Il lavoro fisico pesante e stentato dell’uomo è l’unico fattore dei prodotti agrari nel circondario di Vallo della Lucania: il lume della scienza comincia appena a mostrarsi in uno o due punti di esso, e vi sono ignorate quasi del tutto le buone regole pratiche (Angelo Raffaele Passaro, 2005, p.62). Con queste parole veniva descritto sinteticamente lo stato dell’agricoltura nel Cilento nella famosa inchiesta Jacini del 1885. In questo territorio che va da Paestum a Sapri si ritrovano una serie di condizioni che contraddistinguono senza molte differenze buona parte dell’agricoltura del Mezzogiorno dell’epoca: forme di conduzione arcaiche e poco produttive (latifondo, contratto di miglioria, colonia parziaria), colture estensive e poco redditizie (graminacee), limitata circolazione di capitali sia per l’esercizio sia per il miglioramento dei fondi, sistemi di irrigazione e sfruttamento del suolo inefficienti con molte aree incolte a causa di mancate bonifiche e sistemazioni fondiarie…
Dario Salvatore, dottorando in Storia all’Università degli Studi di Salerno è borsista nell’ambito del Progetto “NOBILI CILENTANI: Applicazione del metodo nobile ad alcune produzioni zootecniche cilentane – PNR 2014–2020” del dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Salerno.
Michele Cerrato, Ricercatore confermato presso l’Università degli Studi di Salerno presso il dipartimento di Farmacia dove ha le cattedre di Economia e politica Agraria.
L’Italia è un paese strano per molti versi, uno di questi è spesso non dare il giusto valore a tecnici e scienziati natii, che hanno dato contributi in determinati campi del sapere, di grande valore; il perché ciò accada, non è facile da sapere, ma spesso si percepisce uno strano sentore di gelosia verso determinate classi professionali, supportate anche dall’ignoranza in campo scientifico di alcuni elementi coinvolti della classe politica, questo in qualsiasi periodo storico italiano. In questo articolo, voglio parlare di uno scienziato e studioso, che con lavori su campo, contribuì fortemente a comprendere la Malaria, la sua storia evolutiva e la necessità di un approccio ecologico, per la sua eradicazione, dimostrando che non fu l’uso massivo del DDT a garantirne l’eradicazione, puntando su studi di campo, grazie alla sua formazione di biologo nello specifico ecologo sanitario e biologo paludista…
Giuliano Russini è laureato in Scienze Biologiche indirizzo Botanica applicata, perfezionamento in botanica ambientale e Fitopatologia, igiene e ecologia urbana.
La frollatura delle carni è un processo di maturazione che avviene nei muscoli scheletrici degli animali macellati, trasformandoli gradualmente in carne, per rendere le stesse gradite oltre che all’occhio al palato del consumatore. Il processo porta alla disorganizzazione della struttura dei sarcomeri (trattasi dell’unità contrattile del muscolo costituita da actina e miosina, nel loro insieme vanno a formare le miofribrille avvolte dal sarcolemma, l’insieme delle miofibrille costituiscono il muscolo). Infatti, il muscolo, subito dopo la macellazione non è commestibile per la sua durezza, durante la frollatura avvengono processi biochimici che modificano la struttura della carne rendendola commestibile e saporita, questi processi possono essere così distinti…
Giuseppe Accomando, laureato in Scienze agrarie presso l’Università Federico II di Napoli, è docente di zootecnica.