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Alla scoperta dell’Orto Botanico di Portici

di Eugenio Cozzolino

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Nel 1872, sorse in Portici, la Reale Scuola Superiore di Agricoltura alla quale venne assegnata come sede il Palazzo Reale di Portici insieme al suo parco ed i suoi giardini.

La reggia di Portici fu edificata fra il 1738 ed il 1742 per volere di Carlo III di Borbone su progetto dell’architetto romano Antonio Canevari. Il sito reale venne poi ampliato da Ferdinando IV e Gioacchino Murat ma conobbe poi un periodo di decadenza iniziato con la caduta dei Borbone nel 1860 che portò all’alienazione di tutte le suppellettili e reperti archeologici provenienti dagli scavi di Ercolano.

Alla Reggia era annesso un parco di circa 36 ha, impiantato su una colata lavica del 1631 ed ottenuto mediante l’esplosione di dinamite e la messa a dimora di lecci già adulti; il parco è oggi dedicato al botanico napoletano Giovanni Gussone.

All’interno del Parco ed immediatamente adiacenti al palazzo furono realizzati due giardini ornamentali di circa 9000 mq che furono trasformati in Orto Botanico da Nicola Antonio Pedicino che ne 1872, fu per primo chiamato alla Cattedra di Botanica della Scuola di Agricoltura.


Fontana della Vittoria

Dell’impianto originario dei giardini rimangono oggi soprattutto le opere architettoniche costituite dai muri di cinta su cui sono collocati dei busti marmorei; dalla “Fontana della Vittoria”, ornata alla base da fauni e sirene e sormontata da una statua di scavo raffigurante la Dea Flora (l’originale attualmente esposta presso l’Herculanense Museum); dai 16 cassoni che occupano la parte perimetrale del giardino.

Nel 1875 venne pubblicato il primo Index Seminum. Comincia dunque un lungo periodo di feconda attività per l’Orto che viene però vanificata dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale che portarono all’occupazione alleata dei giardini ed alla conseguente distruzione di un gran numero di piante.

Nel frattempo, nel 1935, viene istituita la Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli che sostituisce l’Istituto Superiore Agrario. Dal 1948 ad oggi hanno preso forma dunque le collezioni che è possibile attualmente visitare. Con l’assegnazione di tre riquadri del Parco Gussone, a ridosso del lato interno, l’estensione ha raggiunto i 20.000 mq creando tre aree in cui hanno potuto essere allestiti il palmeto, un felceto con un piccolo laghetto ed uno spazio di circa 1000 mq per le serre riscaldate dedicate alle collezioni di piante succulente.

L’Orto Botanico della Facoltà di Agraria di Portici rappresenta dunque un luogo abbastanza particolare in cui convivono pregevoli testimonianze storico-architettoniche ed importanti collezioni di piante provenienti da diverse zone del mondo.

Il giardino storico

Nel giardino storico è nato l’impianto originario dell’Orto Botanico, esso comprende quattro riquadri, sedici cassoni, dodici aiuole tonde e tre vasche circolari ed una Serra storica. I due riquadri posti a destra della fontana sono dedicati alle Conifere, alle magnolie ed alle piante del Mediterraneo del Mondo, provenienti da Australia e Sudafrica. Dei due riquadri a sinistra della fontana, l’inferiore è dedicato alle Agavaceae, Liliaceae, Iridaceae e Xanthorroaceae, il superiore alle Myrtaceae, Lauraceae ed ancora a piante mediterranee.

I cassoni sono tematici ed ospitano collezione di Cycadaceae, Myrtaceae, Aloaceae, Cactaceae, Agavaceae, Aizoaceae, e piante provenienti dall’Asia. Le vasche, così come la fontana centrale ospitano ninfee ed altre piante acquatiche; le aiuole circolari, in pietra vulcanica, di più recente realizzazione, sono destinate a palme e Chorysie.

La Serra Pedicino, restaurata nell’anno 2000, dalla particolare forma, ospita una collezione di piante epifite.

Spiccano nel giardino la maestosa mole di un esemplare carpellifero di Gingko biloba alto circa 30 metri ed una Xanthorroea preissii, con fusto alto circa 190 cm, che di tanto in tanto fiorisce.

Una struttura in pietra accoglie la Primula palinuri, importante endemismo di Campania, Basilicata e Calabria.


Lophophora williamsii

Il felceto

Adiacente al giardino storico ed all’ombra della lecceta, il giardino delle felci è uno degli angoli più suggestivi dell’Orto. L’umidità necessaria alla vita di queste piante è assicurata da un laghetto, attorno al quale sono state collocate le felci arboree e numerose altre specie provenienti da tutto il mondo. Un angolo è dedicato alla Woodwardia radicans rarissimo relitto della flora tropicalmontana del Terziario, oggi presente in Italia in Sicilia e Calabria e in Campania a Ischia e sulla penisola sorrentina.

Il palmeto

Il palmeto, posto di fronte al felceto, fu ricavato da una schiarita del bosco. Ospita attualmente 25 specie di palme, nonché una piccola collezione di Plumeria ed un esemplare di Grevillea robusta.

Interessanti sono la Jubaea chilensis e la Butia capitata dai gustosi frutti e i grandi esemplari di Syagrus romanzoffiana.


Il palmeto all’interno dell’Orto Botanico

La serra delle succulente

La serra delle succulente rappresenta senza dubbio il fiore all’occhiello dell’Orto Botanico di Portici, ospita infatti oltre 400 specie di piante succulente provenienti dai deserti africani ed americani. Di rilievo sono le collezioni di Cactaceae, Aizoaceae, Euphorbiaceae, Didieraceae ed Apocynaceae. Su tutte spiccano gli esemplari carpelliferi e staminiferi di Welwitschia mirabilis. Dal 2002 la superficie della serra è stata ampliata a 1000 mq e sono in continuo aumento le acquisizioni di nuovi esemplari per arricchire le collezioni.

Le principali collezioni

Come tutti gli altri Orti Botanici, anche quello di Portici svolge prevalentemente funzioni di didattica, ricerca scientifica e conservazione della natura. In tal senso, nel corso degli ultimi anni, si è orientata la definizione delle collezioni che sono tra l’altro vincolate da problemi di spazio che impongono scelte limitate.

Quella delle piante desertiche è senza dubbio la più importante contando oltre 600 specie suddivise in diverse famiglie fra cui le più importanti sono le Cactaceae (circa 400 specie), Aizoaceae, Euphorbiaceae, Didieraceae e Agavaceae. Dal punto di vista didattico questa collezione riveste particolare interesse sia per quanto riguarda i diversi aspetti (morfologia, fisiologia, riproduzione) di ciascuna specie, sia per la possibilità di osservare direttamente il fenomeno della convergenza evolutiva. Particolarmente ricche sono le collezioni di Mamillaria, Haworthia, Gymnocalycium, Euphorbia e Rhipsalis. Notevole interesse rivestono inoltre piante provenienti dal Sud Africa e Madagascar appartenenti ai generi Aloe, Didierea, Alluaudia e Kalanchoe. Fra le altre ricordiamo, in particolare, splendidi esemplari staminiferi e carpelliferi di Welwitschia mirabilis Hook. dei deserti Sudafricani, che ha trovato nel substrato lavico vesuviano condizioni di crescita ottimali.


Ceiba speciosa

Il resto delle collezioni è costituito prevalentemente da conifere (in particolare Cycadacee), piante insettivore ed arbusti provenienti da diverse zone del mondo (Australia, Sudafrica, California) caratterizzate da clima di tipo mediterraneo. Una piccola sezione è dedicata alle piante di uso alimentare e medicinale.

L’inventario delle collezioni comprende dunque oltre 1000 specie con circa 4000 esemplari.

 

Sitografia

https://www.centromusa.it/it/orto-botanico-di-portici.html
http://www.dipartimentodiagraria.unina.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=87:orto-botanico

 

» Ar­ti­co­lo trat­to dalla Ri­vi­sta Ter­rA­mi­ca – num. 8 Gen­na­io 2018 «

Eugenio Cozzolino: Laurea in Scienze Agrarie, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II”. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo. Componente della “Lista nazionale degli ispettori preposti al controllo degli enti od organismi riconosciuti idonei ad effettuare le prove ufficiali ai fini della registrazione dei prodotti fitosanitari” istituita dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Dipendente dal 1987 nel ruolo tecnico del Mipaaf e successivamente come Collaboratore tecnico nei ruoli del CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) divenuto CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) a partire dall’anno 2015. È autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche e divulgative. Curriculum vitae >>>