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di Ro­ber­to Sor­ren­ti­no

solarizzazione parassiti terreno
Co­per­tu­ra con telo so­la­riz­zan­te (foto www.​agr​ibio​cent​er.​it)

Uti­liz­za­re pro­dot­ti chi­mi­ci per la di­sin­fe­sta­zio­ne e di­sin­fe­zio­ne del ter­re­no è sem­pre più li­mi­ta­to dalla le­gi­sla­zio­ne eu­ro­pea, che la ri­dot­to le so­stan­ze at­ti­ve re­gi­stra­te per que­sto uso e pre­vi­sto re­gi­stra­zio­ni al loro uti­liz­zo. Tra le tec­ni­che di con­trol­lo dei pa­to­ge­ni del ter­re­no al­ter­na­ti­ve al­l’u­so dei pro­dot­ti chi­mi­ci trova cre­scen­te dif­fu­sio­ne la so­la­riz­za­zio­ne, che con­si­ste nello sfrut­ta­men­to del­l’e­ner­gia so­la­re per in­nal­za­re la tem­pe­ra­tu­ra del ter­re­no a li­vel­li tali da de­vi­ta­liz­za­re al­cu­ni or­ga­ni­smi dan­no­si alle pian­te. Il ri­scal­da­men­to del ter­re­no si ot­tie­ne me­dian­te co­per­tu­ra dello stes­so con ma­te­ria­li pla­sti­ci che per­met­to­no di ot­te­ne­re il noto “ef­fet­to serra”, che con­si­ste nel­l’in­ca­me­ra­re e trat­te­ne­re il ca­lo­re so­la­re, come av­vie­ne in una serra. In Ita­lia il pe­rio­do del­l’an­no più caldo e so­leg­gia­to è quel­lo che va da lu­glio ad ago­sto, per­tan­to chi in­ten­de uti­liz­za­re la so­la­riz­za­zio­ne, da sola o in ab­bi­na­men­to con altri me­to­di di di­sin­fe­zio­ne, deve pro­gram­ma­re per tempo le ope­ra­zio­ni per ese­gui­re cor­ret­ta­men­te e con buona ef­fi­ca­cia que­sta tec­ni­ca. La co­per­tu­ra del ter­re­no con il telo so­la­riz­zan­te dovrà pro­trar­si per al­me­no quat­tro set­ti­ma­ne al fine di ga­ran­ti­re un ef­fi­ca­ce trat­ta­men­to ter­mi­co. I ri­sul­ta­ti mi­glio­ri si ot­ten­go­no man­te­nen­do i primi 30 – 40 cm di ter­re­no a tem­pe­ra­tu­ra non in­fe­rio­re a 45 – 50 °C per circa 40 gior­ni. Il ter­re­no da so­la­riz­za­re va ben la­vo­ra­to al­me­no nei primi 30 cm, por­ta­to alla ca­pa­ci­tà idri­ca di campo prima di sten­de­re i teli tra­spa­ren­ti e man­te­nu­to umido per tutta la du­ra­ta del trat­ta­men­to me­dian­te un im­pian­to ad ali goc­cio­lan­ti. Le co­per­tu­re de­vo­no con­sen­ti­re l’ef­fet­to serra. I ma­te­ria­li più uti­liz­za­ti sono i film di PE, LDPE, PVC op­pu­re EVA, con uno spes­so­re di 0,03 – 0,05 mm. La so­la­riz­za­zio­ne può es­se­re in­te­gra­ta con l’ad­di­zio­ne di dosi ri­dot­te di geo­di­sin­fe­stan­ti, per mi­glio­rar­ne il con­trol­lo dei pa­ras­si­ti tel­lu­ri­ci e ri­dur­re il tempo di co­per­tu­ra del ter­re­no. Nelle col­tu­re pro­tet­te la so­la­riz­za­zio­ne a serra chiu­sa per­met­te di au­men­ta­re ul­te­rior­men­te la tem­pe­ra­tu­ra del ter­re­no mi­glio­ran­do no­te­vol­men­te l’ef­fet­to del trat­ta­men­to. Dopo la so­la­riz­za­zio­ne è pre­fe­ri­bi­le non ri­vol­ta­re gli stra­ti più pro­fon­di di ter­re­no per evi­ta­re di por­ta­re in su­per­fi­cie quel­li che sono stati meno in­te­res­sa­ti dal­l’in­nal­za­men­to ter­mi­co e nei quali pos­so­no es­se­re pre­sen­ti pro­pa­gu­li o semi an­co­ra vi­ta­li. Una tec­ni­ca di di­sin­fe­zio­ne del ter­re­no, che può es­se­re in­te­gra­ta alla so­la­riz­za­zio­ne, è la bio­fu­m­i­ga­zio­ne, la quale sfrut­ta i glu­co­si­no­la­ti con­te­nu­ti in alte quan­ti­tà in al­cu­ne spe­cie ve­ge­ta­li, come le bras­si­ca­cee. Tali com­po­sti sono alla base di un mec­ca­ni­smo di di­fe­sa at­ti­va (glu­co­si­no­la­ti-mi­ro­si­na­si) che si sca­te­na quan­do l’in­te­gri­tà cel­lu­la­re è com­pro­mes­sa. Nelle cel­lu­le dan­neg­gia­te i glu­co­si­no­la­ti per idro­li­si li­be­ra­no iso­tio­cia­na­ti e ni­tri­li, com­po­sti tos­si­ci ad ampio spet­tro d’a­zio­ne. Spe­cie o va­rie­tà ad alta con­cen­tra­zio­ne di glu­co­si­no­la­ti, come al­cu­ne se­le­zio­ni di Bras­si­ca jun­cea, pos­so­no es­se­re uti­liz­za­te come col­tu­re da so­ve­scio ot­te­nen­do, oltre al­l’ef­fet­to bio­fu­m­i­gan­te, un au­men­to di so­stan­za or­ga­ni­ca al ter­re­no. La bio­fu­m­i­ga­zio­ne può es­se­re mi­glio­ra­ta con la co­per­tu­ra del ter­re­no dopo il so­ve­scio con film pla­sti­ci im­per­mea­bi­li che trat­ten­go­no i cam­po­sti tos­si­ci vo­la­ti­li. At­tual­men­te sono di­spo­ni­bi­li sul mer­ca­to pel­let o fa­ri­ne di semi deo­lea­ti di varie spe­cie di bras­si­ca­cee che pos­so­no es­se­re di­stri­bui­ti di­ret­ta­men­te sul ter­re­no. In que­sto caso l’at­ti­vi­tà bioa­ci­da è so­li­ta­men­te più spic­ca­ta, poi­ché la con­cen­tra­zio­ne di iso­tio­cia­na­to li­be­ra­to nel ter­re­no è mag­gio­re e più per­si­sten­te ri­spet­to al so­ve­scio.

telo terreno solarizzazione film
Mac­chi­na sten­di­film (foto www.​polyeur.​it)

Ro­ber­to Sor­ren­ti­no, Eno­tec­ni­co Agro­no­mo, iscrit­to al­l’Or­di­ne Pro­fes­sio­na­le dei Dot­to­ri Agro­no­mi e dei Dot­to­ri Fo­re­sta­li della Pro­vin­cia di Siena. E-mail: sor­ren­ti­no.​roberto@​virgilio.​it

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