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Lo Standard, questo sconosciuto…

di Federico Vinattieri

razza standard cane cani
Schnauzer Medio pepe sale – “Ezüst Gránit Sirius” – Allevatore: Kiraly Klari – Proprietario: Alessandro Di Vita

Ogni selezione si basa su una traccia, su un riferimento, su degli specifici elementi descritti nel famoso “Standard”, ossia una descrizione accurata delle varie peculiarità che un soggetto deve possedere per essere definito “tipico” e appartenente a quella determinata razza.
Che si parli di razze di cani, uccelli, cavalli, ovini, bovini, ecc. lo standard è quindi una descrizione più o meno accurata di caratteristiche fisiche e comportamentali che un soggetto “ideale” di una determinata razza animale dovrebbe possedere, serve quindi come guida per gli allevatori per determinare quali tratti distintivi privilegiare nella selezione. Questa è la definizione universale del concetto di Standard.
Semplice, chiaro e conciso. Questa è pura teoria; cosa avviene in pratica è ben differente.

Prima di tutto sappiamo tutti che è praticamente impossibile descrivere minuziosamente il modello idealizzato di una razza in sole due-tre pagine. Logico pensare che, purtroppo, limitando gli standard a quei pochi paragrafi, appunto “standardizzati” tra di loro, non si può che incappare in delle espressioni che divengono opinabili. Per evitare che questo possa accadere ogni standard dovrebbe essere composto da descrizioni che si addentrano in ogni specifico carattere anatomico del corpo del soggetto ideale, che comporterebbe di dilungarsi in decine di centinaia di paragrafi e quindi in centinaia di pagine. Se le espressioni “interpretabili” e quindi generalizzate, dovessero essere sviluppate e chiarite nei minimi termini, ogni standard ufficiale sarebbe in pratica l’equivalente di un trattato anatomico.
Si cade quindi in affermazioni come ad esempio “macchia troppo estesa“, oppure come “non troppo grande“… concetti del tutto discutibili. C’è scritto “non troppo estesa“, quindi quanto può essere grande questa macchia? Può giustamente domandarsi chi legge…
Potrei elencare altre mille nozioni o “astrazioni” realmente opinabili, che tutto descrivono tranne che dei concetti assoluti e incontestabili, ma che si rivelano sempre controvertibili.
Non c’è da stupirsi quindi se alcuni allevatori possono pensare di essere in possesso di uno o più soggetti di livello, che poi, sottoposti a giudizio, vengono penalizzati perché l’idea di modello standard del Giudice differisce dall’ideale fissato nella mente di colui che li ha allevati.

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Femmina di Pastore Tedesco – “Anna di Fossombrone”

Vi domanderete: allora secondo te lo standard non è preso molto in considerazione? Vi voglio rispondere con una domanda… Voi che frequentate le esposizioni canine e gli allevamenti da anni, avete mai visto qualcuno con uno standard in mano? Io sinceramente in 34 anni di esposizioni cinofile non mi è mai capitato di vedere nessuno consultarne uno. Se lo standard deve in qualche modo fungere da guida stabile e da punto di riferimento costante per allevatori e giudici, perché non viene mai visionato durante il giudizio? Dobbiamo credere che i signori giudici conoscano tutti gli standard a memoria di tutte le razze che sono abilitati a giudicare? Non ci possiamo credere. Anche se si studiassero a tempo pieno quotidianamente, le nozioni da tenere a mente sono innumerevoli e a meno che non si abbia un cervello da astro-fisico-nucleare, non si può recepire e incamerare così tante informazioni anatomiche e comportamentali. Come in molti altri settori, anche in cinofilia prevale sì l’esperienza, ma anche e soprattutto il gusto personale, anche se nessun giudice lo vorrà mai ammettere.

Nel “mondo” dell’avicoltura, nel quale sono entrato da allevatore ed espositore molti anni fa, tutti i giudici durante le fasi di giudizio consultano continuamente il manuale, messo a disposizione dalla Federazione Nazionale, dove vi sono riportati tutti gli standard ufficiali di tutte le razze riconosciute. Il Giudizio in quel caso avviene confrontando le varie voci dello standard con l’animale sotto osservazione. Metodo logico, razionale, che permette all’esperto giudice di incappare meno possibile nell’errore e permette così di fornire all’allevatore/proprietario del soggetto sotto esame, un indirizzo preciso su quali siano i reali pregi e difetti del soggetto stesso.
Perché questo procedimento non viene svolto in cinofilia? Non sò rispondervi. L’iter del giudizio è sempre stato quello che tutti conosciamo: i soggetti entrano nel ring, vengono giudicati singolarmente da fermo e in movimento, poi insieme, in movimento finale e viene stilata la classifica. Su che basi viene fornito il giudizio? Solo esclusivamente su ciò che il giudice ha appreso nella sua formazione, nella sua esperienza di giudice e di allevatore.
Non fraintendetemi! Con quanto descritto non voglio additare o mettere sotto i riflettori l’inefficienza o l’inaffidabilità dei nostri Giudici, anzi, sò per certo che la maggior parte dei giudici conosce alla perfezione le razze che può valutare, ma con queste mie riflessioni voglio solo far comprendere quanto differenti siano le modalità di giudizio nei vari settori nell’ambito zootecnico e quanto uno Standard di razza possa essere travisato o talvolta anche poco conosciuto, sia da giudici che da allevatori.

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Cane Lupo di Saarloos – “Ch. Saphira Bjartskular di Fossombrone”, durante la presentazione con Michele Masini

Per farvi capire ancor meglio il concetto che voglio esporre con questo mio articolo, se avete del tempo, fate una prova: prendete uno standard qualunque, di una qualunque razza canina, senza però sapere a quale razza appartenga, e via via che leggete la descrizione delle varie parti anatomiche, provate a disegnare ciò che leggete. Io l’ho fatto tante volte in passato, per pura curiosità e puro divertimento; vi posso assicurare che mai e poi mai riuscirete a disegnare un cane che sia minimamente simile alla razza a cui appartiene quel determinato standard che state leggendo. Buffo no? Questa è la conferma che uno standard non può essere perfetto, non può essere troppo preciso o troppo circostanziato, deve comunque sempre lasciare un margine, anche se minimo e quasi impercettibile, margine in cui un allevatore si può muovere e può accedere a piccole eccezioni e varianti. Se tutto fosse perfetto, tutto fosse specificato nei minimi dettagli, fino a descrivere il colore di ogni minimo pelo ed i possibili centimetri di larghezza di ogni singola macchia del mantello, allora non vi sarebbe mai un esempio di eccellenza, non potrebbe esistere il soggetto simil-standard, non potremo mai arrivare ad ottenere un soggetto che rasenti il modello da seguire, ciò che invece accade molte volte nella realtà, e aggiungerei che noi allevatori italiani siamo coscienti di aver raggiunto livelli altissimi in materia di selezione.

La lettura dello standard è male interpretata in cinofilia. Essere sorpresi a leggere uno standard per un allevatore o un giudice, sembra quasi una dimostrazione del “non sapere”, un rivelare a gli altri la propria poca conoscenza di una razza, come fosse un demerito, ma questa è una visione totalmente sbagliata di una pratica, che in realtà, è da considerarsi un normalissimo “ripasso in diretta” di concetti scritti, che nessuno è tenuto a sapere a memoria in ogni momento, nozioni redatte appositamente per essere consultate all’occorrenza, scritte proprio per averle sempre a disposizione, in qualunque momento debbano essere riportate a mente.

La prima valutazione di un soggetto deve essere eseguita dall’allevatore; un cane che arriva al ring di una esposizione, deve in primis aver superato il “controllo qualità” di colui che l’ha creato, proprio come per un qualunque prodotto di una qualunque azienda.
Standard di razza = Prontuario. Questa è l’equivalenza che dobbiamo tener presente. Lo standard deve essere considerato quindi un manuale contenente i dati più importanti relativamente a quella razza, ordinati in modo da renderne agevole la ricerca e la consultazione. Questo testo dobbiamo tenerlo sempre a disposizione, e via via che lo consultiamo questo sarà sempre più memorizzato e le sue tante sfaccettature saranno più facilmente abbinabili ai “soggetti tridimensionali” che avete di fronte. Per noi allevatori possiamo dire che il lavoro di memorizzazione risulta essere più facile, perché limitato a quel/quei standard di quella o quelle poche razze in cui ci cimentiamo nella selezione. Per un giudice è molto più arduo il lavoro mentale, poiché si trova di fronte a rappresentanti di differenti razze, tra cui, per la maggior parte anche razze di cui non si ha esperienza diretta di allevamento, per le quali ovviamente l’occhio è meno allenato ad individuare e saper riconoscere velocemente eventuali pecche o anomalie, rispetto al famigerato standard.

Nessuno, neanche il giudice più anziano e più esperto, può ricordarsi tutte le caratteristiche morfologiche delle tante razze riconosciute. Un esperto giudice non si può esimere dall’avere sempre a disposizione i vari standard delle razze che sà di dover giudicare. Il lavoro sia del giudice che dell’allevatore non è semplice, ma deve esser sempre accurato e professionale, per far ciò serve la guida che allevatori ed esperti, pionieri proprio di QUELLA razza a cui dedichiamo tanto del nostro tempo, ci hanno lasciato per iscritto con una elaborazione meticolosa di come deve essere quel cane di razza; questa eredità preziosa si chiama “Standard”.

In cinofilia c’è una sorta di silenzio-assenso sui metodi di giudizio; oramai è universalmente accettato che un esperto impartisce giudizi anche secondo la sua visione individuale di quella razza. C’è uno standard e deve essere preso in considerazione, sempre e comunque, regola inviolabile!
I giudizi possono variare, per numerose ragioni e dozzine di fattori che non stiamo qui ad elencare, ma ciò che è scritto non può essere distorto o travisato. La costante visione dello standard è pertanto, a mio parere, inderogabile ed essenziale per giudici, allevatori e coloro che vogliono far propria l’ampia cognizione dei connotati di un esemplare di razza.

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Maschio di Mastino Napoletano – “Uragano di Fossombrone” – Proprietà: Percy Salas Romainville

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.ithttp://lupi.difossombrone.ithttp://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>