I tabacchi greggi italiani: Brasile esotico
di Eugenio Cozzolino
Il tabacco greggio è ancora oggi una risorsa economica strategica, di cruciale importanza per il passato, il presente e il futuro di alcune comunità rurali. Si tratta senza dubbio di una coltura che ha un forte impatto sull’occupazione, perché molte fasi del processo di produzione (raccolta delle foglie, attività agricole post-raccolta e prima trasformazione industriale) non possono essere del tutto meccanizzate e devono essere eseguite manualmente. Il tabacco, inoltre, si adatta facilmente a condizioni climatiche e a suoli «difficili», e ciò permette la coltivazione anche in zone svantaggiate, come quelle in cui l’agricoltura e i settori non agricoli forniscono solo poche o nessuna alternativa valida dal punto di vista socio-economico. Inoltre, la produzione e la trasformazione del tabacco greggio sono caratterizzate da un’elevata quota di lavoro femminile, che negli impianti di trasformazione supera il cinquanta per cento della forza lavoro complessiva, favorendo processi di emancipazione assai significativi.
Questo articolo è il sesto di un ciclo di pubblicazioni sulle varietà di tabacco (quasi tutte oramai non più coltivate da decenni) che hanno permesso a partire dalla fine del diciannovesimo secolo l’affermazione e il successo della tabacchicoltura italiana nel contesto internazionale. Gli scritti sono estratti in modo sintetico dal testo del Dott. Nicola Sparano dal titolo “Tabacchi Greggi Indigeni”.
Brasile esotico
Il tabacco denominato Brasile esotico è prodotto di una pianta assegnata dai botanici alla Nicotiana tabacum varietà brasiliensis. Esso è il progenitore di una vasta serie di tabacchi del commercio. Quasi tutti i tabacchi del Sud America, segnatamente il Paraguay sono derivazioni di questo tipo e così molti tabacchi europei come ad esempio molti tabacchi francesi, belgi, olandesi, tedeschi ed italiani.
Il Brasile è pianta resistentissima, di altezza variabile fino a 2 metri in fase di fioritura, portante da 24 a 25 foglie oblunghe od ellittiche ad apice spesso ricurvo, molto erette e fornite di orecchiette. La pannocchia fiorale è piuttosto slargata. Si distinguono due forme e cioè: la brasiliense vera e l’avanese. Nella prima si ha la foglia allungata, obliqua, ad apice acuto, curvo, con base piuttosto stretta, orecchiette minime e con un rapporto fra i due diametri fogliari di 1 a 2,50. Nella seconda forma si ha la foglia ellittica, ad apice acuto, curvo, base piuttosto stretta, orecchiette divergenti ma piccole e con un rapporto fra i diametri fogliari di 1 a 2,10.
Originario del Brasile (zona delle Amazzoni) la sua introduzione in Italia è di data recente e precisamente nel 1895 in cui si fecero i primi saggi nel Regio Istituto dei Tabacchi in Scafati, nel 1896 si esperimentò nel territorio romano, presso Nettuno, dal compianto generale Menotti Garibaldi e dal signor Mazzoleni. Nel 1889 si sperimentò in limitate proporzioni anche a Barbialla (in provincia di Firenze) dal signor Conte Rasponi, e nel 1900 in Vallecaia, territorio di Albano(Roma) dal Duca Don Leopoldo Torlonia.
Pianta in fioritura di Brasile esotico
Nelle Agenzie di coltivazione la sua produzione venne autorizzata pure dal 1896 a Benevento, Cava, Lecce e San Giorgio la Montagna. La concessione dopo alcuni anni fu revocata per la scadente qualità dei prodotti, a Benevento e Lecce e dal 1903 a tutt’oggi essa è conservata solo a San Giorgio e Cava dei Tirreni per un’estensione limitata a circa 40 ha complessivi.
Come si è detto più sopra, la concessione è fatta ora alle sole 2 Agenzie di San Giorgio e Cava dei Tirreni, ma nella prima la coltura è limitata al comune di Pietradefusi e nella seconda ai comuni di Gragnano e Lettere.
Il Brasile è tabacco di clima molto caldo e nel contempo sufficientemente umido. Ama terreno sciolto di natura silicea o silicea argillosa, ma in cui l’argilla sia quasi sabbiforme. Nei terreni molto umiferi viene di tessuto fine ma non di molto profumo; nei terreni prativi acquista gusto un poco acre.
Si semina a fine gennaio o primi di febbraio in aiuole a letto freddo. Si trapianta a fine aprile e durante tutta la prima quindicina di maggio collocando le piante alla distanza di 45 a 50 centimetri l’una dall’altra nel filare e di centimetri 70 a 75 tra i filari, dimodoché ogni ettaro risulta coperto di circa 28.000 piante. Il terreno deve essere ben preparato con accurate lavorazioni eseguite in autunno od inverno e con opportune erpicature in primavera, e concimato convenientemente o con pecorino alla ragione di circa 100 quintali per ettaro, o con stallatico maturo alla ragione massima di 180 quintali, o con concimi minerali a base di fosfati e di solfato potassico. Il sovescio è piuttosto da evitarsi, salvo che trattisi di terre molto soggette alla siccità. I lavori consecutivi consistono nella sostituzione delle piante deperite, in una o due sarchiature ad intervalli di 8 a 12 giorni. Quando la pianta presenta il fiore ben sviluppato si procederà alla cimatura troncando la cima dello stelo a 2 o 3 foglioline sottofiore e per modo da allevare su ciascuna pianta da 15 a 18 foglie. Di solito il ripulimento delle piante dalle foglie basilari, si limita alle sole foglie secche. La scacchiatura si esegue solo quando i germogli siano discretamente sviluppati. Come si vede il metodo di coltura è in relazione al concetto di evitare una ipernutrizione delle foglie che altrimenti diverrebbero troppo grossolane e non di buon gusto.
La raccolta può eseguirsi a pianta ed a foglie appena cominciano ad apparire alcune chiazze gialle sulla pagina superiore. Se fatta a pianta questa si reciderà verso la base, senza spaccarla longitudinalmente.
Foglia curata e manocchio di foglie curate
Il tipo Brasile va curato ad aria dentro locali atti a riparare le foglie dalle forti correnti d’aria, dai raggi solari e dalle piogge e nei quali sia facile regolare l’arieggiamento. Se per l’andamento della stagione l’essiccamento non avviene in modo normale, può completarsi a mezzo di calore fornito da stufe o da bracieri a carbone in modo da evitare svolgimento di fumo. Ottenuto l’essiccamento perfetto il tabacco o può rimanere in stendaggio fino all’ epoca della cernita, qualora le condizioni meteoriche locali non facciano temere deterioramenti, oppure deve essere disposto in massette costituite da materiale uniforme. In entrambi i casi, il tabacco deve togliersi dagli stendaggi solo quando il lembo della foglia abbia acquistato un sufficiente grado di pastosità per poterlo maneggiare senza pericolo di far rotture. La cernita si deve eseguire con molta diligenza e per modo che le foglie che devono costituire ogni singolo fascicolo presentino uniformità di sostanza, di sviluppo e di maturità.
Del Brasile si fanno 4 classi: la prima è costituita dalle foglie di giusta maturità, ampie, di tessuto elastico e resistente, di colore marrone uniforme e lucido nella pagina superiore e scevre di qualsiasi difetto; la seconda è costituita dalle foglie di buona qualità ma con minore superficie fogliare e tessuto più grossolano; la terza classe comprende le foglie sane ma di tessuto ordinario e la quarta le foglie comunque difettose ma ancora suscettibili di impiego.
Delle foglie di ciascuna classe si formano fascicoli di 50 foglie che si assicurano alla testata con una sola legatura di spago e così condizionati i prodottisi si consegnano nei magazzini del Monopolio, dove dopo accurate cernite si formano fascicoletti più piccoli che, dopo una conveniente stagionatura in piccole ma ssete si condizionano poi in balle, del peso variabile di 100-150 kg ciascuna.
La resa per ettaro è altissima a Cava dei Tirreni, dove la coltura è fatta più accuratamente, mentre è molto bassa a San Giorgio segnatamente per la poca diligenza di quei coltivatori nella sostituzione delle piante deperite.
Nel triennio 1902-04 la resa media a Cava fu di kg 2086, mentre a San Giorgio di appena 484!!!! I prezzi unitari per classe sono stabiliti in lire 100 per la prima classe, 75 per la seconda, 45 per la terza e 25 per la quarta. Il prezzo medio per quintale raggiunto dal prodotto nell’anzidetto triennio fu di lire 68,82.
Il Brasile presenta foglie allungate oblique, o anche ellittiche ad apice acuto, il più delle volte ricurvo, a base piuttosto stretta e con auricole piccole. È di tessitura elastica e fine più del tipo originario e con scheletro attenuato; ha buon profumo e buona combustibilità. È di colore marrone tendente al chiaro e lucido per presenza di gomme. Stante la limitatissima produzione, detto tipo non ha un impiego normale nelle lavorazioni ed il poco prodotto fin qui ottenuto si è impiegato nella lavorazione dei trinciati e delle spagnolette nazionali ed indigene.
Ballotto allestito per la consegna
Bibliografia consultata
- Nomisma, 2014 – XVI Rapporto sulla filiera del tabacco in Italia.
- Rossi U., 1937 – I tabacchi greggi italiani. Ist. Grafico Vanzetti e Vanoletti-Milano
- Sparano N., 1906 – Tabacchi greggi indigeni. Tipografia Elzeviriana-Roma.
Eugenio Cozzolino: Laurea in Scienze Agrarie, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II”. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo. Componente della “Lista nazionale degli ispettori preposti al controllo degli enti od organismi riconosciuti idonei ad effettuare le prove ufficiali ai fini della registrazione dei prodotti fitosanitari” istituita dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Dipendente dal 1987 nel ruolo tecnico del Mipaaf e successivamente come Collaboratore tecnico nei ruoli del CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) divenuto CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) a partire dall’anno 2015. È autore di un centinaio di pubblicazioni scientifiche e divulgative. Curriculum vitae >>>