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di Giu­sep­pe Ac­co­man­do

Bovini
Azien­da Val­da­stra di Adria­no Bor­gio­li –Borgo San Lo­ren­zo (foto G. Ac­co­man­do)

La sto­ria di una razza, a parte le dif­fi­col­tà di ri­co­strui­re le vi­cis­si­tu­di­ni del­l’al­le­va­men­to in epo­che re­mo­te, è sem­pre un ar­go­men­to in­te­res­san­te ed istrut­ti­vo spe­cie se ci fa ca­pi­re quali cause le­ga­te alle con­di­zio­ni am­bien­ta­li, alle esi­gen­ze del­l’a­gri­col­tu­ra e ai si­ste­mi di sfrut­ta­men­to delle at­ti­tu­di­ni, hanno agito nel de­ter­mi­nar­ne l’e­vo­lu­zio­ne, pla­sman­do via via le ca­rat­te­ri­sti­che in rap­por­to alle esi­gen­ze agri­co­le e eco­no­mi­che dei vari pe­rio­di. E’ ciò che si in­ten­de fare per la razza Chia­ni­na (Bos tau­rus Etru­scus).

La razza Chia­ni­na è di tipo co­sti­tu­zio­na­le Iper­me­tri­co (gran­di di­men­sio­ni), lon­gi­li­neo (arti lun­ghi), ciò fa ri­te­ne­re la razza di ori­gi­ne me­tic­cia, de­ri­van­te da vari in­cro­ci an­ce­stra­li (San­son). Oggi sap­pia­mo che la razza era og­get­to di al­le­va­men­to pres­so gli Etru­schi e gli Umbri, in­fat­ti, Co­lu­mel­la li de­scri­ve­va come bo­vi­ni gi­gan­ti a manto bian­co, Vir­gi­lio, nelle Geor­gi­che, scri­ve di man­drie di bian­chi bo­vi­ni che ve­ni­va­no por­ta­ti a ba­gnar­si af­fin­ché così pu­ri­fi­ca­ti po­tes­se­ro es­se­re in­via­ti a Roma nei cor­tei trion­fa­li e sa­cri­fi­ca­ti agli Dei. Bo­vi­ni sif­fat­ti sono raf­fi­gu­ra­ti anche sul­l’ar­co di Tito nel foro ro­ma­no. Cer­ta­men­te que­sti bo­vi­ni erano pre­sen­ti e al­le­va­ti dagli Etru­schi e dagli Umbri (Mar­chi 1906) nella media valle del Te­ve­re in quel di Chia­na, dove sor­go­no le città di Arez­zo- Cor­to­na e Chiu­si. Il ri­lan­cio della razza, come al­le­va­men­to vero e pro­prio, ebbe ini­zio nel XVIII° se­co­lo prima con la bo­ni­fi­ca idrau­li­ca e poi con la na­sci­ta delle fat­to­rie e non ul­ti­mo la col­ti­va­zio­ne delle fo­rag­ge­re e la co­stru­zio­ne delle stal­le.

Il bo­vi­no gen­ti­le e di pelo bian­co prese il so­prav­ven­to sui bo­vi­ni grigi dalle gran­di corna (Ma­rem­ma­na) e i sog­get­ti fu­ro­no sot­to­po­sti a un vero e pro­prio mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co sotto la du­pli­ce azio­ne fe­no­ti­pi­ca e la mo­di­fi­ca del­l’am­bien­te e del­l’a­li­men­ta­zio­ne, gli agri­col­to­ri ne po­ten­zia­ro­no le ca­rat­te­ri­sti­che di­men­sio­na­li e i ca­rat­te­ri di fi­nez­za che ne con­trad­di­stin­gue i sog­get­ti, nel con­tem­po ne esal­ta­va­no i ca­rat­te­ri di ro­bu­stez­za, tanto da crea­re un sog­get­to adat­to per il la­vo­ro e per la carne. La razza era tal­men­te im­por­tan­te che il re Vit­to­rio Ema­nue­le II inviò al­cu­ni esem­pla­ri al giar­di­no zoo­lo­gi­co di Lon­dra, esem­pla­ri che at­ti­ra­ro­no la cu­rio­si­tà anche del na­tu­ra­li­sta C. Dar­win che li fo­to­gra­fò- po­stan­do una loro foto sul gior­na­le The Coun­try Gen­tle­man New­spa­per del 10 gen­na­io 1863 e una foto la inviò al gran­de sto­ri­co della zoo­tec­nia lo sviz­ze­ro Ru­ti­meyer che scris­se in una me­mo­ria af­fer­man­do che que­sti ani­ma­li ap­par­te­ne­va­no ad una razza in­di­ge­na di Val­di­chia­na pres­so Arez­zo che però era dif­fu­sa anche in Um­bria.

Il mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co della razza ebbe ini­zio nella metà del­l’800 ad opera di pri­va­ti al­le­va­to­ri, im­pul­so lo die­de­ro le fa­mi­glie Ba­sto­gi e Fras­si­ne­to. La se­le­zio­ne era mas­sa­le, ossia fe­no­ti­pi­ca, svol­ta dai fat­to­ri  a vista, in­fat­ti, la scel­ta dei vi­tel­li da ri­mon­ta e suc­ces­si­va­men­te quel­la dei tori e delle gio­ven­che ve­ni­va­no ef­fet­tua­te dai co­lo­ni più ap­pas­sio­na­ti del­l’al­le­va­men­to re­gi­stran­do i dati più si­gni­fi­ca­ti­vi sul “re­gi­stro del be­stia­me” dal quale si po­te­va­no de­su­me­re le ge­nea­lo­gie dei tori e delle vac­che nati in fat­to­ria i cui vi­tel­li ve­ni­va­no ven­du­ti o scam­bia­ti con quel­li di altre azien­de di buona re­pu­ta­zio­ne allo scopo di cor­reg­ge­re di­fet­ti o mi­glio­ra­re le ca­rat­te­ri­sti­che come la mole, lo svi­lup­po degli arti, il man­tel­lo bian­co con la pig­men­ta­zio­ne del mu­sel­lo e del nappo della coda.

maschio giovane di razza Chianina
Sog­get­to ma­schio gio­va­ne di razza Chia­ni­na (foto G. Ac­co­man­do)

Fra la fine del­l’800 e l’i­ni­zio del ‘900 la se­le­zio­ne ebbe un nuovo im­pul­so do­vu­to alla ric­chez­za delle col­tu­re fo­rag­ge­re alla rea­liz­za­zio­ne dei ri­co­ve­ri e alla na­sci­ta, ad opera del Mi­ni­ste­ro del­l’A­gri­col­tu­ra, delle “Cat­te­dre Am­bu­lan­ti” 1890, ci fu­ro­no le­zio­ni, con­fe­ren­ze, di­mo­stra­zio­ni e prove in campi spe­ri­men­ta­li che in­flui­ro­no si­gni­fi­ca­ti­va­men­te sulla pre­pa­ra­zio­ne degli al­le­va­to­ri, fu­ro­no pro­mos­se mo­stre ed espo­si­zio­ni zoo­tec­ni­che.

La prima espo­si­zio­ne av­ven­ne a Fi­ren­ze, la se­con­da, più im­por­tan­te, fu fatta a Mi­la­no nel 1906, con que­sta espo­si­zio­ne fu isti­tui­to anche un con­fron­to della Chia­ni­na con la Ro­ma­gno­la. Dopo il primo con­flit­to mon­dia­le, negli anni ’20, fu ri­pre­so il la­vo­ro di mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co della razza, fu­ro­no or­ga­niz­za­te le mo­stre-con­cor­so di cui la prima nel 1922 a Mon­te­pul­cia­no (SI) che in­sie­me alla mo­stra di Arez­zo erano le due prin­ci­pa­li piaz­ze per il con­fron­to e scam­bio di ani­ma­li tra gli al­le­va­to­ri, oggi la ras­se­gna più im­por­tan­te della razza si tiene a Ba­stia Umbra (PG).

Cooperativa Il Forteto
Coo­pe­ra­ti­va Il For­te­to – Vic­chio Fi­ren­ze (foto G. Ac­co­man­do)

Manzetta di razza Chianina
Man­zet­ta di razza Chia­ni­na- Coo­pe­ra­ti­va Il For­te­to – Vic­chio Fi­ren­ze (foto G. Ac­co­man­do)

Ma il vero im­pul­so al mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co della razza si ebbe a par­ti­re dal 1932 ove fu­ro­no messi a punto i cri­te­ri della se­le­zio­ne esal­tan­do mag­gior­men­te il ca­rat­te­re carne a sca­pi­to dei ca­rat­te­ri per il la­vo­ro, fu così che l’I­spet­to­ra­to Agra­rio per la To­sca­na e l’i­sti­tu­to zoo­tec­ni­co di Fi­ren­ze di­ret­to dal prof. Giu­lia­ni get­ta­ro­no le basi per la isti­tu­zio­ne del libro ge­nea­lo­gi­co della razza, il ri­lie­vo delle mi­su­re so­ma­ti­che, il con­trol­lo del peso vivo, il ge­no­ti­po e il pun­teg­gio sulla con­for­ma­zio­ne fu­ro­no de­man­da­ti ad esper­ti, a tec­ni­ci degli ispet­to­ra­ti pro­vin­cia­li dell’ agri­col­tu­ra, ai quali venne af­fi­da­ta l’or­ga­niz­za­zio­ne della se­le­zio­ne.

Nel 1937 il libro ge­nea­lo­gi­co della To­sca­na con­ta­va 62 nu­clei (ogni nu­cleo era for­ma­to da 30-60 vac­che e un toro), 2828 vac­che e gio­ven­che, 1516 vi­tel­li sotto con­trol­lo, il pro­gram­ma se­let­ti­vo pre­ve­de­va un mo­de­ra­to im­pie­go della con­san­gui­nei­tà, slan­cio fu dato dal dif­fon­der­si della in­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le.

Nel 1956 fu in­tro­dot­ta la va­lu­ta­zio­ne ge­no­ti­pi­ca dei tori at­tra­ver­so l’e­sa­me di 20- 30 figli di 12-18- e 24 mesi di età e la re­vi­sio­ne di una nuova sche­da di va­lu­ta­zio­ne che va­lo­riz­za­va il tipo da carne a sca­pi­to del tipo da la­vo­ro, quin­di l’e­sal­ta­zio­ne del treno po­ste­rio­re e la ri­du­zio­ne della lun­ghez­za degli arti e la pre­fe­ren­za ai tori che rag­giun­ge­va­no i mag­gio­ri pesi a 12- 18 e 24 mesi di età, senza pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne il rag­giun­gi­men­to di pesi ec­ce­zio­na­li come il toro Do­net­to che al­l’e­tà di sei anni rag­giun­se il peso di 17.80 q.​li, at­tual­men­te il li­vel­lo di svi­lup­po e di pre­co­ci­tà (va­lo­ri medi) dei gio­va­ni è ri­por­ta­to in ta­bel­la.

Tabella bovini

Az. Valdastra di Adriano Borgioli
Az. Val­da­stra di Adria­no Bor­gio­li – Borgo San Lo­ren­zo Fi­ren­ze – Toro e vacca di razza Chia­ni­na (foto G. Ac­co­man­do)

Suc­ces­si­va­men­te il libro ge­nea­lo­gi­co passò dalla ge­stio­ne mi­ni­ste­ria­le a quel­la del­l’as­so­cia­zio­ne na­zio­na­le al­le­va­to­ri e nel 1961 fu co­sti­tui­ta l’ANA­BIC (il cen­tro ge­ne­ti­co si trova a S. Mar­ti­no (PG) che coor­di­na l’at­ti­vi­tà dei libri ge­nea­lo­gi­ci delle razze Chia­ni­na, Ro­ma­gno­la, Mar­chi­gia­na, Ma­rem­ma­na e Po­do­li­ca fi­na­liz­zan­do il mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co sulla pre­co­ci­tà di svi­lup­po sulle ca­rat­te­ri­sti­che di con­for­ma­zio­ne e sulla quan­ti­tà e qua­li­tà della carne.

ANABIC S. Martino Perugia
ANA­BIC S. Mar­ti­no Pe­ru­gia (foto G. Ac­co­man­do)

 

Fi­na­li­tà della se­le­zio­ne oggi e ca­rat­te­ri­sti­che zoo­gno­sti­che della razza

La se­le­zio­ne dei bo­vi­ni di razza Chia­ni­na ha lo scopo di pro­dur­re sog­get­ti con spic­ca­ta at­ti­tu­di­ne alla pro­du­zio­ne della carne (no­te­vo­le ve­lo­ci­tà di ac­cre­sci­men­to, pre­co­ci­tà e resa alla ma­cel­la­zio­ne) con ot­ti­me ca­rat­te­ri­sti­che bro­ma­to­lo­gi­che ed or­ga­no­let­ti­che, sal­va­guar­dan­do la ca­pa­ci­tà di adat­ta­men­to a si­ste­mi di al­le­va­men­to pa­sco­la­ti­vo e la buona at­ti­tu­di­ne ma­ter­na con par­ti­co­la­re ri­guar­do alla pro­du­zio­ne lat­tea.

ANABIC- S. Martino Perugia
ANA­BIC- S. Mar­ti­no Pe­ru­gia (foto G. Ac­co­man­do)

 

-Con­for­ma­zio­ne e tipo

Tipo da carne ca­rat­te­riz­za­to da gi­gan­ti­smo so­ma­ti­co, gran­de lun­ghez­za del tron­co, sche­le­tro leg­ge­ro.

-Ca­rat­te­ri mor­fo­lo­gi­ci

 Man­tel­lo – bian­co por­cel­la­na. Si pos­so­no ri­scon­tra­re gra­da­zio­ni gri­gie dif­fu­se nelle parti an­te­rio­ri del corpo.

-Pig­men­ta­zio­ne: de­vo­no pre­sen­ta­re pig­men­ta­zio­ne nera le se­guen­ti parti: ci­glia e mar­gi­ne li­be­ro delle pal­pe­bre, mu­co­se orali, re­gio­ne pe­ri­vul­va­re e pe­ria­na­le, nappa della coda, fondo dello scro­to, fioc­co del pi­scio­la­re, mu­sel­lo, un­ghiel­li e punta delle corna.

-Cute – pig­men­ta­ta, sot­ti­le, fa­cil­men­te sol­le­va­bi­le.

-Te­sta – leg­ge­ra con pro­fi­lo fron­to­na­sa­le ret­ti­li­neo, mu­sel­lo ampio. Corna corte, piut­to­sto sot­ti­li a se­zio­ne el­lit­ti­ca, di­ret­te la­te­ral­men­te ed in avan­ti. E’ con­sen­ti­ta la de­cor­na­zio­ne.

-Col­lo corto, mu­sco­lo­so con gib­bo­si­tà al­quan­to pro­nun­cia­ta nei tori; mu­sco­lo­so nelle fem­mi­ne; gio­ga­ia leg­ge­ra.

Spal­le lar­ghe, mu­sco­lo­se, ben ade­ren­ti al tron­co, pa­ral­le­le al piano sa­gi­ta­le me­dia­no e giu­sta­men­te an­go­la­te.

-Gar­re­se largo e mu­sco­lo­so.

-Dor­so largo e mu­sco­lo­so.

-Lom­bi mu­sco­lo­si; spes­si, lar­ghi, lun­ghi; linea dor­so-lom­ba­re ret­ti­li­nea.

Petto largo e mu­sco­lo­so

-To­ra­ce ampio e pro­fon­do. Di al­tez­za al­me­no ugua­le alla di­stan­za ster­no-suo­lo con Fian­chi pieni, ben rac­cor­da­ti con le re­gio­ni con­ti­gue.

Grop­pa molto mu­sco­lo­sa, svi­lup­pa­ta in lun­ghez­za e lar­ghez­za; oriz­zon­ta­le o con lieve in­cli­na­zio­ne an­te­ro-po­ste­rio­re. Spina sa­cra­le poco ri­le­va­ta. Coda sot­ti­le con at­tac­co re­go­la­re.

Co­scia spes­sa, di­sce­sa e con­ves­sa, di ac­cen­tua­to svi­lup­po mu­sco­la­re.

-Na­ti­ca mar­ca­ta­men­te con­ves­sa e di­sce­sa.

Arti an­te­rio­ri ap­piom­bi cor­ret­ti, brac­cio ed avam­brac­cio mu­sco­lo­si. Stin­co so­li­do e leg­ge­ro.

Arti po­ste­rio­ri ap­piom­bi cor­ret­ti, gamba mu­sco­lo­sa, gar­ret­to asciut­to e forte, stin­co so­li­do e leg­ge­ro.

-Pie­di forti, ben ser­ra­ti, con tal­lo­ni alti.

-Mam­mel­la svi­lup­pa­ta, va­sco­la­riz­za­ta, a base larga. Quar­ti re­go­la­ri. Spu­gno­sa al tatto. Ca­pez­zo­li ben di­ret­ti e di giu­ste di­men­sio­ni per l’al­lat­ta­men­to.

Va­lu­ta­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca

Qua­li­fi­che Punti

In­suf­fi­cien­te (I) in­fe­rio­re a 75 (non iscri­vi­bi­le al Libro Ge­nea­lo­gi­co)

Suf­fi­cien­te (S) da 75 a 81

Buono (B) da 82 a 84

Molto buono (MB) da 85 a 89

Ot­ti­mo (O) da 90 a 100

Que­sta razza in­sie­me alla Po­do­li­ca, alla Ma­rem­ma­na, alla Mar­chi­gia­na e alla Ro­ma­gno­la è tu­te­la­ta dal mar­chio “5R”, mar­chio di qua­li­tà ge­sti­to dal Con­sor­zio pro­dut­to­ri Carne Bo­vi­na pre­gia­ta delle razze ita­lia­ne (C.C.B.I.), di cui al De­cre­to del Mi­ni­ste­ro del­l’A­gri­col­tu­ra e Fo­re­ste del 5.07.84. Il Con­sor­zio ha isti­tui­to, per la tu­te­la di tre razze pre­sen­ti nell’ Ita­lia cen­tra­le, la Chia­ni­na, la Mar­chi­gia­na e la Ro­ma­gno­la, il di­sci­pli­na­re di pro­du­zio­ne del­l’in­di­ca­zio­ne Geo­gra­fi­ca Pro­tet­ta “Vi­tel­lo­ne bian­co del­l’Ap­pen­ni­no cen­tra­le”, ai sensi del re­go­la­men­to Co­mu­ni­ta­rio 2081/92.

Pa­ra­me­tri qua­li­ta­ti­vi della carne:

Tabella carne

ANABIC S. Martino Perugia
ANA­BIC S. Mar­ti­no Pe­ru­gia (foto di G. Ac­co­man­do)

 

Giu­sep­pe Ac­co­man­do, lau­rea­to in Scien­ze agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà Fe­de­ri­co II di Na­po­li, è do­cen­te di zoo­tec­ni­ca. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

 

Libro zootecnia Accomando Tec­ni­che delle Pro­du­zio­ni Ani­ma­li
Giu­sep­pe Ac­co­man­do
Edi­tri­ce Del­ta3 – Grot­ta­mi­nar­da (AV) ISBN 10 88-89382-76-1 – 13 978-88-89372-76-0Li­bro di testo per Isti­tu­ti Tec­ni­ci e Pro­fes­sio­na­li Agra­ri

 

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