Quando si parla di Fagiani, bisogna tenere a mente che ne esistono diverse varietà, sia ancestrali, sia ornamentali selezionati dall’uomo.
Il Fagiano comune (Phasianus colchicus – Linnaeus, 1758) è un uccello Galliforme della famiglia dei Fasianidi, sottofamiglia Fasianini. Il nome deriva dal latino phasianus, “fagiano” (* è scientificamente provato che il genere Phasianus si è diversificato dal genere Gallus circa 20 milioni di anni fa). Con il termine colchicus che significa “della Colchide” (* area identificabile con l’odierna Georgia), viene indicata la denominazione scientifica delle specie. Fu proprio in quel territorio attorno al Mar Nero, che gli europei incontrarono per la prima volta questi strani e affascinanti uccelli, che esportarono in buona parte del mondo, Italia compresa…
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone
Detto comunemente soffione, dente di leone, stella gialla, bruciocchi, ingrossaporci, girasole selvatico, cicoria selvaggia, cicoria burda, bofarella, piscialetto o bugia, è una pianta che riporta immediatamente agli anni dell’infanzia, quando mamme o nonne chiedevano di soffiare sopra alle piccole palle di piumini per contare quante bugie venivano dette. La leggenda vuole che la pianta nasca per opera di Elios quando di mattina percorre il cielo con il suo carro solare, ogni raggio si trasforma in fiore; esso, infatti si schiude presto la mattina per chiudersi al tramonto. I gloriosi pirati inglesi consideravano il vino di Dente di leone della Cornovaglia, secondo superstizioni della loro terra, una pozione magica capace di elargire forza e vigore. Il nome Taraxacum deriva dal greco taraxis che significa “guarisco” con allusioni alle proprietà medicinali della pianta alle quali fa riferimento anche il nome specifico…
Rita Leogrande è ricercatrice in servizio presso il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), sede di Bari. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Agronomia Mediterranea. La sua attività di ricerca si basa sullo studio degli effetti sul suolo e sulle colture di tecniche agronomiche sostenibili.
L’Istituto Tecnico Agrario Statale “F. Eredia” vanta una storia più che centenaria. Istituito vent’anni dopo l’Unità d’Italia, nasce con Regio decreto nel 1881, e nel 1884 diventa una delle quattro scuole in tutto il territorio nazionale a fregiarsi del titolo di Regia Scuola per l’enologia e la viticoltura. Cominciata la sua attività come “Scuola di Viticoltura ed Enologia”, la quarta dopo quelle di Conegliano, Avellino e Alba, la “Scuola enologica” è divenuta poi “Scuola agraria media” e successivamente “Istituto Tecnico Agrario con specializzazione per la viticoltura e l’enologia”. Intorno al 1950 l’Istituto è stato intitolato al nome di Filippo Eredia (Catania, 10 febbraio 1877 – Roma, 14 febbraio 1948), professore di meteorologia di fama mondiale e studioso anche di climatologia ed ecologia agraria. Il curricolo dell’indirizzo Tecnico Agrario prevede un biennio con attività di insegnamenti generali, comuni agli indirizzi del settore tecnologico ed attività e insegnamenti obbligatori di indirizzo. Il triennio prevede due articolazioni: “Produzioni e Trasformazioni“ e “Viticoltura ed Enologia”. L’Istituto Tecnico Agrario di Catania è l’unica scuola della Sicilia Orientale specializzata in Viticoltura ed Enologia che prevede la frequenza del sesto anno post-diploma per conseguire la qualifica di Enotecnico.