Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Da­nie­le Pi­sa­nel­lo, Do­na­to Fer­ruc­ci

Logo biologico

È stato di re­cen­te pub­bli­ca­to sulla Gaz­zet­ta Uf­fi­cia­le della Re­pub­bli­ca Ita­lia­na (Serie Ge­ne­ra­le, n. 151 del 30/06/2022), il De­cre­to Mi­PAAF n. 229771 del 20/05/2022, re­can­te di­spo­si­zio­ni per l’at­tua­zio­ne del re­go­la­men­to (UE) 2018/848, il quale for­ni­sce nuove di­spo­si­zio­ni na­zio­na­li in ma­te­ria ed abro­ga i de­cre­ti mi­ni­ste­ria­li 18 lu­glio 2018 n. 6793, 30 lu­glio 2010 n. 11954 e 8 mag­gio 2018, n. 34011.
Pre­li­mi­nar­men­te a que­sta prima let­tu­ra del testo nor­ma­ti­vo, oc­cor­re ri­cor­da­re che l’a­de­gua­men­to della di­sci­pli­na na­zio­na­le al re­go­la­men­to qua­dro in ma­te­ria di agri­col­tu­ra bio­lo­g­i­ca (RAB), re­go­la­men­to UE ap­pli­ca­bi­le dal 1° gen­na­io 2022, è og­get­to della Legge di de­le­ga­zio­ne eu­ro­pea 2021 (De­le­ga al Go­ver­no per il re­ce­pi­men­to delle di­ret­ti­ve eu­ro­pee e l’at­tua­zio­ne di altri atti nor­ma­ti­vi del­l’U­nio­ne eu­ro­pea) re­cen­te­men­te ap­pro­va­ta in via de­fi­ni­ti­va dal Par­la­men­to (S. 2481), cui se­gui­rà uno o più de­cre­ti le­gi­sla­ti­vi, de­sti­na­ti a in­no­va­re anche il de­cre­to le­gi­sla­ti­vo n. 20/2018.
L’og­get­to del de­cre­to qui in com­men­to si com­po­ne di 14 ar­ti­co­li e sei al­le­ga­ti (1) con quali si in­ten­de ga­ran­ti­re l’ap­pli­ca­zio­ne omo­ge­nea sul ter­ri­to­rio na­zio­na­le delle di­spo­si­zio­ni unio­na­li di cui al re­go­la­men­to (UE) 2018/848 e re­la­ti­vi re­go­la­men­ti de­le­ga­ti e ese­cu­ti­vi in ma­te­ria di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca. A tal fine si pro­ce­de anche ad abro­ga­re prov­ve­di­men­ti mi­ni­ste­ria­li adot­ta­ti sulla base della nor­ma­ti­va unio­na­le re­la­ti­va al set­to­re del­l’a­gri­col­tu­ra bio­lo­g­i­ca non più in vi­go­re e pre­ci­sa­men­te:

– DM 18 lu­glio 2018 n. 6793 (di­spo­si­zio­ni na­zio­na­li di at­tua­zio­ne in ma­te­ria di agri­col­tu­ra bio­lo­g­i­ca),
– DM 30 lu­glio 2010 n. 11954 (mo­da­li­tà di ap­pli­ca­zio­ne re­la­ti­va alla pro­du­zio­ne di ani­ma­li e di alghe ma­ri­ne del­l’ac­qua­col­tu­ra bio­lo­g­i­ca) e
– DM 8 mag­gio 2018 n. 34011 (Di­sci­pli­na dei pro­dot­ti vi­ti­vi­ni­co­li bio­lo­g­i­ci)

Le nuove norme na­zio­na­li in ma­te­ria di eti­chet­ta­tu­ra

Sul fron­te delle di­spo­si­zio­ni set­to­ria­li in ma­te­ria di eti­chet­ta­tu­ra dei pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci si se­gna­la­no al­cu­ne in­no­va­zio­ni poste nel­l’ot­ti­ca di una sem­pli­fi­ca­zio­ne degli oneri degli ope­ra­to­ri. In par­ti­co­la­re, l’art. 11, al comma 1 non ri­pro­po­ne l’ob­bli­go di ri­por­ta­re il co­di­ce del­l’or­ga­ni­smo di con­trol­lo au­to­riz­za­to se­con­do la strin­ga fis­sa­ta a li­vel­lo (solo) na­zio­na­le che era, in­ve­ce, pre­vi­sto dal pre­ce­den­te DM 6793/2018.
So­prat­tut­to, il nuovo de­cre­to non di­spo­ne nean­che l’ob­bli­go di in­di­ca­re in eti­chet­ta il co­di­ce ope­ra­to­re, cioè il co­di­ce che l’or­ga­ni­smo di con­trol­lo de­le­ga­to è te­nu­to ad as­se­gna­re a cia­scun ope­ra­to­re im­mes­so nel si­ste­ma di con­trol­lo, an­ch’es­so pre­vi­sto dalla nor­ma­ti­va pre­ce­den­te.
No­no­stan­te la di­chia­ra­ta in­ten­zio­ne di sem­pli­fi­ca­re gli oneri a ca­ri­co degli ope­ra­to­ri, le due norme hanno in­ge­ne­ra­to qual­che in­cer­tez­za ap­pli­ca­ti­va: se, da un lato, non vi è più l’ob­bli­go di ri­por­ta­re le due in­for­ma­zio­ni pre­det­te (strin­ga del co­di­ce del­l’or­ga­ni­smo di con­trol­lo e co­di­ce del­l’o­pe­ra­to­re) ci si chie­de se sia co­mun­que con­sen­ti­ta la sua in­di­ca­zio­ne sulle eti­chet­te dei pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci.
Il dub­bio è av­va­lo­ra­to dalla cir­co­stan­za che il testo del nuovo de­cre­to, una volta in vi­go­re, con­sen­te un ampio smal­ti­men­to scor­te del­l’e­ti­chet­te con­for­mi al pre­ce­den­te re­gi­me (con in­di­ca­zio­ne del co­di­ce ope­ra­to­re) il che fa­reb­be pre­su­me­re che le “vec­chie eti­chet­te” non sa­reb­be­ro più cor­ret­te sul piano nor­ma­ti­vo. Le di­spo­si­zio­ni al ri­guar­do sono due:

Art. 14, comma 5: «Fatto salvo quan­to pre­vi­sto dal­l’ar­ti­co­lo 60 del Re­go­la­men­to, i pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci eti­chet­ta­ti in con­for­mi­tà al de­cre­to mi­ni­ste­ria­le 18 lu­glio 2018 n. 6793 pos­so­no es­se­re im­mes­si sul mer­ca­to fino al­l’e­sau­ri­men­to delle scor­te».
Art. 14, comma 6: «Le eti­chet­te già stam­pa­te in con­for­mi­tà al de­cre­to mi­ni­ste­ria­le 18 lu­glio 2018 n. 6793 pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te fino al­l’e­sau­ri­men­to delle scor­te».

Quin­di, le eti­chet­te stam­pa­te con­for­me­men­te alla pre­vi­gen­te di­sci­pli­na prima della data di pub­bli­ca­zio­ne in Gaz­zet­ta uf­fi­cia­le, non­ché i pro­dot­ti eti­chet­ta­ti, prima della data di pub­bli­ca­zio­ne in Gaz­zet­ta uf­fi­cia­le pos­so­no es­se­re com­mer­cia­liz­za­ti sino ad esau­ri­men­to delle scor­te.
Ciò pre­mes­so, il tema del­l’in­di­ca­zio­ne vo­lon­ta­ria del co­di­ce ope­ra­to­re deve es­se­re cor­ret­ta­men­te im­po­sta­to sul piano le­ga­le. A tal ri­guar­do, se anche vi fos­se­ro ope­ra­to­ri in­ten­zio­na­ti a ri­por­ta­re, anche per le “nuove eti­chet­te” tale co­di­ce, a chi scri­ve, l’in­qua­dra­men­to di tale fat­ti­spe­cie quale in­for­ma­zio­ne vo­lon­ta­ria ap­pa­re solo in parte con­di­vi­si­bi­le.
A mente del re­go­la­men­to ge­ne­ra­le in ma­te­ria di in­for­ma­zio­ni sui pro­dot­ti ali­men­ta­ri (Reg. UE n. 1169/2011), in­fat­ti, le in­for­ma­zio­ni vo­lon­ta­rie sono quel­le nella piena di­spo­ni­bi­li­tà del­l’o­pe­ra­to­re che se ne as­su­me la piena re­spon­sa­bi­li­tà (OSARI, art. 8.1, reg. 1169/11). In tale pro­spet­ti­va, non sem­bra che il co­di­ce ope­ra­to­re ap­par­ten­ga a tale ca­te­go­ria. In­fat­ti, a pa­re­re di chi scri­ve, il co­di­ce ope­ra­to­re è un dato di con­trol­lo uf­fi­cia­le, ela­bo­ra­to dal­l’or­ga­ni­smo di cer­ti­fi­ca­zio­ne de­le­ga­to, e dun­que, di sua per­ti­nen­za. Ne con­se­gue che, man­can­do nel nuovo de­cre­to, un ob­bli­go di in­di­ca­zio­ne di detto co­di­ce, com­pe­te al­l’or­ga­ni­smo va­lu­ta­re se e a quali con­di­zio­ni e con quali ga­ran­zie, con­ce­der­ne l’uso agli ope­ra­to­ri con­trol­la­ti, ga­ran­ten­do ov­via­men­te una pa­ri­tà di trat­ta­men­to che è im­po­sta dalle norme di ac­cre­di­ta­men­to oltre che dai prin­ci­pi ge­ne­ra­li.
In­ve­ro, c’è da du­bi­ta­re che tale in­di­ca­zio­ne sia “ne­ces­sa­ria” a fini di trac­cia­bi­li­tà: tale ar­go­men­to è spes­so de­cla­ma­to per giu­sti­fi­ca­re, sul piano della nor­ma­ti­va na­zio­na­le, ob­bli­ghi sco­no­sciu­ti al di­rit­to del­l’UE. Sin­to­ma­ti­co è il caso del de­cre­to le­gi­sla­ti­vo n. 145/2017 che ha ri­pro­po­sto (in modo pe­ral­tro ec­ce­den­ta­rio) quan­to pre­vi­sto a suo tempo, dal de­cre­to le­gi­sla­ti­vo n. 109/1992 in tema di in­di­ca­zio­ne della «sede di pro­du­zio­ne o, se di­ver­so, di con­fe­zio­na­men­to».
Ad av­vi­so per­so­na­le di chi scri­ve, uti­liz­za­re que­sto ar­go­men­to in un set­to­re pro­dut­ti­vo con un alto li­vel­lo di con­trol­lo, sia in­ter­no che ester­no, si­gni­fi­ca im­pli­ci­ta­men­te am­met­te­re la in­suf­fi­cien­za dei mec­ca­ni­smi di trac­cia­men­to e ri­ti­ro ap­pron­ta­ti dalla nor­ma­ti­va set­to­ria­le (Reg. 2018/848) e ge­ne­ra­le (Art. 18, Reg. 178/2002). La trac­cia­bi­li­tà non si ga­ran­ti­sce tanto con l’e­ti­chet­ta ma, sem­mai, con il nu­me­ro di lotto uni­ta­men­te a si­ste­mi di ge­stio­ne per­for­man­ti, og­get­to di ad­de­stra­men­to e mi­glio­ra­men­to con­ti­nuo.
Se ne con­clu­de che gli or­ga­ni­smi di con­trol­lo sono nelle con­di­zio­ni di av­val­la­re l’im­pie­go del co­di­ce ope­ra­to­re e tal fine sa­reb­be op­por­tu­no che ade­guas­se­ro le pro­ce­du­re in­ter­ne ap­pli­ca­bi­li.
Di­ver­sa con­clu­sio­ne sem­bra pro­spet­ta­bi­le per il co­di­ce del­l’or­ga­ni­smo di con­trol­lo: in tal caso, l’in­for­ma­zio­ne coin­vol­ge il Mi­ni­ste­ro com­pe­ten­te il che fa pre­su­me­re che, con la no­vel­la del primo comma del­l’ar­ti­co­lo 11 del nuovo de­cre­to, tale in­di­ca­zio­ne non possa es­se­re più uti­liz­za­ta.
Sem­pre in chia­ve di sem­pli­fi­ca­zio­ne il de­cre­to af­fer­ma che qua­lo­ra il logo bio­lo­g­i­co del­l’UE sia ri­por­ta­to in più parti di una con­fe­zio­ne, si è te­nu­ti ad in­di­ca­re le di­ci­tu­re pre­vi­ste dalla re­go­la­men­ta­zio­ne UE in re­la­zio­ne ad uno solo dei loghi ri­por­ta­ti sulla con­fe­zio­ne.

Ul­te­rio­ri adem­pi­men­ti degli ope­ra­to­ri a fini di con­trol­lo

L’ar­ti­co­lo 12 con­tie­ne ben 12 commi che ri­guar­da­no ob­bli­ghi di vario con­te­nu­to ine­ren­ti il si­ste­ma di con­trol­lo e cer­ti­fi­ca­zio­ne. Al­cu­ne di­spo­si­zio­ni sono una mera ri­pe­ti­zio­ne di quan­to pre­vi­sto dal vi­gen­te re­go­la­men­to n. 2018/848; altre sono de­cli­na­te su un set­to­re mer­ceo­lo­gi­co spe­ci­fi­co (il riso, vedi commi 10,11 2 12 del ci­ta­to ar­ti­co­lo), altre rap­pre­sen­ta­no scel­te poste a li­vel­lo di au­to­ri­tà com­pe­ten­te cen­tra­le.
A que­sta ul­ti­ma ca­te­go­ria ap­par­tie­ne il primo comma del­l’ar­ti­co­lo 12 il quale, pre­scri­ven­do che l’o­pe­ra­to­re o grup­po di ope­ra­to­ri che ha no­ti­fi­ca­to at­ti­vi­tà con me­to­do bio­lo­g­i­co è te­nu­to ad as­sog­get­tar­si ad un unico Or­ga­ni­smo di con­trol­lo, in­di­pen­den­te­men­te dal­l’u­bi­ca­zio­ne sul ter­ri­to­rio delle unità di pro­du­zio­ne, dal nu­me­ro e dal tipo di at­ti­vi­tà da sot­to­por­re al si­ste­ma di con­trol­lo, ap­pa­re più re­strit­ti­vo di quan­to pre­vi­sto dalla re­go­la­men­ta­zio­ne unio­na­le: in­fat­ti l’art. 35 del Reg. 2018/848 pre­ve­de sì che un ope­ra­to­re o un grup­po di ope­ra­to­ri non possa  ot­te­ne­re un cer­ti­fi­ca­to da più di un or­ga­ni­smo di con­trol­lo ma cir­co­scri­ve tale li­mi­ta­zio­ne alle «at­ti­vi­tà svol­te nello stes­so Stato mem­bro ri­guar­do alla stes­sa ca­te­go­ria di pro­dot­ti, anche nei casi in cui tale ope­ra­to­re o grup­po di ope­ra­to­ri operi in di­ver­se fasi della pro­du­zio­ne, della pre­pa­ra­zio­ne e della di­stri­bu­zio­ne».
Per il resto l’ar­ti­co­lo 12 ri­pro­du­ce il con­te­nu­to di di­spo­si­zio­ni unio­na­li in tema di ge­stio­ne del so­spet­to di non con­for­mi­tà, di mi­su­re pre­ven­ti­ve e pre­cau­zio­na­li, de­no­mi­na­te dal de­cre­to “Mi­su­re pra­ti­che”, chia­ren­do la ter­mi­no­lo­gia im­pie­ga­ta nel RAB e spe­ci­fi­can­do che si trat­ta di mi­su­re pre­cau­zio­na­li.
Si pre­ci­sa al­tre­sì l’ap­pli­ca­bi­li­tà del­l’ob­bli­go di no­ti­fi­ca e quin­di ade­sio­ne al si­ste­ma di con­trol­lo anche per le ope­ra­zio­ni di ge­stio­ne di cen­tri di rac­col­ta di pro­dot­to bio­lo­g­i­co e di di­stri­bu­zio­ne di pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci a mar­chio (art. 12, co. 6) e che, sol­tan­to i ma­gaz­zi­ni «di ser­vi­zio esclu­si­vo per quel­lo spe­ci­fi­co punto ven­di­ta», sono esen­ta­ti dal tale re­qui­si­to.
Un qual­che in­te­res­se sol­le­va il comma 8 ai sensi del quale il ri­cor­so a la­vo­ra­zio­ni con­to-ter­zi è ora og­get­to di un mec­ca­ni­smo di no­ti­fi­ca più raf­fi­na­to, già pras­si ope­ra­ti­va a li­vel­lo na­zio­na­le, se­con­do il quale l’o­pe­ra­to­re o grup­po di ope­ra­to­ri che in­ten­de af­fi­da­re lo svol­gi­men­to di un’at­ti­vi­tà a terzi in­di­ca tale at­ti­vi­tà nel mo­del­lo di no­ti­fi­ca di pro­du­zio­ne con me­to­do bio­lo­g­i­co, a meno che l’e­se­cu­to­re non sia un sog­get­to a sua volta in­se­ri­to nel­l’e­len­co na­zio­na­le degli ope­ra­to­ri bio­lo­g­i­ci. In tal caso il man­da­ta­rio con­ser­va il cer­ti­fi­ca­to del sog­get­to ese­cu­to­re, as­si­mi­la­to quin­di ad un qual­sia­si for­ni­to­re di ma­te­ria­li con­for­mi. Inol­tre, nel caso in cui l’e­se­cu­to­re non sia un ope­ra­to­re no­ti­fi­ca­to, l’im­pe­gno da parte del­l’e­se­cu­to­re di ri­spet­ta­re le norme re­la­ti­ve al­l’a­gri­col­tu­ra bio­lo­g­i­ca e as­sog­get­ta­re le at­ti­vi­tà al si­ste­ma di con­trol­lo di cui al Capo VI del Re­go­la­men­to, è con­te­nu­to, in forma scrit­ta, nel con­trat­to tra ope­ra­to­re ed ese­cu­to­re. Pas­sag­gio ora chia­ri­to e non pre­vi­sto nella pre­vi­gen­te norma.

Sulla con­ver­sio­ne in bio­lo­g­i­co

In tema di con­ver­sio­ne, cioè del pe­rio­do ne­ces­sa­rio in cui ese­gui­re «la tran­si­zio­ne dalla pro­du­zio­ne non bio­lo­g­i­ca a quel­la bio­lo­g­i­ca entro un de­ter­mi­na­to pe­rio­do, du­ran­te il quale si ap­pli­ca­no le di­spo­si­zio­ni re­la­ti­ve alla pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca di cui al pre­sen­te re­go­la­men­to» la nuova di­sci­pli­na na­zio­na­le (art. 3) chia­ri­sce, con op­por­tu­na pun­tua­li­tà, che l’i­ni­zio del pe­rio­do di con­ver­sio­ne coin­ci­de con la data di con­clu­sio­ne della pro­ce­du­ra di com­pi­la­zio­ne della no­ti­fi­ca ai sensi del­l’ar­ti­co­lo 34 del Re­go­la­men­to e della per­ti­nen­te nor­ma­ti­va na­zio­na­le. Il ri­fe­ri­men­to espres­so alla com­pi­la­zio­ne della no­ti­fi­ca, cioè del­l’at­to di im­pul­so del pro­ce­di­men­to am­mi­ni­stra­ti­vo con il quale un ope­ra­to­re (o un grup­po di ope­ra­to­ri) ade­ri­sce al si­ste­ma di con­trol­lo del bio­lo­g­i­co, è un ele­men­to di chia­rez­za e cer­tez­za, at­te­so che, come noto, al­l’i­stan­za di avvio segue una istrut­to­ria che può, lad­do­ve man­chi­no i re­qui­si­ti di am­mis­si­bi­li­tà, por­ta­re alla in­va­li­da­zio­ne della no­ti­fi­ca ri­chie­sta.
Il ci­ta­to ar­ti­co­lo 3 poi ri­ba­di­sce che l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te alla con­ces­sio­ne di even­tua­li de­ro­ghe al pe­rio­do di con­ver­sio­ne ca­no­ni­co (fis­sa­to al­l’al­le­ga­to II, punto 1.7.1 del Re­go­la­men­to) (3) sia la Re­gio­ne (4).

Le norme na­zio­na­li di pro­du­zio­ne

Agli ar­ti­co­li 4-10 sono con­te­nu­te di­ver­se di­spo­si­zio­ni tec­ni­che in tema di pro­du­zio­ne ve­ge­ta­le (Ar­ti­co­lo 4), pro­du­zio­ne ani­ma­le (Ar­ti­co­lo 5), pro­du­zio­ne di alghe e ani­ma­li da ac­qua­col­tu­ra, (Ar­ti­co­lo 6) pro­du­zio­ne di ali­men­ti tra­sfor­ma­ti (Ar­ti­co­lo 7), pro­du­zio­ne del vino (Ar­ti­co­lo 8), uni­ta­men­te alla di­sci­pli­na delle de­ro­ghe (Ar­ti­co­lo 9) e delle norme ec­ce­zio­na­li di pro­du­zio­ne (Ar­ti­co­lo 10).
Par­ten­do dagli aspet­ti re­la­ti­vi ai pro­dot­ti tra­sfor­ma­ti, l’Ar­ti­co­lo 7, al comma 1, con­tie­ne una con­fer­ma della de­fi­ni­zio­ne di per “pro­dot­to ot­te­nu­to prin­ci­pal­men­te da in­gre­dien­ti di ori­gi­ne agri­co­la” già pre­vi­sta dal pre­ce­den­te DM 6793/2018: la di­spo­si­zio­ne na­zio­na­le in real­tà è una mera re­pli­ca di quan­to oggi sta­bi­li­to dal RAB al­l’Al­le­ga­to II, Parte IV, punto 2.1 del Re­go­la­men­to per “pro­dot­to ot­te­nu­to prin­ci­pal­men­te da in­gre­dien­ti di ori­gi­ne agri­co­la”, si in­ten­de un pro­dot­to in cui gli in­gre­dien­ti di ori­gi­ne agri­co­la rap­pre­sen­ta­no più del 50% in peso della to­ta­li­tà degli in­gre­dien­ti.
In­no­va­ti­va e non poco è la di­sci­pli­na (art. 7, c.2) in me­ri­to al­l’im­pie­go di al­cu­ni ad­di­ti­vi, ni­tri­to di sodio (E250) e ni­tra­to di po­tas­sio (E252) per la tra­sfor­ma­zio­ne dei pro­dot­ti a base di carne. Sul punto in­fat­ti si se­gna­la una si­gni­fi­ca­ti­va sem­pli­fi­ca­zio­ne, di­scen­den­te dal nuovo qua­dro UE: dalla en­tra­ta in vi­go­re del de­cre­to in­fat­ti sarà suf­fi­cien­te di­mo­stra­re «in modo ade­gua­to, che non esi­ste alcun me­to­do tec­no­lo­gi­co al­ter­na­ti­vo in grado di of­fri­re le stes­se ga­ran­zie e/o di pre­ser­va­re le pe­cu­lia­ri ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to. In­fat­ti, men­tre nella pre­ce­den­te di­sci­pli­na na­zio­na­le». Ciò sem­bra po­ter­si in­ten­de­re che in sede di con­trol­lo di con­for­mi­tà l’en­te de­pu­ta­to possa pren­de­re atto e va­lu­ta­re quan­to pre­vi­sto, se pre­vi­sto, spe­ci­fi­ca­ta­men­te nel ma­nua­le di au­to­con­trol­lo igie­ni­co in me­ri­to al­l’u­so tec­no­lo­gi­co ne­ces­si­ta­to; in al­ter­na­ti­va po­treb­be anche ri­cor­rer­si a una re­la­zio­ne di un tec­no­lo­go ali­men­ta­re, ad esem­pio, che for­ni­sca ido­nea mo­ti­va­zio­ne in or­di­ne al re­qui­si­to.
Il cam­bio di passo è si­gni­fi­ca­ti­vo se com­pa­ra­to con la nor­ma­ti­va pre­ce­den­te: que­st’ul­ti­ma in­fat­ti pre­ve­de­va una au­to­riz­za­zio­ne cen­tra­liz­za­ta (in capo al Mi­ni­ste­ro delle po­li­ti­che agri­co­le) al­l’u­so del ni­tri­to di sodio e del ni­tra­to di po­tas­sio per la pro­du­zio­ne di pro­sciut­ti con osso e cu­la­tel­li (5), men­tre per tutti gli altri pro­dot­ti a base di carne era ap­pli­ca­bi­le il re­gi­me di esen­zio­ne tem­po­ra­neo (6).
La nuova di­sci­pli­na delle pro­du­zio­ni car­nee in bio­lo­g­i­co, dun­que, quan­to al­l’u­so del ni­tri­to di sodio e del ni­tra­to di po­tas­sio, au­to­riz­zan­do­ne l’uso, in linea con quan­to pre­vi­sto dal vi­gen­te re­go­la­men­to (UE) 2021/1165, de­cen­tra­liz­za la fase di con­trol­lo as­se­gnan­do mag­gior re­spon­sa­bi­li­tà al­l’O­SA-bio e al ri­spet­ti­vo or­ga­ni­smo di con­trol­lo.
Re­la­ti­va­men­te alla pro­du­zio­ne del vino (ar­ti­co­lo 8), si se­gna­la che quan­to al­l’u­so di so­stan­ze re­go­la­men­ta­te, quali ad­di­ti­vi e altri au­si­lia­ri di pro­du­zio­ne, il De­cre­to na­zio­na­le in­tro­du­ce una pro­ce­du­ra de­scrit­ta nel­l’al­le­ga­to 5 del me­de­si­mo de­cre­to.
Se­con­do que­sto al­le­ga­to, l’o­pe­ra­to­re, per cia­scu­na cam­pa­gna, invia una ri­chie­sta per la for­ni­tu­ra dei pro­dot­ti e delle so­stan­ze au­to­riz­za­ti per la pro­du­zio­ne e la con­ser­va­zio­ne dei pro­dot­ti vi­ti­vi­ni­co­li per i quali, nel­l’Al­le­ga­to V, Se­zio­ne A2, Parte D del re­go­la­men­to (UE) 2021/1165, è pre­vi­sto nella co­lon­na ‘Con­di­zio­ni e li­mi­ti spe­ci­fi­ci’ che siano ot­te­nu­ti da ma­te­rie prime bio­lo­g­i­che, se di­spo­ni­bi­li, ad al­me­no due ope­ra­to­ri bio­lo­g­i­ci.
Qua­lo­ra le ri­chie­ste ab­bia­no esito ne­ga­ti­vo l’o­pe­ra­to­re è au­to­riz­za­to a uti­liz­za­re, esclu­si­va­men­te per quel­la cam­pa­gna vi­ti­vi­ni­co­la, le cor­ri­spon­den­ti so­stan­ze di ori­gi­ne non bio­lo­g­i­ca.
L’o­pe­ra­to­re inol­tra le ri­chie­ste a mezzo fax, posta elet­tro­ni­ca o posta elet­tro­ni­ca cer­ti­fi­ca­ta e con­ser­va, in­sie­me alle re­la­ti­ve ri­spo­ste, l’in­te­ra do­cu­men­ta­zio­ne ren­den­do­la di­spo­ni­bi­le al­l’Au­to­ri­tà Com­pe­ten­te e agli Or­ga­ni­smi di con­trol­lo.
Qua­lo­ra, per una de­ter­mi­na­ta cam­pa­gna, l’Au­to­ri­tà Com­pe­ten­te ac­cer­ti la non di­spo­ni­bi­li­tà dei pro­dot­ti e delle so­stan­ze au­to­riz­za­ti per la pro­du­zio­ne e la con­ser­va­zio­ne dei pro­dot­ti vi­ti­vi­ni­co­li per i quali, nel­l’Al­le­ga­to V, Se­zio­ne A2, Parte D del re­go­la­men­to (UE) 2021/1165, è pre­vi­sto nella co­lon­na ‘Con­di­zio­ni e li­mi­ti spe­ci­fi­ci’ che siano ot­te­nu­ti da ma­te­rie prime bio­lo­g­i­che, se di­spo­ni­bi­li, prov­ve­de a dif­fon­de­re l’in­for­ma­zio­ne con un co­mu­ni­ca­to pub­bli­ca­to sulla Gaz­zet­ta Uf­fi­cia­le e sui siti in­ter­net del Mi­ni­ste­ro (www.​pol​itic​heag​rico​le.​it) e del SINAB (www.​sinab.​it).

Pro­du­zio­ne ve­ge­ta­le

L’ar­ti­co­lo 4 con­tie­ne qual­che no­vi­tà: in primo luogo il primo comma, in tema di fer­ti­li­tà del suolo ha ag­giun­to al «man­te­ni­men­to» il po­ten­zia­men­to del suolo e la tu­te­la della sa­lu­te delle pian­te, fi­na­li­tà che deb­bo­no es­se­re ot­te­nu­te «at­tra­ver­so il suc­ce­der­si nel tempo della col­ti­va­zio­ne di spe­cie ve­ge­ta­li dif­fe­ren­ti sullo stes­so ap­pez­za­men­to, me­dian­te il ri­cor­so alla ro­ta­zio­ne plu­rien­na­le delle col­tu­re.
Il comma 2 si con­cen­tra sulle col­tu­re se­mi­na­ti­ve, or­ti­co­le non spe­cia­liz­za­te e spe­cia­liz­za­te in pieno campo, per quale si sta­bi­li­sce che «la me­de­si­ma spe­cie, al ter­mi­ne del ciclo col­tu­ra­le, è col­ti­va­ta sulla stes­sa su­per­fi­cie solo dopo l’av­vi­cen­dar­si di al­me­no due cicli di col­tu­re prin­ci­pa­li di spe­cie dif­fe­ren­ti, uno dei quali de­sti­na­to a le­gu­mi­no­sa, col­tu­ra da so­ve­scio o mag­ge­se». Nel caso di mag­ge­se è ri­chie­sta una per­ma­nen­za sul ter­re­no non in­fe­rio­re a 6 mesi. In caso di col­tu­re in am­bien­te pro­tet­to si ap­pli­ca quan­to pre­vi­sto dal­l’Al­le­ga­to II, Parte I, punto 1.9.2 let­te­ra b) del Re­go­la­men­to.
La re­go­la ge­ne­ra­le sulla ro­ta­zio­ne del comma 2 in­con­tra al­cu­ne de­ro­ghe in­di­ca­te al comma 3. Vi si sta­bi­li­sce che in de­ro­ga a quan­to ri­por­ta­to al comma 2 re­go­le spe­cia­le val­go­no per il ce­rea­le au­tun­no-ver­ni­no (7), il riso (8), gli or­tag­gi a fo­glia a ciclo breve (9), le col­tu­re da ta­glio (10).
In tutti i casi di cui ai commi 2 e 3, la col­tu­ra da so­ve­scio è con­si­de­ra­ta col­tu­ra prin­ci­pa­le quan­do pre­ve­de la col­ti­va­zio­ne di una le­gu­mi­no­sa, in pu­rez­za o in mi­scu­glio, che per­ma­ne sul ter­re­no fino alla fase fe­no­lo­gi­ca di ini­zio fio­ri­tu­ra prima di es­se­re so­ve­scia­ta, e co­mun­que oc­cor­re ga­ran­ti­re un pe­rio­do mi­ni­mo di 90 gior­ni tra la se­mi­na della col­tu­ra da so­ve­scio e la se­mi­na della col­tu­ra prin­ci­pa­le suc­ces­si­va.
Tra le di­ver­se norme tec­ni­che con­te­nu­te nel de­cre­to si se­gna­la il comma 8 che de­li­nea l’e­len­co esau­sti­vo delle re­gi­stra­zio­ni che at­te­sta­no la ne­ces­si­tà di uti­liz­za­re i pro­dot­ti per la pro­te­zio­ne dei ve­ge­ta­li, ai sensi del­l’Al­le­ga­to II, Parte I, punto 1.10.2 del Re­go­la­men­to, sono rap­pre­sen­ta­te da:

  1. a) re­la­zio­ne tec­ni­co agro­no­mi­ca;
  2. b) re­la­zio­ne fi­to­pa­to­lo­gi­ca;
  3. c) bol­let­ti­ni me­te­reo­lo­gi­ci e fi­to­sa­ni­ta­ri;
  4. d) mo­del­li fi­to­pa­to­lo­gi­ci pre­vi­sio­na­li;
  5. e) re­gi­stra­zio­ne delle cat­tu­re su trap­po­le en­to­mo­lo­gi­che

Su que­sto punto viene meno la pos­si­bi­li­tà di ri­con­dur­re come giu­sti­fi­ca­ti­vo per l’u­ti­liz­zo di mezzi tec­ni­ci per la di­fe­sa (Al­le­ga­to II, Parte I, punto 1.10.2 del Re­go­la­men­to), la di­chia­ra­zio­ne pre­vi­sta dalla nor­ma­ti­va co­mu­ni­ta­ria dal­l’art. 39 del Re­go­la­men­to (Art. 63, pa­ra­gra­fo 2 del re­go­la­men­to (CE) n. 889/08 ex art. 2 DM 18654/2018).
Quan­to pre­vi­sto sem­bra de­ter­mi­na­re quin­di la pro­du­zio­ne di un ela­bo­ra­to a pro­fi­lo tec­ni­co di­stin­to da quan­to pre­vi­sto dal si­ste­ma di ge­stio­ne elle mi­su­re de­fi­ni­te “pre­cau­zio­na­li” ri­chie­ste dalla norma co­mu­ni­ta­ria.
Per quan­to at­tie­ne l’art. 5 (Pro­du­zio­ne ani­ma­le), non si se­gna­la­no mo­men­ti di in­no­va­zio­ne par­ti­co­la­re se non la con­fer­ma di quan­to già espres­so nella pre­ce­den­te di­spo­si­zio­ne nor­ma­ti­va fatto salvo al­cu­ni det­ta­gli circa:

  • L’i­den­ti­fi­ca­zio­ne delle razze da pri­vi­le­gia­re in api­col­tu­ra (Apis mel­li­fe­ra li­gu­sti­ca, Apis mel­li­fe­ra si­cu­la, li­mi­ta­ta­men­te alla Si­ci­lia e, li­mi­ta­ta­men­te alle zone di con­fi­ne, le razze Apis mel­li­fe­ra car­ni­ca e Apis mel­li­fe­ra nigra;
  • Pe­ri­me­tran­do il con­cet­to di esten­sio­ne si­gni­fi­ca­ti­va azien­da­le per la quale ri­sul­ta con­ce­di­bi­le un rin­no­vo del pa­tri­mo­nio zoo­tec­ni­co fino ad un 40%. Il punto pre­ve­de un am­plia­men­to del­l’a­zien­da tale da con­sen­ti­re un in­cre­men­to del ca­pi­ta­le ani­ma­le adul­to in pro­du­zio­ne al­me­no pari al 20% per bo­vi­ni adul­ti e al 30% per le altre ca­te­go­rie. Inol­tre il re­qui­si­to non può es­se­re sod­di­sfat­to me­dian­te ac­cor­di di coo­pe­ra­zio­ne tra agri­col­to­ri (comma 3);
  • Che si ri­co­no­sco­no, ai fini di evi­den­ze e te­nu­ta di re­gi­stra­zio­ni le or­di­na­rie re­gi­stra­zio­ni azien­da­li nel ri­spet­to dalla vi­gen­te nor­ma­ti­va na­zio­na­le;
  • Ri­ba­di­ta la ne­ces­si­tà di pa­re­re ob­bli­ga­to­rio e vin­co­lan­te di un me­di­co ve­te­ri­na­rio del­l’Au­to­ri­tà sa­ni­ta­ria com­pe­ten­te per ter­ri­to­rio in caso in­ter­ven­ti di am­pu­ta­zio­ne. Tale pa­re­re è reso al sin­go­lo al­le­va­men­to, al per­ma­ne­re delle con­di­zio­ni che l’han­no de­ter­mi­na­to, al fine di mi­glio­ra­re la sa­lu­te, il be­nes­se­re o l’i­gie­ne degli ani­ma­li o nei casi in cui sia ne­ces­sa­ria per ga­ran­ti­re la si­cu­rez­za dei la­vo­ra­to­ri.

An­dan­do in­fi­ne al­l’art. 6 (Pro­du­zio­ne di alghe e ani­ma­li da ac­qua­col­tu­ra), la norma pun­tua­liz­za al­cu­ni ele­men­ti a ga­ran­zia della se­pa­ra­zio­ne tra at­ti­vi­tà con­dot­te con­te­stual­men­te con me­to­do con­ven­zio­na­le e bio­lo­g­i­co. De­ro­ga con­ces­sa in am­bi­to co­mu­ni­ta­rio e fun­zio­na­le allo svi­lup­po di un set­to­re di ul­ti­ma in­tro­du­zio­ne nel si­ste­ma di pro­du­zio­ne con me­to­do bio­lo­g­i­co (Art. 9 comma 7 del Re­go­la­men­to). Nel caso in cui, le con­di­zio­ni di ade­gua­ta se­pa­ra­zio­ne non fos­se­ro pra­ti­ca­bi­li, tra le unità di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca e non bio­lo­g­i­ca, dovrà es­se­re ri­spet­ta­ta

  • una di­stan­za mi­ni­ma di 1.000 metri tra il punto di pre­lie­vo idri­co del­l’u­ni­tà bio­lo­g­i­ca e il punto di sca­ri­co del­l’u­ni­tà non bio­lo­g­i­ca nel caso di im­pian­ti a terra e di un mi­glio ma­ri­no tra le unità nel caso di am­bien­te ma­ri­no, fatte salve even­tua­li norme più re­strit­ti­ve ema­na­te dalle Re­gio­ni ter­ri­to­rial­men­te com­pe­ten­ti sulla base di cri­te­ri og­get­ti­vi e non di­scri­mi­nan­ti,
  • mel caso della mol­lu­schi­col­tu­ra, una di­stan­za mi­ni­ma tra unità bio­lo­g­i­che e non bio­lo­g­i­che di 150 metri.

I ri­ma­nen­ti punti pre­vi­sti dal­l’art 6 spe­ci­fi­ca­no aspet­ti di na­tu­ra do­cu­men­ta­le le­ga­ta alle ne­ces­sa­rie evi­den­ze di con­for­mi­tà del pro­ces­so, con par­ti­co­la­re ri­fe­ri­men­to al Piano di Ge­stio­ne so­ste­ni­bi­le, la Va­lu­ta­zio­ne Am­bien­ta­le ed il det­ta­glio dei con­te­nu­ti di que­sti due spe­ci­fi­ci do­cu­men­ti di si­ste­ma.

Di­spo­si­zio­ni tran­si­to­rie e fi­na­li (art. 14)

Degno di nota è que­sto ar­ti­co­lo in quan­to in­ter­vie­ne su un punto che ha ge­ne­ra­to una certa dif­fi­col­tà tra gli ope­ra­to­ri bio­lo­g­i­ci in­te­res­sa­ti dalla pro­du­zio­ne di mol­lu­schi.
Di fatto la norma co­mu­ni­ta­ria ri­de­fi­ni­sce per gli al­le­va­men­ti bio­lo­g­i­ci di mol­lu­schi, le aree ri­te­nu­te com­pa­ti­bi­li con tale me­to­do di pro­du­zio­ne. La di­spo­si­zio­ne de­fi­ni­ta dal Reg. 2018/848, pre­ve­de che gli al­le­va­men­ti di mol­lu­schi pos­sa­no es­se­re ef­fet­tua­ti solo in aree di tipo “A” (come con­fi­gu­ra­te dal Re­go­la­men­to (UE) 2017/625). L’op­zio­ne, di fatto, esclu­de tutti gli al­le­va­men­ti che ri­ca­do­no nelle zone di Tipo “B”, con­di­zio­ne am­mes­sa dal Reg. 834/07.
Nelle zone di pro­du­zio­ne di tipo A è con­sen­ti­ta la rac­col­ta e l’u­ti­liz­zo per il con­su­mo umano di­ret­to dei mol­lu­schi bi­val­vi men­tre, in zone di pro­du­zio­ne di tipo B è con­sen­ti­ta la rac­col­ta e l’u­ti­liz­zo per il con­su­mo umano dei mol­lu­schi bi­val­vi sol­tan­to dopo che gli stes­si ab­bia­no su­bi­to un trat­ta­men­to in un cen­tro di de­pu­ra­zio­ne. Il trat­ta­men­to di de­pu­ra­zio­ne ha lo scopo di ga­ran­ti­re una ca­ri­ca mi­cro­bio­lo­gi­ca com­pa­ti­bi­le con la si­cu­rez­za del­l’a­li­men­to.
At­tual­men­te, la mag­gior parte degli al­le­va­men­ti di mol­lu­schi che in­te­res­sa­no le von­go­le, ri­ca­do­no in aree di tipo B. E la si­tua­zio­ne vale anche per le azien­de che hanno ade­ri­to al me­to­do di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­che. Il man­te­ni­men­to della re­stri­zio­ne pre­vi­sta dal Reg. 2018/848 an­dreb­be a de­ter­mi­na­re, di fatto, l’e­sclu­sio­ne dal si­ste­ma di tutte le azien­de di al­le­va­men­to di mol­lu­schi in­te­res­sa­ti dalle von­go­le (Ve­ne­ri­col­tu­ra) e di parte di quel­li in­te­res­sa­ti dalle cozze.
L’e­sclu­sio­ne però aveva de­ter­mi­na­to di­ver­se per­ples­si­tà tra gli ope­ra­to­ri ade­ren­ti. L’art. 14 del de­cre­to sta­bi­li­sce che, nelle more della de­fi­ni­zio­ne di una norma na­zio­na­le volta a de­fi­ni­re i cri­te­ri per de­ter­mi­na­re se le zone di svi­lup­po dei mol­lu­schi bi­val­vi al­le­va­ti con me­to­do bio­lo­g­i­co sono di qua­li­tà equi­va­len­te a quel­la delle zone di pro­du­zio­ne clas­si­fi­ca­te come di  clas­se A (ai  sensi  del  re­go­la­men­to  (UE)  2019/627), gli al­le­va­men­ti di mol­lu­schi bi­val­vi che hanno no­ti­fi­ca­to la loro at­ti­vi­tà entro il 31 di­cem­bre 2021, e che sono ri­sul­ta­ti con­for­mi  al  re­go­la­men­to (CE) 834/2007, qua­lo­ra ri­ca­da­no in aree di pro­du­zio­ne clas­si­fi­ca­te come di clas­se B ai sensi della nor­ma­ti­va vi­gen­te, pos­so­no es­se­re ri­te­nu­ti con­for­mi al re­go­la­men­to (UE) 2018/848 in re­la­zio­ne al re­qui­si­to della qua­li­tà delle acque.
E’ pre­vi­sto che entro 3 mesi dal­l’en­tra­ta in vi­go­re del de­cre­to il Mi­paaf adot­te­rà di­spo­si­zio­ni volte a sta­bi­li­re la cer­ti­fi­ca­bi­li­tà delle pro­du­zio­ni degli al­le­va­men­ti in que­stio­ne.
Il punto con­sen­te per­tan­to agli ope­ra­to­ri già in­se­ri­ti nel si­ste­ma da non ri­tro­var­si esclu­si a se­gui­to di una scel­ta nor­ma­ti­va che avreb­be pe­na­liz­za­to chi si era già in­se­ri­to nel si­ste­ma a fron­te di un de­ter­mi­na­to in­sie­me di re­qui­si­ti.

Note:

  • AL­LE­GA­TO 1 (Pa­ra­me­tri mi­ni­mi per i di­sci­pli­na­ri pri­va­ti di ri­sto­ra­zio­ne col­let­ti­va bio­lo­g­i­ca); AL­LE­GA­TO 2 (Pro­dot­ti im­pie­ga­ti come cor­ro­bo­ran­ti, po­ten­zia­to­ri delle di­fe­se na­tu­ra­li dei ve­ge­ta­li); AL­LE­GA­TO 3 (Ge­stio­ne delle de­ro­ghe; AL­LE­GA­TO 4 (Elen­co tipi ge­ne­ti­ci a lento ac­cre­sci­men­to); AL­LE­GA­TO 5 (Pro­ce­du­ra per l’u­ti­liz­zo di pro­dot­ti e so­stan­ze non bio­lo­g­i­che (Al­le­ga­to V, Se­zio­ne A.2, Parte D del re­go­la­men­to (UE) 2021/1165); AL­LE­GA­TO 6 (Piano di ge­stio­ne so­ste­ni­bi­le (Al­le­ga­to II, Parte III, punto 1.5 del Re­go­la­men­to).
  • Il RAB (all. II, p. 1.7.1) pre­scri­ve un pe­rio­do di con­ver­sio­ne:
    –          di al­me­no due anni nel caso di pa­sco­li o prati per­ma­nen­ti, prima della loro uti­liz­za­zio­ne come fo­rag­gio bio­lo­g­i­co;
    –          al­me­no tre anni nel caso delle col­tu­re pe­ren­ni di­ver­se dai fo­rag­gi, prima del primo rac­col­to di pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci.
  • La fase di con­ver­sio­ne è su­scet­ti­bi­le di de­ro­ghe, pre­vi­ste dallo stes­so RAB (All. II, p. 7.1.2), che, se­con­do il de­cre­to in pa­ro­la as­se­gna alla re­gio­ne la com­pe­ten­za a de­ci­de di even­tua­li ri­chie­ste di pro­ro­ga­re il pe­rio­do di con­ver­sio­ne per la terra o per uno o più ap­pez­za­men­ti con­ta­mi­na­ti con pro­dot­ti o so­stan­ze non au­to­riz­za­ti. Nel caso di im­po­si­zio­ne di un nuovo pe­rio­do di con­ver­sio­ne, ad esem­pio, in caso di trat­ta­men­to con un pro­dot­to o una so­stan­za non au­to­riz­za­ti per l’uso nella pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca, è pos­si­bi­le se­con­do quan­to pre­vi­sto dal RAB (all. II, p. 7.1.3): a) trat­ta­men­to con un pro­dot­to o una so­stan­za non au­to­riz­za­ti per l’uso nella pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca im­po­sto dalla com­pe­ten­te au­to­ri­tà dello Stato mem­bro in­te­res­sa­to nel qua­dro di un’a­zio­ne ob­bli­ga­to­ria di lotta con­tro or­ga­ni­smi no­ci­vi o erbe in­fe­stan­ti, com­pre­si or­ga­ni­smi no­ci­vi sog­get­ti a qua­ran­te­na o spe­cie in­va­si­ve; b) trat­ta­men­to con un pro­dot­to o una so­stan­za non au­to­riz­za­ti per l’uso nella pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca nel qua­dro di espe­ri­men­ti scien­ti­fi­ci ap­pro­va­ti dal­l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te dello Stato mem­bro in­te­res­sa­to.
  • In tal caso, l’o­pe­ra­to­re che in­ten­da ri­cor­re­re al­l’u­so di ni­tri­to di sodio e ni­tra­to di po­tas­sio, è te­nu­to a for­ni­re al Mi­ni­ste­ro ade­gua­ta di­mo­stra­zio­ne circa l’i­ne­si­sten­za di un me­to­do tec­no­lo­gi­co al­ter­na­ti­vo in grado di of­fri­re le stes­se ga­ran­zie e/o di pre­ser­va­re le pe­cu­lia­ri ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to.
  • art. 4, DM 6793/2012:

2)  Ai sensi del­l’al­le­ga­to VIII del re­go­la­men­to (CE) n. 889/08 l’uso del ni­tri­to di sodio e del ni­tra­to di po­tas­sio per la tra­sfor­ma­zio­ne dei pro­dot­ti a base di carne, è au­to­riz­za­to dal Mi­ni­ste­ro qua­lo­ra sia di­mo­stra­to, in modo ade­gua­to, che non esi­ste alcun me­to­do tec­no­lo­gi­co al­ter­na­ti­vo in grado di of­fri­re le stes­se ga­ran­zie e/o di pre­ser­va­re le pe­cu­lia­ri ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to.
3)  In de­ro­ga a quan­to sta­bi­li­to dalla di­spo­si­zio­ne eu­ro­pea di cui al pa­ra­gra­fo 2 del pre­sen­te ar­ti­co­lo, ed in at­te­sa del rie­sa­me pre­vi­sto al­l’art. 27, pa­ra­gra­fo 3, let­te­ra a) del re­go­la­men­to n. 889/2008, si au­to­riz­za l’uso del ni­tri­to di sodio e del ni­tra­to di po­tas­sio, nel ri­spet­to delle con­di­zio­ni spe­ci­fi­che poste dal re­go­la­men­to, senza l’ob­bli­go di al­cu­na di­mo­stra­zio­ne da parte del­l’o­pe­ra­to­re che in­ten­da uti­liz­zar­li.
4)  La de­ro­ga in­di­ca­ta al comma 3 non si ap­pli­ca per la pro­du­zio­ne di pro­sciut­ti con osso e cu­la­tel­li. In tal caso, l’o­pe­ra­to­re che in­ten­da ri­cor­re­re al­l’u­so di ni­tri­to di sodio e ni­tra­to di po­tas­sio, è te­nu­to a for­ni­re al Mi­ni­ste­ro ade­gua­ta di­mo­stra­zio­ne circa l’i­ne­si­sten­za di un me­to­do tec­no­lo­gi­co al­ter­na­ti­vo in grado di of­fri­re le stes­se ga­ran­zie e/o di pre­ser­va­re le pe­cu­lia­ri ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to.

  • a) Un ce­rea­le au­tun­no-ver­ni­no può suc­ce­de­re a sé stes­so o ad un altro ce­rea­le au­tun­no-ver­ni­no per un mas­si­mo di due cicli col­tu­ra­li, che de­vo­no es­se­re se­gui­ti da al­me­no due cicli di col­tu­re prin­ci­pa­li di spe­cie dif­fe­ren­ti, al­me­no uno dei quali de­sti­na­to a le­gu­mi­no­sa, col­tu­ra da so­ve­scio o mag­ge­se. Que­st’ul­ti­mo con una per­ma­nen­za sul ter­re­no non in­fe­rio­re a 6 mesi;
  • b) il riso può suc­ce­de­re a sé stes­so per un mas­si­mo di tre cicli se­gui­ti al­me­no da due cicli di col­tu­re prin­ci­pa­li di spe­cie dif­fe­ren­ti, uno dei quali de­sti­na­to a le­gu­mi­no­sa;
  • c) gli or­tag­gi a fo­glia a ciclo breve pos­so­no suc­ce­de­re a loro stes­si al mas­si­mo per tre cicli con­se­cu­ti­vi. Suc­ces­si­va­men­te ai tre cicli segue al­me­no una col­tu­ra da ra­di­ce/tu­be­ro op­pu­re una col­tu­ra da so­ve­scio;
  • d) le col­tu­re da ta­glio non suc­ce­do­no a sé stes­se. A fine ciclo col­tu­ra­le, della du­ra­ta mas­si­ma di sei mesi, la col­tu­ra da ta­glio è in­ter­ra­ta e se­gui­ta da al­me­no una col­tu­ra da ra­di­ce/tu­be­ro op­pu­re da un so­ve­scio.

Do­na­to Fer­ruc­ci (To­ri­no 1964), Do­cen­te si­ste­mi qua­li­tà e cer­ti­fi­ca­zio­ne dei pro­dot­ti ali­men­ta­ri ITS Agroa­li­men­ta­re Roma/Vi­ter­bo. Agro­no­mo, pub­bli­ci­sta, e Ma­ster in Di­rit­to Ali­men­ta­re. Re­spon­sa­bi­le Bioa­gr­i­cert srl per l’a­rea Lazio/Abruz­zo/Um­bria/Mar­che. Per info: Goo­gle “Do­na­to Fer­ruc­ci Agro­no­mo”.

Da­nie­le Pi­sa­nel­lo è av­vo­ca­to con­su­len­te in Di­rit­to Ali­men­ta­re, fon­da­to­re e ma­na­ging Part­ner di Lex Ali­men­ta­ria Stu­dio Le­ga­le As­so­cia­to (Pisa e Fi­ren­ze), www.​lex​alim​enta​ria.​eu; Re­gu­la­to­ry Ex­pert per pri­ma­ria so­cie­tà di con­su­len­za re­go­la­to­ria sta­tu­ni­ten­se. E-mail: pi­sa­nel­lo@​lex​alim​enta​ria.​eu

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