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Il Cão de Gado Transmontano

di Federico Vinattieri

Cão de Gado Transmontano
Studio di testa di un Cão de Gado Transmontano (fonte foto: www.cpc.pt)

“Un antico retaggio nell’eterna contesa tra lupo e pastorizia”... questo in sintesi è il Cão de Gado Transmontano. Dunque anche questa razza è arrivata al traguardo tanto ambito, ossia l’inserimento nell’elenco delle razze riconosciute. Ebbene sì, adesso il “Transmontano” è da considerarsi razza a tutti gli effetti; a mio modesto parere era un passo doveroso da parte della Federazione Cinologica Internazionale. Questa razza, era già una vera razza da tempo, per la sua omogeneità, molto più evidente rispetto a tante altre razze; per la sua storia, molto interessante; per il suo aspetto morfo-funzionale, ancora molto esplicito e mantenuto invariato nel tempo. Quel che è palese a mio avviso, per poter dichiarare il Cão de Gado “razza”, è il suo tangibile legame con il suo luogo d’origine, con la pastorizia tipica di quei luoghi, la sua inequivocabile identificazione con una determinata funzione, che ha portato la selezione della razza al mantenimento della sua peculiare attitudine e che l’ha plasmata anche a livello fenotipico.
Andiamo per gradi… Cerchiamo di conoscere meglio questo cane; visto che in italiano è stato scritto poco o nulla su questa razza, penso sia doveroso fare gli onori di casa a questa nuova presenza nello scenario a 4 zampe, per cui ho deciso di dedicare il presente articolo a questa recentissima acquisizione nel panorama delle razze canine.

Cão de Gado Transmontano che sorveglia il gregge
Un Cão de Gado Transmontano che sorveglia il gregge (fonte foto: alchetron.com)

Per conoscere bene una razza, bisogna sempre partire dall’apprendere quale sia stata la fonte e lo scopo della sua selezione, ossia la sua origine e la sua storia. Nonostante le varie dicerie sulla razza, non v’è mistero nella sua storia, non ci sono grandi enigmi e possiamo asserire dunque che la selezione della razza, almeno relativa a gli ultimi 20 anni, è abbastanza ben documentata. Un cane da guardiania per antonomasia, selezionato per quello scopo, da sempre. L’origine di questa razza, in sostanza, è comune alla storia di tutti i mastini iberici e la sua evoluzione è legata alle rotte della transumanza peninsulare (*ossia il complesso delle migrazioni stagionali del bestiame dai pascoli di pianura a quelli delle regioni montuose e viceversa). In tempi remoti, questa tipologia di cane si stabilì negli altopiani portoghesi, in particolare nella Regione di Trás-os-Montes (*situata nella zona nord-orientale del Portogallo, gli altopiani e le montagne di Tras-os-Montes, letteralmente “dietro le montagne”, costituiscono la regione più selvaggia del Paese, con paesaggi agresti), zona da cui poi ha tratto il nome “Transmontano”. In questa zona montuosa, caratterizzata da ripidi pascoli di difficile accesso stradale, la razza si è adeguata alle condizioni di quei territori, brulicante di allevamenti ovini, caprini e bovini, che tradizionalmente pascolano in queste zone, evolvendo fino a definirne i tratti morfologici, in perfetta simbiosi con l’ambiente e con il lavoro richiesto. Nel corso dei secoli, le tribù erranti dell’Asia si spostarono da est a ovest, stabilendo nuove colonie e mandrie, che furono accompagnate da molossi da guardia e protezione. Questi cani, partendo da un ceppo comune, hanno acquisito e mantenuto le proprie caratteristiche che oggi consentono loro di differenziarsi da regione a regione. La storia di tutti i molossi delle popolazioni europee e iberiche è quindi certamente interconnessa ed è possibile trovare un’origine comune per tutte le varianti razziali adattate localmente. Nella penisola iberica ci sono state per circa quattromila anni, tribù che si basavano sulla pastorizia come principale fonte di sussistenza. In difesa delle mandrie contro altre tribù e predatori si usavano cani grossi e coraggiosi, importati dall’Asia Minore. Lo spostamento temporaneo delle mandrie nella penisola iberica secondo le stagioni, ha portato alla diffusione di questi cani nei vari areali, creando razze diverse, datosi che le regioni erano ben delimitate ed isolate da grandi fiumi o montagne inospitali. La storia del Cão de Gado Transmontano è legata pertanto all’origine dei restanti “molossi portoghesi”, o “mastini portoghesi” che dir si voglia, mostrando addirittura alcune somiglianze con il “Cane Serra da Estrela” ed il “Rafeiro do Alentejo”. Le regioni di Trás-os-Montes, Serra da Estrela (*è il maggior gruppo montuoso del Portogallo e comprende la vetta più elevata del Portogallo continentale, che raggiunge l’altitudine naturale di 1993 m s.l.m.) e Alentejo, sono caratterizzate da un clima continentale austero, ed è quindi naturale che in climi simili, in vicine regioni, questi tre tipi di “mastini” portoghesi si sono “evoluti” con caratteristiche molto simili. Le differenze morfologiche e funzionali delle tre razze sono dovute al tipo di rilievo e alla presenza o meno di predatori (*Lobi, come vengono chiamati in Portogallo) nelle loro regioni. A Trás-os-Montes e a Serra das Estrela, furono stabiliti cani di grande taglia e dal proverbiale coraggio, con maggiore agilità, leggerezza ed intraprendenza, tale aspetto vene determinato dai paesaggi aspri e dalla presenza dei branchi di lupi; altri cani altrettanto grandi e coraggiosi, ma più pesanti, vennero preferiti in Alentejo (*letteralmente “Oltretago”, è una regione del Portogallo, che comprende la totalità dei distretti di Portalegre, Évora e Beja, e parte del distretto di Setúbal). Negli anni ’70 e ’80 a causa della drastica diminuzione del numero di lupi e per l’abbandono della pastorizia della maggior parte delle persone di Trás-os-Montes, che a quel tempo emigravano verso la costa del paese o all’estero in cerca di migliori possibilità di vita, il Cão de Gado Transmontano cessò di essere utile e cadde nell’oblio, avvicinandosi pericolosamente all’estinzione. La razza poi fu ripresa a mano da volenterosi allevatori, che pian piano riuscirono a fissarne le caratteristiche morfologiche già in buona parte fissate da una sorta di selezione “natural-funzionale” forzata. Infine, vi è stato il proposito di far diventar una vera e propria razza riconosciuta questa tipologia di cane, pratica proposta in primis al Clube Português de Canicultura (*Kennel Club Portuguese), e accettata poi in via ufficiale. Con la circolare n. 18/2020 del 27.03.2020, anche la Federazione Cinologica Internazionale (*Fédération cynologique internationale – F.C.I.) ha riconosciuto, su base provvisoria, questa razza, a cui è stato assegnato il numero di standard 368, e che è stata inserita nell’elenco razze canine riconosciute del Gruppo 2° (*Cani di tipo pinscher e schnauzer, molossoidi e bovari svizzeri), nella Sezione II°, ossia quella dei cani di tipo “da montagna”. In Italia è stata inserita giustamente nell’elenco delle razze poco rappresentate, in quanto a oggi, non risultano ancora soggetti registrati nel nostro Paese. Oltre al suo nome originale, la razza ha un diverso nome identificativo, a seconda delle quattro lingue ufficiali della F.C.I.: “Transmontano Mastiff” in inglese, “Matin Transmontano” in francese, “Transmontano-Hirtenhund” in tedesco e “Mastìn Transmontano” in spagnolo… la traduzione letterale in italiano dal nome portoghese sarebbe “Cane da bestiame Transmontano”.

Expo Monográfica de Cão do Gado Transmontano
XIII Expo Monográfica de Cão do Gado Transmontano (fonte: www.cm-braganca.pt)

Veniamo adesso a quel che interessa di più a noi esteti, che perseguiamo l’affermazione del bello come un valore. Come deve apparire un Cão de Gado Transmontano? Avvalendomi di una mia traduzione dello standard ufficiale (*FCI-St. n.368/ 27.03.2020), cercherò di descrivere minuziosamente questa razza, sia per quanto riguarda l’estetica sia per quanto concerne il comportamento. Innanzitutto identifichiamolo dal punto di vista morfologico: si tratta di un molossoide di grossa taglia, forte e rustico, che si distingue per il suo aspetto imponente e nobile e per l’espressione sobria. Non v’è ombra di dubbio quindi che quando ci si trova al cospetto di un esemplare di questa razza, si ha subito l’impressione di un cane potente, di grande taglia e di grande dinamicità. E’ comunque un cane che si distingue anche per il suo peculiare temperamento e per la sua innata propensione al lavoro. Nonostante le sue dimensioni è un cane docile ma riservato. È cauto, senza mai essere aggressivo, sempre calmo e con un’espressione serena. È un cane da guardia eccezionale nel proteggere le greggi dagli attacchi dei lupi, sempre attento nel suo dovere. Vive e socializza con altri maschi senza conflitti, imponendo una gerarchia di dominanza quando vive in gruppi con femmine riproduttrici. A contatto con estranei, dopo un’iniziale riservatezza, consente la manipolazione senza problemi, essendo molto sensibile a cure ed a attenzioni delicate.

Presenta un profilo quadrato, con arti alti, ossa forti, naturalmente dritte e in posizione verticale, leggermente retratto nel ventre e con angoli posteriori moderati. Vi sono delle proporzioni importante da tenere a mente: la forma del tronco è quasi quadrata; convesso di profilo. L’altezza al garrese e la lunghezza del corpo sono quasi uguali. L’altezza al gomito è notevolmente superiore alla metà dell’altezza al garrese. L’altezza al garrese per i maschi va dai 75 a gli 85 cm; per le femmine 68-78 cm. Il peso per i maschi 60-75 Kg; per le femmine 50-60 Kg.
Ora capite perché il Lupo teme questo cane? Penso che il timore del Lupo sia legittimo, trovandosi dinanzi ad un cane di tali dimensioni, con masse muscolari poderose e con un potenziale morso altrettanto possente. Una peculiarità della razza è che mostra un chiaro dimorfismo sessuale, i maschi sono notevolmente più alti e più voluminosi delle femmine.
La testa è grande e massiccia, ma non troppo ingombrante rispetto al corpo, deve essere pertanto armonica; con profilo convesso e assi cranio-facciali superiori longitudinali paralleli; una leggera divergenza degli assi è accettabile.
Il cranio è moderatamente largo e un po ‘convesso su entrambi gli assi; visibili arcate sopracciliari; lo stop è moderato. Il tartufo è ovale e grande, con narici ben aperte, preferibilmente di colore nero o scuro. Il muso è leggermente più corto del cranio, con guance convergenti obliquamente; leggermente convesso trasversalmente, con profilo dritto. Le labbra sono sovrapposte, di spessore regolare, leggermente pendenti e leggermente arrotondate, con apparenti commessure e bocca ben tagliata. Le mucose sono pigmentate di nero. Le mascelle sono forti, ben sviluppate e ben muscolose. Denti forti e ben sviluppati, con chiusura a forbice o a tenaglia.
Occhio di media grandezza e a forma di mandorla, di colore marrone-miele o più scuro; inclinato ed inserito semi frontalmente. Palpebre pigmentate nere. Espressione serena.
Le orecchie sono di media grandezza, leggermente più lunghe che larghe, triangolari, attaccate medio-alte (*sempre sopra la linea degli occhi), con punta arrotondata e molto spesse; molto mobili e sospese, possono anche tirarsi indietro e piegarsi verticalmente; in attenzione talvolta si piegano in avanti.
Il collo è di media lunghezza, diritto, forte e muscoloso; con giogaia apparente, semplice e non eccessiva. La pelle del collo è quindi “allentata”.
Corpo forte, non troppo voluminoso, ben muscoloso. Presenta un garrese ben marcato. Il dorso è corto, solido, diritto, largo e muscoloso. La groppa è di media lunghezza, moderatamente larga ed obliqua. Il torace è largo e moderatamente grande, ben sviluppato con costole moderatamente cerchiate. Il petto è voluminoso; raggiunge il gomito senza passarlo. La linea inferiore e ventrale si solleva leggermente dallo sterno al ventre, portando a un ventre leggermente retratto. La coda è intera e spessa, ben coperta di pelo, di media attaccatura e taglia, che non supera mai il garretto; si presenta a forma di sciabola, ma può curvarsi in punta, in movimento è portata alta, a forma di falce, può anche arricciarsi. Gli arti anteriori sono forti, lunghi, dritti e paralleli se visti di fronte. La spalla presenta una scapola lunga e angolo scapolo-omerale medio (*di circa 110º). Il braccio è forte, lungo e ben sviluppato. Il gomito è aderente al petto, non deviato. L’avambraccio è lungo e verticale, con ossa cilindriche. Il carpo ha una articolazione forte. Il metacarpo è molto eretto e quasi diritto. I piedi anteriori sono forti, voluminosi e rotondi, con dita serrate e arcuate e con cuscinetti spessi, alti e duri. Gli arti posteriori sono forti e muscolosi, paralleli se visti da dietro; con angolo femoro-tibiale moderato. La coscia è lunga e muscolosa. La gamba è lunga e muscolosa. Il garretto è alto, largo e forte. Il metatarso è proporzionato all’altezza degli arti, con speroni semplici o doppi (*quindi la presenza degli speroni, in questa razza, non è da considerarsi difetto, ma è apprezzata). I piedi posteriori sono ovali o rotondi. Nonostante le dimensioni e la corpulenza, l’andatura è leggera, energica, ritmica e con una grande estensione. La pelle ha una tessitura spessa e lassa al collo, che forma una giogaia semplice; è molto più sottile sulla testa che sul resto del corpo. Presenta un mantello folto, di media lunghezza e abbondante. Il pelo è liscio e molto denso, con evidente sottopelo. Presenta peli più corti e sottili sulla testa, sulle orecchie, sul muso e negli arti. Per quanto riguarda il colore, le più comuni sono le colorazioni bianco con macchie nere, gialle, fulvo o grigio lupo. I colori a tinta unita sono fulvo, giallo o grigio lupo, tigrato o no. In questi colori si vedono comunemente segni bianchi sugli anteriori, sui piedi o su entrambi, così come una fiammata bianca sulla testa. Può essere ticchettato sul corpo o più scuro sulle guance e sulle sopracciglia e nella regione anale (*tricolore).
Elenchiamo alcuni dei difetti più comuni e degni di essere evidenziati: muso appuntito e a forma “di imbuto”; occhi gialli o con palpebre ricadenti; collo con giogaia eccessiva o doppia; corpo con ossatura esile; dorso di lunghezza eccessiva (*longilineo); metacarpi cedevoli o troppo inclinati. Saranno da considerarsi “difetti gravi” questi aspetti: testa: troppo voluminosa; cranio: troppo convesso; cranio / muso: assi cranio-facciali superiori longitudinali convergenti o eccessivamente divergenti; muso: troppo corto; naso: naso color carne o marmorizzato; mascelle: evidentemente prognatismo o prognatismo; occhi: grandi, rotondi o prominenti; mancanza di pigmentazione delle palpebre; orecchie: di attaccatura bassa, eccessivamente piccole o sottili; corpo: petto ampio che arriva sotto il gomito; petto a forma di botte; piedi: anteriori e posteriori divaricati; pelo: non abbastanza denso e troppo corto nel corpo; mancanza di sottopelo; colore: nero solido e bianco solido.
Passiamo ora ai famigerati “difetti da squalifica”… per questa razza ne sono stati indicati soltanto due, e sono i seguenti: soggetti aggressivi o eccessivamente timidi (*aspetto fondamentale, pur trattandosi di un cane da lavoro deve sempre essere un cane gestibile); qualsiasi cane che mostri chiaramente anomalie fisiche o comportamentali (*questo difetto quindi riguarda sia anomalie morfologiche sia riguardanti l’aspetto caratteriale); oltre a questi due, è imperativo aggiungere il monorchidismo ed il criptorchidismo (*considerati ovviamente difetti da squalifica in tutte le razze canine).
Lo standard si conclude con una frase emblematica che dovrebbe fungere da monito per tutti coloro che vogliono cimentarsi nella razza: “Per l’allevamento devono essere utilizzati solo cani funzionalmente e clinicamente sani, con conformazione tipica della razza” (*anche questo concetto, teoricamente, dovrebbe aver valenza ed essere applicato per la selezione di tutte le razze canine).

Gruppo di Cão de Gado Transmontano
Gruppo di Cão de Gado Transmontano (fonte foto: dogs-ptmagazine.com)

Il “Cane da bestiame del Trás-os-Montes” è divenuto dunque una nuova realtà nel mondo della cinofilia ufficiale, indubbiamente da considerarsi un valore aggiunto e valente supplemento in quell’elenco di “nuove razze”, del tutto aliene da preoccupanti derive selettive, fin troppo in voga negli ultimi tempi in tante, troppe razze. Questo cane portoghese è ufficiale da poco, ma la sua storia e la sua innata attitudine, lo proietta di prepotenza tra quelle razze emergenti da tenere in grande considerazione.
Concludo questo mio articolo divulgativo, con una riflessione prettamente personale e oserei dire necessaria: l’antica funzione di questa razza dovrebbe farci comprendere che il ripristino e l’impiego di queste tipologie di cani da custodia e sorveglianza, possono veramente fungere da svolta nel certame, radicato nella storia dell’uomo, che vede antagonisti uomo e lupo da tempi remoti. Abbiamo a disposizione ausiliari eccezionali, che possono proteggere gli allevamenti e possono senza dubbio evitare i celeberrimi attacchi dei branchi selvatici, che fanno tanta notizia al giorno d’oggi. Il Cão de Gado Transmontano è una prova vivente che è possibile proteggere le greggi dai lupi, senza dover ricorrere a pratiche criminali come le uccisioni, che non risolvono certo il problema, ma anzi, comportano solo la distruzione di un preziosissimo anello del nostro ecosistema. Pertanto ben vengano razze come questa, che dovrebbero riscuotere da subito l’interesse di chi vuole cimentarsi nella pastorizia, soprattutto in zone dove il Lupo è tornato ad essere assai presente.

Maschio di Cão de Gado Transmontano
Maschio di Cão de Gado Transmontano (fonte foto: www.cpc.pt)

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, giudice F.I.A.V., ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.ithttp://lupi.difossombrone.ithttp://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>