di Federico Vinattieri
Tipico atteggiamento di disagio del Saarlooswolfhond
Il Saarloos è un cane da lavoro o un cane da compagnia?
Ho notato, con certo stupore, che ancora c’è chi fa confusione sulle attitudini proprie di questa particolare razza.
Quel che crea in me questo senso di sbigottimento, è che la questione, in realtà, è tutt’altro che opinabile.
A tal proposito, inizio questo mio articolo con una semplicissima domanda: secondo voi, cos’è che distingue un cane di razza da un meticcio?
Semplice rispondere, lo sanno anche i bambini… è il pedigree.
Il pedigree è la carta d’identità del soggetto, la certificazione d’appartenenza ad una razza. Razza definita tale grazie allo Standard.
Lo standard non è altro che il modello ideale di riferimento in vigore per quella determinata razza, parametri di tipicità accuratamente descritti, sui quali non si può scendere a compromessi.
Quando si ha dei dubbi su cosa si deve selezionare, è proprio in quel caso che lo standard viene in nostro soccorso. Labilità di memoria talora spaventa, e oggettivamente la paura di prendere una strada sbagliata nella selezione dovrebbe esser sempre presente in un allevatore, proprio per questo lo standard ci concede la traccia per razionalizzare e concretizzare il lavoro.
La questione bislacca è che vi è ancora chi cerca di ignorare quanto riportato su questo essenziale documento, cercando di deviare le nozioni redatte su di esso, che sono state scritte proprio perché non devono essere mai travisate.
La tendenza allarmante è quella di interpretare lo standard “ad personam”, anzi “ad allevamentum”… ossia, invece di fondare la propria selezione sullo standard, si tende a cercare di distorcere lo standard per renderlo attinente ai soggetti prodotti nel proprio centro di selezione, arrivando addirittura ad ignorarlo del tutto.
Sullo standard vi sono riportati non solo i connotati morfologici-anatomici di una razza, ma anche le qualità essenziali dell’aspetto caratteriale e soprattutto l’indicazione dell’utilizzazione, che è una delle voci principali, presente obbligatoriamente in tutti gli standard.
In rete sono recentemente esplose discussioni iperboliche, che trattano l’indole del Saarloos in lungo e in largo, evidenziando cosa può fare questa tipologia di cane.
E’ ovvio che, trattandosi di un cane estremamente intelligente, si possa riuscire ad ottenere anche soggetti che eccellono in discipline estranee alla razza, come l’agility, l’obedience, le corse, brevetti vari, ecc., risulta lapalissiano che ciò talvolta è possibile, in alcuni casi, ma bisogna sempre distinguere le doti del singolo soggetto, quindi l’eccezione, dal panorama completo della razza stessa, e dalle peculiarità caratteriali che la razza deve mantenere.
Fate attenzione al verbo servile che ho usato… “deve” mantenere, non “può“, poiché quel che è scritto nel suo standard è una richiesta esplicita e chiarissima, non un aspetto facoltativo, bensì un obbligo.
Il Saarloos – cito testualmente lo standard ufficiale – non obbedisce che di sua propria e libera volontà; non si sottomette. È attaccato al suo padrone e affidabile al più alto grado. Verso gli estranei è riservato e abbastanza diffidente. La sua riservatezza e, nelle situazioni sconosciute, il suo istinto di fuga simile a quello del lupo, sono tipiche per il cane-lupo di Saarloos e dovrebbero essere mantenute come particolarità della razza. Nell’avvicinarsi a un cane–lupo di Saarloos gli estranei dovrebbero dare prova d’una certa comprensione verso il comportamento di questo cane, per la sua circospetta riservatezza e per il suo istinto di fuga, particolarità che porta nel suo patrimonio ereditario. Un approccio forzato e indesiderabile da parte di un estraneo può provocare la manifestazione dell’istinto di fuga. Impedendo a questo istinto di manifestarsi, per esempio diminuendo la libertà di movimenti del cane con un guinzaglio, il cane può comportarsi come se avesse paura.
Se ciò non basta, e ancora si persevera nel voler ricercare nel C.L. di Saarloos l’impiego come ausiliare dell’uomo, vi è nello standard la voce “UTILIZZAZIONE“, messa lì proprio per non incorrere in controversie e per fornire la direttiva apodittica sulla sua utilità specifica.
In questa voce troviamo scritto quanto segue: “Il Cane lupo di Saarloos non è stato allevato per una prestazione specifica; possiede delle predisposizioni naturali che gli permettono di essere un cane di compagnia e di famiglia, fedele, affidabile”.
Il Saarloos è il perfetto cane da famiglia
Questo paragrafo dovrebbe mettere tutti d’accordo.
Il fatto che nel Saarloos si debba ricercare esclusivamente un “cane da famiglia” e che debba presentare la sua innata diffidenza, non è in discussione, è altresì un fatto conclamato, confermato e approvato dalla Federazione Cinologica Internazionale e di conseguenza dalla nostra Ente Nazionale della Cinofilia Italiana.
Preso atto di questo, c’è poco da aggiungere. Ogni discussione sul suo utilizzo quindi è già chiarita a priori.
Tornando alla mia analisi delle convinzioni e dei luoghi comuni che sovente approdano in internet, viene affermato a gran voce, da chi è proprietario di uno o più soggetti evidentemente capaci di affrontare situazioni particolari o di superare l’ostacolo della proverbiale timidezza, che sarebbe per loro quella la vera indole del Saarloos.
Queste affermazioni non fanno testo, e vi spiego la motivazione…
Il fatto di prendere per esempio, uno o più soggetti con carattere estroverso e l’aver raggiunto dei traguardi sportivi o di addestramento con alcuni di essi, non fa automaticamente di questa razza una tipologia portata per quello scopo o per quella disciplina.
E’ come se, per assurdo, io insegnassi al mio pappagallo a cantare la Cavalleria Rusticana, e poi mi vantassi del fatto che di conseguenza tutti i pappagalli sono portati per diventare dei cantanti dell’opera lirica. Inutile dirvi che l’attitudine di una razza ad una utilità, non funziona così.
La predisposizione per un’attitudine che non sia quella del cane da compagnia, nel caso del Saarloos, non è determinata dalla genetica, non è richiesta dallo standard, pertanto non è da considerarsi un prestigio, un valore, un vanto.
Talvolta ci si dimentica che vi è una dicitura importante alla fine di ogni standard di razza: “qualsiasi deviazione da quanto sopra, deve essere considerato come difetto, che sarà penalizzato a seconda della sua gravità”.
Un carattere estroverso nel Cane Lupo di Saarloos è da considerarsi un difetto, perché si tratta di una deviazione di quanto riportato nella voce “COMPORTAMENTO – CARATTERE“; un Saarloos che si presenti subito espansivo, privo di timore e senza mostrare alcuno stato di disagio nei confronti di un estraneo o di una situazione a lui sconosciuta, è un elemento distintivo in netto contrasto con quanto riportato nello standard.
Per il Saarloos sono espressamente richiesti i requisiti da cane da compagnia, da famiglia. Questo è quanto.
Non sono certo io a sostenerlo, ma è tutto nero su bianco sulla descrizione delle caratteristiche fisiche/comportamentali del C.L.S. ideale.
In rete si trova tutto ed il contrario di tutto su questo argomento; addirittura trovo a dir poco paradossale voler proporre come massima ambizione per un soggetto di questa razza, il superamento della prova CAE1 (test di controllo dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico). Personalmente ho sempre ritenuto che l’ottenimento del CAE1 con un Saarloos non sia un merito, bensì quasi un demerito. Certificando l’esatto opposto richiesto dallo standard non si fa altro che attestare di possedere un soggetto atipico; ciò è paragonabile a far superare una prova di corsa ad un Bulldog inglese, o una prova di caccia ad un Carlino. Per ogni razza bisogna saper rispettare la sua attitudine, la sua indole, la sua identità.
Ognuno poi è libero di ostinarsi con proprie convinzioni, ed è certo che è possibile ottenere il CAE1 con certi soggetti, tutto è possibile… ma ciò non significa che siano questi i soggetti da prendere come prototipo idealizzato per la razza.
Saarloos da lavoro = Saarloos atipico; questo ci dice lo standard e ciò, ribadisco, non è confutabile.
L’aspetto caratteriale quindi non è in alcun modo interpretabile, ma assiomatico. Proprio come nel caso in cui si produca un C.L.S. senza la coda, con le orecchie non erette, con il muso corto, con una taglia ridotta, con espressione atipica, ecc., allo stesso modo se si produce un Saarloos con carattere difforme allo standard, semplicemente quello non è un tipico Saarloos.
Gli svariati tentativi di far passare il C.L.S. come un instancabile coadiutore dell’uomo, perfettamente in grado di svolgere le più variegate mansioni lavorative, è dunque solamente una dichiarazione pubblica del fatto che la propria selezione è gravemente divergente da quanto richiesto per la razza.
Pertanto, il consiglio è quello di diffidare da coloro che, forse anche per estrema ingenuità, vantano di essere i detentori della tipicità caratteriale, laddove proprio questa tipicità è totalmente assente.
La mia domanda è: perché? Perché questa estenuante voglia di ricercare ed inserire una caratteristica che non appartiene alla razza?
Esistono oltre quattrocento razze riconosciute, molte delle quali sono razze da lavoro, da secoli progettate, create e selezionate per quello scopo. Se si ha l’esigenza di possedere un cane da lavoro perché non prendere in considerazione una di queste? Non vi è neanche la giustificazione del fattore estetico, in quanto una razza ben più nota del Saarloos, ossia il Cane Lupo Cecoslovacco, che somiglia molto per tratti morfologici, è un eccellente cane da lavoro. Preso atto di ciò, come può essere motivata la necessità di voler a tutti i costi fare del Cane Lupo di Saarloos un cane da lavoro, quando il mondo della cinofilia ci fornisce già delle validissime alternative?
Non dimentichiamolo mai: il connotato più tipico del C.L.S., sui generis, che lo contraddistingue da ogni altra razza al mondo, è proprio il suo aspetto caratteriale.
Connotato d’obbligo, di importanza primaria. La riservatezza e l’atteggiamento timido del Saarloos è da considerarsi pregio assoluto, un indicatore di purezza, una caratteristica di tipicità, che deve sempre e comunque essere presente.
Cerchiamo quindi di mantenere inalterato questo aspetto e di non perderlo.
Inseguendo parametri selettivi difformi allo standard e soprattutto divulgando informazioni fittizie, con tale sicumera da poter creare confusione, il grande rischio è quello di forviare coloro che si avvicinano alla razza per la prima volta, facendo credere che il Saarloos possa essere un altro cane rispetto a quel che in verità è da sempre, ossia un compagno per antonomasia.
Il Saarloos è un cane da compagnia per eccellenza
Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.it – http://lupi.difossombrone.it – http://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>