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Campi abbandonati nella cartografia e negli inventari

di Paolo Degli Antoni

Terreni a Radda in Chianti
Foto Azienda agricola Caparsa – Radda in Chianti (SI)

Nel recensire sul numero 6/2021 de L’Italia Forestale e Montana il libro “Paesaggi rurali della Toscana”, Giovanni Trentanovi auspicava che l’ultima parte (specifica sull’abbandono e sui disturbi naturali e antropici) potesse essere ampliata e integrata in maniera organica all’interno della struttura per classi di copertura del suolo, per darne maggiore risalto e continuità di lettura.
Il primo luglio scorso è uscito una articolo su agricoltura.it nel quale si evidenzia una recente drastica riduzione della superficie agricola, specialmente in Toscana.
Nel contempo, l’ufficio cartografico della Regione Toscana è impegnato nella revisione e nell’aggiornamento del materiale prodotto, ivi compresa la Carta dell’Uso e Copertura del Suolo.
Posso riferire i primi risultati dell’interrogazione in questo senso della banca dati delle aree di saggio permanenti che seguo da decenni, tutte individuate in terreni agricoli risultati abbandonati dalla ricognizione sul terreno eseguita nel 1980-82 in forma di transect (rilievi vegetazionali eseguiti lungo uno stretto asse) e ripetuta negli anni ’90.
I terreni agricoli abbandonati sono stati asteriscati nella Carta dell’Uso del Suolo della Toscana pubblicata nel 1986 in base alla fotointerpretazione di un volo del 1978. L’inventario forestale della Toscana, pubblicato nel 1998, censisce alcune classi di evidente origine postcolturale. Una parte della vegetazione postcolturale si era tuttavia già evoluta in boschi di varia composizione.
Nel quadrilatero esteso 40 Km2 nel Chianti senese ove si collocano 50 miei transect vegetazionali, l’inventario forestale della Toscana individua 31 celle (rappresentative del 12% del territorio):

5 classe 203 seminativo abbandonato
1 classe 206 seminativo arborato abbandonato

n.6 classe 308 oliveto in fase di abbandono

9 classe 309 oliveto abbandonato
1 classe 522 cespuglieti densi
3 classe 523 arbusteti radi
6 classe 524 arbusteti densi

Si registra la presenza in ordine decrescente di: ginepro comune, Prunus spp., Rubus spp, rose, biancospino, roverella, ginestra odorosa e perastro. Nei transect erano presenti tutte queste specie e altre.
Nel quadrilatero esteso 40 Km2 sui Monti livornesi ove si collocano 40 miei transect vegetazionali, l’inventario forestale della Toscana individua 28 celle (rappresentative del 11% del territorio):

10 classe 203 seminativo abbandonato
2 classe 308 oliveto in fase di abbandono
3 classe 309 oliveto abbandonato
1 classe 521 cespuglieti radi
3 classe 522 cespuglieti densi
9 classe 524 arbusteti densi

Si registra la presenza in ordine decrescente di: ginestra odorosa, ginepro comune, scope, Prunus spp., Rubus spp., corbezzolo, fillirea, leccio e mirto. Nei transect erano presenti tutte queste specie e altre.
I transect si situano in poligoni della Carta dell’Uso del Suolo della Toscana di diversa classificazione, oltre alle colture asteriscate o no, anche in pascoli cespugliati o arborati, bosco ceduo degradato, fustaia di conifere folta e aree urbanizzate.
Dal 2007 la Regione Toscana pubblica e aggiorna una Carta dell’Uso e Copertura del Suolo sul webgis Geoscopio, adottando la legenda di Corine Land Cover livello 3, in minima parte dettagliata al livello 5, al quale è invece riferito il dimensionamento dei poligoni, con superficie minima di 0,50 ettari. I transect si collocano in poligoni di diversa classificazione:

– aree urbanizzate classe 1121;
– aree agricole classi 210, 223, 242, 243;
– aree forestali e altra vegetazione naturale classi 311, 312, 313, 322, 323.

La classe 324, che ci si aspetterebbe molto rappresentata nei boschi postcolturali, era presente fino al 2010 solo in quattro aree di saggio delle province di Firenze e Prato.
Le cinque successive aerofotointerpretazioni, da voli 2007, 2010, 2013, 2016 e 2019, mostrano qualche conversione di classe intenzionale (es. rimessa a coltura), minima evoluzione vegetazionale e ripensamenti interpretativi, con le classi 243 e 324 un po’ più rappresentate.

Aerofotointerpretazioni

Anche le cartografie vegetazionali pubblicate in questi decenni collocano i terreni agricoli abbandonati in tipi diversi, in parte colturali, in parte arbustivi e in parte forestali.
Il Comune di Radda in Chianti nel contesto del Piano Strutturale ha realizzato una Carta dell’Uso del Suolo al 2007 in scala 1:10000 dove le aree agricole abbandonate sono individuate in apposite classi ove effettivamente si collocano molti transect realizzati nel 1981-82 (altri si erano già evoluti in boschi):

– cespugliato incolto;
– vigneto abbandonato;
– oliveto abbandonato.

La Carta della Vegetazione individua le “aree in fase di rinaturalizzazione”. Sarebbe interessante ripetere la ricognizione, che evidenzierebbe la rimessa a coltura, anche solo cosmetica, di parte dei terreni che allora erano abbandonati.

Carta della Vegetazione

L’Università degli Studi di Firenze ha realizzato nel 2022 per il Comune di Firenze la Carta della Foresta urbana, a partire dalla Carta dell’Uso e Copertura del Suolo della Toscana, comprendendo tra i boschi che si sono formati tra il 1954 e il 2016 aree agricole abbandonate da decenni, tra le quali due casi studio a latifoglie decidue tra quelli già scelti da Trentanovi, Campagnaro, Kowarik, Munafò, Semenzato e Sitzia, evoluti da seminativi arborati e classificati 324 dalla Regione Toscana.
In conclusione, risulta assai difficile collocare le successioni postcolturali in un numero limitato di classi d’uso e copertura del suolo individuate col telerilevamento, specialmente se basato su rilievi satellitari con l’ausilio dell’intelligenza artificiale; non è neanche possibile individuare una sequenza temporale di conversioni di classe, dato che in alcune situazioni i terreni abbandonati assumono carattere boschivo entro pochi decenni, mentre in altre un caratteristico arbusteto si mantiene inalterato per molti e non mancano neppure brughiere con Ulex europaeus a quote modeste.
Il rilievo a terra, per ricognizione andante o campionamento inventariale, rimane dunque lo strumento d’elezione per la comprensione delle dinamiche ecologiche; limitatamente alla viabilità stradale percorsa, anche Street View di Google può risultare d’aiuto per verifiche successive all’iniziale sopralluogo di persona.

Rilevamento da Stret View di Google

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione.