Agrumi, le prime misure anticrisi. Ma pesa l’antieconomico embargo alla Russia
di C.Maurizio Scotti
Il Tavolo del settore agrumicolo, riunito al ministero delle Politiche agricole con il sottosegretario Giuseppe Castiglione, ha stabilito i primi aiuti d’emergenza per affrontare la crisi che da molti mesi attanaglia il settore. Il danno è enorme: all’appello mancano le migliaia di tonnellate da decenni acquistate (a suon di moneta pregiata) in Siberia.
Agrumeto in Sicilia (foto www.secoloventuno.it)
“Dobbiamo restituire competitività al comparto – ha sottosegretario – attraverso un approccio realmente integrato e capace di utilizzare tutte le risorse a disposizione per gli imprenditori agrumicoli. Ciò deve passare principalmente attraverso il ripristino del potenziale produttivo, il rinnovo varietale e il Fondo agrumicolo di 10 milioni di euro previsto in Legge Stabilità 2018”. Tra le misure prioritarie, il ritiro dal mercato, in due fasi, di 4.500 tonnellate di arance, di cui 2.500 utilizzando subito il totale plafond disponibile sulle dotazioni per il contrasto all’embargo contro la Russia, che sta causando grandissimi danni economici a tutta la filiera. Nel periodo invernale, infatti la Federazione Russa ha sempre fatto da calmiere al mercato agrumicolo italiano, con grandi contingentamenti indirizzati ai mercati ortofrutticoli delle metropoli siberiane di Ekaterinenburg, Tomsk, Irkutsk, Novosibirsk e Vladisotock con collegamenti quotidiani Aeroflot da Catania e Lamezia Terme, ora inesistenti. E quegli acquisti erano effettuati in valuta pregiata: metano e petrolio! Il Ministero ha anche annunciato che in seguito, altre duemila tonnellate verranno indirizzate al mercato parallelo, attraverso un bando pubblico per acquisto di arance a prezzo di favore per la distribuzione prevalente al volontariato e quindi alla case di riposo e agli indigenti. Per supportare una strategia di ripristino del potenziale produttivo degli agrumeti colpiti dal virus della “Tristeza” vanno coordinate le azioni dei produttori con il sostegno che le istituzioni possono mettere in campo. Le condizioni per realizzare il programma di rinnovo varietale sono: assicurare la disponibilità di piante indenni per realizzare il piano annuale di riconversione programmato (attraverso investimento diretto del Crea); la realizzazione del Catasto agrumicolo nazionale, che il Ministero si impegna a realizzare entro l’anno, come condizione necessaria per garantire qualsiasi azione di programmazione produttiva orientata al mercato; l’avvio di un piano di riconversione varietale con materiale certificato esente da virus, utilizzando in maniera sinergica e integrata le risorse dei Psr e dell’Ocm attraverso le organizzazioni dei produttori. Per incentivare l’aggregazione, gli accordi di filiera, l’internazionalizzazione, la competitività e la produzione di qualità è istituito con Legge di Bilancio un Fondo agrumicolo con una dotazione di dieci milioni di euro (due per il 2018, quattro per il 2019 e altrettanti nel 2020). Una voce cruciale per raggiungere l’equilibrio di mercato e una migliore remunerazione del prodotto è l’aumento dell’export, con l’apertura di nuovi mercati, a cominciare dai Paesi Scandinavi, finora appannaggio di Spagna e Portogallo. A tale fine è stato già stabilito un finanziamento per rafforzare il lavoro sulla presentazione dei dossier fitosanitari, elemento strategico per chiudere positivamente i negoziati con le nazioni del Nord Europa e aprire alle esportazioni di agrumi italiani. Si utilizzerà anche la novità dell’Omnibus che consente alle Op di finanziare le attività legate alla gestione dei protocolli fitosanitari attraverso i programmi operativi (sperando, nel frattempo, di avere avviato l’improrogabile intervento di rinnovamento varietale). Per un sostegno immediato già nelle prossime settimane il Mipaaf intende costruire insieme alla filiera produttiva e alla grande distribuzione un’azione straordinaria di promozione e informazione dei consumatori. Un primo stanziamento di 400mila euro è stato già previsto per il 2018 ed è immediatamente attivabile per comunicazione istituzionale sulle caratteristiche nutrizionali, vitaminiche e profilattiche delle arance. “Abbiamo chiesto due interventi urgenti al ministero dell’Agricoltura: primo, avviare immediatamente una campagna di comunicazione verso i consumatori che promuova il valore della produzione agrumicola Dop, Igp e bio; secondo, emanare un decreto sulla tracciabilità dei succhi, decreto che attendiamo da anni su una questione fondamentale per il sostegno e la valorizzazione delle nostre produzioni, così come è già stato fatto da tempo in altre filiere produttive – ha detto Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia – Abbiamo poi richiesto una commissione tecnica che elabori un Piano di settore pluriennale, con un coordinamento da parte del Mipaaf anche per le altre regioni italiane.
Il Distretto ha consegnato un documento contenente le numerose istanze avanzate dalla filiera, elaborato con tutte le organizzazioni agricole (Cia, Confcooperative, Confagricoltura Sicilia, Copagri, i Consorzi di tutela Arancia di Ribera Dop, Arancia Rossa di Sicilia igp, Limone di Siracusa Igp, Limone Interdonato Igp, Tardivo di Ciaculli, Associazione Limone dell’Etna, produttori biologici). “Da verifiche effettuate con le Op, abbiamo evidenziato l’opportunità di intervenire con la realizzazione di nuovi impianti – ha ribadito Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta – Occorre favorire la riconversione per quegli agricoltori che si riconoscono nel sistema organizzato, che sono associati alle Op o che intendono associarsi, impegnandosi a conferire il prodotto per la commercializzazione”. Un secondo aspetto applicativo sottolineato da Velardo riguarda la definizione di un sistema di tracciabilità e indicazione in etichetta del succo proveniente al 100% da arance italiane attraverso l’identificazione in etichetta dell’origine della materia prima.
Estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta alle aranciate e a tutti i succhi di frutta per impedire di spacciare, come Made in Italy, succhi importati da Paesi lontani è anche la posizione della Coldiretti che al tavolo agrumicolo ha sottolineato come l’Italia debba percorrere coerentemente la strada della trasparenza per tutti i prodotti agroalimentari. “Questa è un’annata problematica non tanto per uno squilibrio tra domanda e offerta, ma in termini di calibri prodotti in campagna – ha spiegato a Italiafruit News Claudio Mazzini, responsabile Ortofrutta e freschissimi di Coop Italia – Una difficoltà che conoscevamo già da mesi. Si tratta, quindi, di un problema contingente che si innesta su uno ben più grave e strutturale che va affrontato in modo strutturale. Serve impostare con urgenza il risanamento e rinnovamento varietale, poi pensare a efficientare rete e invasi idrici per una maggiore disponibilità di acqua, ma anche all’ampliamento del calendario e ad azioni strategiche quali una maggior aggregazione dell’offerta in grado di affrontare anche i mercati esteri e le relazioni con l’industria”. “Da parte nostra, a novembre abbiamo impostato l’assortimento in modo da dare più spazio ai frutti di calibro 7 e aiutare i nostri fornitori a smaltire queste pezzature e faremo nelle prossime settimane ulteriori offerte dedicate ai nostri soci, ma bisogna fare grande attenzione perché certi calibri sono meno graditi dal consumatore e un offerta troppo sbilanciata verso il basso rischia di sottrarre valore all’intera categoria oltre al rischio che il consumatore, che vuole mediamente pezzature grosse, acquisti altro perché non soddisfatto dall’offerta”. Fonte: Mipaaf e Italiafruit News
Racconta delle arance (foto www.tvcanale7.it)
Autore: C.Maurizio Scotti
14/01/2018