile, come il caldo sole di fine giugno. La fioritura della vite è andata a buon fine, sia per le precoci che per le tardive e lo sbocco degli acini ha il segno di buon riempimento. Nei territori del Basso Piemonte (Langhe, Monferrato e Roero) i filari hanno già avuto due sfogliature ed il raso del terreno è stato adempiuto nei quindici giorni post fioritura, al fine di evitare infestanti da malerba. Nelle aree tra Gattinara, Ghemme e prevalle del Cusio, dove le piogge hanno insistito dopo un coda invernale che ha portato la neve a stagione ormai sciolta, l’andamento della fioritura ha avuto cicli diversi per vitigno e esposizione, ma ora sembra tutto sia risolto al meglio, anche se si è dovuti intervenire con un maggior numero di irrorazioni antiparassitarie ed in alcuni casi con zolfo asciutto. Meglio è andata in Oltrepo Pavese (terra di Bonarda, Pinot e Malvasia), in Valtellina (Inferno e Sassella) e in Val Caleppio, anche se in alcune zone è stata la grandine a colpire con violenza. Stando in Lombardia, l’andamento climatico sta favorendo i pronostici di una grande annata per il Sancolombano, il Lugana e per i Colli Morenici del Garda; senz’altro il clima non ha favorito il Franciacorta, dove la grandine ha mietuto danni notevoli tra Rovato e Iseo, ma qui si spera nella solita fortuna dei grandi bianchi portati in bottiglia a fermentazione naturale. Veneto e Friuli hanno avuto i risvolti migliori, sia nel Veronese (Valpolicella e Soave) che nel triangolo Valdobbiadene-Conegliano.Vittorio Veneto (Prosecco), con qualche sbavatura nel Vicentino; Casarsa e tutta la zona del Ribolla stanno già prenotando tappi d’annata.
Le Cinque Terre e la valle del Magra sembrano essere le migliori delle Liguria, così come il Grossetano, L’Elba e la Val d’Elsa in Toscana, discorso a parte per l’ormai sempre più esteso consorzio del Chianti e la derivazione storica per eccellenza di Montalcino.
Grandi attese si hanno nel Lazio, sia per i Colli Albani (Marino) che nel Viterbese (Canino, Tuscania, Vetralla, Bolsena), in Abruzzo (Avezzano e litorale adriatico per il Montepulciano), Molise (Montenero di Bisaccia, Termoli, Larino) e nei terrazzi della Campania.
Più rigoroso è il discorso per Puglia, Basilicata e Calabria, regioni dove il clima è stato estremamente variabile in momenti cruciali della fioritura della vite e dell’acinatura del grappolo, con temperatura medie che sono passate dai 35° ai 22° nel giro di pochissimi giorni.
Sicilia a Sardegna confermeranno di certo le annate delle scorse vendemmie, con record per il Nero d’Avola ed il Vermentino, ma con ottimi riferimenti anche per i passiti di Pantelleria e di Marsala.
Nel complesso, le prospettive per la vendemmia 2016 appaiono assai rosee, anche in vista di un mercato in crescendo soprattutto per quando riguarda le migliori qualità di vini italiani, che nell’ultimo quinquennio hanno conquistato una fama davvero mondiale, pur partendo spesso in soggezione rispetto alle produzioni transalpine di grande tradizione o dovendo affrontare produzioni di Paesi emergenti, come USA, Argentina, Cile, Armenia, Sudafrica e Australia.
26/06/2016