La Cinofilia al tempo del Covid
di Federico Vinattieri
L’autore in diretta streaming, durante l’assemblea dei soci ENCI
Il giorno 9 Marzo del 2020, d’improvviso, tutto il settore zootecnico, come ogni altro, si è arrestato dall’oggi al domani. Tutto interrotto, tutto stoppato senza preavviso, senza precedenti, con totale sorpresa.
All’arrivo del famigerato virus, e della conseguente pandemia mondiale, il settore si è congelato, come se il tempo si fosse trattenuto dal proseguire la sua corsa.
Questo apparentemente.
Veramente è andata così anche per noi allevatori?
La realtà è un po’ diversa per chi, come il sottoscritto, è immerso nel mondo degli animali in svariati settori.
Noi allevatori sappiamo bene che un allevamento in realtà non si ferma, non può fermarsi, mai.
Quando noi cinofili assidui espositori, vedemmo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in televisione a reti unificate, annunciare il primo lockdown, il nostro pensiero cadde nell’immediato sulle varie domande: – “e adesso come facciamo?”…. “avevamo iscritto a quella esposizione e non possiamo più andarci!”… “dovevamo consegnare quei cuccioli e non possiamo più farlo?”… “dovevamo accoppiare quella nostra fattrice e non possiamo procedere?”… Sintetizzando, il tutto era riassumibile da 5 parole, che riecheggiavano tra i cinofili e che facevano tornare alla mente il celebre film di Giovanni Veronesi del 2004: “Che ne sarà di noi”.
Ma poi, di colpo, tutti i dubbi, tutte le perplessità, tutte le indecisioni aggravate dal persistere di motivo di incertezza… si sgretolarono pian piano, e noi cinofili riacquistammo in modo repentino, la nostra saggia consapevolezza che, nella realtà dei fatti, expo’ a parte, nulla si sarebbe fermato veramente per il mondo dei cani.
Proprio per questo motivo, neanche il corona virus è riuscito a bloccare veramente gli allevamenti.
Nell’universo cinofilo, a parte tutto ciò che concerne appunto il cosiddetto “mondo delle esposizioni”, ossia tutto ciò che ruota intorno alle mostre, le manifestazioni di bellezza, alle prove di lavoro, e a tutte le altre discipline cinofile sportive, che inevitabilmente sono state saggiamente bloccate, fatto che purtroppo ha messo a dura prova gli amici handler e fotografi professionisti e anche tutti coloro che lavorano in questi eventi…. allo stesso tempo nei nostri centri di selezione si è cercato in contemporanea le modalità per proseguire al meglio il nostro operato, con nuove cucciolate e crescendo nuovi soggetti da poter esporre quando le esposizioni canine sarebbero state riattivate dall’Ente nazionale, in conseguenza ad un eventuale “via libera” del Governo, che sarebbe arrivato, in forma parziale, solo un anno e mezzo circa dopo l’inizio della pandemia.
Noi allevatori, per troppi anni ammaliati dalla partecipazione accanita alle verifiche zootecniche, ci siamo dovuti, gioco forza, “disintossicare” dalla mera competizione, e ci siamo concentrati sull’autentica e genuina attuazione dei nostri programmi, un po’ destreggiandoci nella realtà, determinati progetti fin troppo tralasciati o accantonati per mancanza di tempo, un po’ giocando con la nostra fantasia e fantasticando su come sarebbe stato il nostro “ritorno” in quel mondo di cui eravamo assuefatti e del quale pensavamo di non poter fare a meno. Perché si sa, noi allevatori siamo anche degli instancabili sognatori, talvolta con uno spirito agonistico estremamente accentuato, lo dobbiamo ammettere… pertanto, il pensiero fu: “mi raccomando non toglieteci le esposizioni!! … altrimenti ci deprimiamo!” Ma come abbiamo visto, siamo sopravvissuti, abbiamo resistito, siamo tornati anche nei ring. Forse per la prima volta, in tanti, abbiamo compreso che le esposizioni non sono una primaria necessità, ma solo uno dei tanti metodi di confronto. Sì, è vero che sono importanti, ma ciò non toglie che essere stati tagliati fuori dai ring per più di un anno, non ha certo scalfito la nostra voglia di allevare.
Il pubblico a bordo ring al Campionato A.T.I.MA.NA. di Pompei 2021
Curioso il nostro “movimento di allevatori”, che messo con le spalle al muro da questo blocco delle attività, si è saputo riorganizzare in pochissimo tempo, rimanendo in costante contatto, comportandosi da quella blasonata “grande famiglia”, che ci piace tanto sbandierare.
Ed ecco che durante i vari lockdown, sono nate una miriade di dirette streaming, sia ufficiali, ossia organizzate da parte dell’Ente Nazionale della Cinofilia italiana a scopo formativo, per Giudici, Allievi Giudici e Club di razza, sia messe in opera da appassionati, da divulgatori cinofili, da medici veterinari, da svariate aziende mangimistiche o dagli allevatori stessi, sui vari social network.
Facebook, Instagram, Youtube, per gli allevatori, si son tramutati da mezzi di mera e tartassante pubblicità, troppe volte usati a sproposito, ad efficienti canali di comunicazione, che hanno dato agio a dibattiti anche molto interessanti e, diciamola tutta, hanno reso un gran servizio alla comunità cinofila.
Io stesso, che ho sempre criticato in passato tali mezzi informatici, consapevole che venivano utilizzati malamente, ho preso parte durante il 2020 ed il 2021, a moltissime “Live”, dando il mio modestissimo contributo alla divulgazione di informazioni in questo settore.
Tantissime le nuove comunità virtuali, o gruppi che dir si voglia, originati dalla pressante esigenza dei cinofili di frequentarsi e di discutere tra loro.
Per una volta, la tecnologia ci è veramente venuta in soccorso.
Abbiamo imparato ad utilizzare piattaforme di “meeting virtuali”, quelle rinomate “video-conferenze”, le quali, per chi non ne era avvezzo come il sottoscritto, parevano essere proprie solo dei film hollywoodiani, nei quali sovente vediamo i grandi investitori di Wall Street che si consultano tra loro prima di mediare un contratto miliardario. Inaspettatamente, tali video-conferenze, durante le varie quarantene del 2020, sono diventate usuali anche tra noi cinofili.
Viene spontanea una riflessione: se questa pandemia fosse arrivata una ventina di anni fa, avremmo perduto ogni contatto visivo con i nostri colleghi e amici allevatori, invece, in qualche modo, è stato un po’ come non essersi mai persi di vista.
Tutto era fermo in apparenza quindi, ma dietro le quinte gli allevatori si muovevano e come!
Come più volte ho asserito durante le interviste che mi son state fatte in passato: – “Noi cinofili siamo sempre le stesse 200-300 persone, che si ritrovano da anni, quasi ogni fine settimana, in tutta Europa“.
Per cui, dopo svariati anni che ci frequentiamo assiduamente, che ci salutiamo anche a distanza, che ci consultiamo, che ci incrociamo a bordo ring, ci conosciamo più o meno tutti, chi di più chi meno, ma comunque le facce ormai sono note.
Si, è vero, c’è una piccola percentuale di neofiti, che vanno e vengono, facce nuove che appaiono ogni tanto… Ci sono i cosiddetti “allevatori cometa”, ossia quelli che arrivano, vincono tutto per un paio d’anni e poi spariscono… Ci sono gli “allevatori spaccatutto”, ossia quelli che acquistano 20 fattrici e 10 stalloni, si iscrivono a 5 club, iniziano a partecipare a 40 esposizioni all’anno, poi pian piano comprendono che il business non fa per loro, non vale la candela e allora cessano la loro attività… E per ultimi, ci sono gli “allevatori virtuali”, ossia quelli che professano l’unica vera dottrina cinofila in rete, ma che poi all’atto pratico non si vedono mai, o se si vedono espongono soggetti atipici o con connotati che appagano solo la persona stessa, ma che divergono in modo plateale da quanto richiesto dallo standard… ma parliamo solo di una percentuale di cinofili… mentre il blocco più sostanzioso sono i personaggi che varcano i ring da almeno 30-40 anni, quelli che salutiamo e vediamo dappertutto, sia a Stoccolma, sia a Palermo, quelli con cui almeno una volta ci siamo scontrati nel ring d’onore, quelli che possono talvolta anche non vincere, ma che stai pur certo sicuramente si piazzano sempre tra i primi posti, in qualunque competizione, da svariati decenni, dando prova della coerenza selettiva portata avanti nel tempo.
Per quest’ultima tipologia di allevatori, non c’è Covid che tenga!
Per questo tipo di cinofili, la pandemia non rappresenta un blocco, ma un momento, un passaggio, sicuramente avverso e da dimenticare, ma che non ha certo fermato la nostra mentalità, il nostro metodo, i nostri programmi, la nostra volontà, la nostra determinazione, il nostro desiderio, le nostre scelte allevatoriali.
Al nostro rientro in ambito espositivo, con i nostri esemplari, “vecchi” e “nuovi”, nonostante le variegate norme imposte per la nostra sicurezza, tutto ci è apparso identico, come se quell’anno e mezzo fosse stato sorpassato da un salto quantico, come se i ring fossero sempre stati lì ad attendere le falcate dei nostri soggetti, come se le macchine fotografiche fossero già state piazzate per cogliere lo scatto con le coccarde vinte, come se quelle moquette colorate dei vari “Best in Show” attendessero solo di essere calpestate nuovamente da zampe di ogni razza.
Tutto ripartì, sicuramente arrancando, più cautamente, senza le regolari partecipazioni di una volta… per le varie difficoltà dovute a gli strascichi della pandemia, per le ridotte possibilità economiche, per le comprensibili complicazioni dei vari comitati organizzatori a predisporre gli eventi in totale sicurezza e nel pieno rispetto delle norme in vigore, per le grandi responsabilità assunte coraggiosamente sia dai vari Gruppi cinofili, sia dalla stessa nostra Ente nazionale.
Non è stato facile, ma la cinofilia è ripartita nella sua totalità e con il solito entusiasmo di sempre.
Un podio del ring d’onore, con il Giudice Serafino Bueti
Un podio nel best in show del Campionato Mondiale 2021
A Brno, in Repubblica Ceca, dal 30 settembre al 03 ottobre 2021, ha avuto luogo il primo Campionato Mondiale dopo l’avvento del noto corona virus. Il primo grande evento cinofilo internazionale post-pandemico dunque. Soddisfazione nel rivivere emozioni che ci eravamo lasciati alle spalle da tanti, troppi mesi.
Tante facce da ring ritrovate. Proprio lì, nell’ambito del World Dog Show 2021, rivedendo tanti amici italiani e stranieri, ho compreso anzi, ho avuto conferma poiché già lo sapevo… che una vera passione è in grado di portare l’uomo a superare qualunque avversità, anche quelle più inaspettate, anche quelle che possono apparire insormontabili o incredibili.
In conclusione, cari amici, sappiate che per un allevatore non esistono dei reali lockdown, poiché la passione nessuno riesce a fermarla… e nemmeno l’impensabile luttuosa pandemia mondiale che purtroppo ci è caduta addosso, è riuscita ad intaccare il nostro sentimento di intenso e sincero entusiasmo, nell’allevare e nel vivere i nostri cani.
Federico Vinattieri, laureato in Scienze Zootecniche, allevatore, giudice, scrittore, titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.it – http://lupi.difossombrone.it – http://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>