Anteprima Terzolle

Il bacino del Torrente Terzolle, ricompreso nei Comuni di Firenze, Sesto fiorentino e Vaglia, è oggetto di diversi studi paesaggistici, anche molto accurati, trattandosi di Area Protetta di Interesse Locale, in piccola parte sito Natura2000 Monte Morello IT5140008. Non si prenderanno qui in considerazione i sottobacini, costituenti paesaggio-giardino periurbano pedecollinare, dei fossi affluenti della Lastra e dell’Arcovada, in parte tombati in contesto urbano. Il paesaggio locale si rende valutabile e comparabile col resto del territorio europeo applicando il metodo della finestra d’osservazione quadrata di 3 Km di lato alla cartografia Corine Land Cover livello 3; il quadrato prescelto esclude intenzionalmente il Cimitero di Trespiano e l’abitato intercomunale di Montorsoli, per coerenza col perimetro dell’ANPIL…

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.

Anteprima packaging alimentare

Un imballaggio (o imballo), è uno strumento utile alla conservazione di un bene per facilitarne la conservazione e facilitarne in tal modo il trasporto. Per riferirsi ad esso, è molto comune l’uso del termine inglese packaging: quest’ultimo, tuttavia, nel significato originale, assume un’accezione più ampia, ricomprendendo non solo la necessaria conservazione materiale del bene (scopo dell’imballaggio), ma andando a toccare anche gli aspetti immateriali del processo produttivo, industriale ed estetico. Al contrario, il termine italiano “imballaggio” assume un significato più ristretto, relativo all’involucro materiale, o all’operazione (o al complesso di operazioni) attraverso cui la merce viene racchiusa in un contenitore….

Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati.

Nella provincia di Pistoia, a Pescia, una cittadina di circa 20.000 abitanti, sorge l’Istituto Tecnico Agrario, intitolato a Dionisio Anzilotti, che fu un insigne giurista pesciatino, legato alla scuola fin dalla sua fondazione. Rispetto al centro storico la scuola è ubicata in posizione collinare, con una splendida vista sul paese e sui modesti rilievi circostanti, che arrivano a superare i 1000 m di altitudine s.l.m. Il Dirigente scolastico dell’Istituto è il Prof. Francesco Panico, al suo terzo anno consecutivo nell’applicazione dell’autonomia scolastica.

L’Istituto si trova in una zona particolarmente vocata al vivaismo, alla floricoltura, all’olivicoltura, ma non mancano altre realtà economico-produttive. Si afferma così una strategica centralità, che oltretutto si avvantaggia anche della presenza di un convitto maschile e di un semiconvitto maschile e femminile…

Testi a cura dei proff. Elisabetta Pezzi, Matteo Gentili, Niccolò Bartoli, Sara Michelotti – Istituto Agrario D. Anzilotti” – Pescia (PT).

Cinofilia al tempo del Covid

Il giorno 9 Marzo del 2020, d’improvviso, tutto il settore zootecnico, come ogni altro, si è arrestato dall’oggi al domani. Tutto interrotto, tutto stoppato senza preavviso, senza precedenti, con totale sorpresa. All’arrivo del famigerato virus, e della conseguente pandemia mondiale, il settore si è congelato, come se il tempo si fosse trattenuto dal proseguire la sua corsa. Questo apparentemente. Veramente è andata così anche per noi allevatori? La realtà è un po’ diversa per chi, come il sottoscritto, è immerso nel mondo degli animali in svariati settori. Noi allevatori sappiamo bene che un allevamento in realtà non si ferma, non può fermarsi, mai.

Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone

Analisi sensoriale passata di pomodoro

La scienza sensoriale è un’area multidisciplinare finalizzata a: misurare, interpretare, comprendere le risposte umane alle proprietà dei prodotti così come vengono percepite dai sensi. In ogni momento della giornata ed in qualunque contesto, siamo sottoposti a stimoli sensoriali: suoni, colori, odori; quando poi ci avviciniamo e tocchiamo gli oggetti, sono le sensazioni tattili a colpirci, e, ancora, quando si tratta di cibi o bevande, sono il gusto e l’aroma a comunicarci le sensazioni più coinvolgenti e cariche di significati. Esempi che potrebbero continuare, infatti chiunque analizza e valuta gli ambienti, i materiali e i prodotti tramite sensi, per giungere a giudizi sintetici, positivi o negativi (bello-brutto, gradevole-sgradevole; buono-cattivo), che orientano scelte ed acquisti, alla ricerca del benessere.

– Claudio Cantini, Patrizia Salusti, Donato Ferrucci
– Claudio Cantini, primo tecnologo dell’Istituto per la BioEconomia (IBE CNR). Si occupa di progetti di ricerca e trasferimento indirizzati alla caratterizzazione ed utilizzazione della biodiversità agricola nelle filiere agroalimentari.
– Patrizia Salusti, Tecnologo Alimentare, libero professionista. Consulente per la Sicurezza e Qualità Alimentare nell’ambito delle certificazioni cogenti e volontarie. Collabora con l’Istituto per la BioEconomia (IBE CNR) a progetti sulla valorizzazione nutrizionale e sensoriale di prodotti agroalimentari.
– Donato Ferrucci, Dottore agronomo libero professionista, riveste attualmente l’incarico di Responsabile di Bioagricert Lazio e di Cultore della materia presso la cattedra di Gestione e Comunicazione d’Impresa” – Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi della Tuscia.

anteprima latte

Il latte, prima di essere messo in commercio, viene sottoposto generalmente a trattamento termico per abbassare o eliminare la carica microbica. Se invece viene posto in commercio senza subire alcun procedimento termico, a parte la filtrazione e la refrigerazione a temperatura inferiore a 6°C, e commercializzato sfuso e appena munto, viene definito “latte crudo”. Nel 2008, in seguito ad alcuni casi di intossicazione da Escherichia coli – ceppo O157, il governo italiano ha imposto, precauzionalmente, di riportare in modo visibile, sia sulla confezione del latte che sul distributore automatico, la dicitura: “prodotto da consumarsi previa bollitura”. Per la conservazione e l’eliminazione di patogeni del latte vengono utilizzati due trattamenti, la pastorizzazione e la sterilizzazione. La pastorizzazione è quel trattamento termico che consente la necessaria distruzione della quasi totalità dei microrganismi patogeni (presenti all’atto della mungitura) con il minimo impatto sulle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche.

Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.

Il baco da seta possiede alcune razze o varietà, che si differenziano per l’origine geografica e per le caratteristiche fenotipiche di larva e bozzolo (colore, forma, numero di mute durante il ciclo, numero di generazioni per anno). Il Bombyx mori che viene allevato per usi della filiera serica è un ibrido, formato da un incrocio a 4 vie, cioè due linee parentali giapponesi vengono incrociate e danno origine ad un ibrido semplice P1J, due linee parentali cinesi vengono incrociate e danno origine ad un altro ibrido semplice P1C successivamente i due ibridi semplici vengono nuovamente incrociati fra loro e danno origine al poliibrido => F1. L’ibrido è più robusto, più produttivo e più semplice da allevare rispetto alle razze pure, in quanto, sfruttando il fenomeno dell’eterosi o “vigore ibrido”, presenta rispetto alle razze originarie, migliori caratteristiche di produttività e resistenza alle malattie.

Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico Laureato ed Enotecnico libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli) fino al 26/09/2018.

Bruciatura o interramento

La bruciatura delle stoppie, dei residui di potatura e, in più in generale, degli di scarti vegetali, derivanti dalle attività agricole in pieno campo, è una pratica ampiamente diffusa, probabilmente derivata dalla vecchia convinzione degli agricoltori secondo cui sarebbero tanti i benefici (o i vantaggi) agronomici che tale pratica dovrebbe (o potrebbe) comportare. Tra i pro spesso annoverati per questa pratica si possono elencare: i) riduzione della flora infestante e dell’incidenza delle malattie fungine, ii) facilitazione delle lavorazioni del suolo per l’eliminazione dei residui colturali, iii) immediata disponibilità degli elementi nutritivi, ecc. Tale attività è tuttavia permessa nei limiti e dalle prescrizioni dettate dalle leggi vigenti (ad esempio, il testo unico ambientale, decreto legislativo n. 152 del 2006; d.lgs. n. 205/2010; d.lgs. n. 91 del 24/2014).

Mirko Castellini è ricercatore in servizio presso il Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria), sede di Bari. Ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Idronomia Ambientale. La sua attività di ricerca si basa sullo studio delle proprietà fisiche e idrauliche del suolo. Castellini, Mirko – Author details – Scopus
Antonio Preite è assegnista di ricerca presso il CREA-AA di Bari, nell’ambito del Progetto “Water4AgriFood, Miglioramento delle produzioni agroalimentari mediterranee in condizioni di carenza di risorse idriche”, PNR 2015–2020”, finanziata dal MIUR, PON ARS01_00825 “Ricerca e Innovazione” 2014–2020.

Istituto Agrario Parolini

La sede centrale dell’Istituto Agrario “A. Parolini di Bassano del Grappa (Vicenza) è situata all’interno della “Conca degli olivi”: l’edificio principale ospita la Presidenza, la Segreteria Amministrativa e Didattica, la sala Docenti e la Portineria. L’Istituto porta il nome di Alberto Parolini, illustre naturalista bassanese (1788-1867), e ha sede a Bassano del Grappa (Vicenza), vicino al fiume Brenta, là dove si incontrano l’Altopiano di Asiago e il Monte Grappa, in un’antica dimora nobiliare risalente alla fine del XVI secolo. Gli ultimi proprietari, membri della famiglia Rubbi, di Marostica, nel 1970 hanno donato all’Ente pubblico. Per iniziativa del Comune di Bassano del Grappa gli edifici e parte della proprietà terriera sono stati destinati al nascente Istituto Agrario.
L’Istituto Agrario Parolini divenne autonomo nel 1982 dopo essere stato per anni una succursale dell’Istituto Agrario di Lonigo; nel corso degli anni sono stati realizzati grandi lavori di recupero e trasformazione per adattare la struttura alle esigenze di un moderno istituto superiore.

Testi a cura del prof. Andrea Palazzo e della prof.ssa Chiara Cucchini – Istituto Agrario “Alberto Parolini” – Bassano del Grappa (Vicenza).

Già dal suo nome si evince una strategia ben definita, ossia quella di incuriosire, di attrarre, di abbindolare i potenziali clienti, di affibbiare un nomignolo quasi da “cartone animato Manga”, per rendere un cane più simpatico, più allettante, più simile al fatidico “giocattolo animato” che tanto i bambini desidererebbero per regalo. La popolarità di questo meticcio, o diciamolo pure in gergo popolare senza intenzione dispregiativa, di questo “bastardino”… è dovuta alla grande pubblicità che è stata astutamente messa in opera da coloro che si cimentano nel suo allevamento. Una pubblicità tartassante e perpetua, fatta soprattutto sui social network, con il passaparola, ma anche sui più noti portali di annunci e perfino in TV, dove il Maltipoo è apparso in un tanto discusso servizio su un importante telegiornale della televisione privata, presentato erroneamente in quell’occasione come una “nuova razza” e come un’eccezionale nuova realtà nell’universo canino…

Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone

Internet delle cose (IdC o IoT, acronimo dell’inglese Internet of things), nelle telecomunicazioni è un neologismo riferito all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Introdotto da Kevin Ashton, cofondatore e direttore esecutivo di Auto-ID Center (consorzio di ricerca con sede al MIT), durante una presentazione presso Procter & Gamble nel 1999, il concetto fu in seguito sviluppato dall’agenzia di ricerca Gartner. In sostanza IOT rappresenta una possibile evoluzione nell’utilizzo della rete internet: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su sé stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri; in teoria tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento web…

Mauro Bertuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Milano, è Presidente del Collegio dei revisori dei conti per l’Ordine interprovinciale di Milano e Lodi degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati.