Si fa risalire l’inizio della mezzadria al IX secolo, quando i feudatari affidano le loro terre alle categorie più umili richiedendo in cambio servigi e parte della produzione; i contratti di mezzadria si consolidano nel periodo dei Comuni e delle Signorie, parallelamente al primo consistente sviluppo demografico. Il proprietario concede un appezzamento di terra in coltivazione a una famiglia di contadini, dividendo a metà spese e ricavi (prodotti agricoli e di allevamento); la superficie agraria – coltivi e pascoli – è commisurata ai fabbisogni alimentari della famiglia del mezzadro (per la sua metà) e costituisce il cosiddetto “podere” che, nel tempo, è integrato con casa colonica, stalla, fienile e altre strutture agricole. In Toscana, la mezzadria ha interessato circa il 60% della regione, seguendo lo sviluppo di Firenze, Arezzo, Prato e Pistoia e poi con la parte dei territori di Pisa e Siena rivolti verso Firenze; sono le zone più urbanizzate e popolate, prevalentemente collinari, vocate alla coltura di vite, ulivo e cereali
Fabio Cappelli: laurea in Scienze forestali (Università di Firenze), abilitazione alla professione di agronomo-forestale. Ex Funzionario C.F.S., Socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali. Durante la professione si è occupato di selvicoltura privata e della gestione di Riserve naturali e Foreste demaniali statali. Autore di libri e pubblicazioni di tipo scientifico e divulgativo in materia di boschi, territorio e ambiente.
Dal 2010-2011 per batteri, oomiceti o funghi fitopatogeni è stato messo in luce la presenza di RNA a catena breve, singola o doppia (sRNA), aventi il ruolo di effettori inibenti mediante silenziamento genico la trascrizione di geni di difesa della pianta ospite (RNA di interferenza; RNAi), trasmessi entro microvescicole (EVs) (2,6,12). I batteri Gram-negativi le producono per gemmazione della membrana esterna (OMVs), i Gram-positivi pare per gemmazione dal plasmalemma e dal citoplasma (CMVs). Protetti entro le microvescicole (50-300 nm) gli effettori dei batteri possono essere trasferiti nell’ospite a distanze ben superiori a quelle raggiunte, come vedremo, dai sistemi di secrezione. Nelle cellule eucariotiche, escludendo situazioni di apoptosi, le microvescicole hanno origine per gemmazione verso l’esterno del plasmalemma e separazione (ectosomi) oppure derivano dalla fusione di corpi multivescicolari endosomiali con il plasmalemma (esosomi).
Umberto Mazzucchi è stato professore ordinario di Patologia Vegetale alla Università degli Studi di Bologna dal 1989 al 2010. Docente del corso di Patologia Vegetale e di alcuni corsi specialistici di materie fitopatologiche, ha svolto ricerche sulle interazioni ospite-patogeno nel processo infettivo e sulla risposta immunitaria delle piante. Pensionato dal 2010, come professore dell’Alma Mater ha svolto seminari occasionali e cicli di lezioni in corsi ufficiali della Università di Bologna.
La calla è una pianta erbacea perenne rizomatosa originaria delle zone umide dell’Africa centro-meridionale. Il nome comune, Calla, rimasto oggi nel gergo orticolo fu attribuito da Linneo; mentre il nome Zantedeschia fu dato dal botanico italiano, del XIX secolo, Francesco Zantedeschi. Il genere Zantedeschia comprende circa 8-9 specie di piante erbacee, perenni e rizomatose, che presentano foglie verdi, sagittate, dotate di lunghi piccioli che si originano direttamente dal rizoma. Producono infiorescenze formate da uno spadice, avvolto da una spata di colore bianco, giallo o verdastro. Il frutto è una bacca contenente da 1 a 3 semi. Le calle si propagano per divisione dei rizomi, avendo cura di lasciare una o più gemme su ogni porzione di essi, ma si possono riprodurre anche mediante semina dei semi portati nelle bacche delle infruttescenze, tenendo presente che questo secondo metodo è generalmente più lento.
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.