Basso Reno, esperienze di allevamento
di Federico Vinattieri
Siamo all’interno delle razze del gruppo n° 4, ossia il gruppo di razze di polli dette di “tipo asiatico”, gruppo che include razze più note come Amrock, Australorp, Brahma, Faverolles, ecc…
Quando si parla di Basso Reno, siamo all’interno anche di un altro elenco, ossia quello delle razze “poco rappresentate” in Italia. Questa infatti, è una razza rarissima nel nostro Paese, gli allevatori che si cimentano oggi nella selezione di questo particolare pollo in Italia, si contano sulle dita di una mano.
Pulcino di Basso Reno petto argento – Allevamento F.Vinattieri
Prima di condividere le mie esperienze dirette con questo pollo, vediamo di presentarlo a dovere.
Si tratta di una razza a duplice attitudine, che viene quindi allevato, sia per la carne che per la produzione di uova… ma a noi, puri esteti, non interessano più di tanto queste sue capacità produttive, in quanto la nostra attenzione va subito a vagliare le sue caratteristiche morfologiche. Osservandolo salta subito all’occhio la sua forma larga, un pollo robusto e arrotondato, conformazione tipica di molte razze del centro-nord Europa.
La Basso Reno venne creata in Germania, si dice negli anni ’40, o comunque subito dopo la seconda grande guerra, e la sua selezione sembra essere iniziata dall’importazione di alcuni polli da carne provenienti dalle regioni a Nord dell’Olanda.
Da documentazione storica si è potuto sapere che la razza fu creata per volontà del commerciante tedesco Jobs, considerato il “padre” di questa razza, il quale utilizzò la razza Olandese del Nord, che incrociò con la Malines, chiamata anche “Mechelen”. Successivamente utilizzò in selezione anche galline di razza Plymouth e Orpington. Successivamente Mr. Jobs riuscì a selezionare diverse varietà di colore. Sappiamo per certo che nella selezione della Basso Reno ebbe un ruolo importante anche il genetista tedesco Regenstein, e grazie al suo aiuto si riuscirono a creare varianti di colore come lo sparviero blu e anche il fulvo sparviero.
Gallina Basso Reno petto argento – Allevamento F.Vinattieri
Per conoscere e comprende bene questo pollo, è inevitabile andare a vedere i vari aspetti del suo standard ufficiale di razza riconosciuto dalla nostra Federazione Nazionale.
Vediamone gli aspetti principali che ne determinano la tipicità:
Stiamo parlando di un pollo di taglia sopra la media, quindi il suo peso deve avere i seguenti parametri: maschi dai 3,5 kg ai 4 kg; femmine dai 2,5 kg ai 3 kg.
Il suo tronco deve presentarsi arrotondato, largo e leggermente compatto. La testa è di media grandezza; leggermente bombata. Il becco deve essere abbastanza corto e ricurvo; color carne e parte superiore color corno. Occhi di media grandezza; colore secondo la varietà. La cresta è semplice e dritta; di media grandezza; 4/6 dentelli; di tessitura fine; lobo che segue il più possibile la linea della nuca senza appoggiarvisi. Piccola nella gallina, dopo la metà può anche piegarsi un po’. I bargigli sono di media grandezza, ben arrotondati e di tessitura fine. La faccia è sempre ben rossa e con qualche piccola pennetta sparsa. Gli orecchioni sono piccoli e rossi. Il collo è di media lunghezza, leggermente ricurvo; mantellina piena. Spalle larghe, appena visibili perché nascoste dalla mantellina. Nella gallina ben arrotondate.
Dorso largo, di media lunghezza; linea concava rimontante senza interruzione attraverso la groppa larga e abbondantemente impiumata. Nella gallina ben arrotondato con il punto più basso all’altezza delle spalle.
Le sue ali devono presentarsi ben serrate al corpo e portate orizzontali. La coda è di media lunghezza e larga; risale gradualmente, dopo il prolungamento della groppa, senza formare alcun angolo; larghe falciformi ben arcuate. Nella gallina è ben sviluppata con timoniere larghe e mediamente lunghe portate aperte e ben soprammesse. Petto pieno e largo; ben arrotondato; portato leggermente rilevato. Le gambe di media lunghezza; muscolose e allargate; ben impiumate. Tarsi proporzionalmente fini; senza piume; di media lunghezza; color carne; per le varietà Blu, Nera e petto argento vedere alla descrizione della colorazione. Dita ben allargate. Il ventre è pieno e largo.
Questi sono gli aspetti che rendono la razza unica ed inconfondibile. La pienezza e la larghezza del petto, ed anche il suo portamento rilevato, sono caratteristiche fondamentali. La rotondità e la larghezza del tronco è un connotato da non sottovalutare, come anche la larghezza del dorso, con la sua linea concava.
Il piumaggio è sicuramente un altro aspetto fondamentale di tipicità, che deve presentare una conformazione larga, pieno e di buon sviluppo.
Quando si alleva una razza, bisogna sempre tenere a mente, oltre che ai vari aspetti da ricercare, anche i diversi difetti da dover debellare. Nel caso della nostra Basso Reno vi sono diversi difetti gravi elencati nel suo standard ufficiale, che riporto qui di seguito: corpo debole; forma angolosa o triangolare; parte del petto stretta o a forma di chiglia; ventre poco sviluppato; dorso stretto e linea del dorso dritta; portamento troppo alto, troppo profondo o troppo stretto; portamento della coda troppo bassa o troppo rilevata; transazione groppa/coda angolosa; falciformi o piume strette; ali cadenti; becco o tarsi di colore giallastro; tracce di piume sui tarsi; parte anteriore della cresta con pieghe; bianco negli orecchioni.
A questi ovviamente, vanno aggiunto i vari difetti nella colorazione.
Ne esistono 5 varietà di colorazione riconosciute: Sparviero Blu, Collo oro scura sparviero, Blu, Fulva sparviero e Petto argento.
Ho allevato per circa 6 anni solo la colorazione Petto argento (Betulla argento).
Dopo diverse ricerche, riuscii tanti anni fa, a trovare un discreto ceppo di questa razza, derivante da un allevamento svizzero.
La forma era più che ottimale, la taglia non era eccelsa, ma comunque erano soggetti di tutto rispetto, taglia in standard. Acquistai due galli, non consanguinei, uno con una forma più corretta, ma con una cresta con dentellatura non perfettamente radiale rispetto all’occhio, l’altro gallo con una struttura fisica un po’ meno imponente, ma con una cresta impeccabile e orlatura sul petto ideale. Insieme ad essi acquistai quattro femmine tutte più o meno omogenee, con una ottima forma e con una colorazione soddisfacente. Unici difetti piuttosto evidenti nei 2 galli erano, nel primo delle leggerissime soffusioni bianche nelle remiganti, e nel secondo un dorso leggermente lungo che andava ad influire negativamente sulla linea dorso-coda, ma per il resto non potevo che considerarli ottimi riproduttori. La somma dei pregi era sicuramente superiore alla sommatoria dei difetti, pertanto decisi di intraprendere questa selezione.
Iniziai. Il primo anno, divisi in due gruppi. Al primo gallo, quello con la forma più attinente allo standard, concessi le tre femmine più belle, al secondo maschio lasciai l’altra femmina, quella di taglia più grande.
Il risultato fu discreto da entrambi. Dal primo gruppo nacquero dei maschi di ottima fattura, con una struttura imponente e con una colorazione discreta, salvo alcuni soggetti, nei quali le piccole soffusioni bianche delle remiganti si erano estese, divenendo delle vere e proprie macchie, che rendevano i soggetti impresentabili in mostra.
Dal secondo gallo nacquero delle femmine interessanti, con ottimi petti, ventri pieni, spalle larghe, con dorsi ben arrotondati e con il punto più basso all’altezza delle spalle. Creste corrette in tutti i soggetti prodotti.
Per i primi due mesi feci nascere pulcini in incubatrice, dal mese di maggio decisi di testare l’attitudine alla cova delle galline di questa razza, ma pensavo sinceramente che, essendo razze abbastanza pesanti, non fossero all’altezza del compito. Invece mi stupirono, le galline risultarono essere delle validissime chiocce, covando instancabilmente e proteggendo con grande cura la prole.
La stagione riproduttiva terminò, venne l’estate, poi l’autunno… I pulcini erano oramai soggetti giovani o semi-adulti, e potevo finalmente valutarne pregi e difetti per la scelta definitiva dei soggetti da esporre nell’imminente stagione mostre. Tra tutti i soggetti prodotti, scelsi 2 galli, più o meno omogenei tra loro, i quali presentavano una forma impeccabile, un portamento corretto e una colorazione soddisfacente.
Di lì poco, venne organizzata dall’Associazione Toscana Avicoltori, l’annuale Mostra Sociale di Firenze.
Esposi questi due galli. Quando tornai in mostra la domenica, vidi soddisfatto che uno dei due galli aveva vinto il titolo di Campione di razza con 95 punti. Ero soddisfatto, perché ero riuscito a selezionare soggetti qualitativamente apprezzabili, di questa razza così rara e quasi sconosciuta in Italia.
Quel piccolo traguardo riaccese il mio interesse per la razza, pertanto l’anno successivo “rispolverai” il riproduttore migliore dell’anno precedente, uno dei due galli capostipiti, quello con la struttura migliore, e decisi di abbinarlo alle femmine figlie dell’altro gallo. Così facendo riuscii ad apportare un grande miglioramento alle creste e anche a rendere l’orlatura sul petto più evidente.
L’anno successivo esposi 5 soggetti e vinsi la Mostra sociale Toscana.
Avevo compreso un fattore che va a discapito di questa razza… ossia l’accrescimento molto lento. Per veder terminato lo sviluppo fisico dei soggetti novelli, dovevo attendere almeno i primi mesi dell’anno successivo, e questo fattore era uno svantaggio anche per le mostre. Due erano i rimedi… cambiare alimentazione, fornendo nella dieta un maggior valore proteico e facilitando quindi uno sviluppo più rapido, e anticipare la stagione riproduttiva, formando per tempo i gruppi di riproduzione e attivando prima le incubatrici.
Questi accorgimenti giovarono molto e mi permisero di arrivare in procinto della stagione mostre, con esemplari giovani, ma già ben sviluppati.
Il terzo anno vidi che vi era la necessità di integrare un soggetto che rimarcasse il disegno e soprattutto che andasse a debellare il famigerato difetto delle leggere soffusioni bianche sulle remiganti, che talvolta ritornava in evidenza.
Decisi di acquistare una femmina da un allevamento tedesco. Tale riproduttrice presentava una colorazione molto scura con ottimi riflessi verdi, con testa e collo di un bianco argento perfetto, con fiamme nere regolari. Era proprio la femmina che ci voleva per me. La misi da sola con un gallo, diretto discendente dal mio primo gallo più bello.
L’inserimento fu azzeccato. Da quell’accoppiamento nacquero almeno 6-7 soggetti che io all’epoca consideravo ottimi esemplari da mostra. Era molto soddisfatto di tale risultato.
La colorazione delle remiganti era finalmente ottimale… il bianco era completamente svanito, l’inserimento di quella femmina aveva dato i suoi frutti.
Ma come sappiamo noi allevatori, non si può pretendere di arricchire il patrimonio genetico, introducendo soggetti esterni, senza avere anche delle carenze su altri geni… sappiamo che non si può selezionare tutti i caratteri allo stesso tempo, e soprattutto sappiamo che l’introduzione di un soggetto appartenente ad una linea di sangue di cui sappiamo poco o nulla, può comportare anche delle sorprese nelle generazioni successive. Alleli recessivi inaspettati sono sempre in agguato!
Quel che acquistai da una parte, lo persi dall’altra… le soffusioni bianche sulle remiganti erano sparite, ma stavo perdendo quasi completamente l’orlatura bianco argento sul petto.
Allora iniziai a studiare la problematica. Come apportare una orlatura soddisfacente, senza andare a perdere ciò che avevo appena acquistato? Difficile dare una risposta a questo interrogativo… ma ci arrivai.
Ricordate quei primi due galli, che anni prima avevo acquistato per iniziare la mia selezione? Ecco… il secondo gallo, proprio quello un po’ di scarso di forma, aveva una orlatura sul petto assolutamente perfetta.
Per chi, come il sottoscritto, non lavora mai sui grandi numeri, bensì su pochi accoppiamenti mirati, non si può procedere per svariati tentativi o per casualità, ma si deve stabilire un programma ben definito e accurato da seguire.
L’idea del “vecchio gallo” fu messa in atto. Le tre galline più belle, frutto del mio ultimo acquisto tedesco, diventarono le “mogli” proprio di quel gallo, oramai anziano.
Nelle prime tre covate le uova non erano state gallate. Avevo quasi perso le speranze, e invece… Bingo!! Dall’ultima incubata nacquero 5 femmine e 6 maschi, di questi ne lasciai 3 e 2 in allevamento.
Attesi con ansia la muta, il piumaggio era quasi completo e definitivo, e stavo vedendo in loro il “vestito” che avevo tanto sperato.
Eh sì, avevo avuto ragione in pieno. Ben quattro di questi soggetti, risultarono assolutamente perfetti. Forma eccelsa, colorazione impeccabile, cresta perfetta, tarsi ottimi.
Ce l’avevo fatta. Ora mancava solo l’ultimo step, ossia quello di avere la conferma espositiva che tanto avevo atteso e per cui tanto avevo lavorato. Avevo grandi aspettative.
Ma sì sa, nella vita a volte i sogni vengono dilaniati da strane circostanze e talvolta da avverse casualità.
Gallo Basso Reno petto argento – Allevamento F.Vinattieri
A sole due settimana dall’annuale Campionato regionale toscano di avicoltura, entrai nel pollaio una mattina, e vidi distrutto tutto il mio lavoro di selezione di anni.
Una volpe aveva apprezzato molto i miei soggetti, a prescindere dalle loro colorazioni.
Sappiamo bene che son cose che possono accadere, e non per colpa dei cosiddetti “nocivi”, ma soprattutto per la nostra incuranza nella costruzione di strutture poco adeguate, che infatti modificai di conseguenza.
Nessun soggetto mi era rimasto, pertanto decisi che quella razza doveva restare per me, una bella parentesi della mia carriera di allevatore.
Un vero peccato che la Basso Reno, che può apparire grossolana a prima vista, ma che vi assicuro essere piacevole all’occhio e anche elegante nella sua conformazione, sia così poco allevata e poco nota in Italia.
Spero vivamente che vi sia, prima o poi, qualche allevatore capace, che riprenda a mano la sua selezione e che la porti alla notorietà che meriterebbe.
Non è difficile da riprodurre, ma è sicuramente difficile da selezionare. Riuscire a creare esemplari che possano ottenere predicati e punteggi alti in ambito espositivo, è un’ardua prova di costanza e dedizione per l’avicoltore.
Forse un giorno riprenderò io stesso a mano la sfida… Chissà.
Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, giudice F.I.A.V., ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.it – http://lupi.difossombrone.it – http://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>