Malinois, il “Tenore” dei canarini
di Federico Vinattieri
“Armadio scuola” per canarini Malinois
Tra tutte le razze di canarino, ne esistono alcune selezionate per le “qualità canore”. Le razze da canto sono tre: L’Harz Roller, il Timbrado Spagnolo e il Malinois Waterslager. Come successo in moltissime razze, è stata in qualche modo perduta nel tempo parte della documentazione storica che riesca a spiegarci come una determinata razza sia stata creata. La sezione del Canarino Malinois è, per buona parte, un vero e proprio mistero.
Sappiamo per certo che il Malinois ha antenati identici a tutte le altre razze di canarino; i suoi ascendenti sono certamente identificabili nei Canarini selvatici delle Isole Canarie, che nel corso del quindicesimo secolo furono catturati dagli Spagnoli e introdotti nel in Europa. A quei tempi solo i nobili potevano permettersi di possedere dei canarini, poiché erano considerati un lusso e arrivavano a costare cifre esorbitanti. In pochi decenni però i proprietari di canarini si moltiplicarono e questi graziosi uccelli raggiunsero praticamente tutta l’Europa occidentale e centrale.
Vi sono autori che fanno discendere il Malinois dai cosiddetti “Canarini Cantori”, che erano allevati dai Fiamminghi intorno al XVI secolo. Venivano allevati per le loro doti canore soprattutto nella città di Anversa e nella città di Malines, da cui poi hanno ereditato il nome.
La prima testimonianza ufficiale, ad ogni modo, si ritroverà scritta in lingua francese su di un diario di viaggio del 1713 scritto, nel quale l’autore cita chiaramente di aver visto e ammirato dei Canarini di colore giallo, al seguito di alcuni profughi protestanti francesi, in viaggio verso il Belgio. Nei versi di questo documento, si capisce chiaramente che i canarini per quelle persone erano considerati un patrimonio, e che quel grande valore era associato al loro canto.
Con molta probabilità, per la selezione del Malinois sono stati impiegate varie razze, tra cui quello che allora veniva chiamato il “Grande giallo” o “Grande Sassone”, ma anche il “Bossu belga” e l’”Harz Roller”.
A causa della scarsa disponibilità di esemplari puri di Malinois Waterslager, molti esemplari dell’epoca vennero meticciati con soggetti di razza Harzer in più occasione. In quegli anni questo canarino veniva chiamato “Nachtesaalslager“, ossia “cantore usignolato”.
La prima associazione di allevatori, venne fondata nel 1872 ad Anversa e si chiamò “De Koninklijke Verenigde Vrienden”. Il nome attuale, Malinois Waterslager, venne attribuito a questo canarino nell’anno 1912, nome che fa riferimento, come già accennato, alla città di Malines, seguito dal termine “Waterslag”, letteralmente “mormorio d’acqua”, per i caratteristici suoni emessi da questa razza.
Nell’anno 1926 venne istituita e fondata la “Koninklijke Nationale Bond van België voor Waterslagers”. Il primo testo completo che trattava questa razza fu pubblicato dal Signor Peleman, l’allora Ex-Presidente della suddetta associazione, che presto divenne una vera e propria “bibbia” per tutti gli allevatori di questo canarino, punto di riferimento per redigere lo Standard ufficiale di razza.
Alcuni soggetti di razza Malinois durante una mostra di canto
I primi allevamenti italiani di questi canarini furono negli anni ‘Sessanta dello scorso secolo, nella zona di Pescara. Attualmente sono sempre pochi gli allevamenti in Italia di questa particolare razza.
Ma vediamo un po’ più da vicino le principali caratteristiche morfologiche di questo canarino da canto. Pur essendo il Canto, l’aspetto più importante, conta molto per la purezza della razza, anche il fenotipo, quindi la tipicità estetica.
La forma del corpo del Malinois Waterslager deve essere leggermente più allungata e leggermente più snella, rispetto ai comuni canarini di colore, soprattutto durante la fase di canto, deve presentarsi leggermente incurvato. Quando inizia il caratteristico canto, tende ad assumere posizioni differenti a seconda della melodia, mantenendo comunque, come costante, una posizione abbassata delle ali ed un’accennata apertura della coda. Il becco è tenuto chiuso in quasi tutta la fase di canto.
La colorazione ammessa è quella gialla, più intensa nel maschio; dal 1946 si riscontra anche la rarissima presenza di soggetti bianchi. Sono tollerate piccole aree screziate brunastre a livello della testa, del collo, del dorso o delle ali. E’ tollerata, e a volte anche privilegiata, la presenza di pezzature con una componente cromatica verde, sotto forma di macchie di varia grandezza; le pezzature verdi sono da considerarsi difetto, qualora siano troppo ampie e vi sia il sospetto che siano l’indice di un eventuale meticciamento con il Sassone o con altre razze da canto.
Se si intende acquistare questo tipo di canarino allo scopo di partecipare alle mostre canore, allora si deve inevitabilmente rispettare alcune regole di allevamento. Prima di tutto, se si decide di allevare il Malinois, non si può alloggiarlo in un locale dove vi sono presenti altre razze e varietà di canarino. Il Malinois per non perdere e per migliorare le proprie qualità canore, deve poter apprendere dai soli rappresentanti della medesima razza, altrimenti apprenderà suoni non corrispondenti alle melodie richieste nello standard. Il Malinois ha capacità imitative incredibili.
Ogni allevatore ha i propri metodi per “istruire” al canto i propri soggetti. Si usano i metodi più svariati, dall’acqua corrente, ai CD con i suoni registrati del canto, ai famosi “maestri cantori”, ossia dei canarini maschi adulti posti adiacenti ai novelli, che fungono da “istruttori” di canto.
Per incentivare la predisposizione per il canto è buona norma alloggiare i Malinois in locali con poca luce, in penombra, in modo tale da “costringerli” in qualche modo, a comunicare tramite la loro voce.
Molti allevatori procedono alla fase dell’alloggiamento nei cosiddetti “armadi scuola”, che in pratica sono scaffalature predisposte per ospitare le gabbiette l’una accanto all’altra, dove vengono posti singolarmente tutti i canarini. Tutta la struttura viene poi coperta da un telo rimovibile per realizzare l’oscuramento artificiale che lasci gli ospiti in quasi assenza totale di luce, predisponendoli così all’ascolto ed eliminando ogni fattore di distrazione. Detto così può sembrare una forma di tortura, ma in realtà i pennuti non subiscono nessuna inibizione e nessuna sofferenza da questa pratica. Nel periodo riproduttivo ovviamente il locale sarà totalmente illuminato e i soggetti saranno posti a coppie in gabbie più ampie, in modo da garantire le condizioni necessarie per l’accoppiamento, la deposizione e lo svezzamento dei novelli.
Veniamo ora alle famose melodie che contraddistinguono il canto unico, tipico e inconfondibile per questa razza. Il Malinois è in grado di intonare ben 13 melodie diverse, classificate con i seguenti nomi: Bellen; Bellrol; Bollende; Chorr e Knorr; Fluiten; Fluitrol; Klokkende; Onvorzieene toen (frasi impreviste); Rollende; Schokkel e Waterschokkel; Staaltonen; Tjokken e Tjokkenrol; Woeten.
Gli uccelli venivano impiegati in miniera come “campanello d’allarme anti-gas”, e hanno svolto questo compito per decenni, soprattutto in Belgio. Stando in miniera con poca luce, si dice che questi canarini recepirono, appresero e in qualche modo registrarono tutti i suoni dell’acqua ed i suoni metallici che echeggiavano in quei luoghi angusti. Questi suoni hanno reso il Malinois Waterslager, un canarino unico e straordinariamente affascinante.
Ascoltare il canto di questi canarini è una esperienza bellissima, e obbliga tutti gli spettatori a soffermarsi a pensare cosa sia capace di fare l’uomo con la propria selezione.
Tipiche gabbiette da mostra per Malinois
Federico Vinattieri è un appassionato allevatore di Canarini e di Mastini Napoletani (Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.it – lupi.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>