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Animali impiegati in attività sportive: il caso degli equidi.

Detenzione degli animali e strutture di stabulazione (locali di stallaggio)

di Nicolò Passeri, Lorenzo Fosci, Angelo Martella.

La detenzione degli equidi

Il Reg. UE 2015/262 definisce uno schema rispondente ai bisogni dell’Unione e conforme ai requisiti internazionali. Il “numero unico di identificazione a vita” è un codice numerico unico a quindici cifre.  Il codice UELN viene apposto sulla prima pagina del documento di identificazione di ogni equideAi fini del Reg. UE 2015/262, il sistema di identificazione degli equidi intendendosi come tali i mammiferi solipedi selvatici o domestici di tutte le specie del genere Equus della famiglia Equidae e i loro ibridi, si compone dei seguenti elementi:

  1. a) un documento di identificazione unico valido a vita;
  2. b) un metodo che permetta di stabilire un nesso univoco tra il documento di identificazione e l’equide;
  3. c) una base di dati nella quale sono registrati, sotto un numero di identificazione unico, gli elementi dell’identificazione dell’animale per il quale un documento di identificazione è stato rilasciato a una persona registrata in tale base di dati;

oltre alle informazioni elencate all’Allegato 01 del Reg. UE 2015/262.

Cavalli maremmani
Figura 1 – Cavallo Maremmano (fonte: Servizio Informazione e Accoglienza Turistica Provincia di Grosseto)

 Il benessere degli animali, il caso degli animali impiegati in attività sportive

Il benessere animale rappresenta il soddisfacimento dei bisogni fisici, ambientali, nutritivi, comportamentali e sociali dell’animale o di gruppi di animali sotto la cura, la supervisione o l’influenza delle persone” (Freire R., Appleby M. C., Hughes B. O., 1996).
La responsabilità del benessere animale ricade sull’uomo, che deve mettere in atto tutte le conoscenze e gli strumenti offerti dalla ricerca scientifica per creare la condizione di vita più favorevoli possibili, intervenendo sia sull’ambiente in cui gli animali vivono, sia sugli standard di management, di contenimento e di trasporto per gli animali, senza trascurare un’adeguata formazione degli operatori.
L’associazione Animal Welfare Indicators (AWIN) con l’obiettivo di individuare principi condivisi, ha definito protocolli per la definizione di benessere degli equidi (AWIN, 2015). Tale documento coordinato fornisce le basi poi divenute fondanti all’interno del documento “Principi di tutela e gestione degli equidi”, pubblicato dal Ministero della Salute in collaborazione con il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), il Comitato Paraolimpico italiano e la FISE (Federazione Italiana Sport Equestri) nel 2015, oltre al Reg. 1950/2006/CE.

I macro-argomenti con cui viene definito il benessere degli equini riguardano la conformità, ovvero uno standard di accettabilità per:

  • Personale
  • Locali di stabulazione
  • Alimentazione
  • Buone pratiche di allevamento

La verifica del rispetto delle condizioni sancite dal TFUE nonché del recepimento nazionale delle condizioni di benessere degli animali, in particolare per gli equidi, è demandato ai controlli ufficiale ai sensi del Reg. UE 2017/625, da parte delle autorità competenti, ovvero al lavoro coordinato del Centro di Riferimento dell’Unione Europea per il benessere dei ruminanti e degli equidi con sede presso l’IZSAM G. Caporale di Teramo.
Il Codice per la tutela e la gestione degli equidi fissa in Italia i parametri essenziali per la corretta gestione degli animali nell’ambito di tutte le attività in cui vengono coinvolti – scuderizzazione, allevamento, addestramento, attività sportiva – nel rispetto delle esigenze etologiche e di benessere degli stessi. Pubblicato dal Ministero della Salute, tale documento è il primo corpo normativo che fissa i parametri essenziali per la corretta gestione degli animali nell’ambito di tutte le attività in cui vengono coinvolti. L’applicazione del Codice è volontaria, ma rappresenta la trasposizione dedicata ai soli equidi dei più ampi principi di benessere animale e costituisce una traccia per una più ampia regolamentazione del settore. Il Codice è stato affiancato dal Decreto Legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, che fissa e definisce il Benessere degli animali impiegati in attività sportive, ovvero definisce in maniera univoca gli obblighi in materia, ovvero:

Art. 19 Benessere degli animali impiegati in attività sportive

1. Coloro che detengono a qualsiasi titolo un animale impiegato in attività sportive, sono tenuti preservarne il benessere, in termini di alimentazione, cura della salute e accudimento nel rispetto delle sue esigenze etologiche”.

Cavalli maremmani
Figura 2 – Cavalli Maremmani

Le strutture di stabulazione

Alla luce delle considerazioni mosse sul benessere degli equidi è allora imprescindibile prevedere e gestire locali di stallaggio per la detenzione degli equidi, che permettano il rispetto delle condizioni di benessere animale per locali di stabulazione, alimentazione e buone pratiche di allevamento.
Nel Codice per la tutela e la gestione degli equidi, estratto dalla pubblicazione “Principi di tutela e di gestione degli equidi”, del Ministero della Salute si legge in particolare:

  1. Detenzione degli equidi

Il proprietario e il detentore devono considerare le esigenze etologiche e fisiologiche dell’equide provvedendo al suo benessere, alla sua idonea sistemazione, fornendo alimentazione e cure.

1.2 Gestione e cura
Il proprietario e il detentore sono tenuti a verificare la salute e il benessere dell’equide nonchè lo stato e l’efficienza delle strutture, delle attrezzature e degli impianti, sia automatici che meccanici e ad ispezionare gli stessi almeno una volta al giorno. […]

Il proprietario e il detentore devono provvedere a:

  1. a) assicurare la regolare igiene e pulizia degli spazi di dimora degli equidi;
  2. b) assicurare un riparo idoneo, integro, pulito e proporzionato alle dimensioni dell’animale;
  3. c) consentire all’equide un regolare esercizio fisico;
  4. d) adottare le precauzioni necessarie per evitare la fuga.

[…]

va prevista la fruizione quotidiana di un paddock compatibile con le caratteristiche morfologiche e della razza nonché con la possibilità di svolgere regolarmente esercizio fisico.

1.3 Impianti per la detenzione degli equidi
Gli impianti per la detenzione degli equidi devono coniugare le vigenti disposizioni di legge in materia di urbanistica, edilizia, igiene pubblica, prevenzione e sicurezza con le esigenze etologiche, fisiologiche e di tutela della salute e del benessere degli equidi. […]

1.3.1 Requisiti essenziali per gli impianti di scuderizzazione permanenti
Per strutture permanenti si intendono le strutture fisse ove sono ricoverati equidi per qualsivoglia attività. Le aree di scuderizzazione vanno realizzate ed attrezzate in modo da consentire la permanenza degli equidi e lo svolgimento delle attività con gli equidi in condizione di sicurezza ed igiene sia per gli animali che per gli utenti.

1.3.2 Spazi per la stabulazione dei cavalli
Le strutture vanno realizzate con materiali idonei tali da resistere e proteggere gli animali dagli eventi atmosferici nonché garantire un adeguato isolamento termico[…]

1.3.5 Copertura
Il tetto deve garantire un’idonea protezione e coibentazione ed essere posto ad un’altezza tale da permettere adeguata ventilazione e comunque non inferiore a m 3,00.

1.5 Detenzione degli equidi in aree all’aperto
Gli equidi detenuti all’aperto dovrebbero disporre di un’adeguata protezione, naturale o artificiale che offra riparo dalle intemperie. […]

Le aree dovrebbero essere dotate di fondo tale da consentire il drenaggio delle acque piovane, di zone d’ombra e di tettoia tamponata almeno sui tre lati esposti ai venti prevalenti. […]

Una corretta gestione dell’area all’aperto dovrebbe prevedere la raccolta delle fiande, la rotazione delle aree di pascolo, lo spostamento degli equidi quando il terreno è troppo umido, la movimentazione del terreno per aiutare il contenimento dei parassiti. Le aree devono essere bonificate da oggetti potenzialmente pericolosi. Dovrebbe essere esclusa la presenza di piante velenose.
I cavalli tenuti costantemente in aree all’aperto dovrebbero essere controllati periodicamente, almeno una volta al giorno.

1.6 Recinzioni
Le recinzioni dovrebbero essere sufficientemente solide e di una altezza adeguata ad impedire la fuga dell’animale, realizzate con materiali idonei e mantenute in modo tale da non provocare danni agli animali.

Le autorizzazioni associate ai locali di stallaggio ed alle recinzioni

Ad un primo inquadramento normativo generale appena trattato, che guarda al tema più ampio del benessere animale, si aggiunge la procedura autorizzativa per la realizzazione delle strutture dei locali di stallaggio e delle recinzioni, che fa riferimento a normazione di natura edilizia derivata da disposizioni nazionali e dai Regolamenti edilizi di ciascun Comune.
Per attività di stallaggio si intende il servizio di ricovero di animali, permanente o temporaneo, di proprietà del titolare o di terzi (ad es. maneggio o scuderia, pensione per animali, etc.) e rientrano in questa casistica l’insieme di elementi immobiliari e mobiliari entro i quali sono ospitati cavalli addestrati e dove è possibile svolgere attività di equitazione, intesa come attività sportiva con scuola di discipline equestri; in queste strutture possono essere ospitati anche cavalli non di proprietà del titolare del maneggio, ma di privati che, non disponendo di spazi idonei per il ricovero e il mantenimento dell’equide, fruiscono del relativo servizio di custodia e cura dell’animale.
Tali strutture vengono individuate all’interno della Tabella A (parte 3) del Decreto Legislativo del 25 novembre 2016, n. 222, all’interno delle “14 ALTRE ATTIVITÀ” al numero 96, compresi tra i procedimenti oggetto di autorizzazione, segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA).
Una verifica delle disposizioni comunali potrebbe dare maggiore dettaglio alla realizzazione delle recinzioni perimetrali asservite alle attività di custodia.

Decreto legislativo Gazzetta ufficiale
Figura 3 – Estratto da Gazzetta Ufficiale – Decreto Legislativo del 25 novembre 2016, n. 222

Nicolò Passeri, Dottore Agronomo, libero professionista. Consulente per imprese agricole ed agroalimentari in ambito tecnico legale. Svolge analisi economico-estimative e di marketing dei processi produttivi. Supporta le imprese nella valorizzazione in filiera delle produzioni e nello sviluppo e dei sistemi di certificazione volontari e regolamentati. Docente presso ITS Academy Agroalimentare.

Lorenzo Fosci. Agronomo, libero professionista. Dottorato in “Scienze tecnologie e biotecnologie per la sostenibilità”. Supporta aziende agricole e vitivinicole nell’iter delle certificazioni agroalimentari. Consulente aziendale per azioni di supporto economico legato a programmazioni europee. Docente in Scienze, tecnologie e tecniche agrarie presso scuola secondaria di secondo grado.

Angelo Martella, Dottore Agronomo, Dottore di ricerca in “Science, Technology and Biotechnology for Sustainability”. Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Economia, Ingegneria, Società e Impresa dell’Università della Tuscia. Si occupa dello studio della sostenibilità dei processi di produzione nel settore agroalimentare e di analisi economiche dei processi produttivi.