Il Parlamento europeo il 12 luglio 2023 ha approvato un testo coerente con la risoluzione della deliberzione delle Nazioni Unite del primo marzo 2019, proponendo che la normativa in favore del rispristino degli ecosistemi venga applicata dagli Stati membri, veicolata privilegiando l’indennità Natura 2000 della PAC, solo dopo che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi dell’UE avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat. La suddetta quantificazione richiede un’accurata conoscenza degli habitat, non sempre disponibile. Un primo interrogativo da porgersi è quale sia la dimensione minima di un ecosistema. Ecosistema è l’insieme dei fattori fisici, degli esseri viventi che lo costituiscono e delle loro interazioni…
Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione.
Quando si parla di Fagiani, bisogna tenere a mente che ne esistono diverse varietà, sia ancestrali, sia ornamentali selezionati dall’uomo.
Il Fagiano comune (Phasianus colchicus – Linnaeus, 1758) è un uccello Galliforme della famiglia dei Fasianidi, sottofamiglia Fasianini. Il nome deriva dal latino phasianus, “fagiano” (* è scientificamente provato che il genere Phasianus si è diversificato dal genere Gallus circa 20 milioni di anni fa). Con il termine colchicus che significa “della Colchide” (* area identificabile con l’odierna Georgia), viene indicata la denominazione scientifica delle specie. Fu proprio in quel territorio attorno al Mar Nero, che gli europei incontrarono per la prima volta questi strani e affascinanti uccelli, che esportarono in buona parte del mondo, Italia compresa…
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone
Detto comunemente soffione, dente di leone, stella gialla, bruciocchi, ingrossaporci, girasole selvatico, cicoria selvaggia, cicoria burda, bofarella, piscialetto o bugia, è una pianta che riporta immediatamente agli anni dell’infanzia, quando mamme o nonne chiedevano di soffiare sopra alle piccole palle di piumini per contare quante bugie venivano dette. La leggenda vuole che la pianta nasca per opera di Elios quando di mattina percorre il cielo con il suo carro solare, ogni raggio si trasforma in fiore; esso, infatti si schiude presto la mattina per chiudersi al tramonto. I gloriosi pirati inglesi consideravano il vino di Dente di leone della Cornovaglia, secondo superstizioni della loro terra, una pozione magica capace di elargire forza e vigore. Il nome Taraxacum deriva dal greco taraxis che significa “guarisco” con allusioni alle proprietà medicinali della pianta alle quali fa riferimento anche il nome specifico…
Rita Leogrande è ricercatrice in servizio presso il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), sede di Bari. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Agronomia Mediterranea. La sua attività di ricerca si basa sullo studio degli effetti sul suolo e sulle colture di tecniche agronomiche sostenibili.
L’Istituto Tecnico Agrario Statale “F. Eredia” vanta una storia più che centenaria. Istituito vent’anni dopo l’Unità d’Italia, nasce con Regio decreto nel 1881, e nel 1884 diventa una delle quattro scuole in tutto il territorio nazionale a fregiarsi del titolo di Regia Scuola per l’enologia e la viticoltura. Cominciata la sua attività come “Scuola di Viticoltura ed Enologia”, la quarta dopo quelle di Conegliano, Avellino e Alba, la “Scuola enologica” è divenuta poi “Scuola agraria media” e successivamente “Istituto Tecnico Agrario con specializzazione per la viticoltura e l’enologia”. Intorno al 1950 l’Istituto è stato intitolato al nome di Filippo Eredia (Catania, 10 febbraio 1877 – Roma, 14 febbraio 1948), professore di meteorologia di fama mondiale e studioso anche di climatologia ed ecologia agraria. Il curricolo dell’indirizzo Tecnico Agrario prevede un biennio con attività di insegnamenti generali, comuni agli indirizzi del settore tecnologico ed attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo. Il triennio prevede due articolazioni: “Produzioni e Trasformazioni“ e “Viticoltura ed Enologia”. L’Istituto Tecnico Agrario di Catania è l’unica scuola della Sicilia Orientale specializzata in Viticoltura ed Enologia che prevede la frequenza del sesto anno post-diploma per conseguire la qualifica di Enotecnico.
Il tono scherzoso che a fine giugno si udiva nei tanti cortili del paesone, ancora sul finire degli anni Sessanta, dava l’idea di una beffarda magia della Natura: “S’et catà, i sires gialdi?” (cosa hai raccolto, le ciliegie gialle?). Oggi come allora siamo a Miradolo Terme, borgata pavese ai piedi dei Colli Banini, a circa 40 Km a sud di Milano e a 10 Km a nord del Po. Qui è terra di uva, ciliegie (appunto), zucche e piselli; fino a qualche decennio fa le vallate che scendono verso meridione erano l’habitat fiorente del pruno “goccia d’oro” (Famiglia Rosaceae) formato mignon. In effetti i suoi frutti sono grandi quanto una ciliegia durona e maturano a fine giugno, con l’inizio dell’estate. Oggi, anche a causa dei tanti abbandoni dei piccoli (e piccolissimo) poderi che per generazioni avevano assicurato il minimo sostentamento di tante famiglie, la “goccia d’Oro” miradolese è una di quelle varietà del genere Prunus in via di estinzione…
C.Maurizio Scotti, editorialista agrindustria, agroalimentare.
La figura del dottore agronomo e forestale è oramai, a parere di chi scrive e, si aggiunge per fortuna, abbastanza definita e riconoscibile sul mercato professionale, quantomeno nella interpretazione “classica”: gestione dell’azienda agricola, fitoiatria, accesso a sistemi di finanziamento legati all’agricoltura, piani di concimaziomponente struttne, stime di beni, ecc. La dinamicità del contesto produttivo sta però definendo una nuova declinazione della figura professionale. Fermo restando la courale, l’“hardware” agricolo, rimasta immutata nei concetti e funzioni, si assiste ad un notevole e veloce incremento di complessità del contesto sociale, il “sistema operativo”, dove nuove regole si impongono in breve tempo. Queste inedite attenzioni formulate dal mercato necessitano di una lettura in chiave non solo tecnica ma anche umanistica da parte del professionista, che è chiamato ad una duplice funzione…
Donato Ferrucci. Agronomo e Master in Diritto Alimentare, ha iniziato a occuparsi di certificazione e legislazione alimentare nel 2000, in collaborazione con Bioagricert srl. Docente ITS Academy per Sistemi qualità, Tecniche di audit e Certificazione dei prodotti agroalimentari. Membro della redazione di rivistadiagraria.org. Per info: Google “Donato Ferrucci Agronomo”.
Nicolò Passeri. Agronomo, libero professionista, Dottore di ricerca in “Economia e Territorio”. Si occupa di consulenze tecnico-legali nei contenziosi, supporta le imprese nell’iter delle certificazioni agroalimentari e svolge analisi tecnico economiche dei processi produttivi. Sugli stessi temi svolge docenze rivolte a operatori e tecnici del comparto agroalimentare. Collabora con l’Università degli Studi della Tuscia. Per info: Google “Nicolò Passeri Agronomo”.
Patrizia Salusti. Tecnologo Alimentare, consulente per la Sicurezza e Qualità Alimentare nell’ambito delle certificazioni cogenti e volontarie. Sugli stessi argomenti è docente negli ITS Academy e collaboratrice scientifica presso l’Istituto per la BioEconomia (IBE CNR) per la valorizzazione nutrizionale e sensoriale della biodiversità vegetale. È giudice sensoriale e membro della giuria della Rassegna Nazionale Farina di castagne.
La storia dell’Istituto inizia il 12 gennaio 1874 quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck, che aveva acquistato l’antico monastero agostiniano e relativi beni, deliberò di attivare a San Michele all’Adige una scuola agraria con annessa stazione sperimentale, ognuna delle quali doveva congiuntamente cooperare alla rinascita dell’agricoltura nel Tirolo. L’attività della nuova istituzione iniziò nell’autunno dello stesso anno, seguendo l’impostazione data da Edmund Mach, primo direttore. Mach proveniva dalla Stazione sperimentale di Klosterneuburg presso Vienna ed aveva alle sue spalle una breve ma intensa carriera di ricercatore nel campo della chimica agraria e dell’enologia. Ottimo organizzatore e innovatore, Mach ebbe un ruolo fondamentale nel delineare i principi base per l’impostazione dell’attività sia nell’ambito scolastico che in quello sperimentale. A Mach si deve il merito di aver intelligentemente intuito che ricerca e didattica non devono procedere separatamente ma devono invece costituire un binomio indissolubile dal quale trarre le premesse per la crescita del settore. Le linee operative da lui tracciate per la Scuola e la Stazione sperimentale sarebbero state portate avanti con positivi risultati dai suoi successori fino al passaggio dell’Istituto all’Italia, avvenuto dopo la prima guerra mondiale. Con il 1919 il complesso dell’Istituto passò alle competenze della provincia di Trento e nel 1926 venne attivato il Consorzio con lo stato italiano per la gestione dell’Ente…
Carissime Lettrici e carissimi Lettori, nel corso dell’ultimo anno è continuata l’attività in rete, con l’aggiornamento del portale www.agraria.org, e la pubblicazione dei nuovi numeri della nostra www.rivistadiagraria.org. Costante è stato l’arricchimento del portale dedicato alla filiera corta www.aziende.agraria.org e di quello riservato agli allevamenti www.allevamenti.agraria.org dove sono inseriti più di 12.600 allevatori, con più di 1.000 razze presenti; continuano ad essere molti i professionisti registrati in www.professioni.agraria.org, il catalogo dedicato ai professionisti del settore agrario e forestale.Le nostre pagine Facebook sono seguite da moltissime persone e sono sempre più anche i followers in Twitter, Instagram e Youtube…
Silene vulgaris comunemente è chiamata Silene, Schippetti, Strigolo, Erba cuoco, Cannatedda, Erba striscia, Erba cucina, Culecchie, Behen bianco, Bubbolino, Crepaterra, Mazzettone minuto, Polemonia, Stritolo. Probabilmente il nome generale Silene ha qualche connessione con il vocabolo greco “saliva” con allusione alla sostanza bianca, attaccaticcia, che molte specie presentano sul fusto e sul calice; oppure è collegato a Sileno, divinità pagana notoriamente panciuta in relazione al calice rigonfio tipico delle varie specie. Inoltre, in Sicilia è denominata Cannatedda chiamata così per la forma dei suoi fiori che somigliano ad una piccola brocca (cannata). Silene vulgaris, appartenente alla famiglia delle Cariofillaceae ed è diffusa nel bacino sud-Occidentale del Mediterraneo. In Italia è comune dal Lazio alla Calabria, in Sardegna e in Sicilia. Questa pianta vive nei sentieri, bordi erbosi, zone boschive, prati poveri di sostanze nutritive e, talvolta, su rocce in prossimità del mare; ama il caldo e i terreni ricchi di calcare…
Rita Leogrande è ricercatrice in servizio presso il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), sede di Bari. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Agronomia Mediterranea. La sua attività di ricerca si basa sullo studio degli effetti sul suolo e sulle colture di tecniche agronomiche sostenibili.
Ho deciso di scrivere questa sorta di “distillato di zoognostica” sulle arricciature, dopo aver intrapreso una interessante conversazione privata con il Dr. Giovanni Canali. Chi come il sottoscritto, vive a pieno il mondo dell’ornitologia, sa bene quanto sia importante, e in alcuni casi oserei definire “essenziale”, il confronto con esperti del settore o con persone che hanno una maggior esperienza. Questo confronto è da ritenersi quasi indispensabile tra noi Giudici, poiché la condivisione d’esperienza porta una repentina crescita del proprio bagaglio culturale. Talvolta da semplici chiacchierate, possono nascere spunti interessantissimi per dei veri e propri dibattiti, che noi scrittori siamo poi portati a rielaborare ed esporre in seguito a tutti coloro che vorranno partecipare a tali disamine costruttive e, tengo a precisarlo, prive di intenzioni contestatorie. Questo è quello che mi ha spinto a redigere il presente articolo, che è stato generato da un dialogo tra me e il Dr. Canali, che sappiamo tutti essere un vero esperto di genetica e anatomia dei canarini (e non solo…), il quale mi ha esposto il suo parere su alcuni specifici aspetti dei nostri canarini arricciati…
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone
La sede centrale dell’Istituto Agrario “V. Emanuele II” è situata a Catanzaro, alla periferia occidentale della città, mentre a Gizzeria si trova la sede associata. In entrambe le sedi sono attivati percorsi d’istruzione di secondo livello (ex Corsi serali). A partire dall’a.s. 2013-2014 l’Istituto di Istruzione comprende anche la sede della Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro. Dirigente scolastico dell’Istituto Agrario “V. Emanuele II” è la Dott.ssa Rita Elia.
La sede centrale dell’Istituto si trova a Catanzaro fin dal 1875, anno in cui iniziò l’attività didattica. L’edificio principale, a forma di E, pare in onore del Re Vittorio Emanuele II cui la scuola è intitolata, è immerso nel verde attrezzato del Parco della Biodiversità Mediterranea.
La sede di Gizzeria deriva dall’Istituto Professionale ad indirizzo Meccanico Operatore Agricolo di Falerna, istituito nel 1956 (centro storico). Nel 1970 viene trasferito, come corso per agrotecnici, nell’attuale sede di Gizzeria, ospitato in un edificio concesso in affitto alla Provincia di Catanzaro. Successivamente è diventato IPAA di Falerna ed ha goduto di autonomia ma dopo varie vicende, a partire dall’a.s. 2013-2014 è stato accorpato all’Istituto di Istruzione Superiore “V. Emanuele II” di Catanzaro, prima mantenendo lo status di istituto professionale ma poi diventando a tutti gli effetti, nell’a.s. 2016-2017, sede associata dell’Istituto Tecnico Agrario “V. Emanuele II” di Catanzaro…