di Giacomo Cellini
Cerva che allatta il cerbiatto (foto Giacomo Cellini)
Che cos’è il fototrappolaggio
Il fototrappolaggio è una tecnica video-fotografica utilizzata per documentare gli animali selvatici e i loro comportamenti e molto utilizzata negli studi scientifici di tipo faunistico.
Il fototrappolaggio ha radici lontane che si snodano a cavallo tra fotografia, biologia ed ecologia delle specie animali. La tecnica, sviluppata nei primi decenni del Novecento dal naturalista George Shiras, rende possibili una serie di studi non invasivi che possono determinare lo stato di una popolazione, la presenza di una specie, le abitudini individuali e l’utilizzo dello spazio.
Si tratta oggi di una tecnica molto usata da biologi e naturalisti per analizzare e studiare sia a livello qualitativo che quantitativo la fauna presente in un dato luogo. Viene utilizzata anche da tanti appassionati che le usano per ammirare la bellezza della fauna.
Come si fa il fototrappolaggio
Il fototrappolaggio si effettua posizionando una fototrappola in un determinato ambiente: il soggetto entrando nel raggio di azione del sensore attiva lo scatto fotografico o l’inizio del video.
Inizialmente si utilizzavano comuni macchine fotografiche collegate ad un sistema di flash e sensori, oggi esistono invece in commercio fototrappole molto sofisticate e di dimensioni estremamente compatte, che racchiudono al loro interno un sensore di movimento passivo che rileva il passaggio di un animale e/o persona davanti all’obiettivo; ciò provoca lo scatto della foto o l’inizio di un filmato.
Successivamente sono stati inseriti optional come l’audio, l’invio delle foto in tempo reale, la sensibilità del sensore e l’infrarosso che hanno fatto diventare queste macchine dei veri e proprio gioielli.
Come funziona una fototrappola
Le fototrappole vengono in genere fissate ad un albero mediante cinghie e lucchetti, e grazie alla loro autonomia che in condizioni di stand-by può essere di parecchie settimane o mesi (utilizzando comuni batterie AA o batterie esterne da 6/12V), sono in grado di monitorare le abitudini della fauna selvatica presente nell’ambiente in cui l’apparecchio è installato.
Alcune fototrappole sono dotate anche di 3G o 4G per invio delle immagini o dei video tramite app cloud o email.
Cerva con cerbiatto baciati dal sole (foto Giacomo Cellini)
Come si inizia a fare fototrappolaggio?
Sicuramente si inizia mossi dalla passione e dalla curiosità per la natura e la fauna selvatica, però prima servono due cose ben precise:
- I permessi (del proprietario del terreno o fondo e di eventuali enti pubblici e/o carabinieri forestali),
- attrezzature (fototrappola, Scheda SD, batterie AA, cavi d’acciaio e lucchetti).
Poi la passione prenderà il sopravvento e da una fototrappola, si aumenterà sicuramente il parco macchine!
In ogni caso si inizia a fare fototrappolaggio posizionando una fototrappola in un determinato ambiente, la scelta migliore sono sempre transetti o piccole radure.
I primi sono le autostrade dei selvatici nel bosco e a volte si rimane sbalorditi nel vedere tutto quel andirivieni! Le seconde sono stupende perché gli animali selvatici spesso di fermano pochi secondi per guardarsi intorno o brucare.
Quale fototrappola scegliere
Per prima cosa bisogna capire dove si vuole posizionare la fototrappola e sapere se in quella zona un operatore telefonico prende o meno. Molto spesso nei boschi il 4G non arriva, quindi si può optare solo per fototrappole con registrazione foto e video in memorie SD.
Se ci fosse campo, allora si può valutare una fototrappola con invio immagini e video. Poi sul mercato esistono centinaia di modelli e decine di marche. Le caratteristiche più importanti sono:
- qualità foto e video,
- velocità sensore PIR (per riuscire a riprendere gli animali più sfuggenti),
- Quantità dei led invisibili (per avere video notturni chiari e di qualità),
- Presenza di led visibili o invisibili (per non far svelare la fototrappola).
Fototrappolaggio che passione
Poter riprendere e ammirare la fauna selvatica in totale libertà e rispettando la loro privacy è una vera gioia per i nostri occhi e il nostro cuore. Inoltre nella loro semplicità e nella loro quotidianità questi animali ci regalano video o foto stupende.
L’uso delle fototrappole negli ultimi anni sta diventando sempre più frequente anche grazie alle innumerevoli marche di fototrappole low cost cinesi che hanno invaso il mercato per questo è fondamentale rispettare alcune regole basiche per un fototrappolaggio etico.
Cucciola di lupo (foto Giacomo Cellini)
Alcuni consigli per un fototrappolaggio etico
- evitare di rovinare la vegetazione durante il montaggio della fototrappola;
- non usare cibo o altri attrattivi per attirare le specie selvatiche;
- durante le fasi di montaggio/smontaggio evitare rumori molesti;
- non posizionare la fototrappola presso nidi attivi, tane e luoghi di letargo;
- evitare di posizionare la fototrappola presso pozze durante un periodo di particolare siccità;
- richiedere sempre i permessi a proprietari terreni, enti parco e guardie forestali;
- segnalare alle autorità le eventuali attività illecite documentate.
Saluto al sole (foto Giacomo Cellini)
Giacomo Cellini, laureato in storia e antropologia culturale, è web marketing specialist per lavoro; ha una grande passione per la montagna, lo sport e il fototrappolaggio naturalistico. www.fototrappolaggionaturalistico.it