Negli ultimi 30 anni, la menzione di biologico ha accompagnato la definizione dei prodotti agroalimentari assumendo alterni significati. Dal punto di vista normativo, le istituzioni hanno perfezionato l’identità, le regole e la struttura del termine “biologico” (associato ai prodotti agro alimentari) con dettami di diversa fonte legislativa. Strumenti che sono nel tempo diventati una innovativa opportunità professionale per tutti gli addetti ai lavori che, insieme alla crescita del mercato dei prodotti biologici, hanno messo a disposizione le proprie competenze per guidare le imprese attraverso una normazione e una tecnologia associata ad un “sistema qualità” che vive di regole originale e distinte dagli schemi a valenza privatistica. Dal punto di vista dei beneficiari finali, il consumatore è sempre più protagonista di scelte critiche ed ha amplificato il consenso verso i prodotti qualificati con il termine biologico, gratificandolo con un successo esponenziale, che appare avere ancora ampi margini di espressione.

Donato Ferrucci, Dottore agronomo libero professionista, riveste attualmente l’incarico di Responsabile di Bioagricert Lazio e di Cultore della materia presso la cattedra di Gestione e Comunicazione d’Impresa” – Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi della Tuscia.
Nicolò Passeri, Dottore Agronomo, libero professionista. Dottore di ricerca in “Economia e Territorio” presso l’Università degli Studi della Tuscia. Consulente per la certificazione prodotti biologici e analisi tecnico economiche dei processi produttivi. Collabora con l’Università degli Studi della Tuscia a progetti di ricerca su studi relativi alla valutazione della sostenibilità ambientale dei processi produttivi agricoli.

Saluti 2021

Carissime Lettrici e carissimi Lettori, ci eravamo salutati lo scorso anno dopo il primo lockdown, all’inizio di un’estate che ci ha purtroppo illusi. L’autunno e l’inverno sono stati duri per tutti, soprattutto per chi ha dovuto affrontare, oltre alle limitazioni nei movimenti personali, le difficoltà economiche legate alla pandemia. Purtroppo l’Associazione di Agraria.org ha dovuto cancellare tutte le attività in presenza e, con la stampa del n. 13 della rivista TerrAmica, abbiamo deciso di sospendere la pubblicazione. Il nostro Presidente, il dott. Luca Poli, informò i lettori nell’editoriale del numero di dicembre 2020. Nel corso dell’ultimo anno è continuata invece l’attività in rete, con il costante aggiornamento del portale www.agraria.org, e la pubblicazione dei nuovi numeri della nostra www.rivistadiagraria.org che ha superato i 40.000 iscritti alla newsletter. Abbiamo rifatto la grafica del nostro portale dedicato alla filiera corta www.aziende.agraria.org: e del catalogo www.allevamenti.agraria.org dove sono inseriti più di 12.000 allevatori, con più di 1.000 razze presenti; continuano ad essere molti i professionisti registrati in www.professioni.agraria.org, il catalogo dedicato al settore agrario e forestale…

Sono trascorsi oramai tanti anni da quando in Italia arrivarono i primi Pumi. Correva voce che vi fosse una sorta di “nuovo cane” in giro per l’Italia, un qualcosa di mai visto prima, talmente stravagante nell’estetica da destare la curiosità di tutti coloro che pensavano d’aver visto oramai ogni genere di forma e accostamento cromatico nel vasto mondo della cinofilia. Finalmente giunsero le prove di reali avvistamenti nelle expo’ italiane e allora scattò la ricerca per vederli dal vivo. La risposta immediata dell’intera comunità cinofila fu di puro stupore, quando in esposizione si videro varcare sui ring questi strani piccoli cani, che all’apparenza sembravano un bizzarro ibrido tra un cane ed un koala. Venivano tenuti a bordo ring nei trasportini e noi, curiosi, ogni tanto cercavamo di scrutare quali strane creature si potessero nascondere all’interno…

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, giudice F.I.A.V., ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone).
Aurora Lovison e un’allevatrice della razza Pumi, con l’affisso riconosciuto ENCI/FCI “Italianstyle”.

puzzone di moena

Il Puzzone di Moena o Spretz Tzaorì Dop è un formaggio trentino molto apprezzato per due caratteristiche organolettiche indicate nella denominazione in lingua italiana e secondo la lingua ladina della Val di Fassa: l’odore accentuato e il sapore molto intenso, fino al piccante, spesso salato (etimologia: Spretz “spressa”, cioè la massa casearia rappresa, Tzaorì, saporita). Le sue origini non sono antiche anche se l’allevamento del bestiame bovino e la produzione di formaggi, in particolare del “nostrano fassano”, caratterizzato soprattutto dalla crosta untuosa e dalla pasta con odore e sapore accentuati, viene prodotto da molto tempo sulle malghe, nei caseifici turnari, nei masi di montagna, soprattutto in Val di Fassa, ma anche in certe aree della confinante Val di Fiemme e della conca di Primiero, con le denominazioni di “nostrano della Val di Fiemme” o “nostrano di Primiero”…

Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, insegna Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

Capra pezzata mochena

Negli ultimi anni possiamo vantare la nascita, in Italia, di un numero crescente di realtà sostenibili e di tutela. Nel ripensare ai migranti, non solo nella classica idea mediatica, possiamo scorgere concrete esperienze di imprenditoria che si sviluppano come fonte di idee innovative che osservano la tradizione locale. A fronte di questo quadro abbiamo la possibilità di osservare il lavoro di una donna etiope che con coraggio e dedizione ha sviluppato una realtà che trasmette valori dal sapore antico. Nel 2010 sorge l’Azienda Agricola Biologica “La Capra Felice” creata da Agitu Idea Gudeta, ubicata in un piccolo comune di circa 400 abitanti dal nome Frassilongo, nella Vallata Trentina dei Mòcheni. Agitu, giovane donna etiope, era arrivata in Italia all’età di 18 anni e si era laureata a Trento in Sociologia. Dopo il suo percorso formativo era rientrata nel suo Paese d’origine con il desiderio di avviare un progetto di agricoltura sostenibile…

Stefania Tomaino. Agente di sviluppo, laureata con lode in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo presso l’Università della Calabria.
Viktoriya Puzdranovska. Agente di sviluppo, laureata in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo presso l’Università della Calabria.

agricoltura sostenibile

Il rapporto tra attività agricola ed ecosistemi è un tema centrale nel dibattito sulle relazioni fra sviluppo economico e vincoli ambientali che, sin dalle prime emergenze globali degli anni ’60, ha coinvolto numerosi soggetti, da politici a tecnici, suscitando un notevole e sempre maggiore interesse. In questo contesto, il tema della sostenibilità è diventato sempre più importante, sia a livello globale che a livello locale, sottolineando la necessità di inquadrare con chiarezza l’argomento e le sue implicazioni. Tuttavia, le varie interpretazioni di sostenibilità che, secondo l’ambito di applicazione del concetto sono diverse e talvolta distanti fra di loro, hanno determinato l’impossibilità di arrivare ad una definizione unica e condivisa di questo concetto. Come conseguenza di queste differenze teoriche su cosa sia effettivamente la sostenibilità, non vi è una metodologia di calcolo standard, né a livello scientifico, né a livello tecnico, che possa definire sostenibile un’attività economica.

Angelo Martella, Assegnista di Ricerca presso l’Università della Tuscia di Viterbo e Dottore Agronomo. E-mail: a.martella@unitus.it
Elisa Biagetti, Laureanda in “Marketing e qualità” presso l’Università della Tuscia di Viterbo. E-mail: biagettielisa94@gmail.com
Donato Ferrucci, Dottore agronomo libero professionista, riveste attualmente l’incarico di Responsabile di Bioagricert Lazio e di Cultore della materia presso la cattedra di Gestione e Comunicazione d’Impresa” – Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi della Tuscia.

pomodoro corbarino

II pomodoro (Solanum lycopersicom, Famiglia Solanaceae) arrivò in Europa dal Messico tramite i semi che, portati da coloni e missionari, giunsero in Spagna nel 1532, la prima attestazione in spagnolo della parola tomate. Nell’anno 1596 giunge in Italia e, dopo una ventina di anni, al Meridione, ove trovò le condizioni climatiche favorevoli, dove si ha il viraggio del suo colore dall’originario e caratteristico oro, che diede appunto il nome alla pianta, all’arancione-rosso, con bacche più grandi, che invogliarono i poverissimi contadini ed il popolo a consumarli. E bene fecero: crudi o cotti, in salsa o fritti nell’olio, nelle minestre e nelle zuppe, i meridionali incominciarono ad assaporare il pomodoro quasi un secolo prima di tutti gli altri Europei, grazie a selezioni e innesti successivi. La patria adottiva del pomodoro fu la Campania: storicamente è sempre stata tra le aree dove la coltivazione di questa solanacea annuale si diffuse, costituendo un importante habitat di produzioni tipiche autoctone di alto valore di qualità, si sono plasmati geneticamente negli anni per ibridazioni spontanee e/o mutazioni e successive selezioni operate, spontanee o mediate dai coltivatori.

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enologo Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

Cão de Gado Transmontano

“Un antico retaggio nell’eterna contesa tra lupo e pastorizia”… questo in sintesi è il Cão de Gado Transmontano. Dunque anche questa razza è arrivata al traguardo tanto ambito, ossia l’inserimento nell’elenco delle razze riconosciute. Ebbene sì, adesso il “Transmontano” è da considerarsi razza a tutti gli effetti; a mio modesto parere era un passo doveroso da parte della Federazione Cinologica Internazionale. Questa razza, era già una vera razza da tempo, per la sua omogeneità, molto più evidente rispetto a tante altre razze; per la sua storia, molto interessante; per il suo aspetto morfo-funzionale, ancora molto esplicito e mantenuto invariato nel tempo. Quel che è palese a mio avviso, per poter dichiarare il Cão de Gado “razza”, è il suo tangibile legame con il suo luogo d’origine, con la pastorizia tipica di quei luoghi, la sua inequivocabile identificazione con una determinata funzione, che ha portato la selezione della razza al mantenimento della sua peculiare attitudine e che l’ha plasmata anche a livello fenotipico.

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, giudice F.I.A.V., ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone)

Il genere Populus o più comunemente chiamato Pioppo è una pianta arborea a comportamento pioniere tipica dei territori dell’emisfero settentrionale caratterizzati da climi temperato umidi. Essendo una specie igrofila ed eliofila tende a stabilirsi in ambienti dotati di una buona disponibilità idrica, esposti al sole e composti da terreni con una tessitura fine. Infatti i luoghi in cui è possibile riscontrare molto più spesso questa pianta sono principalmente pianure e zone di golene. Le caratteristiche morfologiche che definiscono il pioppo sono molto variabili, questo perché la pianta, oltre ad essere dioica e ad avere un taxa molto ampio, possiede una grande variabilità genetica che le consente di ottenere individui con molteplici caratteristiche morfologiche e biologiche. Il pioppo dunque è caratterizzato da un vasto polimorfismo riscontrabile in diversi aspetti come la forma delle foglie, il portamento dei rami, il portamento della chioma e la disposizione delle gemme.

Paffetti – Università degli studi di Firenze.

Negli ultimi decenni sono stati incrementati progetti di ricerca volti al recupero ed alla conservazione di antiche razze avicole, con lo scopo di preservare e valorizzare la biodiversità zootecnica. Le razze autoctone piuttosto ben distribuite presso il territorio peninsulare sino alla metà del secolo scorso, hanno assistito ad un progressivo declino dovuto alla diffusione degli ibridi commerciali, altamente selezionati da genetisti per le spiccate produzioni di carne e uova. Benché il loro utilizzo sia rivolto all’allevamento intensivo, che prevede sistemi microclimatici e programmi alimentari altamente controllati, tale tipologia di pollame si è andata diffondendo anche in ambito rurale, tanto che i contadini li hanno introdotti nei loro pollai incrociandoli con il pollame locale. Razze pure e morfotipi leggeri sono stati ben presto ritenuti poco redditizi, tra di essi le razze nane, dette anche bantam che nel nostro paese non sono state mai lungamente allevate.

Giuseppe Rauseo, medico veterinario libero professionista, laureato presso l’Università degli Studi di Milano, attualmente specializzando in Tecnologia e Patologia delle Specie Avicole, del Coniglio e della Selvaggina. Allevatore amatoriale di Mericanel della Brianza.

Biologo ambientale

Con il fare noi impariamo (By doing we learn), uno dei tanti motti che coniò il grande biologo scozzese Patrick Geddes botanico ed ecologo, creatore della “architettura del paesaggio” e di molti concetti fondamentali che vengono ancora oggi utilizzati in diversi contesti devoti alla progettazione di spazi verdi all’interno di aree urbane, ma spesso volutamente non riconosciuti al suo antesignano; creò concetti come la conurbazione (fusione in un unicum spazio-temporale, della struttura urbana, con le circostanti aree rurali e boschive, prodromo dei corridoi ecologici), del bioregionalismo (ovvero che si doveva con sopralluoghi su campo, verificare tutte lo condizioni del tessuto vivente web life e abiotico, per poter creare una città ideale) e della Geografia evolutiva (somma della biogeografia, geomorfologia e attività antropica), fornendo le basi concettuali e pratiche della Ecologia urbana.

Giuliano Russini, Biologo Botanico applicato-Fitopatologo, Referente Tecnico del Comitato Nazionale dei Biologi Ambientali (CNBA), dell’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB): si occupa di progettazione botanica e del paesaggio vegetale, esperto in gestione e riqualificazione di giardini e parchi storici, aree verdi urbane, periurbane, archeologiche (verde antico), naturali (oasi e riserve). Perito per analisi dello stato di salute comunità di piante (piantagioni), valutazione della stabilità di specie arboree-Visual Tree Assessment (VTA), valutazione della propensione al cedimento, analisi fitoiatrica, fitopatologica, fitosanitaria, con relativa perizia per i Comuni. Bonifica e riqualificazione di aree verdi, terrestri e corsi d’acqua (Lentici e lotici, naturali: fiumi, torrenti, laghi, lagune, paludi, falde acquifere, fossati, pozzi e artificiali: fossati artificiali, canali, capifossi, casse di espansione) con aspetti sanitari, aree irrigue fertirrigazione, Consorzi di Bonifica Agraria e a sistemazione Fondiaria, ruolo della vegetazione nei buffer zone vegetali come limite di sicurezza rispetto capifossi, chiuse, canali, fossati; progettazione di muri vegetali, siepi per stabilizzazione di sponde fluviali, argini, sponde dei canali idrici, idrografici e come mezzo anti-frana in ingegneria biologica, o naturalistica, etologia applicata.