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di Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri

Cão de Gado Transmontano
Stu­dio di testa di un Cão de Gado Tran­smon­ta­no (fonte foto: www.​cpc.​pt)

“Un an­ti­co re­tag­gio nel­l’e­ter­na con­te­sa tra lupo e pa­sto­ri­zia”... que­sto in sin­te­si è il Cão de Gado Tran­smon­ta­no. Dun­que anche que­sta razza è ar­ri­va­ta al tra­guar­do tanto am­bi­to, ossia l’in­se­ri­men­to nel­l’e­len­co delle razze ri­co­no­sciu­te. Eb­be­ne sì, ades­so il “Tran­smon­ta­no” è da con­si­de­rar­si razza a tutti gli ef­fet­ti; a mio mo­de­sto pa­re­re era un passo do­ve­ro­so da parte della Fe­de­ra­zio­ne Ci­no­lo­gi­ca In­ter­na­zio­na­le. Que­sta razza, era già una vera razza da tempo, per la sua omo­ge­nei­tà, molto più evi­den­te ri­spet­to a tante altre razze; per la sua sto­ria, molto in­te­res­san­te; per il suo aspet­to mor­fo-fun­zio­na­le, an­co­ra molto espli­ci­to e man­te­nu­to in­va­ria­to nel tempo. Quel che è pa­le­se a mio av­vi­so, per poter di­chia­ra­re il Cão de Gado “razza”, è il suo tan­gi­bi­le le­ga­me con il suo luogo d’o­ri­gi­ne, con la pa­sto­ri­zia ti­pi­ca di quei luo­ghi, la sua ine­qui­vo­ca­bi­le iden­ti­fi­ca­zio­ne con una de­ter­mi­na­ta fun­zio­ne, che ha por­ta­to la se­le­zio­ne della razza al man­te­ni­men­to della sua pe­cu­lia­re at­ti­tu­di­ne e che l’ha pla­sma­ta anche a li­vel­lo fe­no­ti­pi­co.
An­dia­mo per gradi… Cer­chia­mo di co­no­sce­re me­glio que­sto cane; visto che in ita­lia­no è stato scrit­to poco o nulla su que­sta razza, penso sia do­ve­ro­so fare gli onori di casa a que­sta nuova pre­sen­za nello sce­na­rio a 4 zampe, per cui ho de­ci­so di de­di­ca­re il pre­sen­te ar­ti­co­lo a que­sta re­cen­tis­si­ma ac­qui­si­zio­ne nel pa­no­ra­ma delle razze ca­ni­ne.

Cão de Gado Transmontano che sorveglia il gregge
Un Cão de Gado Tran­smon­ta­no che sor­ve­glia il greg­ge (fonte foto: al­che­tron.com)

Per co­no­sce­re bene una razza, bi­so­gna sem­pre par­ti­re dal­l’ap­pren­de­re quale sia stata la fonte e lo scopo della sua se­le­zio­ne, ossia la sua ori­gi­ne e la sua sto­ria. No­no­stan­te le varie di­ce­rie sulla razza, non v’è mi­ste­ro nella sua sto­ria, non ci sono gran­di enig­mi e pos­sia­mo as­se­ri­re dun­que che la se­le­zio­ne della razza, al­me­no re­la­ti­va a gli ul­ti­mi 20 anni, è ab­ba­stan­za ben do­cu­men­ta­ta. Un cane da guar­dia­nia per an­to­no­ma­sia, se­le­zio­na­to per quel­lo scopo, da sem­pre. L’o­ri­gi­ne di que­sta razza, in so­stan­za, è co­mu­ne alla sto­ria di tutti i ma­sti­ni ibe­ri­ci e la sua evo­lu­zio­ne è le­ga­ta alle rotte della tran­su­man­za pe­nin­su­la­re (*ossia il com­ples­so delle mi­gra­zio­ni sta­gio­na­li del be­stia­me dai pa­sco­li di pia­nu­ra a quel­li delle re­gio­ni mon­tuo­se e vi­ce­ver­sa). In tempi re­mo­ti, que­sta ti­po­lo­gia di cane si sta­bi­lì negli al­to­pia­ni por­to­ghe­si, in par­ti­co­la­re nella Re­gio­ne di Trás-os-Mon­tes (*si­tua­ta nella zona nord-orien­ta­le del Por­to­gal­lo, gli al­to­pia­ni e le mon­ta­gne di Tras-os-Mon­tes, let­te­ral­men­te “die­tro le mon­ta­gne”, co­sti­tui­sco­no la re­gio­ne più sel­vag­gia del Paese, con pae­sag­gi agre­sti), zona da cui poi ha trat­to il nome “Tran­smon­ta­no”. In que­sta zona mon­tuo­sa, ca­rat­te­riz­za­ta da ri­pi­di pa­sco­li di dif­fi­ci­le ac­ces­so stra­da­le, la razza si è ade­gua­ta alle con­di­zio­ni di quei ter­ri­to­ri, bru­li­can­te di al­le­va­men­ti ovini, ca­pri­ni e bo­vi­ni, che tra­di­zio­nal­men­te pa­sco­la­no in que­ste zone, evol­ven­do fino a de­fi­nir­ne i trat­ti mor­fo­lo­gi­ci, in per­fet­ta sim­bio­si con l’am­bien­te e con il la­vo­ro ri­chie­sto. Nel corso dei se­co­li, le tribù er­ran­ti del­l’A­sia si spo­sta­ro­no da est a ovest, sta­bi­len­do nuove co­lo­nie e man­drie, che fu­ro­no ac­com­pa­gna­te da mo­los­si da guar­dia e pro­te­zio­ne. Que­sti cani, par­ten­do da un ceppo co­mu­ne, hanno ac­qui­si­to e man­te­nu­to le pro­prie ca­rat­te­ri­sti­che che oggi con­sen­to­no loro di dif­fe­ren­ziar­si da re­gio­ne a re­gio­ne. La sto­ria di tutti i mo­los­si delle po­po­la­zio­ni eu­ro­pee e ibe­ri­che è quin­di cer­ta­men­te in­ter­con­nes­sa ed è pos­si­bi­le tro­va­re un’o­ri­gi­ne co­mu­ne per tutte le va­rian­ti raz­zia­li adat­ta­te lo­cal­men­te. Nella pe­ni­so­la ibe­ri­ca ci sono state per circa quat­tro­mi­la anni, tribù che si ba­sa­va­no sulla pa­sto­ri­zia come prin­ci­pa­le fonte di sus­si­sten­za. In di­fe­sa delle man­drie con­tro altre tribù e pre­da­to­ri si usa­va­no cani gros­si e co­rag­gio­si, im­por­ta­ti dal­l’A­sia Mi­no­re. Lo spo­sta­men­to tem­po­ra­neo delle man­drie nella pe­ni­so­la ibe­ri­ca se­con­do le sta­gio­ni, ha por­ta­to alla dif­fu­sio­ne di que­sti cani nei vari area­li, crean­do razze di­ver­se, da­to­si che le re­gio­ni erano ben de­li­mi­ta­te ed iso­la­te da gran­di fiumi o mon­ta­gne ino­spi­ta­li. La sto­ria del Cão de Gado Tran­smon­ta­no è le­ga­ta per­tan­to al­l’o­ri­gi­ne dei re­stan­ti “mo­los­si por­to­ghe­si”, o “ma­sti­ni por­to­ghe­si” che dir si vo­glia, mo­stran­do ad­di­rit­tu­ra al­cu­ne so­mi­glian­ze con il “Cane Serra da Estre­la” ed il “Ra­fei­ro do Alen­te­jo”. Le re­gio­ni di Trás-os-Mon­tes, Serra da Estre­la (*è il mag­gior grup­po mon­tuo­so del Por­to­gal­lo e com­pren­de la vetta più ele­va­ta del Por­to­gal­lo con­ti­nen­ta­le, che rag­giun­ge l’al­ti­tu­di­ne na­tu­ra­le di 1993 m s.l.m.) e Alen­te­jo, sono ca­rat­te­riz­za­te da un clima con­ti­nen­ta­le au­ste­ro, ed è quin­di na­tu­ra­le che in climi si­mi­li, in vi­ci­ne re­gio­ni, que­sti tre tipi di “ma­sti­ni” por­to­ghe­si si sono “evo­lu­ti” con ca­rat­te­ri­sti­che molto si­mi­li. Le dif­fe­ren­ze mor­fo­lo­gi­che e fun­zio­na­li delle tre razze sono do­vu­te al tipo di ri­lie­vo e alla pre­sen­za o meno di pre­da­to­ri (*Lobi, come ven­go­no chia­ma­ti in Por­to­gal­lo) nelle loro re­gio­ni. A Trás-os-Mon­tes e a Serra das Estre­la, fu­ro­no sta­bi­li­ti cani di gran­de ta­glia e dal pro­ver­bia­le co­rag­gio, con mag­gio­re agi­li­tà, leg­ge­rez­za ed in­tra­pren­den­za, tale aspet­to vene de­ter­mi­na­to dai pae­sag­gi aspri e dalla pre­sen­za dei bran­chi di lupi; altri cani al­tret­tan­to gran­di e co­rag­gio­si, ma più pe­san­ti, ven­ne­ro pre­fe­ri­ti in Alen­te­jo (*let­te­ral­men­te “Ol­tre­ta­go”, è una re­gio­ne del Por­to­gal­lo, che com­pren­de la to­ta­li­tà dei di­stret­ti di Por­ta­le­gre, Évora e Beja, e parte del di­stret­to di Setúbal). Negli anni ’70 e ’80 a causa della dra­sti­ca di­mi­nu­zio­ne del nu­me­ro di lupi e per l’ab­ban­do­no della pa­sto­ri­zia della mag­gior parte delle per­so­ne di Trás-os-Mon­tes, che a quel tempo emi­gra­va­no verso la costa del paese o al­l’e­ste­ro in cerca di mi­glio­ri pos­si­bi­li­tà di vita, il Cão de Gado Tran­smon­ta­no cessò di es­se­re utile e cadde nel­l’o­blio, av­vi­ci­nan­do­si pe­ri­co­lo­sa­men­te al­l’e­stin­zio­ne. La razza poi fu ri­pre­sa a mano da vo­len­te­ro­si al­le­va­to­ri, che pian piano riu­sci­ro­no a fis­sar­ne le ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo­lo­gi­che già in buona parte fis­sa­te da una sorta di se­le­zio­ne “na­tu­ral-fun­zio­na­le” for­za­ta. In­fi­ne, vi è stato il pro­po­si­to di far di­ven­tar una vera e pro­pria razza ri­co­no­sciu­ta que­sta ti­po­lo­gia di cane, pra­ti­ca pro­po­sta in pri­mis al Clube Por­tu­guês de Ca­ni­cul­tu­ra (*Ken­nel Club Por­tu­gue­se), e ac­cet­ta­ta poi in via uf­fi­cia­le. Con la cir­co­la­re n. 18/2020 del 27.03.2020, anche la Fe­de­ra­zio­ne Ci­no­lo­gi­ca In­ter­na­zio­na­le (*Fé­dé­ra­tion cy­no­lo­gi­que in­ter­na­tio­na­le – F.C.I.) ha ri­co­no­sciu­to, su base prov­vi­so­ria, que­sta razza, a cui è stato as­se­gna­to il nu­me­ro di stan­dard 368, e che è stata in­se­ri­ta nel­l’e­len­co razze ca­ni­ne ri­co­no­sciu­te del Grup­po 2° (*Cani di tipo pin­scher e sch­nau­zer, mo­los­soi­di e bo­va­ri sviz­ze­ri), nella Se­zio­ne II°, ossia quel­la dei cani di tipo “da mon­ta­gna”. In Ita­lia è stata in­se­ri­ta giu­sta­men­te nel­l’e­len­co delle razze poco rap­pre­sen­ta­te, in quan­to a oggi, non ri­sul­ta­no an­co­ra sog­get­ti re­gi­stra­ti nel no­stro Paese. Oltre al suo nome ori­gi­na­le, la razza ha un di­ver­so nome iden­ti­fi­ca­ti­vo, a se­con­da delle quat­tro lin­gue uf­fi­cia­li della F.C.I.: “Tran­smon­ta­no Ma­stiff” in in­gle­se, “Matin Tran­smon­ta­no” in fran­ce­se, “Tran­smon­ta­no-Hir­te­n­hund” in te­de­sco e “Ma­stìn Tran­smon­ta­no” in spa­gno­lo… la tra­du­zio­ne let­te­ra­le in ita­lia­no dal nome por­to­ghe­se sa­reb­be “Cane da be­stia­me Tran­smon­ta­no”.

Expo Monográfica de Cão do Gado Transmontano
XIII Expo Mo­no­gráfica de Cão do Gado Tran­smon­ta­no (fonte: www.​cm-​braganca.​pt)

Ve­nia­mo ades­so a quel che in­te­res­sa di più a noi este­ti, che per­se­guia­mo l’af­fer­ma­zio­ne del bello come un va­lo­re. Come deve ap­pa­ri­re un Cão de Gado Tran­smon­ta­no? Av­va­len­do­mi di una mia tra­du­zio­ne dello stan­dard uf­fi­cia­le (*FCI-St. n.368/ 27.03.2020), cer­che­rò di de­scri­ve­re mi­nu­zio­sa­men­te que­sta razza, sia per quan­to ri­guar­da l’e­ste­ti­ca sia per quan­to con­cer­ne il com­por­ta­men­to. In­nan­zi­tut­to iden­ti­fi­chia­mo­lo dal punto di vista mor­fo­lo­gi­co: si trat­ta di un mo­los­soi­de di gros­sa ta­glia, forte e ru­sti­co, che si di­stin­gue per il suo aspet­to im­po­nen­te e no­bi­le e per l’e­spres­sio­ne so­bria. Non v’è ombra di dub­bio quin­di che quan­do ci si trova al co­spet­to di un esem­pla­re di que­sta razza, si ha su­bi­to l’im­pres­sio­ne di un cane po­ten­te, di gran­de ta­glia e di gran­de di­na­mi­ci­tà. E’ co­mun­que un cane che si di­stin­gue anche per il suo pe­cu­lia­re tem­pe­ra­men­to e per la sua in­na­ta pro­pen­sio­ne al la­vo­ro. No­no­stan­te le sue di­men­sio­ni è un cane do­ci­le ma ri­ser­va­to. È cauto, senza mai es­se­re ag­gres­si­vo, sem­pre calmo e con un’e­spres­sio­ne se­re­na. È un cane da guar­dia ec­ce­zio­na­le nel pro­teg­ge­re le greg­gi dagli at­tac­chi dei lupi, sem­pre at­ten­to nel suo do­ve­re. Vive e so­cia­liz­za con altri ma­schi senza con­flit­ti, im­po­nen­do una ge­rar­chia di do­mi­nan­za quan­do vive in grup­pi con fem­mi­ne ri­pro­dut­tri­ci. A con­tat­to con estra­nei, dopo un’i­ni­zia­le ri­ser­va­tez­za, con­sen­te la ma­ni­po­la­zio­ne senza pro­ble­mi, es­sen­do molto sen­si­bi­le a cure ed a at­ten­zio­ni de­li­ca­te.

Pre­sen­ta un pro­fi­lo qua­dra­to, con arti alti, ossa forti, na­tu­ral­men­te drit­te e in po­si­zio­ne ver­ti­ca­le, leg­ger­men­te re­trat­to nel ven­tre e con an­go­li po­ste­rio­ri mo­de­ra­ti. Vi sono delle pro­por­zio­ni im­por­tan­te da te­ne­re a mente: la forma del tron­co è quasi qua­dra­ta; con­ves­so di pro­fi­lo. L’al­tez­za al gar­re­se e la lun­ghez­za del corpo sono quasi ugua­li. L’al­tez­za al go­mi­to è no­te­vol­men­te su­pe­rio­re alla metà del­l’al­tez­za al gar­re­se. L’al­tez­za al gar­re­se per i ma­schi va dai 75 a gli 85 cm; per le fem­mi­ne 68-78 cm. Il peso per i ma­schi 60-75 Kg; per le fem­mi­ne 50-60 Kg.
Ora ca­pi­te per­ché il Lupo teme que­sto cane? Penso che il ti­mo­re del Lupo sia le­git­ti­mo, tro­van­do­si di­nan­zi ad un cane di tali di­men­sio­ni, con masse mu­sco­la­ri po­de­ro­se e con un po­ten­zia­le morso al­tret­tan­to pos­sen­te. Una pe­cu­lia­ri­tà della razza è che mo­stra un chia­ro di­mor­fi­smo ses­sua­le, i ma­schi sono no­te­vol­men­te più alti e più vo­lu­mi­no­si delle fem­mi­ne.
La testa è gran­de e mas­sic­cia, ma non trop­po in­gom­bran­te ri­spet­to al corpo, deve es­se­re per­tan­to ar­mo­ni­ca; con pro­fi­lo con­ves­so e assi cra­nio-fac­cia­li su­pe­rio­ri lon­gi­tu­di­na­li pa­ral­le­li; una leg­ge­ra di­ver­gen­za degli assi è ac­cet­ta­bi­le.
Il cra­nio è mo­de­ra­ta­men­te largo e un po ‘con­ves­so su en­tram­bi gli assi; vi­si­bi­li ar­ca­te so­prac­ci­lia­ri; lo stop è mo­de­ra­to. Il tar­tu­fo è ovale e gran­de, con na­ri­ci ben aper­te, pre­fe­ri­bil­men­te di co­lo­re nero o scuro. Il muso è leg­ger­men­te più corto del cra­nio, con guan­ce con­ver­gen­ti obli­qua­men­te; leg­ger­men­te con­ves­so tra­sver­sal­men­te, con pro­fi­lo drit­to. Le lab­bra sono so­vrap­po­ste, di spes­so­re re­go­la­re, leg­ger­men­te pen­den­ti e leg­ger­men­te ar­ro­ton­da­te, con ap­pa­ren­ti com­mes­su­re e bocca ben ta­glia­ta. Le mu­co­se sono pig­men­ta­te di nero. Le ma­scel­le sono forti, ben svi­lup­pa­te e ben mu­sco­lo­se. Denti forti e ben svi­lup­pa­ti, con chiu­su­ra a for­bi­ce o a te­na­glia.
Oc­chio di media gran­dez­za e a forma di man­dor­la, di co­lo­re mar­ro­ne-mie­le o più scuro; in­cli­na­to ed in­se­ri­to semi fron­tal­men­te. Pal­pe­bre pig­men­ta­te nere. Espres­sio­ne se­re­na.
Le orec­chie sono di media gran­dez­za, leg­ger­men­te più lun­ghe che lar­ghe, trian­go­la­ri, at­tac­ca­te me­dio-al­te (*sem­pre sopra la linea degli occhi), con punta ar­ro­ton­da­ta e molto spes­se; molto mo­bi­li e so­spe­se, pos­so­no anche ti­rar­si in­die­tro e pie­gar­si ver­ti­cal­men­te; in at­ten­zio­ne tal­vol­ta si pie­ga­no in avan­ti.
Il collo è di media lun­ghez­za, di­rit­to, forte e mu­sco­lo­so; con gio­ga­ia ap­pa­ren­te, sem­pli­ce e non ec­ces­si­va. La pelle del collo è quin­di “al­len­ta­ta”.
Corpo forte, non trop­po vo­lu­mi­no­so, ben mu­sco­lo­so. Pre­sen­ta un gar­re­se ben mar­ca­to. Il dorso è corto, so­li­do, di­rit­to, largo e mu­sco­lo­so. La grop­pa è di media lun­ghez­za, mo­de­ra­ta­men­te larga ed obli­qua. Il to­ra­ce è largo e mo­de­ra­ta­men­te gran­de, ben svi­lup­pa­to con co­sto­le mo­de­ra­ta­men­te cer­chia­te. Il petto è vo­lu­mi­no­so; rag­giun­ge il go­mi­to senza pas­sar­lo. La linea in­fe­rio­re e ven­tra­le si sol­le­va leg­ger­men­te dallo ster­no al ven­tre, por­tan­do a un ven­tre leg­ger­men­te re­trat­to. La coda è in­te­ra e spes­sa, ben co­per­ta di pelo, di media at­tac­ca­tu­ra e ta­glia, che non su­pe­ra mai il gar­ret­to; si pre­sen­ta a forma di scia­bo­la, ma può cur­var­si in punta, in mo­vi­men­to è por­ta­ta alta, a forma di falce, può anche ar­ric­ciar­si. Gli arti an­te­rio­ri sono forti, lun­ghi, drit­ti e pa­ral­le­li se visti di fron­te. La spal­la pre­sen­ta una sca­po­la lunga e an­go­lo sca­po­lo-ome­ra­le medio (*di circa 110º). Il brac­cio è forte, lungo e ben svi­lup­pa­to. Il go­mi­to è ade­ren­te al petto, non de­via­to. L’a­vam­brac­cio è lungo e ver­ti­ca­le, con ossa ci­lin­dri­che. Il carpo ha una ar­ti­co­la­zio­ne forte. Il me­ta­car­po è molto eret­to e quasi di­rit­to. I piedi an­te­rio­ri sono forti, vo­lu­mi­no­si e ro­ton­di, con dita ser­ra­te e ar­cua­te e con cu­sci­net­ti spes­si, alti e duri. Gli arti po­ste­rio­ri sono forti e mu­sco­lo­si, pa­ral­le­li se visti da die­tro; con an­go­lo fe­mo­ro-ti­bia­le mo­de­ra­to. La co­scia è lunga e mu­sco­lo­sa. La gamba è lunga e mu­sco­lo­sa. Il gar­ret­to è alto, largo e forte. Il me­ta­tar­so è pro­por­zio­na­to al­l’al­tez­za degli arti, con spe­ro­ni sem­pli­ci o doppi (*quin­di la pre­sen­za degli spe­ro­ni, in que­sta razza, non è da con­si­de­rar­si di­fet­to, ma è ap­prez­za­ta). I piedi po­ste­rio­ri sono ovali o ro­ton­di. No­no­stan­te le di­men­sio­ni e la cor­pu­len­za, l’an­da­tu­ra è leg­ge­ra, ener­gi­ca, rit­mi­ca e con una gran­de esten­sio­ne. La pelle ha una tes­si­tu­ra spes­sa e lassa al collo, che forma una gio­ga­ia sem­pli­ce; è molto più sot­ti­le sulla testa che sul resto del corpo. Pre­sen­ta un man­tel­lo folto, di media lun­ghez­za e ab­bon­dan­te. Il pelo è li­scio e molto denso, con evi­den­te sot­to­pe­lo. Pre­sen­ta peli più corti e sot­ti­li sulla testa, sulle orec­chie, sul muso e negli arti. Per quan­to ri­guar­da il co­lo­re, le più co­mu­ni sono le co­lo­ra­zio­ni bian­co con mac­chie nere, gial­le, fulvo o gri­gio lupo. I co­lo­ri a tinta unita sono fulvo, gial­lo o gri­gio lupo, ti­gra­to o no. In que­sti co­lo­ri si ve­do­no co­mu­ne­men­te segni bian­chi sugli an­te­rio­ri, sui piedi o su en­tram­bi, così come una fiam­ma­ta bian­ca sulla testa. Può es­se­re tic­chet­ta­to sul corpo o più scuro sulle guan­ce e sulle so­prac­ci­glia e nella re­gio­ne anale (*tri­co­lo­re).
Elen­chia­mo al­cu­ni dei di­fet­ti più co­mu­ni e degni di es­se­re evi­den­zia­ti: muso ap­pun­ti­to e a forma “di im­bu­to”; occhi gial­li o con pal­pe­bre ri­ca­den­ti; collo con gio­ga­ia ec­ces­si­va o dop­pia; corpo con os­sa­tu­ra esile; dorso di lun­ghez­za ec­ces­si­va (*lon­gi­li­neo); me­ta­car­pi ce­de­vo­li o trop­po in­cli­na­ti. Sa­ran­no da con­si­de­rar­si “di­fet­ti gravi” que­sti aspet­ti: testa: trop­po vo­lu­mi­no­sa; cra­nio: trop­po con­ves­so; cra­nio / muso: assi cra­nio-fac­cia­li su­pe­rio­ri lon­gi­tu­di­na­li con­ver­gen­ti o ec­ces­si­va­men­te di­ver­gen­ti; muso: trop­po corto; naso: naso color carne o mar­mo­riz­za­to; ma­scel­le: evi­den­te­men­te pro­gna­ti­smo o pro­gna­ti­smo; occhi: gran­di, ro­ton­di o pro­mi­nen­ti; man­can­za di pig­men­ta­zio­ne delle pal­pe­bre; orec­chie: di at­tac­ca­tu­ra bassa, ec­ces­si­va­men­te pic­co­le o sot­ti­li; corpo: petto ampio che ar­ri­va sotto il go­mi­to; petto a forma di botte; piedi: an­te­rio­ri e po­ste­rio­ri di­va­ri­ca­ti; pelo: non ab­ba­stan­za denso e trop­po corto nel corpo; man­can­za di sot­to­pe­lo; co­lo­re: nero so­li­do e bian­co so­li­do.
Pas­sia­mo ora ai fa­mi­ge­ra­ti “di­fet­ti da squa­li­fi­ca”… per que­sta razza ne sono stati in­di­ca­ti sol­tan­to due, e sono i se­guen­ti: sog­get­ti ag­gres­si­vi o ec­ces­si­va­men­te ti­mi­di (*aspet­to fon­da­men­ta­le, pur trat­tan­do­si di un cane da la­vo­ro deve sem­pre es­se­re un cane ge­sti­bi­le); qual­sia­si cane che mo­stri chia­ra­men­te ano­ma­lie fi­si­che o com­por­ta­men­ta­li (*que­sto di­fet­to quin­di ri­guar­da sia ano­ma­lie mor­fo­lo­gi­che sia ri­guar­dan­ti l’a­spet­to ca­rat­te­ria­le); oltre a que­sti due, è im­pe­ra­ti­vo ag­giun­ge­re il mo­nor­chi­di­smo ed il crip­tor­chi­di­smo (*con­si­de­ra­ti ov­via­men­te di­fet­ti da squa­li­fi­ca in tutte le razze ca­ni­ne).
Lo stan­dard si con­clu­de con una frase em­ble­ma­ti­ca che do­vreb­be fun­ge­re da mo­ni­to per tutti co­lo­ro che vo­glio­no ci­men­tar­si nella razza: “Per l’al­le­va­men­to de­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti solo cani fun­zio­nal­men­te e cli­ni­ca­men­te sani, con con­for­ma­zio­ne ti­pi­ca della razza” (*anche que­sto con­cet­to, teo­ri­ca­men­te, do­vreb­be aver va­len­za ed es­se­re ap­pli­ca­to per la se­le­zio­ne di tutte le razze ca­ni­ne).

Gruppo di Cão de Gado Transmontano
Grup­po di Cão de Gado Tran­smon­ta­no (fonte foto: dogs-pt­ma­ga­zi­ne.com)

Il “Cane da be­stia­me del Trás-os-Mon­tes” è di­ve­nu­to dun­que una nuova real­tà nel mondo della ci­no­fi­lia uf­fi­cia­le, in­dub­bia­men­te da con­si­de­rar­si un va­lo­re ag­giun­to e va­len­te sup­ple­men­to in quel­l’e­len­co di “nuove razze”, del tutto alie­ne da pre­oc­cu­pan­ti de­ri­ve se­let­ti­ve, fin trop­po in voga negli ul­ti­mi tempi in tante, trop­pe razze. Que­sto cane por­to­ghe­se è uf­fi­cia­le da poco, ma la sua sto­ria e la sua in­na­ta at­ti­tu­di­ne, lo pro­iet­ta di pre­po­ten­za tra quel­le razze emer­gen­ti da te­ne­re in gran­de con­si­de­ra­zio­ne.
Con­clu­do que­sto mio ar­ti­co­lo di­vul­ga­ti­vo, con una ri­fles­sio­ne pret­ta­men­te per­so­na­le e ose­rei dire ne­ces­sa­ria: l’an­ti­ca fun­zio­ne di que­sta razza do­vreb­be farci com­pren­de­re che il ri­pri­sti­no e l’im­pie­go di que­ste ti­po­lo­gie di cani da cu­sto­dia e sor­ve­glian­za, pos­so­no ve­ra­men­te fun­ge­re da svol­ta nel cer­ta­me, ra­di­ca­to nella sto­ria del­l’uo­mo, che vede an­ta­go­ni­sti uomo e lupo da tempi re­mo­ti. Ab­bia­mo a di­spo­si­zio­ne au­si­lia­ri ec­ce­zio­na­li, che pos­so­no pro­teg­ge­re gli al­le­va­men­ti e pos­so­no senza dub­bio evi­ta­re i ce­le­ber­ri­mi at­tac­chi dei bran­chi sel­va­ti­ci, che fanno tanta no­ti­zia al gior­no d’og­gi. Il Cão de Gado Tran­smon­ta­no è una prova vi­ven­te che è pos­si­bi­le pro­teg­ge­re le greg­gi dai lupi, senza dover ri­cor­re­re a pra­ti­che cri­mi­na­li come le uc­ci­sio­ni, che non ri­sol­vo­no certo il pro­ble­ma, ma anzi, com­por­ta­no solo la di­stru­zio­ne di un pre­zio­sis­si­mo anel­lo del no­stro eco­si­ste­ma. Per­tan­to ben ven­ga­no razze come que­sta, che do­vreb­be­ro ri­scuo­te­re da su­bi­to l’in­te­res­se di chi vuole ci­men­tar­si nella pa­sto­ri­zia, so­prat­tut­to in zone dove il Lupo è tor­na­to ad es­se­re assai pre­sen­te.

Maschio di Cão de Gado Transmontano
Ma­schio di Cão de Gado Tran­smon­ta­no (fonte foto: www.​cpc.​pt)

Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri è un ap­pas­sio­na­to al­le­va­to­re ci­no­fi­lo, giu­di­ce F.I.A.V., or­ni­to­fi­lo e avi­col­to­re (ti­to­la­re Al­le­va­men­to di Fos­som­bro­ne – www.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​lupi.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​ornitologia.​dif​osso​mbro​ne.​it). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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