Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Ni­co­lò Pas­se­ri, Lo­ren­zo Fosci, An­ge­lo Mar­tel­la, Paolo Tar­da­ni

Pra­ti­che di al­le­va­men­to al­l’a­per­to

Un al­le­va­men­to or­ga­niz­za­to con il pa­sco­lo per­ma­nen­te dei ma­ia­li in­te­gra le pe­cu­lia­ri­tà e adat­ta­bi­li­tà delle razze ru­sti­che alle con­di­zio­ni at­mo­sfe­ri­che di vita al­l’a­per­to.
Per si­ste­ma di Al­le­va­men­to del suino al­l’a­per­to si in­ten­de un si­ste­ma di al­le­va­men­to in cui i suini non sono al­log­gia­ti pre­va­len­te­men­te al­l’in­ter­no di strut­tu­re fisse in mu­ra­tu­ra, ma al­le­va­ti a cielo aper­to su su­per­fi­ci agra­rie e/o fo­re­sta­li de­li­mi­ta­te da ido­nei si­ste­mi di re­cin­zio­ne. È pre­vi­sta una ro­ta­zio­ne delle su­per­fi­ci di al­le­va­men­to dei suini per per­met­te­re una mi­glio­re ge­stio­ne delle deie­zio­ni.
Per al­le­va­men­to di suini al­l’a­per­to se­con­do le forme co­sid­det­te “allo stato brado” si in­ten­de quel­le con­dot­te su esten­sio­ni di ter­re­no che con­sen­to­no la ali­men­ta­zio­ne dei suini con l’u­ti­liz­zo pre­va­len­te di fonti ali­men­ta­ri pre­sen­ti nel­l’am­bien­te.
L’al­le­va­men­to allo stato brado è la so­lu­zio­ne mi­glio­re per l’e­to­lo­gia del­l’a­ni­ma­le. I suini sono ani­ma­li so­cia­li do­ta­ti di una spic­ca­ta in­tel­li­gen­za pa­ra­go­na­bi­le a quel­la di un cane.
Gli ani­ma­li al­le­va­ti con que­sto si­ste­ma sono quin­di li­be­ri di so­cia­liz­za­re tra di loro, cosa che av­vie­ne so­prat­tut­to at­tra­ver­so l’ol­fat­to (Gian­no­ne M., 2017).
Il si­ste­ma di al­le­va­men­to a ciclo chiu­so pre­ve­de la fase ri­pro­dut­ti­va e l’in­gras­so nello stes­so al­le­va­men­to. Tale si­ste­ma di al­le­va­men­to viene pra­ti­ca­to solo nelle azien­de sono in­ten­zio­na­te a crea­re una pro­pria linea ge­nea­lo­gi­ca.
La ti­po­lo­gia di al­le­va­men­to del suino al­l’a­per­to viene oggi con­si­de­ra­ta come una at­ti­vi­tà am­bien­tal­men­te so­ste­ni­bi­le, in grado di va­lo­riz­za­re ter­ri­to­ri col­li­no­si e mon­ta­ni dif­fi­cil­men­te sfrut­ta­bi­li (Re­gio­ne Emi­lia-Ro­ma­gna, 2008).
Ri­spet­to ai ri­fe­ri­men­ti le­gi­sla­ti­vi e ai con­trol­li, si pre­ci­sa che l’al­le­va­men­to di ani­ma­li al­l’a­per­to è re­go­la­men­ta­to dalle me­de­si­me nor­ma­ti­ve sa­ni­ta­rie che si ap­pli­ca­no agli al­le­va­men­ti sta­bu­la­ti; per­tan­to, si ri­ba­di­sce che:

  • L’at­ti­vi­tà di al­le­va­men­to è con­si­de­ra­ta un anel­lo della ca­te­na ali­men­ta­re, che porta alla pro­du­zio­ne di ali­men­ti per l’uo­mo.
  • L’al­le­va­to­re è a tutti gli ef­fet­ti un OSA: Ope­ra­to­re del Si­ste­ma Ali­men­ta­re
  • Gli stru­men­ti che si uti­liz­za­no per ga­ran­ti­re la Si­cu­rez­za Ali­men­ta­re sono la Ana­li­si e Ge­stio­ne del Ri­schio sa­ni­ta­rio e la Rin­trac­cia­bi­li­tà degli ani­ma­li e dei pro­dot­ti.
  • La Rin­trac­cia­bi­li­tà in un al­le­va­men­to ri­guar­da: gli ani­ma­li, con cor­ret­ta iden­ti­fi­ca­zio­ne e re­gi­stra­zio­ne delle mo­vi­men­ta­zio­ni, gli ali­men­ti uti­liz­za­ti e gli even­tua­li trat­ta­men­ti con me­di­ci­na­li ve­te­ri­na­ri.

Si ri­tie­ne ne­ces­sa­rio fis­sa­re l’at­ten­zio­ne su al­cu­ni pa­ra­me­tri, per quan­to con­cer­ne i ri­schi nel­l’al­le­va­men­to al­l’a­per­to del suino, ov­ve­ro l’as­sen­za di una strut­tu­ra fissa di de­ten­zio­ne degli ani­ma­li, l’a­do­zio­ne pre­va­len­te di un si­ste­ma d’al­le­va­men­to che espo­ne gli ani­ma­li al­le­va­ti agli even­ti at­mo­sfe­ri­ci e il con­tat­to di­ret­to con il ter­re­no non­ché la mag­gio­re pos­si­bi­li­tà di con­tat­to con fauna sel­va­ti­ca.

De­fi­ni­zio­ne delle prin­ci­pa­li fasi di al­le­va­men­to – spazi e so­lu­zio­ni per ri­co­ve­ri

Le azien­de di pic­co­le di­men­sio­ni che in­ten­do­no av­via­re un al­le­va­men­to di suini al brado deve te­ne­re in con­si­de­ra­zio­ne la ne­ces­si­tà di fo­rag­gi, la di­men­sio­ni mi­ni­ma dei ri­co­ve­ri nelle di­ver­se fasi di ac­cre­sci­men­to e il ca­ri­co mas­si­mo di ani­ma­li in un et­ta­ro.
Nel caso in cui si fosse in zona vul­ne­ra­bi­le ai ni­tra­ti la quan­ti­tà di ni­tra­ti emes­si dalle deie­zio­ni ani­ma­li è di 170 kg/N/ha che per i suini pe­san­ti cor­ri­spon­de a 14 capi adul­ti in un et­ta­ro.
La pre­sen­za di co­ti­co er­bo­so o di co­per­tu­ra ve­ge­ta­le, anche per pe­rio­di ri­dot­ti del­l’an­no, è con­sue­tu­di­na­ria al­l’in­ter­no degli al­le­va­men­ti di suini al­l’a­per­to ed in par­ti­co­la­re nelle zone li­mi­tro­fa alle man­gia­to­ie, ab­be­ve­ra­to­io e ri­co­ve­ri, in cui sarà nor­ma­le non ve­de­re ve­ge­ta­zio­ne.
La con­di­zio­ne del ter­re­no è im­por­tan­te anche per gli aspet­ti igie­ni­co sa­ni­ta­ri cor­re­la­ti alla de­po­si­zio­ne di­ret­ta delle deie­zio­ni degli ani­ma­li sul ter­re­no.
L’al­le­va­men­to al brado, spes­so pre­ve­de opere non an­co­ra­te al ter­re­no, ov­ve­ro come sta­bi­li­to dal D.P.R 380/2001, opere di edi­li­zia li­be­ra. Tali opere re­sta­no in piedi solo nel pe­rio­do di ne­ces­si­tà per gli ani­ma­li, così da ga­ran­tir­ne la sa­lu­te ed il be­nes­se­re.
L’al­le­va­men­to può es­se­re or­ga­niz­za­to se­con­do fun­zio­na­li­tà per aree omo­ge­nee:

Area di go­ver­no

Cor­ri­spon­de al­l’a­rea di pro­du­zio­ne in cui sono de­te­nu­ti suini nelle fasi di in­gras­so e ri­pro­dut­to­ri in pe­rio­do di­ver­so dalla fase di parto e al­lat­ta­men­to. L’a­rea di go­ver­no com­pren­de i ri­co­ve­ri per gli ani­ma­li al­le­va­ti, ap­pro­pria­ti ab­be­ve­ra­toi con acqua co­stan­te­men­te a di­spo­si­zio­ne e ade­gua­ta­men­te ali­men­ta­ti.

Allevamento brado
Fi­gu­ra 1 – Esem­pio al­le­va­men­to al brado – Fi­gu­ra 2 –Esem­pio ab­be­ve­ra­to­io, da pre­di­spor­re 1 a ser­vi­zio di 5-10 capi

Tale area sarà sud­di­vi­sa in:

  • Zona Ma­gro­nag­gio da 25- 60 kg
  • Zona In­gras­so Ma­gro­ni 60-110 kg
  • Zona Fi­nis­sag­gio 110-160 kg
  • Area Ca­ri­co Sca­ri­co
  • Zona Cat­tu­ra

Zona Ma­gro­nag­gio 25-60 kg

La zona di primo in­gras­so avrà le stes­se strut­tu­re della zona di svez­za­men­to, ov­ve­ro ri­co­ve­ri aper­ti su tutti i lati che ga­ran­ti­sca­no 1,1 m2 a capo e una zona di cat­tu­ra in modo da poter ese­gui­re i ri­chia­mi delle vac­ci­na­zio­ni con­tro Au­jesz­ky.

Zona In­gras­so Ma­gro­ni 60-110 kg e Zona Fi­nis­sag­gio 110-160 kg

Esempio trogolo
Fi­gu­ra 3 –Esem­pio truo­go­lo – Fi­gu­ra 4 –Esem­pio box col­let­ti­vo suini da in­gras­so e fi­nis­sag­gio

La zona di in­gras­so e fi­nis­sag­gio sa­ran­no zone sud­di­vi­se solo da un filo elet­tri­fi­ca­to, in tale zona ver­ran­no rea­liz­za­te tet­to­ie per ri­co­ve­ri col­let­ti­vi in modo da ga­ran­ti­re al­me­no uno spa­zio co­per­to di 1.3 m2 per suini da in­gras­so e 1.5m2 per quel­li da fi­nis­sag­gio.

Area di ca­ri­co-sca­ri­co

Al­l’in­gres­so del­l’a­zien­da, in cor­ri­spon­den­za del­l’a­rea di go­ver­no ma da que­sta net­ta­men­te se­pa­ra­ta e ubi­ca­ta al­l’e­ster­no della re­cin­zio­ne pe­ri­me­tra­le prin­ci­pa­le dovrà es­se­re pre­sen­te un’a­rea adi­bi­ta a ca­ri­co-sca­ri­co man­gi­mi, for­ni­tu­re varie, de­po­si­to con­te­ni­to­re per car­cas­se ani­ma­li morti, par­cheg­gio.

Zona di cat­tu­ra

At­trez­za­ta per in­ter­ve­ni­re sui sin­go­li suini per l’e­se­cu­zio­ne delle nor­ma­li ope­ra­zio­ni di con­trol­lo sa­ni­ta­rio, trat­ta­men­ti far­ma­co­lo­gi­ci e vac­ci­na­li, se­le­zio­ne ani­ma­li ed even­tua­le ca­ri­co su mezzi di tra­spor­to.

In­fer­me­ria – Iso­la­men­to e qua­ran­te­na

Deve es­se­re pre­sen­te una zona in­fer­me­ria, com­pre­sa nel­l’a­rea di go­ver­no, per suini fe­ri­ti o am­ma­la­ti, fi­si­ca­men­te se­pa­ra­ta dal resto degli altri ani­ma­li. De­vo­no es­se­re pre­sen­ti aree di iso­la­men­to de­sti­na­te al con­trol­lo e al­l’os­ser­va­zio­ne dei suini di nuova in­tro­du­zio­ne prima della loro im­mis­sio­ne nei nor­ma­li re­par­ti di al­le­va­men­to.
Tali aree do­vran­no es­se­re op­por­tu­na­men­te iso­la­te dal resto del­l’al­le­va­men­to sia strut­tu­ral­men­te che fun­zio­nal­men­te.

Area de­sti­na­ta alla fase parto e al­lat­ta­men­to.

In pre­sen­za di ri­pro­dut­to­ri, è pre­vi­sta una area di su­per­fi­cie ido­nea, con­te­nen­te ap­po­si­ti stal­li parto, cor­ri­spon­den­ti allo stal­lo parto ci­ta­to nella nor­ma­ti­va vi­gen­te in ma­te­ria di tu­te­la di be­nes­se­re ani­ma­le (D.​Lgs. 122/2011), ade­gua­ta­men­te re­cin­ta­ta per im­pe­di­re la fuo­riu­sci­ta dei lat­ton­zo­li.
Al­l’in­ter­no del­l’a­rea do­vran­no es­se­re pre­sen­ti ri­co­ve­ri ade­gua­ti, op­por­tu­na­men­te ri­pa­ra­ti dalla in­so­la­zio­ne di­ret­ta (strut­tu­ra di co­per­tu­ra del ri­co­ve­ro) ove poter al­ber­ga­re la sin­go­la scro­fa in­sie­me alla co­va­ta, nel pe­rio­do da 7 gior­ni prima del parto sino allo svez­za­men­to.
Do­vran­no es­se­re pre­sen­ti ab­be­ve­ra­toi ido­nei per la scro­fa ed i sui­net­ti. Que­sta area di al­le­va­men­to con­sen­te una ge­stio­ne più at­ten­ta del parto, per even­tua­li cure di sup­por­to ai sui­net­ti, e per te­ne­re sotto con­trol­lo le pa­ras­si­to­si in­te­sti­na­li, che sono la più cri­ti­ca delle pro­ble­ma­ti­che sa­ni­ta­rie ri­por­ta­te in let­te­ra­tu­ra per que­sta forma di al­le­va­men­to.
Va sal­va­guar­da­ta la si­tua­zio­ne di pro­te­zio­ne e tran­quil­li­tà per la scro­fa, che sono fon­da­men­ta­li nei primi gior­ni dopo il parto e per l’al­lat­ta­men­to, e im­pe­di­to l’at­tac­co alla ni­dia­ta da parte di pre­da­to­ri ester­ni o anche di altri suini (so­prat­tut­to il verro).
Al di fuori della fase ri­pro­dut­ti­va, in con­for­mi­tà al D.​Lgs. 122/2011, le scro­fe de­vo­no es­se­re al­le­va­te in grup­po nel pe­rio­do com­pre­so tra quat­tro set­ti­ma­ne dopo la fe­con­da­zio­ne ed una set­ti­ma­na prima della data pre­vi­sta per il parto.
Per le ti­po­lo­gie di Area di go­ver­no e Area de­sti­na­ta alla fase parto e al­lat­ta­men­to do­vran­no es­se­re pre­sen­ti re­cin­zio­ni pe­ri­me­tra­li fis­sa­te al suolo di rete me­tal­li­ca elet­tro­sal­da­ta delle ti­po­lo­gie spe­ci­fi­che per al­le­va­men­to, con ma­glia qua­dra­ta. Que­ste do­vran­no avere un’al­tez­za non in­fe­rio­re ai 120 cm.
Tale re­cin­zio­ne non deve pre­sen­ta aspe­ri­tà o punte acu­mi­na­te tali da le­de­re l’in­co­lu­mi­tà dei suini al­le­va­ti. Que­sta re­cin­zio­ne ha lo scopo di evi­ta­re la fuo­riu­sci­ta di ani­ma­li al­le­va­ti e l’in­gres­so di sel­va­ti­ci.

Corridoi di cattura
Fi­gu­ra 5 – Esem­pio cor­ri­do­io di cat­tu­ra – Fi­gu­ra 6 – Esem­pio di dop­pia re­cin­zio­ne di con­te­ni­men­to

L’al­le­va­men­to dovrà es­se­re ge­sti­to pre­ve­den­do un con­tin­gen­ta­men­to degli ac­ces­si e li­mi­ta­to al solo per­so­na­le au­to­riz­za­to.

In que­sta area sa­ran­no pre­sen­ti due di­stin­te aree:

  • Zona Ge­sta­zio­ne e parto con sui­net­ti fino a 40 gior­ni
  • Zona Svez­za­men­to con suini fino a 25 kg
  • Zona Verro

Zona Ge­sta­zio­ne e parto con sui­net­ti fino a 40 gior­ni

In fi­gu­ra viene ri­por­ta­to un esem­pio della zona di sta­bu­la­zio­ne per le scro­fe con i suini fino a 40 gior­ni di età. Tale zona è ca­rat­te­riz­za­ta da un ri­co­ve­ro chiu­so su tre lati da ta­vo­le in legno im­pi­la­te o da una la­mie­ra in al­lu­mi­nio fis­sa­te a pali di ca­sta­gno del­l’al­tez­za di 3 m e con un dia­me­tro di 6 cm. Su que­sti pog­gia una tet­to­ia in la­mie­ra e in legno gran­de ab­ba­stan­za di as­si­cu­ra­re una ade­gua­ta co­per­tu­ra. Tale ri­co­ve­ro dovrà ga­ran­ti­re lo spa­zio di 7,5 m2 a cia­scu­na scro­fa.

Zona svez­za­men­to con suini fino a 25 kg

Ricoveri di vario tipo
Fi­gu­ra
7 – Esem­pio di ri­co­ve­ro per scro­fe e sui­net­ti fino a 40 gior­ni – Fi­gu­ra 8 –Esem­pio ri­co­ve­ro col­let­ti­vo per suini fino a 25 kg

Af­fian­co alla zona di ge­sta­zio­ne c’è la zona svez­za­men­to in cui si sta­bu­la­no i sui­net­ti fino a 25 kg di peso. Tale zona sarà co­sti­tui­ta da una strut­tu­ra aper­ta su tutti i lati o co­sti­tui­ta da una tet­to­ia per pro­teg­ge­re gli ani­ma­li dai raggi so­la­ri e in ge­ne­ra­le dalle in­tem­pe­rie. Il ri­co­ve­rò dovrà avere una di­men­sio­ne tale da ga­ran­ti­re al­me­no 0.6 m2 a cia­scun sui­net­to.

Zona di sta­bu­la­zio­ne del Verro

Da­van­ti alla zona di ge­sta­zio­ne verrà rea­liz­za­ta la zona di sta­bu­la­zio­ne del verro, che dovrà es­se­re ab­ba­stan­za gran­de da ga­ran­ti­re una zona co­per­ta di 10 m2 a capo. In tale zona sarà pos­si­bi­le ef­fet­tua­re la monta na­tu­ra­le.

Ri­co­ve­ri e at­trez­za­tu­re

Agli ani­ma­li al­le­va­ti al­l’a­per­to dovrà es­se­re for­ni­to, in fun­zio­ne delle ne­ces­si­tà e delle pos­si­bi­li­tà, un ri­pa­ro ade­gua­to a pro­teg­ger­li dalle in­tem­pe­rie, dai pre­da­to­ri e dai ri­schi per la sa­lu­te.
L’a­rea di go­ver­no e quel­la de­sti­na­ta alla ri­pro­du­zio­ne do­vran­no es­se­re do­ta­te di strut­tu­re e at­trez­za­tu­re per l’ab­be­ve­ra­ta e la di­stri­bu­zio­ne di ali­men­ti ade­gua­ti alle esi­gen­ze dei suini. Esse sono tali da li­mi­ta­re al mi­ni­mo le pos­si­bi­li­tà di con­ta­mi­na­zio­ne del­l’ac­qua e degli ali­men­ti e le con­se­guen­ze ne­ga­ti­ve de­ri­van­ti da ri­va­li­tà tra gli ani­ma­li.

Zone stabulazione suini
Fi­gu­ra 9 – Esem­pio zona sta­bu­la­zio­ne verro –   Fi­gu­ra 10 – Esem­pio di ri­co­ve­ro mo­bi­le

Ricoveri mobili per suini
Fi­gu­ra 11 – Esem­pio di ri­co­ve­ro mo­bi­le

I ma­te­ria­li uti­liz­za­ti per la co­stru­zio­ne dei re­cin­ti, dei ri­co­ve­ri e delle at­trez­za­tu­re con i quali gli ani­ma­li pos­so­no ve­ni­re in con­tat­to, non do­vran­no no­ci­vi per gli ani­ma­li. Le ca­pan­ni­ne parto (even­tual­men­te pre­sen­ti) e i ri­co­ve­ri do­vran­no es­se­re chiu­si su tre lati, tra­sfe­ri­bi­li, e tali da ga­ran­ti­re il com­fort degli ani­ma­li e con­sen­ti­re fa­ci­le pu­li­zia.
I ri­co­ve­ri mo­bi­li do­vran­no es­se­re di­men­sio­na­ti te­nen­do conto di su­per­fi­ci mi­ni­me co­per­te ade­gua­te alla ca­te­go­ria ed al nu­me­ro degli ani­ma­li, fermo re­stan­do che negli al­le­va­men­ti al­l’a­per­to le su­per­fi­ci li­be­re a di­spo­si­zio­ne dei suini (co­per­te più al­l’a­per­to) sa­ran­no lar­ga­men­te su­pe­rio­ri a quel­le mi­ni­me pre­vi­ste dal D.​Lgs. 122/2011.
Il pa­vi­men­to dei ri­co­ve­ri mo­bi­li sarà man­te­nu­to asciut­to anche me­dian­te l’im­pie­go di ma­te­ria­li da let­tie­ra rin­no­va­ti re­go­lar­men­te in quan­ti­tà ade­gua­te se­con­do le esi­gen­ze di com­fort igro­ter­mi­co dei suini.
Le deie­zio­ni ri­la­scia­te in­ter­na­men­te ai ri­co­ve­ri, il cui ri­sta­gno ge­ne­ra l’e­mis­sio­ne di am­mo­nia­ca, sa­ran­no ri­mos­se con tem­pe­sti­vi­tà.
I ri­co­ve­ri pos­so­no es­se­re con­ve­nien­te­men­te col­lo­ca­ti in zona om­breg­gia­ta o co­mun­que al ri­pa­ro dalla in­so­la­zio­ne di­ret­ta, o do­ta­ti di dop­pio tetto di tipo ven­ti­la­to. La for­ma­zio­ne di con­den­sa e la ec­ces­si­va umi­di­tà è con­trol­la­ta ed evi­ta­ta con­sen­ten­do una ido­nea ven­ti­la­zio­ne al­l’in­ter­no ri­co­ve­ri. Se la tem­pe­ra­tu­ra ester­na su­pe­ra i 24°C, i suini do­vran­no avere li­be­ro ac­ces­so a pozze d’ac­qua o a di­spo­si­ti­vi che per­met­ta­no loro di ba­gnar­si la cute per di­sper­de­re il ca­lo­re in ec­ces­so.

Bi­blio­gra­fia

Gian­no­ne M., (2017), L’al­le­va­men­to del suino in bio­lo­g­i­co, Eda­gri­co­le Bo­lo­gna
Re­gio­ne Emi­lia-Ro­ma­gna, (2008), Linee Guida Per La Ge­stio­ne E Il Con­trol­lo Sa­ni­ta­rio Dell’ Al­le­va­men­to Di Suini Al­l’a­per­to Nu­me­ro ado­zio­ne: 1248 Data ado­zio­ne: 28/07/2008 Num. reg. pro­po­sta: VET/08/181351 Pub­bli­ca­zio­ne BUR: Num. 150 del 27/08/2008, (di­spo­ni­bi­le su: https://​ser​vizi​ssii​r.​regione.​emilia-​romagna.​it/, ul­ti­mo ac­ces­so Giu­gno 2021)

Ni­co­lò Pas­se­ri, Dot­to­re Agro­no­mo, li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta. Con­su­len­te per im­pre­se agri­co­le ed agroa­li­men­ta­ri in am­bi­to tec­ni­co le­ga­le. Svol­ge ana­li­si eco­no­mi­co-esti­ma­ti­ve e di mar­ke­ting dei pro­ces­si pro­dut­ti­vi. Sup­por­ta le im­pre­se nella va­lo­riz­za­zio­ne in fi­lie­ra delle pro­du­zio­ni e nello svi­lup­po e dei si­ste­mi di cer­ti­fi­ca­zio­ne vo­lon­ta­ri e re­go­la­men­ta­ti. Do­cen­te pres­so ITS Aca­de­my Agroa­li­men­ta­re.

Lo­ren­zo Fosci. Agro­no­mo, li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta. Dot­to­ra­to in “Scien­ze tec­no­lo­gie e bio­tec­no­lo­gie per la so­ste­ni­bi­li­tà”. Sup­por­ta azien­de agri­co­le e vi­ti­vi­ni­co­le nel­l’i­ter delle cer­ti­fi­ca­zio­ni agroa­li­men­ta­ri. Con­su­len­te azien­da­le per azio­ni di sup­por­to eco­no­mi­co le­ga­to a pro­gram­ma­zio­ni eu­ro­pee. Do­cen­te in Scien­ze, tec­no­lo­gie e tec­ni­che agra­rie pres­so scuo­la se­con­da­ria di se­con­do grado.

An­ge­lo Mar­tel­la, Dot­to­re Agro­no­mo, Dot­to­re di ri­cer­ca in “Scien­ce, Tech­no­lo­gy and Bio­tech­no­lo­gy for Su­stai­na­bi­li­ty”, As­se­gni­sta di Ri­cer­ca pres­so il Di­par­ti­men­to di Eco­no­mia, In­ge­gne­ria, So­cie­tà e Im­pre­sa del­l’U­ni­ver­si­tà della Tu­scia. Si oc­cu­pa dello stu­dio della so­ste­ni­bi­li­tà dei pro­ces­si di pro­du­zio­ne nel set­to­re agroa­li­men­ta­re e di ana­li­si eco­no­mi­che dei pro­ces­si pro­dut­ti­vi.

Paolo Tar­da­ni, Dot­to­re Agro­no­mo, Fun­zio­na­rio Tec­ni­co pres­so ISMEA (Isti­tu­to dei Ser­vi­zi per il Mer­ca­to Agri­co­lo Ali­men­ta­re), pre­ce­den­te­men­te col­la­bo­ra­to­re di ri­cer­ca pres­so il CURSA (Con­sor­zio Uni­ver­si­ta­rio per la Ri­cer­ca So­cioe­co­no­mi­ca e per l’Am­bien­te) per il pro­get­to Ecoin­pa­sco­li.

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