di Federico Vinattieri
Vogliamo parlare del carattere del Saarloos? Ma sì parliamone… Ho affrontato l’argomento a voce con tantissime persone e ho scritto diversi “trafiletti” al riguardo, ma non ho mai dedicato un intero articolo a questo aspetto del Cane Lupo di Saarloos, argomento di primaria importanza, che suscita tanti dibattiti soprattutto in rete. Penso sia giunto il momento di far chiarezza e soprattutto di mettere a tacere voci sull’importanza della selezione sul carattere, per far diventare il Saarloos una sorta di Labrador “travestito” da Lupo.
Come deve essere il Cane Lupo di Saarloos? Deve essere timido? Deve essere socievole? Bisogna in qualche modo selezionarne l’aspetto caratteriale sino ad arrivare a ottenere cani estroversi?
Una volta terminato questo breve testo avrete le risposte a questi quesiti.
Il tipico atteggiamento del Saarloos durante un primo approccio con un estraneo
Prestando attenzione a tutti i soggetti provenienti dai più importanti allevamenti d’Europa negli ultimi decenni, documentandomi negli anni tramite le varie associazioni e club esteri specialistici di razza, discutendo con esperti giudici e allevatori di “vecchia data” del Saarloos, soprattutto del Nord Europa, mi son fatto un quadro generale delle primarie e imprescindibili peculiarità della razza.
Sui social regna l’anarchia intellettuale e si legge di tutto di più. Per fortuna, esiste uno Standard direte voi… certamente, ma chi è nel settore, sa bene, ahimè, che gli standard molte volte non vengono neanche presi in considerazione, soprattutto per le razze definite “poco rappresentative”, ossia quelle razze che annoverano poche nascite all’anno e sono poco rappresentate in esposizione.
Diciamo una volta per tutte come DEVE essere questo particolarissimo cane lupo, e tengo a precisare che quanto sto per descrivervi non l’ho deciso io, ma questi parametri sono stati accuratamente scelti, decenni fa, dai nostri precursori, allevatori esperti, pionieri di questa razza, che hanno impresso su carta dei “termini di raffronto”, delle nozioni da seguire e da portare avanti, una descrizione precisa e dettagliata che è stata redatta proprio perché “scripta manent” e NON PUO’ MAI ESSERE OPINABILE.
Troppe volte lo standard viene preso alla leggera. Se così è stato scritto, così è stato voluto… e chi siamo noi per permetterci di cambiare una selezione rispetto a come è stata studiata, sperata, cercata, iniziata e messa in atto? Nella specie “CANE” vi sono oltre 500 razze, tra quelle riconosciute e quelle in via di riconoscimento; se i requisiti del Saarloos non fanno per voi, nessuno vi obbliga a selezionarlo, ma se si decide di cimentarsi nell’allevamento scrupoloso di questa razza, allora bisogna concretizzare la selezione, basandosi esclusivamente proprio su QUEI parametri, sia estetici che caratteriali, che ci sono stati tramandati, scritti accuratamente nello standard.
Diciamo subito che il Saarloos non può, anzi scusate mi correggo, NON DEVE, mai essere un cane espansivo, disinvolto, spigliato, aperto con gli estranei. Al di fuori del proprio “habitat” (passatemi il termine inappropriato per una abitazione) deve SEMPRE mostrare diffidenza, riservatezza, introversione. Questa sua “timidezza” è da considerarsi PROPRIETA’ DELLA RAZZA, pregio assoluto, poiché va a conferma dell’effettiva purezza e la totale assenza di un “inquinamento genetico” dovuto ad eventuali immissioni di soggetti non appartenenti alla medesima razza e quindi più socievoli e senza l’arcaico istinto del Lupo, che nel Saarloos è fortemente presente, o almeno dovrebbe esserlo.
Lo standard è stato recentemente revisionato il 03 novembre 2014; non è stato “stravolto” o “completamente modificato” come talvolta leggo in rete da fonti totalmente inattendibili. Sono sì state stilate alcune (pochissime) modifiche, che potremmo definire “ritocchi” quasi impercettibili, che però (come era ovvio) non vanno certo ad intaccare gli aspetti tipici della razza ed i “fondamenti” che la distinguono da tutte le altre.
C’è da considerare inoltre che una modifica allo standard non è mai retroattiva. Qualora una modifica sia approvata dalla F.C.I., questa ha valenza solo per le generazioni future e mai per i soggetti già esistenti. Ma non è il nostro caso, poiché come accennato, nessuna grossa modifica degna di menzione è stata approvata, e non potrà mai essere approvata aggiungerei. Quando descritto nel nuovo standard alla voce “Carattere e Temperamento” non è nient’altro che una sintesi di quanto riportato nel vecchio standard.
Riporto qui di seguito, direttamente scaricato dal sito ufficiale dell’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, quanto menzionato nello Standard ufficiale di razza, tradotto in italiano (F.C.I. Standard N° 311):
<< Cane vivace e pieno di energia, di carattere fiero e indipendente. Non obbedisce che di sua propria e libera volontà; non si sottomette. È attaccato al suo padrone e affidabile al più alto grado. Verso gli estranei è riservato e abbastanza diffidente. La sua riservatezza e, nelle situazioni sconosciute, il suo istinto di fuga simile a quello del lupo, sono tipiche per il cane-lupo di Saarloos e dovrebbero essere mantenute come particolarità della razza. Nell’avvicinarsi a un cane–lupo di Saarloos gli estranei dovrebbero dare prova d’una certa comprensione verso il comportamento di questo cane, per la sua circospetta riservatezza e per il suo istinto di fuga, particolarità che porta nel suo patrimonio ereditario. Un approccio forzato e indesiderabile da parte di un estraneo può provocare la manifestazione dell’istinto di fuga. Impedendo a questo istinto di manifestarsi, per esempio diminuendo la libertà di movimenti del cane con un guinzaglio, il cane può comportarsi come se avesse paura. >>
E’ scritto tutto qui, in queste poche righe… quindi “bando alle ciance”! per usare il vernacolo toscano.
Ripeto: quanto sopra scritto non sono parole mie, ho solo riportato quanto descritto nello Standard ufficiale, nozioni quindi che i signori giudici dovrebbero applicare e non interpretare. Nessuno si può permettere di cambiare questo aspetto. Il Saarloos è un cane RISERVATO, ed è chiaramente scritto che questa caratteristica DEVE ESSERE MANTENUTA. Più che scriverlo direttamente nello standard, cos’altro dovevano fare coloro che lo hanno redatto, per assicurare questo elemento distintivo alle generazioni future? Allora perché in esposizione talvolta vengono premiati soggetti con indole quasi opposta a quanto sopra indicato?
Come succede per tante razze poco conosciute, purtroppo i giudici non hanno piena conoscenza della razza, e quindi tendono a prediligere sempre quei soggetti che hanno una maggior padronanza del ring, nel nostro caso, non consapevoli che quei soggetti che dimostrano diffidenza, talvolta penalizzati, sono quelli più in TIPO, il cui carattere è in linea con quanto richiesto per questa razza.
Io stesso ho portato in Esposizione alcuni soggetti più socievoli, ma ero fortemente consapevole che su quel determinato connotato non erano in perfetta linea con i requisiti della razza, e non baserei certo la mia selezione sulla ricerca di un attributo che diverge da quanto richiesto in standard. Sottoponendo a giudizio questi nostri soggetti più socievoli nei ring di tutta Europa, veri esperti della razza hanno giustamente penalizzato tale temperamento, suggerendoci di “rientrare” in linea con le caratteristiche comportamentali di razza.
Il Saarloos non dimostra nessuna diffidenza con il suo proprietario
Prima di noi allevatori, devono essere gli esperti Giudici a dare delle direttive su quali soggetti portare avanti. Mi rivolgo a Voi signori giudici: molti di voi purtroppo conoscono poco la razza, anche se vi sono fortunatamente diversi giudici italiani molto competenti, i quali hanno avuto modo di giudicare il Saarloos anche all’estero e sono in grado di comprendere i veri valori di questo particolare cane-lupo; vi invito a documentarvi sul Cane Lupo di Saarloos, vi invito a rileggere attentamente lo Standard e a comprendere che la diffidenza è un VALORE FONDAMENTALE e INDEROGABILE per un soggetto appartenente a questa razza. D’altronde l’aspetto caratteriale è una dei pochi tratti (oltre a determinate differenze anatomiche) che distingue il Cane Lupo di Saarloos dal suo stretto “parente”, il Cane Lupo Cecoslovacco. Stessa origine, ma selezioni completamente differenti, una avvenuta per forgiare un cane di tipo militare, che serviva per sorvegliare i confini dell’allora Cecoslovacchia, e per il Saarloos l’assenza di una selezione a livello attitudinale, ai fini di plasmare semplicemente un vero e proprio “cane da compagnia”.
Allora perché da parte di molti allevatori si continua in questa assurda “crociata”, alla ricerca del Saarloos con assenza di timidezza? Non vi sò rispondere… è realmente un vero paradosso!
Abbiamo una razza creata e riconosciuta addirittura prima del Cecoslovacco, abbiamo una razza UNICA nel suo genere, UNICA avente una indole che non troverete mai in nessun altro cane, UNICA che ha mantenuto l’arcaico istinto ereditato dal suo antenato Lupo, UNICA che si distingue da tutte le altre principalmente per questo tipico aspetto caratteriale. Perché perdere questo patrimonio che esiste da più di mezzo secolo? Questa particolarità può non piacere, ma i giudizi devono trascendere dai gusti personali.
Ci dobbiamo rendere conto degli errori di selezione in cui potremmo incappare. Bisogna lavorare sul MANTENIMENTO delle caratteristiche comportamentali e non sul miglioramento inteso come forzatura nell’aumentare la socializzazione per rendere il Saarloos un cane diverso, più simile a tutte le altre razze. Volere e cercare un Cane Lupo di Saarloos meno diffidente è UN ERRORE selettivo imperdonabile.
Se i signori giudici continueranno a favorire in esposizione i soggetti che mostrano minore diffidenza, dobbiamo essere noi allevatori ad avere la forza e la costanza per imporre le nostre scelte, con standard alla mano, facendo comprendere a gli esperti giudici che sono loro in errore, che reprimendo questa connotazione divergono da quanto riportato nello standard di razza e portano quindi l’allevatore a commettere enormi sbagli selettivi, controproducenti per la razza e per i suoi prodotti futuri.
E’ ovvio che la socializzazione è importante, ma allo scopo di rendere il proprio Saarloos più gestibile quando lo si porta in luoghi a lui sconosciuti o quando si ha contatti con estranei, per cercare di ottenere soggetti più calmi e limitare il loro innato istinto di fuga in particolari situazioni, ma NON si deve cercare il cane adattabile, il cane che riesce ad “aprirsi” con tutto e con tutti. Se il vostro obiettivo è trasformare in Cane Lupo di Saarloos in un cane “normale” dal punto di vista dell’atteggiamento, del carattere, dell’istinto, allora siete fuori “rotta”, ed è urgente un “rientro in carreggiata”.
Per il Saarloos l’equazione da tenere a mente è la seguente: DIFFIDENZA = TIPICITA’.
Uno dei grossi problemi talvolta è proprio da ricercarsi nella forma di giudizio a cui dobbiamo sottoporre i nostri soggetti. Si dovrebbe valutare con maggior attenzione, pretendere sempre un giudizio dettagliato da parte del giudice, il quale dovrebbe rappresentare una sorta di “guida”, un “arbitro” della nostra selezione, un “giudice” nel vero senso della parola, che dovrebbe avallare, controllare e anche contenere determinati elementi da noi vagliate per i nostri “prodotti”. Non ci si può più nascondere dietro il giudizio generico, nel quale si elenca i pregi e molte volte si omettono i difetti; non si dovrebbero mai redigere giudizi (come se ne leggono tanti) della serie “già visto e giudicato confermo giudizio e qualifica”, poiché lo sappiamo bene, anche se un soggetto è già stato giudicato, nell’arco di tempo intercorso tra una esposizione e quella successiva, possono variare le condizioni fisiche, possono essere diverse le condizioni del mantello, può aver subito dei traumi alla dentatura, e siccome si valuta sempre il soggetto per come si mostra il giorno del giudizio, può anche aver migliorato o aggravato il suo aspetto caratteriale.
I giudici dovrebbero avere in testa quale sia il valore da attribuire ad ogni voce dello standard, valori che ovviamente variano razza per razza. Come andrebbe valutato il nostro Saarloos?
Se si conosce bene una razza, si conoscono le priorità di selezione. Esistono aspetti di primaria importanza (che devono essere presenti in un determinato soggetto a conferma della effettiva appartenenza ad essa), ed aspetti di secondaria importanza, ossia quegli aspetti che preferibilmente dovrebbero essere presenti, ma su cui ci possiamo anche passare sopra e diventano importanti solo in una eventuale parità di giudizio (il famoso ago della bilancia).
Il comportamento per il Saarloos è da considerarsi di PRIMARIA IMPORTANZA, la diffidenza deve essere presente e non può in nessun modo influire negativamente sul giudizio. Con questo concetto non dico che devono essere sempre privilegiati i soggetti che mostrano la tipica diffidenza, ma voglio far comprendere che questo connotato non deve mancare in un C.L. di Saarloos, e i giudici non devono sorprendersi nel trovarsi di fronte a soggetti che mostrano i chiari segnali di “disagio” a restare in stazione in ring.
Proviamo a farvi comprendere come va giudicato il Cane Lupo di Saarloos. Se vi fosse una scala valori nel giudizio analitico del Saarloos, su un totale di un massimo di 100 punti attribuibili, questi dovrebbero essere così suddivisi:
– PROPORZIONI / TAGLIA: 10 punti
– COMPORTAMENTO: 20 punti
– TESTA: 15 punti
– TRONCO: 10 punti
– ARTI / ANGOLAZIONI: 15 punti
– MOVIMENTO: 20 punti
– MANTELLO: 10 punti
Si deve togliere punti se, nella valutazione, uno o più di questi aspetti risultato difettosi o vengono evidenziate deficienze. Si deve tener conto che l’eccellenza dovrebbe essere assegnata ai soli soggetti che arrivano almeno ai 90 punti complessivi. Questo tipo di valutazione analitica è adottata da svariati lustri in ambito ornitofilo, e in questo modo un allevatore può rendersi conto dei propri errori e soprattutto, quali sono gli aspetti migliorabili e su quali zone del corpo si deve lavorare di più per ottenere soggetti sempre più in Standard.
In cinofilia il tutto non può essere scritto, ma dovrebbe essere impresso in mente, limpido ed evidente, per percepire velocemente, quasi “a colpo d’occhio” quale sia il soggetto più meritevole nel ring.
Avendo questa “scala valori” in mente, un giudice può approcciarsi alla razza con maggiore facilità, ed il suo lavoro di osservazione e valutazione è sicuramente agevolato. Se si tiene a memoria questo piccolo schema mentale e si ha una minima “infarinatura” della descrizione standard delle varie parti del corpo, difficilmente si può sbagliare una classifica.
Per il Saarloos dunque, il temperamento è la voce a cui bisogna attribuire maggior valore, insieme al movimento, altro aspetto fondamentale strettamente collegato al comportamento.
In tutti i più grandi raduni esteri, soprattutto nel nord Europa (Olanda, Francia, Belgio, Scandinavia, ecc…), dove il Saarloos è maggiormente allevato, il giudizio inizia sempre con diversi giri di ring al trotto, per far sì di “sciogliere” il soggetto sotto esame, e dargli l’illusione di una tranquilla corsa con il proprietario. Questo perché i giudici specialisti di questa razza sanno bene che obbligare i soggetti subito in “posa”, nel giudizio da fermo, non appena fanno il proprio ingresso nel ring, è sempre controproducente, poiché tenderebbero a chiudersi in sé stessi sempre di più, inconsapevoli di essere all’interno di un luogo di valutazione.
L’osservazione del Saarloos non va effettuata in “stazione”, ma deve essere valutata principalmente in movimento e richiesta l’osservazione da fermo, solo per pochissimi elementi di valutazione, che in fase di movimento non si possono apprezzare, quali colore degli occhi, dentatura, palpazione dei testicoli, tessitura del mantello, eventuali presenze di depigmentazioni, inserimento delle orecchie, espressione della testa in attenzione.
Signori Giudici, basta quindi con l’ignoranza! Durante la valutazione del Saarloos, i giudizi sbagliati, dove si elogiano e si prediligono i soggetti meno diffidenti, non sono più giustificabili con il “non conoscere la razza in Italia”. La razza è in Italia da oramai più di 20 anni, e dal 2007 svariati soggetti sono stati condotti nel ring assiduamente nella maggioranza delle manifestazioni cinotecniche nazionali e internazionali. Quindi SVEGLIA!! Documentarsi è d’obbligo per un esperto giudice!
Parliamo di “Saarloos”, ma avendo allevato più razze sò per esperienza che la stessa problematica affligge tante altre tipologie canine. Se una razza non la si conosce, nessuno vi impone di prenderla in carico per un giudizio. Non è una vergogna delegare il giudizio di una razza a chi è più esperto. Purtroppo tutti noi sappiamo bene che razze che detengono pochissime nascite, come appunto il “C.L. di Saarloos”, vengono quasi sempre “passate d’ufficio” ai giudici, soprattutto ai cosiddetti “All Rounder”, cioè coloro abilitati a giudicare tutte le razze esistenti; quindi vengono loro assegnate senza aver svolto nessun “esame di idoneità” per essere in grado di giudicarle. Nel giudicare una razza ci si deve prendere la mano, e questo è accettabile, ma qualora uno sbaglio viene costantemente ripetuto e periodicamente incentivato, allora qualcosa deve cambiare.
Allevatori che si vantano di basare la loro selezione su un aspetto non pertinente alla razza, è veramente intollerabile. Una perversa voglia del voler ostentare per forza un requisito che sappiamo essere inadeguato e non conforme alla razza, come l’eccessiva apparente affabilità nel Saarloos, e volerlo far passare per un pregio, non è accettabile. In questi “trabocchetti” possono cadere purtroppo neofiti e profani cinofili, ma non allevatori e giudici della “vecchia scuola”, che sanno bene come proseguire un lavoro selettivo, anche talvolta dovendo mantenere una condizione divergente dall’opinione pubblica, che subisce lo spontaneo e deleterio condizionamento della rete.
Detto tutto, mai dimenticarsi comunque che il Saarloos resta un cane equilibrato e estremamente docile nel proprio ambiente familiare, ma allo stesso tempo, al di fuori del suo “ambiente abituale” rimane un cane di indole “semi-selvatica”, un cane sospettoso, attento, guardingo, che mostra sempre apprensione e prudenza. Cane amorevole, mai aggressivo, ed un estraneo non dovrebbe mai riuscire a toccarlo. Questa è la frase che più lo rappresenta. In casa vive in totale simbiosi con il proprietario, e nessun cane è più adatto di questo per vivere a stretto contatto con il nucleo familiare, un vero e proprio amico, un confidente, un membro della famiglia.
Lavoriamo insieme, allevatori e giudici, per il mantenimento e la salvaguardia delle peculiarità di questo splendido “mezzo lupo”.
Il Saarloos risulta essere un eccellente cane da famiglia
Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.it – http://lupi.difossombrone.it – http://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>