Istituto Agrario di Piano d'Accio

L’Istituto rappresenta una delle realtà scolastiche più importanti della Provincia di Teramo e della Regione Abruzzo, in grado di soddisfare le svariate e peculiari esigenze didattiche e formative di settore. Con il modificarsi delle condizioni socio-economiche del territorio, anche le caratteristiche dell’utenza sono cambiate, con una elevazione del livello medio d’istruzione e di aspettative, nonché di nuovi sbocchi professionali per la sede del “Rozzi”, con il consolidamento dell’Istituto Tecnico indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria” e il sesto anno di specializzazione per enotecnico, e, per la sede del “Di Poppa”, con l’istituzione di un nuovo corso di studi, attivato dall’anno scolastico 2024-2025, di Enogastronomo Territoriale e il percorso di secondo livello per adulti, indirizzo per l’ enogastronomia e l’ospitalità alberghiera già operativo dall’anno scolastico 2022-2023. L’Azienda Agraria è stata istituita unitamente all’Istituto Professionale per l’Agricoltura “I. Rozzi”, con decreto del Presidente della Repubblica n. 2003 del 22 giugno 1960. L’ex Istituto fu istituito con finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno. All’origine l’Istituto era costituito da 5 sedi e 2 convitti. Le sedi erano Teramo, Civitella del Tronto (TE), Castel di Lama (AP), Isola del Gran Sasso d’Italia (TE) e Tortoreto (TE). I convitti erano nelle sedi di Teramo e Tortoreto. Tutte le sedi scolastiche erano dotate di aziende agrarie. La sede di Castel di Lama, data l’ubicazione, dopo pochi anni passa all’I.T.A. di Ascoli Piceno. Successivamente sono state dismesse le attività didattiche nelle sedi di Civitella del Tronto, Isola del Gran Sasso e Tortoreto…

Uva da tavola

Il genere Vitis comprende poche specie con bacca (acino) commestibile, tra le quali Vitis vinifera è la più importante per la produzione di uve da mensa, impiegate fresche o come uva passita, altresì diverse specie dell’America settentrionale, come Vitis labrusca e Vitis aestivalis, e orientali, come Vitis amurensis, coltivate per il frutto fresco e la produzione di succhi e marmellate, mentre negli Stati sud-occidentali americani si alleva anche Muscadinia rotundifolia. Le uve da tavola di Vitis vinifera si differenziano per acini di calibro medio\grande, succosi, con buccia sottile, polpa compatta, croccante e non astringente, con pochi o senza semi (apirenia) e una percentuale di carboidrati maggiore all’uva da vino, ma un grado di acidità inferiore; tale differenza è importante nella maturazione tecnologica, poiché il rapporto z/a dell’uva da mensa con maggiore % di zuccheri, ma un grado di acidità inferiore…

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agronomo J., Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

Anice verde

L’anice verde (Pimpinella anisum L.), (sin. Anisum vulgare Gaertn., Pimpinella aromatica Bieb.), detta anche anice vero, appartiene alla famiglia delle Apiaceae (Umbelliferae). Il nome deriva, per “Pimpinella” dal latino “bipinnula”, a causa delle foglie bipennate e per “anisum” dal greco “anisos” che significa “non uguale” o dal greco “ἄνηθον-ánēthon”= eccitante, per i suoi principi attivi. L’infiorescenza è una ombrella. I fiori sono piccoli, di color bianco e riuniti in ombrelle di 7-15 raggi. La corolla presenta cinque petali smarginati con lacinia ripiegata. La fioritura si ha all’inizio dell’estate, in giugno-luglio.
Il frutto (detto comunemente “seme”) è secco indeiscente, tipo un diachenio, di forma ovoidale o piriforme (Figura 2), striato longitudinalmente, provvisto esternamente di peli e all’interno di canali resiniferi, che contengono l’olio essenziale. I “semi” sono lunghi da 3 a 5 mm e larghi da 1.5 a 2.5 mm, sono di colore verde tendente al giallo e diventano scuri a maturazione, che si ha in agosto-settembre. Essi emanano un odore tra dolce e piccante, molto intenso. Il peso di 1000 “semi” varia da 1 a 4 g…

Laura D’Andrea è primo ricercatore del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), in servizio presso il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente (AA), sede di Bari. È laureata in Scienze agrarie presso l’Università degli Studi di Bari. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Agronomia Mediterranea. La sua attività di ricerca si basa sullo studio dei sistemi colturali.

Istituto Agrario Palidano

Villa Strozzi è uno storico edificio di Palidano, frazione del comune di Gonzaga, in provincia di Mantova. La villa venne ceduta nel 1952 ad una società che vi fondò una scuola d’agraria. L’istituto tecnico agrario sorge nel 1952 come scuola di formazione per tecnici agricoli gestita dalla Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth sotto la spinta di un Comitato finanziatore al quale aderirono Il Consorzio Agrario Provinciale di Mantova, la Banca Agricola Mantovana, la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, La Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Mantova, la Cantina Sociale di Gonzaga, il Consorzio di Bonifica Agro Mantovano-Reggiano, la ditta Landini di Fabbrico, la Società Montecatini e l’Officina Mellini e Martignoni. Fino al terremoto del 29 maggio 2012 la sede di Palidano è stata insediata nella storica “Villa Strozzi”, già residenza dell’omonima famiglia fiorentina che fin dal ‘500 possedeva una corte di campagna in località Begozzo; ad un discendente di tale famiglia, vissuto nel XVIII sec. (Pietro Antonio Strozzi) è dedicato appunto l’Istituto. La villa, oggi in attesa della ristrutturazione post sisma, è arricchita da un parco che rappresenta un bene di rilevanza storico-paesaggistica ed una pregiata raccolta di specie forestali. Le aule e i laboratori sono oggi ospitati negli edifici di recente costruzione o ristrutturazione adiacenti alla villa. Annessa alla scuola vi sono l’azienda agraria didattica, serre e campi sperimentali per la produzione di biomasse a scopi energetici: laboratori all’aperto per efficaci esperienze didattiche…

Da sempre è universalmente riconosciuto che una corretta alimentazione è sinonimo di un buono stato di salute, ma negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza che ad una adeguata nutrizione corrispondono specifici benefici sull’organismo umano.
Sono emersi infatti, nuovi modelli di consumo di prodotti ad alto contenuto di servizio (1) e nuovi regimi dietetici, basati su una nutrizione su misura, superando l’idea del “one-size-fits-all”, ovvero di “taglia unica”, in favore delle effettive esigenze nutrizionali di ogni consumatore.
Numerosi sono gli studi, in modo particolare, rivolti agli alimenti funzionali, basati cioè sull’incorporazione integrata di molecole nutraceutiche, con l’obiettivo di indurre specifiche risposte metaboliche, ridurre una fonte di rischio e concorrere ad uno stato di benessere fisico e mentale…

Ilenia Bravo, laureata in “Biotecnologie Genomiche, Industriali ed Ambientali” presso la Sapienza di Roma; iscritta al Corso di Dottorato in “Imprese, Istituzioni e Comportamenti”, presso il Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. L’attività di ricerca, condotta presso il LAMeT (Laboratorio di Analisi Merceologiche e Territoriali), si incentra sull’ alimentazione funzionale, sulla qualità dei prodotti alimentari e sulla sostenibilità ambientale. Presidente del Collegio Provinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Frosinone.

Pianificazione urbanistica e del verde

Il presente mandato amministrativo del Comune di Firenze dovrà attuare le previsioni del Piano operativo approvato nel marzo 2024, inclusivo di numerose nuove costruzioni e infrastrutture, soprattutto nel quadrante ovest della città, quello già ora più densamente edificato. Il suddetto Piano tiene conto anche delle isole di calore rilevate con appositi studi, impegnandosi alla mitigazione climatica. La Fondazione per il futuro delle città, con sede a Firenze, ha un Osservatorio per le politiche di forestazione urbana e mette a disposizione alcune elaborazioni cartografiche compilative utili per valutare criticità ambientali e per orientare l’azione delle Amministrazioni competenti. I principali limiti delle elaborazioni sono dati dal materiale di base prescelto: rilievo della vegetazione con Urban Atlas, Street tree layer, Tree cover density, Grassland e Small intercorse successivamente, talora rilevanti; Temperatura superficiale, peraltro registrata nel 2022, quando erano già intercorse importanti trasformazioni nell’uso del suolo, facile da rilevare con Sentinel-2 e Landstat 8, ma non corrispondente a quella dell’aria nella quale vivono animali e piante…

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione.

L’Istituto “Vergani-Navarra” vuole essere l’HUB Formativo del Territorio, perché intende riassumere, in quanto snodo dell’Identità Estense tra Passato e Futuro, l’essenza delle peculiarità storico-produttive e culturali del Territorio, valorizzandole per il pieno sviluppo delle enormi potenzialità di un contesto ambientale pressoché unico nel panorama nazionale. La sede dell’I.I.S. Orio Vergani, nel territorio conosciuto come “Vergani Navarra” è situata in via Sogari 3 – Ferrara. Dirigente scolastico è il Prof. Massimiliano Urbinati. La Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra trae origine dal lascito testamentario di Severino Navarra negli anni ’20. Nel 1923 viene eretta ad Ente morale e si ha l’approvazione del primo Statuto. Originariamente la Fondazione nasce come Scuola di Agricoltura che sorge nel 1926, ma alcune circostanze portano alla chiusura di essa, pur continuando saltuariamente l’attività didattica del Centro sotto forma di corsi ambulanti di istruzione e di sperimentazione agraria fino a che vicende amministrative e quindi la guerra impediscono ogni iniziativa al riguardo…

Contratti agrari

Nel panorama agricolo italiano, i contratti di compartecipazione agraria rappresentano una tradizione consolidata, evolutasi nel tempo per adattarsi alle esigenze moderne delle imprese agricole. Questi contratti, non rigidamente regolamentati dal Codice Civile ma radicati nelle consuetudini secolari, consentono una flessibilità contrattuale che risponde alle specifiche necessità di collaborazione tra imprenditori agricoli. Il contratto di compartecipazione è un contratto agrario in cui non si costituisce in alcun modo una società ma è un contratto tra due soggetti, CONCEDENTE (colui che possiede il terreno) e il COMPARTECIPANTE (colui che coltiva il terreno), al fine di svolgere una coltivazione stagionale. È un modo per permettere ad un terreno che di fatto non è affittabile (per es. per i diritti PAC, perché acquistato con agevolazioni PPC, etc.), di trasferire ad un altro soggetto la quota di reddito agrario; al termine della relativa coltivazione stagionale i soggetti ripartiscono i frutti come da contratto….

Nicolò Passeri, Dottore Agronomo, libero professionista. Consulente per imprese agricole ed agroalimentari in ambito tecnico legale. Svolge analisi economico-estimative e di marketing dei processi produttivi. Supporta le imprese nella valorizzazione in filiera delle produzioni e nello sviluppo e dei sistemi di certificazione volontari e regolamentati. Docente presso ITS Academy Agroalimentare.

Donato Ferrucci (Torino 1964), Docente sistemi qualità e certificazione dei prodotti alimentari ITS Agroalimentare Roma/Viterbo. Agronomo, pubblicista, e Master in Diritto Alimentare. Responsabile Bioagricert srl per l’area Lazio/Abruzzo/Umbria/Marche. Per info: Google “Donato Ferrucci Agronomo”.

Libro funghi

Lentinula edodes è un “White Rot Fungus“ che si trova normalmente nelle foreste selvagge, sopra i legnami. Per la sua coltivazione sopra altri substrati lignocellulosici, quelli al di fuori delle tradizionali segature, è necessario selezionare delle varietà, dei ceppi, ben adattati per questi substrati alternativi. Lo Shiitake generalmente, cresce lentamente producendo un denso micelio ed esso utilizza i nutrienti disponibili ed i polisaccaridi bloccati e trattenuti nella lignina, grazie alla sua abilità di produrre enzimi extracellulari in grado di degradare i materiali lignocellulosici: questi enzimi sono le ”Fenol-ossidasi e le Idrolasi “. Comunque differenti ceppi di Shiitake mettono in evidenza differenti abilità di crescita, di fruttificazione e di resistenza nei confronti delle muffe competitrici. Comparando le attività metaboliche e quella della produzione degli enzimi extracellulari dei differenti ceppi di Shiitake coltivati su paglia di grano sterilizzata, si osserva che, i ceppi che fruttificano velocemente e presentanti una resa elevata in funghi, sono quelli che, dopo inoculazione, sono abili ad idrolizzare ed a utilizzare velocemente i componenti delle pareti cellulari e che sviluppano una elevata attività metabolica…

Lenaz Raoul, esce dall’Istituto “Cerletti” di Conegliano come Enologo e come tale ha operato per diversi anni nel settore enologico. Agli inizi degli anni 1970 viene introdotto nel mondo della fungicoltura operando come tecnico di laboratorio e di Platea nell’ Agrifung, la più grande azienda italiana che preparava substrato incubato per la coltivazione del prataiolo e quello solo seminato per i Pleurotus. Suo compito era anche quello di visitare le fungaie a livello nazionale. In seguito negli anni, ha operato come ricercatore indipendente, costruendosi un impianto pilota adatto per la ricerca di substrati e procedimenti di pastorizzazione innovativi. Per circa 30 anni, si è dedicato a preparare e mettere a punto un substrato solo pastorizzato in massa, per la coltivazione dell’Eryngii e del Pioppino, oltre chiaramente, per i Pleurotus. È pure detentore di un brevetto per un substrato innovativo adatto alla coltivazione di più specie di funghi. Negli ultimi sei anni si è dedicato alla preparazione di substrati per il Cardoncello ed ai procedimenti di semisterilizzazione più appropriati cui sottoporli.

Istituto Agrario di Lonigo

L’Istituto Tecnico Agrario Statale di Lonigo (decreto istitutivo: D.P.R. 22/5/1960, n. 1921) è stato intitolato al prof. Alberto Trentin, già direttore dell’Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria “N. Strampelli” di Lonigo, nel 1988, con decreto del Provveditore agli studi di Vicenza n.5948/SP del 14/3/1988, è stato sempre un polo d’attrazione per gli studi agrari ed ha accolto studenti da tutta la provincia e da quelle vicine. I primi corsi iniziano nell’ottobre del 1960 con 44 iscritti. Gli anni sessanta sono particolarmente fecondi per il nuovo istituto che si afferma nel territorio vicentino e riscuote consensi presso ambiti extra provinciali da cui provengono numerosi studenti. Nell’anno 1963 viene aperta una nuova sede in Via Bonioli. La struttura è una pertinenza della Colonia del giovane agricoltore di cui la scuola utilizza il fondo rustico per le esercitazioni. Negli anni Settanta e Ottanta l’offerta formativa delle scuole si assesta a 36 ore settimanali nelle classi del triennio tendendo a privilegiare le attività laboratoriali rispetto a quelle meramente pratiche. Nell’anno scolastico 2004/05 è stato attivato il quinquennio biologico, secondo il Progetto Brocca, che ha permesso di offrire una scelta più completa agli studenti interessati a proseguire gli studi universitari in ambito medico e biologico e chimico, mentre nell’anno scolastico 2010/11 è stato avviato il riordino dell’istruzione tecnica per il settore tecnologico con l’attivazione, in continuità dei corsi esistenti, dei nuovi indirizzi di Agraria, Agroalimentare e Agroindustria e di Chimica, Materiali e Biotecnologie…

La Robusta Lionata

Viviamo in un’epoca caratterizzata dalla velocità delle trasformazioni, dove il “nuovo” è una costante inevitabile. Dal progresso tecnologico alle dinamiche sociali, affrontare il cambiamento è diventato essenziale per il nostro benessere personale e professionale Il primo passo per affrontare il “nuovo” è accettare che il cambiamento è inevitabile. Una mentalità aperta è fondamentale per affrontare il “nuovo” in modo costruttivo. In zootecnia c’è la maledetta tendenza per la quale il “nuovo”, la “novità”, è sempre vista con occhi sospettosi, dubbiosi, talvolta perfino denigratori…

Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone