Il sistema di controllo nella certificazione dei prodotti biologici
di Donato Ferrucci
La produzione biologica è caratterizzata dai seguenti elementi distintivi:
- si conforma a un canone tecnico associato a produzioni di qualità;
- è disciplinata da un atto legislativo;
- è garantita dalle Istituzioni attraverso un sistema di controllo;
- è identificata da un segno distintivo che ne sintetizza i valori;
- persegue obiettivi a valenza ambientale;
- prevede l’indicazione di origine delle materie prime (in corrispondenza del logo si ritrova ad es. Agricoltura Italia, UE, non UE).
La garanzia è determinata mediante un sistema di controllo (Titolo V del Reg. CE 834/07 e D.Lvo. n. 20/2018), inteso come l’insieme dei metodi, strumenti ed attività mirate a garantire la conformità dei prodotti realizzati. Il sistema prevede la presenza di autorità di controllo (soggetti pubblici) ed Organismi di Controllo (soggetti pubblici o privati con delega di funzione pubblica).
Gli Organismi di controllo svolgono attività di ispezione e certificazione, su autorizzazione dell’autorità pubblica, a cui rimane il compito di vigilanza.
La dichiarazione di conformità ai requisiti previsti può essere resa solo da un Organismo accreditato ed autorizzato a svolgere attività di controllo e certificazione per lo specifico settore. L’autorizzazione è concessa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’accreditamento da un ente garante (“Accredia” per l’Italia). Entrambi sono chiamati a monitorare e vigilare sulle attività degli organismi di certificazione, allo scopo di garantire il rispetto delle regole. L’Organismo accreditato deve essere estraneo al sistema produttivo aziendale ed avere caratteristiche di indipendenza, imparzialità e competenza. Deve, in altri termini, essere un “professionista della dichiarazione”. Le regole sono definite sia da standard specifici (ISO 17065:2012) che da norme di natura legislativa.
Tutte le fasi della produzione e della commercializzazione devono dal rientrare nel sistema di controllo, con la conseguenza che ogni operatore coinvolto in qualsiasi fase del processo sarà oggetto di controllo da parte degli Organismi di certificazione. La conformità del prodotto si trasferisce mediante dichiarazioni documentali ed è verificata mediante attività di controllo in termini gestionali e analitici. Sono elementi tracciati:
- la conformità al metodo;
- l’origine delle materie impiegate.
Come accennato l’operatore che vuole utilizzare la menzione ed il segno correlato al prodotto biologico deve aderire ad un sistema di controllo che è disciplinato dal Titolo V “Controlli” del Reg. (CE) n. 834/2007. In sintesi la conformità del prodotto viene garantita mediante autocontrollo del produttore, controllo da parte dell’Organismo di certificazione, vigilanza delle Istituzioni.
La garanzia del sistema ha una configurazione plurima che vede interagire:
- Attività di ispettiva presso gli operatori da parte di tecnici (TI) incaricati dagli Organismi di Controllo (OdC). Questa è svolta su tutti gli operatori con frequenza minima annuale;
- Attività di verifica analitica mediante prelievo di campioni presso gli operatori da parte di tecnici ispettori (TI). Effettuata su un campione di numerosità regolamentata e trasmessi presso laboratori autorizzati dall’Autorità Pubblica Competente (AC);
- Attività di certificazione da parte degli OdC dei sistemi produttivi, mediante validazione dei risultati delle verifiche ispettive e dei riscontri analitici. La numerosità delle verifiche ispettive annue ed i conseguenti prelievi presso ogni singolo operatore sono definite in base ad una analisi del rischio dettata per regolamento e delineata in un documento tecnico prodotto dall’Ente di Accreditamento Nazionale (RT16 Rev. 05 Accredia);
- Attività di selezione e formazione dei TI per quanto attiene competenza e potenziali conflitti di interesse da parte degli OdC;
- Attività di monitoraggio da parte degli OdC su quanto operato dai TI;
- Attività di autorizzazione degli Organismi delegati da parte dell’Autorità Pubblica (AC);
- Attività di autorizzazione ai TI ad operare per conto dell’OdC da parte dell’Autorità Pubblica Competente (AC);
- Vigilanza dell’operato degli OdC da parte dell’AC e dell’Ente di Accreditamento. Attività che prevede:
- Verifiche ispettive esaustive presso le sedi degli OdC con frequenza annuale;
- Verifiche ispettive e analitiche (queste ultime solo da parte della AC), annuali presso un campione rappresentativo per ogni singolo OdC;
- Attività di scambio informazioni, dettata nei contenuti e nei tempi da atti legislativi, sia tra AC e OdC, che tra i diversi OdC;
- Istituzione del Sistema Informativo Biologico (SIB), albo pubblico on-line di tutti gli operatori aderenti al metodo. L’albo è costantemente aggiornato e attualmente disponibile sul sito www.sinab.it.
L’autorità competente come prima indicato devono organizzare ispezioni presso gli OdC e se, a seguito di tale attività, risultano carenze da parte di tali organismi nell’espletamento di compiti delegati, l’AC che conferisce la delega può ritirarla a meno di adozione da parte dell’OdC di azioni correttive appropriate e tempestive.
Sempre l’art. 27 del Reg. (CE) 834/2007 chiama l’AC ad ulteriori garanzie. Questa infatti:
- a) si assicura che i controlli effettuati dall’OdC siano oggettivi e indipendenti;
- b) verifica l’efficacia dei controlli;
- c) prende nota delle irregolarità o infrazioni accertate e delle misure correttive applicate;
- d) revoca l’autorizzazione dell’OdC che non soddisfa i requisiti previsti dalla norma.
Le ispezioni prevedono, con una frequenza minimo annuale, le seguenti fasi:
- Verifica dei pre-requisiti di certificazione;
- Ispezione delle strutture;
- Verifica delle buone prassi operativa e tenuta dei registri di lavorazione;
- Eventuale prelievo campione.
Per quanto attiene i controlli è quindi possibile distinguere due momenti. L’attività degli OdC e la vigilanza dell’Autorità pubblica.
In base agli ultimi dati disponibili (BioReport 2017-2018), nel 2016 gli OdC hanno effettuato una media di 1.15 verifiche ispettive (115 controlli ogni 100 operatori), di cui il 15% senza preavviso. Il 12% delle attività hanno previsto un campionamento. Sul totale dei controlli sono state aperte 4166 “Non Conformità” (5.8%). Dei campionamenti effettuati il 7.5% è risultato positivo. Quest’ultimo dato, non è rappresentativo in termini statistici, in quanto risultato di una azione basata sull’analisi del rischio, ovvero cercando di intervenire nei punti di massima criticità in termini di contaminazione. Però evidenzia la professionalità del settore nel cercare di intercettare le anomalie prima che arrivino al consumatore.
Più importante e significativa ai fini della valutazione della stabilità e correttezza del sistema rimane l’attività di vigilanza condotta dal dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF).
Nella tabella è possibile confrontare l’attività degli ultimi tre anni. Molto interessante il fenomeno che vede l’incremento dell’attività di vigilanza (+35%) con un incremento proporzionale delle contestazioni amministrative e notizie di reato ma nel contempo si assiste ad una significativa contrazione dei risultati analitici irregolari (-50%) e del valore monetario dei sequestri (-77%) e dal loro numero (-42%). Quest’ultimo dato appare addirittura irrisorio se confrontato con il valore di mercato dei prodotti biologici nel loro complesso. Nel 2018 arriva a rappresentare solo lo 0.01 del valore di mercato.
Le stesse notizie diffuse tramite BioReport 2017-2018 evidenzia come le principali violazioni contestate sono riconducibili all’etichettatura e presentazione dei prodotti e a inadempienze amministrativo-contabili. In particolare si riscontra che:
- il 37% è dovuto a violazioni delle norme sull’etichettatura e presentazione dei prodotti;
- il 28% a infrazioni di natura amministrativo-contabile (irregolare tenuta di registri, documentazione commerciale inesatta o irregolarmente compilata, ecc.);
- il 17% a comportamenti fraudolenti (commercializzazione di prodotti convenzionali come provenienti da agricoltura biologica, prodotti con residui di fitofarmaci non consentiti in agricoltura biologica);
- il 13% ad irregolarità di natura merceologica;
- il 5% a violazioni amministrative legate al sistema delle indicazioni geografiche (evocazione di una denominazione registrata, utilizzo di indicazioni false o ingannevoli circa l’origine)
L’ultimo punto non ha particolare attinenza con il settore del biologico ma evidenzia come un’attività di vigilanza, di fatto, vada poi a identificare irregolarità anche per elementi non direttamente attinenti ma comunque legate alla tipologia di prodotto.
Infine, la medesima fonte evidenzia come, tra le azioni penali maggiormente rilevanti nel 2016 si segnala l’operazione svolta in Puglia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia riguardante la vendita di grano duro, pasta di semola di grano duro e pomodori con dichiarazione di conformità non veritiera. L’operazione, vale la pena di ribadire. scaturita a seguito di segnalazione ricevuta da organismi di controllo, ha portato al sequestro di:
- 2000 tonnellate di grano duro,
- 20 tonnellate di pasta di semola di grano duro;
- 130 tonnellate di passata di pomodoro.
Volendo però dare una dimensione, anche approssimativa del fenomeno, ritenuto rilevante, è possibile convertire le quantità in superfici agricole coinvolte. Considerando il territorio Pugliese e la corrispondente capacità produttiva media in biologico per le produzioni interessante
- 2000 tonnellate di frumento duro equivalgono a circa 500 ettari (Rese riportate su sinab.it e www.sian.it). Nel 2016 ne erano coltivati 137.321 ettari;
- 20 tonnellate di pasta di grano duro equivalgono a circa 7.6 ettari equivalenti di frumento duro;
- 130 tonnellate di passata equivalgono a circa 3 ettari equivalenti di pomodoro da industria. Nel 2016 ne erano coltivati 4057.
La riflessione finale è che il settore produttivo del biologico è caratterizzato da un sistema di controlli molto sofisticato e che, nel tempo, sta dando prova di efficacia rispetto alle garanzie attese da consumatore. L’andamento dei consumi evidenzia come il consumatore, contrariamente a esperti, tecnici, gruppi di interesse, sia fiducioso della garanzia promessa dal sistema e continui a scegliere i prodotti biologici consapevole del beneficio ambientale e della serietà degli operatori coinvolti.
E mentre questo articolo va in pubblicazione arriva dai media la segnalazione di un importante caso di prodotti con falsa dichiarazione di conformità: l’operazione “Bad Juice”. Questa ha comportato il sequestro di 1.400 tonnellate di succo concentrato di mela per un valore di circa 5 milioni di euro (6.5 milioni è stato il valore dei beni confiscati nel complesso e non quello del prodotto oggetto di sequestro).
Al riguardo il ministero ricorda che nei primi 4 mesi del 2019 l’Icqrf ha incrementato del 15% i controlli sul bio rispetto allo stesso periodo del 2018 e del 23% gli operatori controllati. A testimonianza di un sistema ministeriale sempre più efficienti, gli irregolari sono passati dal 7,2% al 18,1%, le contestazioni amministrative sono più che quintuplicate, mentre le diffide sono aumentate del 68%, a tutto vantaggio dei produttori che commettono meri errori formali.
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio dichiara che “Il nostro sistema di controlli è riconosciuto tra i migliori al mondo e ancora una volta lo abbiamo dimostrato. L’operazione dell’Icqrf, con la collaborazione della Guardia di Finanza, conferma la robustezza del nostro sistema e l’impegno del ministero per la tutela dei consumatori e dei produttori italiani”. Affermazioni condivisibili sia in termini di concretezza ma anche per un atteggiamento non denigratorio del sistema.
Infatti, questo evento, può essere visto secondo diverse prospettive, a seconda dell’angolazione che si sceglie,
- Per i detrattori del settore si tratta dell’ennesimo caso di falso prodotto bio che è immesso sul mercato a rappresentare la scarsa affidabilità associata a questi prodotti;
- I detrattori del sistema dei controlli punteranno il dito sull’inefficacia di questo, formulando soluzioni draconiane a scapito di tutti i produttori e andando di fatto a rafforzare l’opinione di quelli al punto precedente;
- I difensori acritici continueranno a paventare un sistema controllato oltre misura e chiameranno ad esempio e discapito il caso dei falsi prosciutti DOP. Come se additare un altro evento ed un’altra criticità fosse di qualche giovamento;
- E chi, con un sospiro, potrebbe dire “ben fatto”, cerchiamo di migliorare ed evitare che questo si ripeta. Il valore del prodotto intercettato è di circa lo 0,1 % del fatturato dei prodotti biologici in Italia. Quindi il 99.9 %, al momento, può essere, potenzialmente, considerato conforme. Lavoriamo per aumentare il grado di garanzia.
Ad ognuno la sua prospettiva, per quanto mi riguarda, io ho già fatto la mia scelta.
Bibliografia e sitografia:
BioReport anni 2016-2017-2018. L’agricoltura biologica in Italia
Bio in cifre 2017. A cura di Zucconi S.: Pubblicazione del 23/10/2017 su www.sinab.it.
Bio in cifre 2017. A cura di Giardina F: Pubblicazione del 23/10/2017 su www.sinab.it.
Nomisma per Assobio. Presentazione Marca 2018. Il mercato italiano dei prodotti biologici
SINAB. http://www.sinab.it/content/rese
SIAN. https://www.sian.it/consRese/paiRicerca.do (Consultazione pubblica rese)
ANSA: http://www.ansa.it
Donato Ferrucci, Dottore agronomo libero professionista, riveste attualmente l’incarico di Responsabile di Bioagricert Lazio e di Cultore della materia presso la cattedra di Gestione e Comunicazione d’Impresa” – Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi della Tuscia. E-mail: donatoferrucci@alice.it