Inutile nasconderlo, lo sappiamo bene che noi uomini non siamo tutti uguali sul piano dei sentimenti. Sappiamo bene che vi sono persone che si elevano rispetto ad altre per sensibilità o per empatia. Queste persone sono certamente più benevole a confronto di personaggi insensibili o maldisposti verso sofferenze o fastidi altrui, capaci anzi talvolta di rallegrarsene. Esiste dunque quella differenza tra buoni e cattivi che tanto andiamo sbandierando da bambini, enfatizzata dai cartoni animati o dal cinema? Tale differenza esiste. Ve lo posso garantire. Ahimè vi sono persone che dimostrano benevolenza ed altre che ne sono quasi totalmente privi. Come questi si approcciano a gli animali e soprattutto ai cani, ne è sovente la prova del nove. I cani, a dir di tanti, percepiscono la differenza tra bontà d’animo e spirito astioso. Leggenda metropolitana o verità? Solo supposizioni o nozioni confermate dall’etologia?
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone
La realizzazione della Blockchain nel settore agroalimentare anche a livello di produzione di materia prima: agricoltura e allevamento, sta crescendo con numeri interessati. Lungo la filiera agri food, sempre più player guardano con interesse alla Blockchain, principalmente per marketing e comunicazione (54% dei casi), ma nel 47% anche per una maggiore efficienza nei processi di gestione e coordinamento della supply chain, mentre per un 26%, viene utilizzata per un controllo dei processi al fine di migliorarne la sostenibilità. Circa il 13% dei progetti aperti in questo settore, lavorano per rendere più efficaci ed efficienti le procedure legate al richiamo dei prodotti in caso di criticità e recall interni o da parte da parte delle autorità sanitarie. La trasparenza e la logica di immutabilità dei dati, contemporaneamente alla condivisione delle informazioni lungo l’intera filiera, sono i principali benefici su cui poggia l’intera tecnologia, unitamente alla rapidità nel reperire le indicazioni di ciascun prodotto gestito lungo la filiera, garantendo allo stesso tempo il consumatore sulla trasparenza di quanto riportato…
Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati
L’Istituto Statale Istruzione Superiore “A. Vegni”, meglio conosciuto come l’Istituto delle Capezzine, dopo 130 anni dalla nascita continua ancora oggi ad essere una risorsa fondamentale per il proprio territorio. Il 18 febbraio 1883, un mecenate, Angelo Vegni, volle che tutte le sue proprietà fossero destinate a fondare una scuola superiore di agricoltura: l’Istituto Agrario “Angelo Vegni”. Il Regio decreto del 6 maggio 1883 deliberò, in conformità con la volontà testamentaria del prof. Angelo Vegni, proprietario del patrimonio lasciato in eredità alla scuola (che nel testamento olografo così si esprimeva: «nomino, istituisco e voglio che sia mio universale erede in perpetuo un Istituto Agrario sotto il titolo Istituto Vegni, Scuola pratica di agricoltura nell’Azienda Agraria»), la costituzione della stessa in ente morale, sotto la direzione dell’ingegnere Vannuccio Vannuccini. Lo Statuto organico proposto dal Ministero dell’agricoltura, industria e commercio, approvato con Regio decreto del 1° febbraio 1885, ne definiva gli scopi, gli organi di gestione e di vigilanza e le norme per il funzionamento. I primi corsi scolastici furono inaugurati, quindi, nell’anno scolastico 1886-1887, con n. 9 allievi iscritti al corso quadriennale di Scuola pratica di Agricoltura, ed i primi cinque licenziati si ebbero nell’anno scolastico 1889-1890. Solo dopo alterne vicende, tra le quali occorre annoverare i gravi danni subiti dalle strutture del patrimonio scolastico nel corso del secondo conflitto mondiale, l’Istituto, consolidata la propria peculiarità, è approdato alla statalizzazione con il Decreto Presidenza della Repubblica del 27 aprile 1960…