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di Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri

Giudice in esposizione caninaUn sog­get­to nel ring sotto os­ser­va­zio­ne del­l’e­sper­to giu­di­ce – foto © Ila­ria Tren­tin

“Sa­pes­si cos’è suc­ces­so! Quel giu­di­ce oggi ha dato la qua­li­fi­ca di Molto Buono al mio cane… Ma come si è per­mes­so??!!”

Quan­te volte ho sen­ti­to escla­ma­re que­sta frase da amici ci­no­fi­li…

Sta­vol­ta toc­chia­mo un ar­go­men­to at­tua­lis­si­mo, che viene tal­vol­ta preso un po’ sot­to­gam­ba, ossia quel­lo delle fa­mi­ge­ra­te qua­li­fi­che.

Prima di ad­den­trar­ci nel me­ri­to, co­no­scia­mo me­glio cosa si in­ten­de con que­sto ter­mi­ne; mi ri­fe­ri­sco so­prat­tut­to ai neo­fi­ti che non hanno an­co­ra avuto modo di in­tra­pren­de­re un per­cor­so espo­si­ti­vo.

Sa­pe­te dirmi la dif­fe­ren­za tra “Qua­li­fi­ca” e “Clas­si­fi­ca“?

La qua­li­fi­ca è il va­lo­re as­so­lu­to di un de­ter­mi­na­to sog­get­to.
La clas­si­fi­ca in­ve­ce è il va­lo­re re­la­ti­vo di un de­ter­mi­na­to sog­get­to, te­nen­do conto delle pre­sen­ze nella me­de­si­ma ca­te­go­ria.

Due con­cet­ti molto di­ver­si quin­di.

Inu­ti­le dire che la qua­li­fi­ca ha, o al­me­no do­vreb­be avere, un’im­por­tan­za molto più ele­va­ta ri­spet­to alla clas­si­fi­ca.

Nei vari set­to­ri zoo­tec­ni­ci di cui fac­cio parte da ora­mai sva­ria­ti anni, ho no­ta­to una dif­fe­ren­te per­ce­zio­ne delle qua­li­fi­che.

Lo­gi­co che i cri­te­ri di giu­di­zio di un cane, non sono pa­ra­go­na­bi­li ai cri­te­ri di giu­di­zio di un ca­na­ri­no o di un gallo, nean­che i me­to­di, e cer­ta­men­te le com­pi­la­zio­ni delle fa­mi­ge­ra­te “sche­da ana­li­ti­ca” di­ver­go­no no­te­vol­men­te, ma il va­lo­re della qua­li­fi­ca di per sé in molti aspet­ti ha delle si­mi­li­tu­di­ni.

Ve­dia­mo nello spe­ci­fi­co, set­to­re per set­to­re… e va­lu­tia­mo come la per­ce­zio­ne della qua­li­fi­ca, da parte del giu­di­ce e da parte so­prat­tut­to del­l’al­le­va­to­re, sia ben dif­fe­ren­te in ci­no­fi­lia, avi­col­tu­ra e in or­ni­to­fi­lia.

Ana­liz­zia­mo­le in­sie­me una ad una.

La cinofiliaL’e­sper­to giu­di­ce stila il giu­di­zio del sog­get­to sotto esame nel ring – © foto F.​Vinattie­ri

Ini­zia­mo dalla CI­NO­FI­LIA.

Le qua­li­fi­che che gli esper­ti Giu­di­ci del­l’En­te Na­zio­na­le della Ci­no­fi­lia Ita­lia­na (E.N.C.I.) pos­so­no as­se­gna­re in espo­si­zio­ni ri­co­no­sciu­te, sono esclu­si­va­men­te le se­guen­ti:

  • EC­CEL­LEN­TE (ECC.): tale qua­li­fi­ca deve es­se­re at­tri­bui­ta a un sog­get­to che si av­vi­ci­ni il più pos­si­bi­le allo stan­dard idea­le della razza – che sia pre­sen­ta­to in con­di­zio­ni per­fet­te – che rea­liz­zi un in­sie­me ar­mo­ni­co ed equi­li­bra­to – che abbia “della clas­se” e una bril­lan­te an­da­tu­ra. Esso dovrà im­por­si per le sue gran­di qua­li­tà, che gli fa­ran­no per­do­na­re even­tua­li pic­co­le im­per­fe­zio­ni, e dovrà pos­se­de­re le ca­rat­te­ri­sti­che del sesso cui ap­par­tie­ne.
  • MOLTO BUONO (M.B.): tale qua­li­fi­ca deve es­se­re at­tri­bui­ta al sog­get­to per­fet­ta­men­te in tipo, equi­li­bra­to nelle sue pro­por­zio­ni – in buone con­di­zio­ni fi­si­che. Sarà tol­le­ra­to qual­che di­fet­to ve­nia­le, ma non mor­fo­lo­gi­co. Que­sta qua­li­fi­ca non può pre­mia­re che un cane di qua­li­tà.
  • BUONO (B.): tale qua­li­fi­ca deve es­se­re at­tri­bui­ta a un cane che pos­sie­da le ca­rat­te­ri­sti­che della razza, pur ac­cu­san­do dei di­fet­ti, a con­di­zio­ne però che que­sti non siano re­di­bi­to­ri.
  • SUF­FI­CIEN­TE (SUFF.): tale qua­li­fi­ca deve es­se­re at­tri­bui­ta a un cane suf­fi­cien­te­men­te ti­pi­co, senza qua­li­tà no­te­vo­li o in non buone con­di­zio­ni fi­si­che.

Quei sog­get­ti, per i quali l’e­sper­to giu­di­ce non sti­mas­se di poter as­se­gna­re una delle qua­li­fi­che sopra in­di­ca­te, si in­ten­do­no “non qua­li­fi­ca­bi­li” e si di­stin­guo­no in:

  • IN­SUF­FI­CIEN­TE (INS.): è at­tri­bui­to al cane che non pos­sie­de le ca­rat­te­ri­sti­che ti­pi­che della razza, o con im­per­fe­zio­ni den­ta­li o a li­vel­lo della ma­scel­la, o im­per­fe­zio­ni del pelo e/o del man­tel­lo.
  • SQUA­LI­FI­CA­TO (SQ.): può es­se­re at­tri­bui­to ad un cane che pre­sen­ta di­fet­ti eli­mi­na­to­ri ri­spet­to allo stan­dard, sarà at­tri­bui­to sem­pre qua­lo­ra il sog­get­to pre­sen­ti di­fet­ti da squa­li­fi­ca con­tem­pla­ti nello stan­dard della razza.
  • NON GIU­DI­CA­BI­LE (N.G.): que­sto giu­di­zio viene at­tri­bui­to a un cane che non si muove, salta in con­ti­nua­zio­ne o cerca di la­scia­re il ring ren­den­do im­pos­si­bi­le giu­di­ca­re il suo mo­vi­men­to e il suo por­ta­men­to. Viene at­tri­bui­to anche ad un cane che ri­fiu­ta di la­sciar­si esa­mi­na­re dal­l’e­sper­to giu­di­ce, ren­den­do im­pos­si­bi­le la va­lu­ta­zio­ne della den­ta­tu­ra, del­l’a­na­to­mia e della strut­tu­ra, della coda e dei te­sti­co­li. Sono in­te­res­sa­ti anche i cani in cui l’e­sper­to giu­di­ce in­di­vi­dui trac­ce di ope­ra­zio­ni o di in­ter­ven­ti. Que­sto giu­di­zio è va­li­do anche quan­do l’e­sper­to giu­di­ce ha ra­gio­ne di pen­sa­re che le ope­ra­zio­ni sono state fatte per cor­reg­ge­re la con­di­zio­ne ori­gi­na­le del cane o le sue ca­rat­te­ri­sti­che (pal­pe­bra, orec­chio, coda).

Nella clas­se “ju­nio­res” (ca­te­go­ria per sog­get­ti di età com­pre­sa tra 6-9 mesi) e “baby” (ca­te­go­ria per sog­get­ti di età com­pre­sa tra 3-6 mesi) sa­ran­no ri­la­scia­ti giu­di­zi che, al mo­men­to del­l’e­spo­si­zio­ne del cane ri­spec­chi­no i pre­sup­po­sti del­l’e­vo­lu­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca fu­tu­ra del sog­get­to.

Gli esper­ti giu­di­ci del­l’E.N.C.I. pos­so­no as­se­gna­re esclu­si­va­men­te in clas­se baby e ju­nio­res in espo­si­zio­ni ri­co­no­sciu­te le se­guen­ti qua­li­fi­che:

  • Molto Pro­met­ten­te (M.P.);
  • Pro­met­ten­te (P.);
  • Ab­ba­stan­za Pro­met­ten­te (A.P.).

Le qua­li­fi­che del set­to­re ci­no­fi­lo, come po­tre­te con­sta­ta­re con­fron­tan­do­le con gli altri set­to­ri, sono le più va­rie­ga­te e le più det­ta­glia­te.

Una volta ap­pre­se que­ste no­zio­ni ed ana­liz­za­to le de­fi­ni­zio­ni, pos­sia­mo de­dur­re che vi siano pic­co­le ma so­stan­zia­li dif­fe­ren­ze tra le varie qua­li­fi­che.

Il ci­no­fi­lo, ahimè, forse più di ogni altra fi­gu­ra in zoo­tec­nia, è quel­lo più pre­sun­tuo­so, più pre­ten­zio­so, più dif­fi­ci­le da ac­con­ten­ta­re…

Il ci­no­fi­lo pre­ten­de sem­pre che il pro­prio sog­get­to ot­ten­ga l’ec­cel­len­za, ma non sem­pre l’ec­cel­len­za è pre­sen­te nella real­tà dei fatti.

Ot­te­ne­re la qua­li­fi­ca di “molto buono”, viene me­ta­bo­liz­za­ta dal ci­no­fi­lo medio, come una sorta di di­sprez­zo, un’of­fe­sa nei con­fron­ti del pro­prio esem­pla­re… Ma se solo si aves­se l’ac­cor­tez­za di leg­ge­re e com­pren­de­re la de­fi­ni­zio­ne di tale qua­li­fi­ca, forse la per­ce­zio­ne sa­reb­be to­tal­men­te dif­fe­ren­te.

Il sog­get­to da molto buono è co­mun­que un cane in tipo, senza di­fet­ti mor­fo­lo­gi­ci, al quale però manca quel­l’in­na­ta dote di di­stin­zio­ne, che lo ren­de­reb­be un sog­get­to da cam­pio­na­to. Quin­di que­sta qua­li­fi­ca non è as­so­lu­ta­men­te de­ni­gra­to­ria per un esem­pla­re. Non a caso il molto buono è la qua­li­fi­ca mi­ni­ma ri­chie­sta dal­l’En­te Na­zio­na­le per poter ot­te­ne­re de­ter­mi­na­ti at­te­sta­ti per i cani da ad­de­stra­men­to; o più sem­pli­ce­men­te per ri­chie­de­re l’af­fis­so di al­le­va­men­to, una sorta di “mar­chio” da ab­bi­na­re al nome as­se­gna­to ai cani nati nel pro­prio cen­tro di se­le­zio­ne, come un vero e pro­prio “co­gno­me”, tanto per usare ter­mi­ni pra­ti­ci.

I ci­no­fi­li sono abi­tua­ti male! Que­sta è la real­tà.

Per de­cen­ni i giu­di­ci hanno reso l’ec­cel­len­te alla por­ta­ta di tutti, come qua­li­fi­ca quasi do­vu­ta e non me­ri­ta­ta, ed ora la con­se­guen­za di tale buo­ni­smo, è che i ci­no­fi­li in pra­ti­ca la pre­ten­do­no ed ac­cet­ta­no mal vo­len­tie­ri una qua­li­fi­ca di li­vel­lo in­fe­rio­re.

Il punto di vista in que­sto caso è del tutto sba­glia­to.

L’ec­cel­len­te un sog­get­to se lo deve me­ri­ta­re con le sue doti qua­li­ta­ti­ve at­ti­nen­ti allo stan­dard.

Gli esper­ti giu­di­ci do­vreb­be­ro far ca­pi­re a tutti gli espo­si­to­ri, che viene pre­mia­ta solo l’ec­cel­len­za con la mas­si­ma qua­li­fi­ca, al­tri­men­ti il sog­get­to verrà se­gna­to da una delle tre qua­li­fi­che in­fe­rio­ri, senza al­cu­na ver­go­gna e senza al­cu­na ne­ces­si­tà di giu­sti­fi­car­ne pub­bli­ca­men­te la causa, ma sem­pli­ce­men­te mo­ti­van­do­ne l’at­tri­bu­zio­ne nella sche­da ana­li­ti­ca di giu­di­zio, in modo da dare al­l’al­le­va­to­re la giu­sta in­di­ca­zio­ne per pro­se­gui­re o mo­di­fi­ca­re il suo pro­gram­ma di se­le­zio­ne. D’al­tron­de “ec­cel­len­te” per de­fi­ni­zio­ne in lin­gua ita­lia­na si­gni­fi­ca: “in­di­vi­duo che spic­ca su altri per qua­li­tà, doti o me­ri­ti, di gran­de va­lo­re, di gran­de pre­gio“.

Se un sog­get­to non pre­sen­ta quin­di le pe­cu­lia­ri ca­rat­te­ri­sti­che di ti­pi­ci­tà o se so­prat­tut­to non trova cor­ri­spon­den­za con le voci ed i pa­ra­me­tri prin­ci­pa­li del suo stan­dard, al­lo­ra la mas­si­ma qua­li­fi­ca non deve es­se­re mai e poi mai at­tri­bui­ta.

Se c’è una cosa che si im­pa­ra al­le­van­do è che, anche nel mi­glior cen­tro di se­le­zio­ne del mondo, non pos­so­no es­se­re pro­dot­ti tutti cani di alto li­vel­lo, vi sa­ran­no sem­pre sog­get­ti che me­ri­ta­no il cam­pio­na­to, ma anche sog­get­ti che pre­sen­ta­no doti qua­li­ta­ti­ve net­ta­men­te in­fe­rio­ri e quin­di non alla por­ta­ta di ot­te­ne­re il ri­co­no­sci­men­to del cam­pio­na­to na­zio­na­le di bel­lez­za.

Pas­sia­mo ora ad un altro set­to­re, ossia quel­lo dell’AVI­COL­TU­RA.

Premiazione avicolaUn esem­pla­re pre­mia­to in mo­stra per le sue qua­li­tà fe­no­ti­pi­che

Qui le qua­li­fi­che hanno sem­pre un ruolo de­ter­mi­nan­te.

Men­tre per i cani alla qua­li­fi­ca pos­so­no cor­ri­spon­de­re una po­si­zio­ne nella clas­si­fi­ca fi­na­le (1°-2°-3°-4°), nei polli, tac­chi­ni, fa­rao­ne e ana­ti­di, in­ve­ce ad una qua­li­fi­ca o pre­di­ca­to, cor­ri­spon­de sem­pre, in au­to­ma­ti­co, un pre­ci­so pun­teg­gio. I pre­di­ca­ti vanno di pari passo con i re­la­ti­vi pun­teg­gi quin­di.

Nella for­mu­la­zio­ne della va­lu­ta­zio­ne la dif­fe­ren­za fra i vari pre­di­ca­ti: Ec­cel­len­te, Di­stin­to, Molto Buono, Buono, Suf­fi­cien­te, In­suf­fi­cien­te, de­vo­no es­se­re espres­se chia­ra­men­te e con­ce­pi­te come lo­gi­ca con­se­guen­za del­l’e­sa­me del­l’a­ni­ma­le in tutti i suoi aspet­ti.

Ve­dia­mo quali re­qui­si­ti deve pre­sen­ta­re il sog­get­to va­lu­ta­to per ot­te­ne­re il pre­di­ca­to cor­ri­spon­den­te:

  • Ec­cel­len­te (E): il sog­get­to ap­pa­re in tutta la sua bel­lez­za e ri­spon­de a cri­te­ri di au­ten­ti­ca su­pe­rio­ri­tà, non pre­sen­ta per­tan­to alcun aspet­to mi­glio­ra­bi­le e nes­sun di­fet­to.
  • Di­stin­to (D): il sog­get­to, pur pre­sen­tan­do­si com­ples­si­va­men­te di clas­se su­pe­rio­re, si dif­fe­ren­zia per la pre­sen­za di un solo aspet­to mi­glio­ra­bi­le.
  • Molto Buono (MB): il sog­get­to pre­sen­ta tutte le ca­rat­te­ri­sti­che di razza e una qua­li­tà molto buona. Può con­si­de­rar­si no­te­vo­le ed ar­mo­nio­so pur pre­sen­tan­do pochi aspet­ti mi­glio­ra­bi­li.
  • Buono (B): l’a­ni­ma­le, pur pre­sen­tan­do vari aspet­ti mi­glio­ra­bi­li e uno o due di­fet­ti, rien­tra nella ti­po­lo­gia di razza.
  • Suf­fi­cien­te (S): no­no­stan­te il sog­get­to pre­sen­ti sva­ria­ti di­fet­ti evi­den­ti o uno solo di­fet­to grave, può es­se­re con­si­de­ra­to pre­sen­ta­bi­le e so­prat­tut­to an­co­ra va­li­do come ri­pro­dut­to­re.
  • In­suf­fi­cien­te (I): l’a­ni­ma­le pre­sen­ta più di­fet­ti gravi o un di­fet­to da squa­li­fi­ca. Il sog­get­to non ha i ca­rat­te­ri che con­trad­di­stin­guo­no la razza o è evi­den­te­men­te un in­cro­cio. Op­pu­re il sog­get­to è sof­fe­ren­te, poco svi­lup­pa­to, al­le­va­to con scar­sa cura o in pes­si­me con­di­zio­ni espo­si­ti­ve.

Poi esi­sto­no due casi in cui la qua­li­fi­ca non viene as­se­gna­ta ed il sog­get­to non viene va­lu­ta­to. In tali casi, ven­go­no so­sti­tui­ti i pre­di­ca­ti, da due sigle, an­ch’es­se ben de­fi­ni­te e at­tri­bui­bi­li solo per de­ter­mi­na­te mo­ti­va­zio­ni ben de­fi­ni­te. Tali sigle sono:

  • “Senza Va­lu­ta­zio­ne” (SV): che si at­tri­bui­sce quan­do non si vuole pe­na­liz­za­re un sog­get­to che non pre­sen­ta di­fet­ti gravi e si ri­tie­ne op­por­tu­no ri­ve­der­lo suc­ces­si­va­men­te in quan­to non ha an­co­ra ter­mi­na­to lo svi­lup­po cor­po­reo o del piu­mag­gio; non ha an­co­ra rag­giun­to il peso mi­ni­mo per­ché im­ma­tu­ro; op­pu­re per­ché è fe­ri­to nel tra­spor­to.
  • “Non Va­lu­ta­to” (NV): che viene at­tri­bui­to in tutti quei sog­get­ti privi di anel­lo uf­fi­cia­le di iden­ti­fi­ca­zio­ne o con anel­lo sfi­la­bi­le; ani­ma­li con­tras­se­gna­ti o sui quali l’al­le­va­to­re sia in­ter­ve­nu­to con cor­re­zio­ni non am­mes­se; sog­get­ti in­fe­sta­ti da pa­ras­si­ti o am­ma­la­ti e che do­vran­no es­se­re se­gna­la­ti ed al­lon­ta­na­ti.

Come ab­bia­mo ac­cen­na­to, alla va­lu­ta­zio­ne fi­na­le espres­sa con un pre­di­ca­to sin­te­ti­co, sia af­fian­ca un pun­teg­gio che potrà ul­te­rior­men­te clas­si­fi­ca­re la gra­dua­to­ria di me­ri­to del­l’a­ni­ma­le espo­sto.

Que­sti sono gli ab­bi­na­men­ti pos­si­bi­li e ob­bli­ga­ti:

  • Ec­cel­len­te 97 punti
  • Di­stin­to 96 punti
  • Molto Buono 95-93 punti
  • Buono 92-91 punti
  • Suf­fi­cien­te 90 punti
  • In­suf­fi­cien­te 0 punti

Ad un pun­teg­gio di 97 cor­ri­spon­de quin­di il pre­di­ca­to mas­si­mo “E”, e così via per gli altri pun­teg­gi ab­bi­na­ti ai pre­di­ca­ti mi­no­ri.

I pun­teg­gi sono stati in­tro­dot­ti ab­ba­stan­za di re­cen­te in am­bi­to del­l’En­ten­te Eu­ro­péen­ne d’A­vi­cul­tu­re et de Cu­ni­cul­tu­re (E.E.), per me­glio sti­la­re una clas­si­fi­ca di me­ri­to fra i vari sog­get­ti espo­sti.

Al con­tra­rio di quan­to suc­ce­de in ci­no­fi­lia, i giu­di­ci della no­stra Fe­de­ra­zio­ne Ita­lia­na della As­so­cia­zio­ne Avi­co­le (F.​I.​AV.) non sono di “ma­ni­ca larga”. La ten­den­za è sem­pre quel­la di pe­na­liz­za­re i sog­get­ti che pre­sen­ta­no di­fet­ti anche mi­ni­mi, e in ra­ris­si­mi casi viene as­se­gna­to la qua­li­fi­ca di ec­cel­len­te.

Tale qua­li­fi­ca so­li­ta­men­te viene as­se­gna­ta in ac­cor­do una­ni­me tra tutto il corpo giu­di­can­te in ser­vi­zio du­ran­te quel­la de­ter­mi­na­ta ma­ni­fe­sta­zio­ne, in modo tale da non at­tri­bui­re la mas­si­ma qua­li­fi­ca senza la con­fer­ma ed il be­ne­sta­re di più esper­ti in ac­cor­do tra loro.

Per con­ven­zio­ne, il pre­di­ca­to e pun­teg­gio mi­ni­mo per ot­te­ne­re il ti­to­lo di “cam­pio­ne di razza” in avi­col­tu­ra è il “Molto Buono 95“, al di sotto di que­sto pun­teg­gio tale ti­to­lo non può mai es­se­re at­tri­bui­to.
L’Ec­cel­len­te ed il Di­stin­to quin­di sono un qual­co­sa in più, per in­di­ca­re al­l’al­le­va­to­re che l’a­ni­ma­le si di­stin­gue per pregi evi­den­ti, per po­chis­si­mi o nes­sun aspet­to mi­glio­ra­bi­le, e so­prat­tut­to per as­sen­za to­ta­le di di­fet­ti.

Devo dire che, in con­fron­to al ci­no­fi­lo, l’a­vi­col­to­re medio ac­cet­ta quasi sem­pre il giu­di­zio del­l’e­sper­to giu­di­ce, senza po­le­miz­za­re o con­te­sta­re, il più delle volte. Non è af­fat­to sem­pli­ce ar­ri­va­re ai mas­si­mi pre­di­ca­ti, e que­sto l’ap­pas­sio­na­to al­le­va­to­re di avi­co­li lo sà molto bene.

Ed ora ana­liz­zia­mo un terzo set­to­re zoo­tec­ni­co, forse il più “evo­lu­to” di tutti, ossia l’OR­NI­TO­FI­LIA.

In que­sto set­to­re le cose sono più fa­ci­li, o più dif­fi­ci­li, a se­con­da dei punti di vista.

Di­cia­mo su­bi­to che in or­ni­to­fi­lia non esi­sto­no le qua­li­fi­che, ma esi­sto­no sol­tan­to i pun­teg­gi.

Lo stan­dard di ogni razza di uc­cel­li da gab­bia e da vo­lie­ra, ap­pro­va­to dalla Fe­de­ra­zio­ne Or­ni­col­to­ri Ita­lia­ni (F.O.I.-on­lus), è sud­di­vi­so in voci, e ad ogni voce è ab­bi­na­to un pun­teg­gio, che cor­ri­spon­de al pun­teg­gio mas­si­mo at­tri­bui­bi­le dal giu­di­ce a quel­la de­ter­mi­na­ta parte ana­to­mi­ca o con­no­ta­to.

La somma com­ples­si­va dei pun­teg­gi di uno stan­dard è sem­pre pari a 100.

Pro­prio per­ché sap­pia­mo bene che il sog­get­to per­fet­to non può esi­ste­re, per il pun­teg­gio mas­si­mo at­tri­bui­bi­le in mo­stra è stato in­di­ca­to il “95/100”.

Il pun­teg­gio mi­ni­mo in­ve­ce per ot­te­ne­re il primo posto di ca­te­go­ria è il fa­ti­di­co “90”.

Non sa­reb­be sba­glia­to af­fer­ma­re quin­di che i 90 punti in or­ni­to­fi­lia, equi­val­ga­no in qual­che modo al Molto Buono 95 in avi­col­tu­ra o al più co­mu­ne 1° ec­cel­len­te in ci­no­fi­lia.

Te­nen­do conto della co­sid­det­ta “scala va­lo­ri”, il giu­di­ce con­fron­ta le varie voci dello stan­dard al sog­get­to sotto os­ser­va­zio­ne, e per ogni voce at­tri­bui­sce un pun­teg­gio, sem­pre entro il li­mi­te mas­si­mo in­di­ca­to. Se alla voce “testa”, ad esem­pio, è stato ab­bi­na­to nello stan­dard un pun­teg­gio di 20/100, il giu­di­ce potrà as­se­gna­re fino a 20 punti, a se­con­da della cor­ri­spon­den­za di quel con­no­ta­to alla de­scri­zio­ne nello stan­dard uf­fi­cia­le. Il giu­di­ce to­glie­rà punti se il con­no­ta­to non è sod­di­sfa­cen­te o se pre­sen­ta di­fet­ti. Così viene fatto per ogni voce dello stan­dard, fino a som­ma­re i vari pun­teg­gi as­se­gna­ti, e ve­ri­fi­can­do il pun­teg­gio to­ta­le che de­ter­mi­ne­rà la cor­ri­spon­den­te gra­dua­to­ria di me­ri­to nella re­la­ti­va ca­te­go­ria.

Un me­to­do più ma­te­ma­ti­co per la va­lu­ta­zio­ne e molto meno opi­na­bi­le da parte del­l’e­sper­to giu­di­ce.

Per­ché dico che l’or­ni­to­fi­lia è il set­to­re più evo­lu­to di tutti in quan­to a me­to­di di giu­di­zio?

Sem­pli­ce­men­te per­ché si va a pe­na­liz­za­re o a pre­mia­re ogni sin­go­lo aspet­to ana­to­mi­co del sog­get­to, for­nen­do così una in­di­ca­zio­ne ine­qui­vo­ca­bi­le di se­le­zio­ne al­l’al­le­va­to­re, il quale saprà di dover la­vo­ra­re per mi­glio­ra­re o man­te­ne­re quel­l’a­spet­to spe­ci­fi­co in­di­ca­to espli­ci­ta­men­te in base al pun­teg­gio as­se­gna­to.

Vero che nello sti­la­re il giu­di­zio ana­li­ti­co di un pollo o di un cane, il giu­di­ce ha la pos­si­bi­li­tà di spie­ga­re per iscrit­to la mo­ti­va­zio­ne della qua­li­fi­ca, spe­ci­fi­can­do l’a­spet­to da mi­glio­ra­re o il pre­gio da elo­gia­re, ma co­mun­que si fa ri­fe­ri­men­to ad una qua­li­fi­ca cu­mu­la­ti­va do­vu­ta ad una os­ser­va­zio­ne com­ples­si­va e mai così spe­ci­fi­ca, voce per voce, come in­ve­ce viene fatto con i ca­na­ri­ni o altre ti­po­lo­gie di uc­cel­li da espo­si­zio­ne.

Altro fe­no­me­no è l’at­tri­bu­zio­ne di un giu­di­zio di grup­po, ossia la va­lu­ta­zio­ne di un grup­po di 4 sog­get­ti, chia­ma­to in gergo or­ni­to­fi­lo “Stamm“, che con­sen­te al­l’al­le­va­to­re/espo­si­to­re di far giu­di­ca­re 4 sog­get­ti in­sie­me, con giu­di­zio com­ples­si­vo. L’al­le­va­to­re è li­be­ro quin­di di espor­re sog­get­ti in ca­te­go­ria “sin­go­lo” op­pu­re in ca­te­go­ria “stamm“, per i quali avrà ri­spet­ti­va­men­te un giu­di­zio/pun­teg­gio sul sin­go­lo sog­get­to, ed un giu­di­zio/pun­teg­gio che de­ri­va dalla som­ma­to­ria dei 4 sog­get­ti espo­sti in grup­po. Que­sta cosa ac­ca­de solo in or­ni­to­fi­lia, e con­sen­te al­l’al­le­va­to­re di mo­stra­re l’o­mo­ge­nei­tà dei pro­prio pro­dot­ti. In ci­no­fi­lia esi­ste sì il “grup­po di al­le­va­men­to“, ma per que­sto non verrà sti­la­to nes­sun giu­di­zio e non verrà as­se­gna­ta nes­su­na qua­li­fi­ca, ma verrà va­lu­ta­to solo a con­fron­to.

Inol­tre, vi è un altro aspet­to che eleva l’or­ni­to­fi­lia al di sopra della ci­no­fi­lia o del­l’a­vi­col­tu­ra, e cioè il fatto che alle mo­stre or­ni­to­lo­gi­che pos­so­no es­se­re espo­sti solo uc­cel­li al­le­va­ti dal­l’al­le­va­to­re stes­so che espo­ne, e non sog­get­ti ac­qui­sta­ti e poi espo­sti per pro­prie­tà, come in­ve­ce viene fatto molto fre­quen­te­men­te negli altri due set­to­ri.

Ecco, vi ho de­scrit­to te­le­gra­fi­ca­men­te la con­ce­zio­ne e per­ce­zio­ne delle qua­li­fi­che in tre di­ver­si set­to­ri zoo­tec­ni­ci che co­no­sco bene e che svol­go­no espo­si­zio­ni di bel­lez­za.

Con­clu­do di­cen­do che le qua­li­fi­che, fin trop­po snob­ba­te, trat­ta­te con al­tez­zo­so di­stac­co o con­si­de­ra­te di poco in­te­res­se da tanti espo­si­to­ri, sono in­ve­ce assai degne di ri­le­van­za, poi­ché rap­pre­sen­ta­no una va­li­dis­si­ma in­di­ca­zio­ne per pro­se­gui­re, mo­di­fi­ca­re o tal­vol­ta anche in­ter­rom­pe­re, il pro­prio pro­gram­ma di al­le­va­men­to.

Sta ai giu­di­ci as­se­gnar­le in modo ade­gua­to, con estre­ma at­ten­zio­ne ed ade­gua­ta mo­ti­va­zio­ne.

Sta a gli al­le­va­to­ri pren­der­ne atto e se­le­zio­na­re anche in base a tali in­di­ca­zio­ni, te­nen­do però pre­sen­te che non sem­pre ad una bassa qua­li­fi­ca cor­ri­spon­de un cat­ti­vo ri­pro­dut­to­re, e non sem­pre ad una qua­li­fi­ca ele­va­ta cor­ri­spon­de un ri­pro­dut­to­re ec­cel­so… sia chia­ro.

Canarini in mostraAl­cu­ni ca­na­ri­ni ar­ric­cia­ti du­ran­te le fasi di giu­di­zio in mo­stra

Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri è un ap­pas­sio­na­to al­le­va­to­re ci­no­fi­lo, or­ni­to­fi­lo e avi­col­to­re (ti­to­la­re Al­le­va­men­to di Fos­som­bro­ne – www.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​lupi.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​ornitologia.​dif​osso​mbro​ne.​it). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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