Il Boletus pulchrotinctus cresce tipicamente su terreni calcarei sotto latifoglia prediligendo la macchia mediterranea ed i boschi di leccio e roverella. Continua >>>

Arturo Baglivo, laureato in Medicina e chirurgia, si interessa di funghi ipogei ed ascomiceti e della biodiversità dei Funghi del Salento, membro del Comitato Scientifico Nazionale dell’AMB (Associazione Micologica Bresadola); collabora al progetto Acta Fungorum.
Rossano Giolo, micologo Padovano esperto e studioso del Genere Mycena, membro del Comitato Scientifico Nazionale  dell’AMB (Associazione Micologica Bresadola); collabora al progetto Acta Fungorum.

Ricche di carboidrati, di fibra, di minerali, di vitamine ed anche provviste di un discreto contenuto proteico, ma povere di grassi, le castagne sono ritornate a piena ragione sulle nostre tavole… Continua >>>

Cristina Coleschi è docente di chimica e tecnologie agroalimentari all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

Il ravanello (Raphanus sativus L. var. radicula Pers.) è un ortaggio che appartiene botanicamente alla famiglia delle Brassicaceae (Crucifere). Continua >>>

Felice La Rocca – Dipartimento di Scienze Agronomiche e Gestione del Territorio Agroforestale dell’Università degli Studi di Firenze.
Laura Paganucci – Docente di Biologia aplicata all’Istituto Tecnico Agrario Statale di Firenze.

Il territorio di Carmignano, conosciuto da sempre per la produzione di ottimi vini ed oli, offre anche altre specialità gastronomiche fra le quali spicca un prodotto tipico: il fico secco. Continua >>>

Marco Martini, laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari presso la Facoltà di Agraria di Firenze, è laureando al corso di laurea magistrale in Gestione della qualità dei prodotti alimentari.

Il Cardoncello, sicuramente tra i migliori funghi eduli, è da sempre conosciuto, ricercato, consumato. Il fungo sarebbe anche molto comune qualora si preservassero gli areali di crescita. Continua >>>

Carlo Agnello, collaboratore al progetto Acta Fungorum, è Presidente del Gruppo AMB di Mesagne ed  esperto Micologo Salentino.

Breve intervista con il Prof. Robert Costanza, economista ambientale, uno dei protagonisti del V Forum Internazionale dell’Informazione Greenaccord “Capitalizzare l’Ambiente”, in programma a Roma dal 7 – 10 novembre 2007 Continua >>>

 

Il camoscio appenninico, unica specie  italiana ad essere stata inserita dall’IUCN (International Union for Conservation of Nature) nella lista rossa dei mammiferi “in pericolo di estinzione”,  riveste una grande importanza tra le entità faunistiche dell’Appennino abruzzese. Continua >>>

Eugenio Di Zenobio, laureato in Giurisprudenza, si dedica da anni allo studio ed alla salvaguardia del Camoscio d’Abruzzo.

Tutti quanti ricordiamo l’emergenza Afta epizootica del 2001 che ha coinvolto molte aree dell’Europa centro-settentrionale. Il virus era riuscito ad attraversare il Canale della Manica, giungendo in Europa. Continua >>>

Cristiano Papeschi, zootecnico ed esperto in coniglicoltura, è laureato in Medicina Veterinaria all’Università di Pisa.

L’oidio della vite, conosciuto anche con il nome di “mal bianco”, e’ normalmente presente nei vigneti della penisola italiana, ma causa problemi soprattutto nell’Italia Meridionale ed Insulare. Continua >>>

di Dario Angeli e Ilaria Pertot
Centro SafeCrop dell’Istituto Tecnico Agrario di San Michele all’Adige (Trento). Il Centro eccelle nella ricerca innovativa orientata verso lo sviluppo di tecnologie atte a ridurre gli input chimici in agricoltura e ad usare metodi per la protezione delle piante a basso impatto.

Il mal dell’esca della vite è una sindrome dovuta all’azione di vari funghi che attaccano il legno della pianta ospite e provocano importanti danni al vigneto. Continua >>>

di Lorenza Michelon, Chiara Pellegrini e Ilaria Pertot
Centro SafeCrop dell’Istituto Tecnico Agrario di San Michele all’Adige (Trento). Il Centro eccelle nella ricerca innovativa orientata verso lo sviluppo di tecnologie atte a ridurre gli input chimici in agricoltura e ad usare metodi per la protezione delle piante a basso impatto.

Il Levistico, una pianta quasi dimenticata. Il suo nome deriva forse dal termine latino “Levare”, cioè togliere o alleviare poiché ha proprietà di lenire piccoli mali. Continua >>>

Felice La Rocca – Dipartimento di Scienze Agronomiche e Gestione del Territorio Agroforestale dell’Università degli Studi di Firenze.
Laura Paganucci – Docente di Biologia aplicata all’Istituto Tecnico Agrario Statale di Firenze.