di Marco Salvaterra
Calle in vaso
Il nome di questo bellissimo fiore deriva dal greco “kalós”, ovvero “bello”, e nel linguaggio dei fiori indica l’eleganza, la purezza, la femminilità e anche l’eternità, tanto da essere impiegato come fiore ornamentale non solo per i matrimoni e in particolare per il bouquet della sposa, ma anche per le cerimonie funebri per ricordare la forza e la bellezza delle persone scomparse.
Nelle foto di Robert Mapplethorpe, controverso fotografo statunitense, i fiori di calla lasciano intuire una velata sensualità e diventano simbolo, addensando in loro stessi il campo semantico della sessualità.
Robert Mapplethorpe (1946-89) – https://www.objectsmag.it/
Caratteri botanici
La calla è una pianta erbacea perenne rizomatosa originaria delle zone umide dell’Africa centro-meridionale. Il nome comune, Calla, rimasto oggi nel gergo orticolo fu attribuito da Linneo; mentre il nome Zantedeschia fu dato dal botanico italiano, del XIX secolo, Francesco Zantedeschi. Il genere Zantedeschia comprende circa 8-9 specie di piante erbacee, perenni e rizomatose, che presentano foglie verdi, sagittate, dotate di lunghi piccioli che si originano direttamente dal rizoma. Producono infiorescenze formate da uno spadice, avvolto da una spata di colore bianco, giallo o verdastro. Il frutto è una bacca contenente da 1 a 3 semi.
Le calle si propagano per divisione dei rizomi, avendo cura di lasciare una o più gemme su ogni porzione di essi, ma si possono riprodurre anche mediante semina dei semi portati nelle bacche delle infruttescenze, tenendo presente che questo secondo metodo è generalmente più lento.
La specie più nota e coltivata è Zantedeschia aethiopica (L.) Spreng. 1826, che presenta un rizoma allungato, dal quale prendono origine le foglie dalla lamina astata o sagittata, di colore verde scuro, alte fino a un metro, lunghe 45 cm. e larghe 25 cm., portate da piccioli lunghi e carnosi. Tra la fine dell’inverno e l’inizio dell’estate, produce infiorescenze formate da spadici gialli, avvolti da spate bianche, larghe 20 cm. Tra le varietà più diffuse troviamo: “Childsiana”, più compatta e fiorifera; “Gigantea”, dalla spata di dimensioni maggiori; “Green Goddes”, con la spata marezzata di verde chiaro; “Little Gem”, varietà nana a portamento compatto; “Perle de Stuttgard”, particolarmente fiorifera.
Come coltivare le calle in vaso
La calla è un fiore elegante e classico, molto apprezzata sia in giardino che in vaso, all’esterno o in appartamento. Teme le basse temperature in inverno, pertanto la coltivazione in vaso permette di spostare la pianta in un luogo riparato quando la temperatura va sottozero oppure di proteggerla più facilmente con tessuto non tessuto.
Nell’Italia centrale è possibile coltivarla dall’autunno a fine primavera. I rizomi vanno messi in vaso ai primi di settembre, interrandoli ad una profondità di circa 5-10 cm. Impiegare del terriccio universale, meglio miscelato a compost autoprodotto, e mettere due rizomi di medie dimensioni (4-5 cm), uno se molto grande, in vaso capiente (circa 26 cm di diametro). Se si usano fioriere grandi (30×60 cm) disporre più rizomi, anche di dimensioni diverse, un po’ distanziati. E’ preferibile utilizzare sottovasi profondi, perché le calle, specie in prefioritura e in fioritura, necessitano di molta acqua, essendo piante originarie di zone paludose.
Calle in grande fioriera a fine settembre
Dopo aver posto a dimora i rizomi, inumidire il terreno. Nelle prime fasi non bisogna eccedere con la somministrazione di acqua. Durante l’autunno i vasi vanno posti in posizione soleggiata. Le annaffiature vanno via via aumentate man mano che le foglie diventano grandi e soprattutto quando la pianta è in fioritura.
Nel corso della primavera, quando le giornate si fanno più calde, la collocazione migliore è in zone con luce schermata. Periodicamente (una volta settimana) somministrare concime organico sciolto in acqua oppure nitrophoska. Quando la pianta si appresta a produrre fiori, interrompere la somministrazione di azoto. Se l’autunno è favorevole, i primi fiori vengono prodotti alla fine di dicembre. Durante il periodo invernale le piante vanno poste nella parte più riparata del terrazzo, coprendole, nei periodi più freddi, con teli di tessuto non tessuto. Se possibile si possono ricoverare all’interno, in posizione molto soleggiata.
Eliminare periodicamente le foglie ingiallite e i fiori appassiti, staccando gli steli con un colpo secco verso l’alto. In giugno, quando le temperature sono decisamente alte, la pianta interrompe la fioritura anche se il vaso è messo all’ombra. Conviene interrompere le bagnature e mandare le piante a riposo, ponendo i vasi in zone riparate dalle piogge. Meglio se il rinvaso viene fatto ogni anno. Quando tutte le foglie saranno gialle e il terriccio asciutto (dopo un mese circa), togliere le piante dai vasi, liberare i rizomi dal terriccio e porli in zona asciutta, ventilata e non esposta al sole diretto. Procedere quindi alla selezione dei rizomi, staccando i piccoli bulbilli che potranno essere utilizzati per propagare la pianta. Più grandi zono i rizomi, di maggiori dimensioni saranno le foglie e i fiori prodotti. I bulbilli piccoli inizieranno a fiorire dopo uno o due anni.
Vaso con calle posto a riposo
Rizomi di calle
Nel caso in cui non si voglia procedere al rinvaso occorre comunque interrompere le annaffiature alla fine della primavera per permettere alla pianta di andare a riposo vegetativo. Il rizoma dovrà rimanere all’asciutto per almeno due mesi e si potrà ricominciare la somministrazione di acqua a fine estate avendo cura di aumentare la frequenza delle annaffiature di concerto con lo sviluppo della nuova vegetazione.
La calla può essere oggetto di attacchi da parte di afidi e tripidi, controllabili con un insetticida specifico e, in misura minore, è vulnerabile a malattie fungine, soprattutto marciumi radicali. Il suo nemico principale è però la chiocciola, ghiotta delle sue foglie, che si può controllare con limacidi o polvere di roccia.
Riferimenti bibliografici
Enciclopedia dei Fiori e del Giardino a cura di Ippolito Pizzetti, Garzanti
Istruzione Agraria on line – https://www.agraria.org/
Rivista di Giardinaggio – https://www.giardinaggio.it/
ObjectsMag Rivista di cultura contemporanea – https://www.objectsmag.it/
Marco Salvaterra, laureato in Scienze agrarie presso la Facoltà di Agraria di Bologna, già docente di Estimo ed Economia agraria all’Istituto Tecnico Agrario di Firenze. Curriculum vitae >>>