Sono trascorsi oramai tanti anni da quando in Italia arrivarono i primi Pumi. Correva voce che vi fosse una sorta di “nuovo cane” in giro per l’Italia, un qualcosa di mai visto prima, talmente stravagante nell’estetica da destare la curiosità di tutti coloro che pensavano d’aver visto oramai ogni genere di forma e accostamento cromatico nel vasto mondo della cinofilia. Finalmente giunsero le prove di reali avvistamenti nelle expo’ italiane e allora scattò la ricerca per vederli dal vivo. La risposta immediata dell’intera comunità cinofila fu di puro stupore, quando in esposizione si videro varcare sui ring questi strani piccoli cani, che all’apparenza sembravano un bizzarro ibrido tra un cane ed un koala. Venivano tenuti a bordo ring nei trasportini e noi, curiosi, ogni tanto cercavamo di scrutare quali strane creature si potessero nascondere all’interno…
Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, giudice F.I.A.V., ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone).
Aurora Lovison e un’allevatrice della razza Pumi, con l’affisso riconosciuto ENCI/FCI “Italianstyle”.
Il Puzzone di Moena o Spretz Tzaorì Dop è un formaggio trentino molto apprezzato per due caratteristiche organolettiche indicate nella denominazione in lingua italiana e secondo la lingua ladina della Val di Fassa: l’odore accentuato e il sapore molto intenso, fino al piccante, spesso salato (etimologia: Spretz “spressa”, cioè la massa casearia rappresa, Tzaorì, saporita). Le sue origini non sono antiche anche se l’allevamento del bestiame bovino e la produzione di formaggi, in particolare del “nostrano fassano”, caratterizzato soprattutto dalla crosta untuosa e dalla pasta con odore e sapore accentuati, viene prodotto da molto tempo sulle malghe, nei caseifici turnari, nei masi di montagna, soprattutto in Val di Fassa, ma anche in certe aree della confinante Val di Fiemme e della conca di Primiero, con le denominazioni di “nostrano della Val di Fiemme” o “nostrano di Primiero”…
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, insegna Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.
Negli ultimi anni possiamo vantare la nascita, in Italia, di un numero crescente di realtà sostenibili e di tutela. Nel ripensare ai migranti, non solo nella classica idea mediatica, possiamo scorgere concrete esperienze di imprenditoria che si sviluppano come fonte di idee innovative che osservano la tradizione locale. A fronte di questo quadro abbiamo la possibilità di osservare il lavoro di una donna etiope che con coraggio e dedizione ha sviluppato una realtà che trasmette valori dal sapore antico. Nel 2010 sorge l’Azienda Agricola Biologica “La Capra Felice” creata da Agitu Idea Gudeta, ubicata in un piccolo comune di circa 400 abitanti dal nome Frassilongo, nella Vallata Trentina dei Mòcheni. Agitu, giovane donna etiope, era arrivata in Italia all’età di 18 anni e si era laureata a Trento in Sociologia. Dopo il suo percorso formativo era rientrata nel suo Paese d’origine con il desiderio di avviare un progetto di agricoltura sostenibile…
Stefania Tomaino. Agente di sviluppo, laureata con lode in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo presso l’Università della Calabria.
Viktoriya Puzdranovska. Agente di sviluppo, laureata in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo presso l’Università della Calabria.