Il termine, che deriva dal greco ἔντομοςéntomos, “insetti”, e φᾰγεῖνphagein, “mangiare”, indica un regime alimentare che vede gli insetti come alimento per il consumo umano o da parte di animali allevati. Dal punto di vista antropologico è una pratica diffusa presso molte popolazioni del pianeta, basata su particolari gusti o mode o sulla necessità di integrare il fabbisogno nutritivo di proteine. Dal punto di vista ecologico è un rapporto di predazione, cioè di interazione in cui un organismo usa come fonte di cibo un altro organismo di specie differente; è osservabile in un gran numero di gruppi animali come insetti, uccelli, rettili, anfibi, pesci e mammiferi e di microrganismi. Gli insetti sono stati una componente importante della dieta umana nel tempo in molte zone del Pianeta. Vincent M. Holt, autore di un manifesto del 1885, intitolato “Why Not Eat Insects?” dove espone gli argomenti a favore del consumo di insetti, menziona che casi ed esempi di consumo di insetti possono essere trovati da ogni parte del globo abitato dall’uomo attraverso le diverse epoche della civiltà umana…
Gennaro Pisciotta, laureato in Scienze e Tecnologie agrarie all’Università G. Marconi – Facoltà di Scienze e Tecnologie Applicate di Roma, è Agrotecnico ed Enologo libero professionista Maestro Assaggiatore ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio). Ha insegnato presso l’ISIS “Falcone” di Pozzuoli (Napoli).
Il Latte Fieno è un prodotto molto antico anche se il riconoscimento comunitario di STG risale soltanto al 2016. E‘ infatti il Reg. 304/2016 che decreta l’iscrizione definitiva della denominazione «Heumilch»/«Haymilk»/«Latte fieno»/«Lait de Foin»/«Leche de heno» nel registro delle specialità tradizionali garantite, in seguito alla domanda di registrazione presentata dall’Austria. Il Latte Fieno è il prodotto della mungitura di animali allevati in aziende sostenibili e con metodi tradizionali che non prevedono la somministrazione di alimenti fermentati. Ed è inoltre vietato l’impiego di animali e di mangimi “geneticamente modificati”. L’alimentazione varia durante le stagioni: in estate gli animali mangiano principalmente il foraggio fresco (erba, leguminose, specie erbacee fresche e parte di fieno essiccato), mentre in inverno vengono nutriti con foraggi essiccati. I foraggi grossolani devono rappresentare almeno il 75% della razione annuale del mangime a secco. Tale latte si differenzia da quello convenzionale per le migliori caratteristiche organolettiche e nutrizionali. All’assaggio la differenza si sente subito: il latte fieno ha un gusto pieno e genuino, che riporta la mente ai pascoli di montagna e all’alimentazione a base di erba fresca e secca.
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.
Stima dei danni prodotti per l’abbattimento di due piante di castagno e di due piante di castagno capitozzate. Il castagno europeo (Castanea sativa Miller), è un albero a foglie caduche appartenente alla famiglia delle Fagaceae. La specie è l’unica autoctona del genere Castanea presente in Europa, ma negli ultimi decenni è stato sovente introdotto, per motivi fitopatologici, il castagno giapponese (Castanea crenata). Le popolazioni presenti in Europa sono perciò principalmente riconducibili a semenzali di castagno europeo o a castagni europei innestati sul giapponese o a ibridi delle due specie. Il castagno è una pianta a portamento arboreo, con chioma espansa e rotondeggiante e altezza variabile, secondo le condizioni, dai 10 ai 30 metri. In condizioni normali sviluppa un grosso fusto colonnare, con corteccia liscia, lucida, di colore grigio-brunastro. La corteccia dei rami è di colore bianco ed è cosparsa di lenticelle trasverse. Con il passare degli anni, la corteccia si screpola longitudinalmente.
Giuseppe Accomando, laureato in Scienze agrarie presso l’Università Federico II di Napoli, è docente di zootecnica.