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di Gia­co­mo Cel­li­ni

Corritrici indiane
Cor­ri­tri­ci In­dia­ne (foto Gia­co­mo Cel­li­ni www.​avi​coli​orna​ment​ali.​it)

L’A­na­tra Or­ping­ton è un’a­na­tra con una sto­ria e una se­le­zio­ne biz­zar­ra, si po­treb­be pa­ra­go­nar­la ad uno di quei per­so­nag­gi ro­man­ti­ci della let­te­ra­tu­ra: l’an­tie­roe. Un’a­na­tra crea­ta da uno dei più gran­di al­le­va­to­ri di avi­co­li di sem­pre, Wil­liam Cook del Kent, che non solo non ha rag­giun­to l’o­biet­ti­vo mi­ni­mo che il suo crea­to­re si era pre­fis­sa­to, ossia bat­te­re la crea­tu­ra della si­gno­ra Cam­p­bell, ma che si è pure ri­le­va­ta osti­ca nel­l’al­le­va­men­to a causa di un com­ples­so cor­re­do ge­ne­ti­co. L’ap­pa­ren­za però a volte può na­scon­de­re delle pia­ce­vo­li sor­pre­se e tra­sfor­ma­re un “brut­to ana­troc­co­lo” in un’a­na­tra molto in­te­res­san­te.
La fine del­l’Ot­to­cen­to per gli al­le­va­to­ri in­gle­si fu un mo­men­to molto fre­ne­ti­co: l’in­gres­so delle Cor­ri­tri­ci in­dia­ne dal­l’In­do­ne­sia aveva por­ta­to molta eu­fo­ria e in molti la­vo­ra­ro­no a pro­get­ti di in­cro­cio tra ceppi au­toc­to­ni e, ap­pun­to, le Cor­ri­tri­ci in­dia­ne.
L’A­na­tra Or­ping­ton nasce pro­prio in que­sto con­te­sto, dal­l’e­spe­ri­men­to per crea­re un’a­na­tra che fosse per­fet­ta per i fini che più in­te­res­sa­va­no alla fine del­l’Ot­to­cen­to: la pro­du­zio­ne di gran­di uova e l’at­ti­tu­di­ne come ana­tra da carne, come “table bird” per ci­ta­re gli in­gle­si. Le pre­mes­se sono le stes­se di quel­le che hanno per­mes­so di crea­re l’A­na­tra Cam­p­bell e l’A­ba­cot Ran­ger, inol­tre esse hanno in co­mu­ne vari aspet­ti: l’u­ti­liz­zo della Cor­ri­tri­ce in­dia­na, l’e­stre­ma va­rie­tà delle prime ge­ne­ra­zio­ni, do­vu­te al fatto che nei primi anni del la­vo­ro di se­le­zio­ne si dava più ri­sal­to e at­ten­zio­ne alla pro­dut­ti­vi­tà che alla stan­dar­diz­za­zio­ne di forma e co­lo­re del piu­mag­gio, il pe­rio­do sto­ri­co ed in­fi­ne l’o­biet­ti­vo ul­ti­mo della se­le­zio­ne.
L’A­na­tra Or­ping­ton fu crea­ta in­cro­cian­do ini­zial­men­te in tre grup­pi se­pa­ra­ti: Cor­ri­tri­ci x Ay­le­sbu­ry, Cor­ri­tri­ci x Rouen e Cor­ri­tri­ci x Cayu­ga. Suc­ces­si­va­men­te le pro­ge­nie ven­ne­ro in­cro­cia­te l’una con l’al­tra fino ad ot­te­ne­re un piu­mag­gio “buff” sta­bi­le.
La co­lo­ra­zio­ne “buff” nel­l’Or­ping­ton e la co­lo­ra­zio­ne Kaki nella Cam­p­bell sono oggi le co­lo­ra­zio­ni più fa­mo­se. Suc­ces­si­va­men­te per l’Or­ping­ton fu­ro­no crea­te le co­lo­ra­zio­ni blu, blu con ba­vet­ta, nera, bian­ca e cioc­co­la­ta, tutte nella prima metà del No­ve­cen­to.
Le due prime co­lo­ra­zio­ni fu­ro­no la blu e la buff, per­fe­zio­na­te tra il 1894 e il 1898; nel 1920 in­ve­ce fu­ro­no pre­sen­ta­te alle an­nua­li mo­stre anche le co­lo­ra­zio­ne cioc­co­la­ta e nera.
Ai primi del No­ve­cen­to in tutta l’In­ghil­ter­ra era inol­tre molto co­mu­ne crea­re vere e pro­prie sfide di de­po­si­zio­ne di uova tra ana­tre di varie razze e della me­de­si­ma razza. Pur­trop­po le Or­ping­ton erano quasi sem­pre bat­tu­te dalle Cam­p­bell e molto spes­so anche dalle Cor­ri­tri­ci in­dia­ne e la loro po­po­la­ri­tà, per que­sto, ne ri­sen­tì enor­me­men­te. L’Or­ping­ton però ar­ri­vò prima nella gara al ri­co­no­sci­men­to della razza, ben 16 anni prima delle Cam­p­bell, nel 1910 con­tro il 1926 delle Cam­p­bell.
Per una parte del No­ve­cen­to, in par­ti­co­la­re negli USA, l’Or­ping­ton fu og­get­to di cri­ti­che. Molti non com­pre­se­ro l’im­por­tan­za del nome “buff” e la chia­ma­va­no sem­pli­ce­men­te “the Buff Duck” in modo quasi iro­ni­co, e la dif­fi­col­tà nella se­le­zio­ne ge­ne­ti­ca degli esem­pla­ri da mo­stra fa­ce­va ar­ren­de­re molti al­le­va­to­ri, in par­ti­co­la­re per l’in­sta­bi­li­tà ge­ne­ti­ca della co­lo­ra­zio­ne “buff”.
E se l’e­roe uf­fi­cia­le che il mer­ca­to e la sto­ria hanno de­cre­ta­to è senza dub­bio l’A­na­tra Cam­p­bell, non tutto però è come sem­bra, per­ché a volte l’ap­pa­ren­za, come di­ce­va­mo, può trar­re in in­gan­no. Lo di­mo­stra una let­te­ra della si­gno­ra Cam­p­bell che nel 1923, ben 3 anni prima di “ac­cet­ta­re” a ma­lin­cuo­re il primo stan­dard della sua amata Kaki Cam­p­bell, spie­ga­va: “Poi venne la moda per il buff. Mr W. Cook stava ap­pe­na pre­sen­tan­do le sue Buff Or­ping­ton e io pen­sai di in­di­riz­zar­mi an­ch’io verso il co­lo­re buff, ma fal­lii. Esse sa­reb­be­ro poi usci­te kaki.
Wil­liam Cook, che fu un gran­de al­le­va­to­re e se­le­zio­na­to­re di ana­tre do­me­sti­che come le Rouen, Ay­le­sbu­ry, Cor­ri­tri­ci in­dia­ne; quan­do creò i polli Or­ping­ton, e l’a­na­tra Or­ping­ton diede ad en­tram­bi il nome della sua fat­to­ria, “Or­ping­ton House”, ap­pun­to, si­tua­ta in un pic­co­lo vil­lag­gio chia­ma­to St. Mary Cray nel Kent. Il ter­mi­ne “buff”, an­co­ra oggi molto di moda in UK, de­ri­va in­ve­ce, dal so­pran­no­me che ave­va­no i sol­da­ti del “East Kent Re­gi­ment”, ap­pun­to “The Buffs”, chia­ma­ti così per il co­lo­re della loro di­vi­sa. Ri­tor­na­no così alla me­mo­ria i mo­ti­vi per i quali, negli stes­si anni, sia la si­gno­ra Cam­p­bell sia il si­gnor Oscar Grey ave­va­no dato alle crea­tu­re nomi “mi­li­ta­ri” e con forte ca­ri­ca­tu­ra na­zio­na­li­sti­ca.
Il ter­mi­ne “buff” non solo rac­chiu­de al suo in­ter­no quel­l’on­da­ta di na­zio­na­li­smo che la fine del­l’im­pe­ria­li­smo ri­por­tò dalle co­lo­nie alle ma­dre­pa­trie, cau­san­do nel 1914 lo scop­pio della I Guer­ra Mon­dia­le, ma de­scri­ve anche tutte le sfu­ma­tu­re che que­sta razza dalla co­lo­ra­zio­ne del piu­mag­gio in­sta­bi­le porta nel suo cor­re­do ge­ne­ti­co.
In Ita­lia pos­sia­mo tra­dur­re “buff” in vari modi e con vari co­lo­ri, spes­so op­po­sti o molto di­ver­si tra loro: dalla pelle di bu­fa­lo, al ros­sic­cio, al beige tenue di un mar­ro­ne chia­ro, ad un ca­mo­scio di­se­gna­to. Penso che uti­liz­za­re il ter­mi­ne “buff”, sia la so­lu­zio­ne più giu­sta: per dare me­ri­to al crea­to­re, e per­ché è fon­da­men­ta­le per com­pren­de­re la sto­ria, la ge­ne­ti­ca e la com­ples­si­tà di que­sta razza.
Sin­ce­ra­men­te non so se Wil­liam Cook e i suoi figli si re­se­ro esat­ta­men­te conto di que­sta pro­ble­ma­ti­ca le­ga­ta alla ge­ne­ti­ca della co­lo­ra­zio­ne “buff”, solo anni dopo fu­ro­no in­se­ri­ti negli stan­dard in­gle­si nuove spe­ci­fi­che che aiu­ta­ro­no gli al­le­va­to­ri. Per l’e­sat­tez­za fu A. F. M. Ste­ven­son, se­gre­ta­rio e Pre­si­den­te del “Buff Or­ping­ton Duck Club” a spie­ga­re in un pic­co­lo vo­lu­me “Ducks” pub­bli­ca­to da “The Fea­the­red World”, nel 1926, che la co­lo­ra­zio­ne “buff” aveva le stes­se ca­rat­te­ri­sti­che che af­flig­go­no le ana­tre con la co­lo­ra­zio­ne blu: sono por­ta­to­ri di ete­ro­zi­go­si, ca­rat­te­ri­sti­ca in­com­ple­ta do­mi­nan­te, con un solo gene blu. In­som­ma il “buff” si com­por­ta come il blu, in­fat­ti Ste­ven­son de­scris­se due ver­sio­ni del “buff”: quel­la vera, da stan­dard con un co­lo­re più scuro e ros­sic­cio e quel­la chia­ra, chia­ma­ta anche “pale” e “blond”. Que­sto lo sche­ma esat­to: Buff Or­ping­ton (Bl/bl+), Pale o Blond Or­ping­ton (Bl/Bl), Brown o Kaki Or­pint­gon (bl+/bl+), dove il “pale” o “blond” sta per lo splash e il “brown” o “kaki” sta per il nero e il “buff” sta per il blu. Quan­do il ge­no­ti­po dello stan­dard della co­lo­ra­zio­ne “buff” è l’in­sie­me di dark phase, dusky mal­lard, di­lui­zio­ne del gene mar­ro­ne (e qui è ugua­le alla kaki Cam­p­bell) ai quali viene ag­giun­to la di­lui­zio­ne del gene buff e l’in­se­ri­men­to di una sin­go­la di­lu­zio­ne blu e del gene che porta la bril­lan­tez­za del becco.
Le dif­fe­ren­ze nel piu­mag­gio sono so­stan­zia­li: il “blond” o “pale” nel ma­schio si nota per un fulvo molto chia­ro, ten­den­te al beige, per nulla ros­sic­cio, co­lo­ri che de­ri­va­no dal dop­pio gene blu. Anche la fem­mi­na è molto più chia­ra del “buff”. La testa del ma­schio pale o blond è molto più chia­ra ten­den­te al blu, ri­spet­to alla testa del ma­schio “buff” che è di un mar­ro­ne in­ten­so. Nel “brown” o “kaki” la fem­mi­na ha un di­se­gno molto si­mi­le al kaki, leg­ger­men­te più chia­ro, il ma­schio ha il dorso di un forte mar­ro­ne, in en­tram­be non è pre­sen­te il blu.
In­som­ma la Buff Or­ping­ton è un’a­na­tra per pochi elet­ti, crea­ta da un al­le­va­to­re ge­nia­le, in­se­ren­do una com­ples­si­tà di geni che la ren­do­no non pre­ve­di­bi­le e molto bella da al­le­va­re. La stes­sa co­lo­ra­zio­ne pale o blond è este­ti­ca­men­te pia­ce­vo­le. Per certi versi l’Or­ping­ton ri­cor­da le kaki Cam­p­bell e le Sve­de­si o Po­me­ra­nia, non dob­bia­mo però con­fon­der­le con esse, es­sen­do più gros­sa della cu­gi­na Cam­p­bell e più snel­la ed ele­gan­te della Sve­de­se.
La co­lo­ra­zio­ne blu, se­con­do W. Cook do­ve­va es­se­re un po’ più gran­de e pe­san­te della Buff, e ri­por­ta­va la ba­vet­ta bian­ca nella parte an­te­rio­re. Dalla co­lo­ra­zio­ne Blu in pochi anni Cook fissò anche la co­lo­ra­zio­ne Nera, sem­pre con ba­vet­ta e nel 1918 la co­lo­ra­zio­ne cioc­co­la­ta. Que­ste co­lo­ra­zio­ne sono oggi, pur­trop­po, pra­ti­ca­men­te scom­par­se.
Ca­rat­te­rial­men­te l’Or­ping­ton è un’a­na­tra tran­quil­la, so­cie­vo­le, mai ag­gres­si­va, idea­le da al­le­va­re in gran­di grup­pi con più ma­schi, che sono molto ra­ra­men­te ag­gres­si­vi tra loro. Un’ot­ti­ma razza ova­io­la che pro­du­ce gran­di uova ten­den­zial­men­te bian­che, al terzo anno le fem­mi­ne de­pon­go­no uova di 90 g! Al­le­va­te al­l’a­per­to de­pon­go­no oltre 100 uova l’an­no, se al­le­va­te al chiu­so con ade­gua­to fo­to­pe­rio­do, su­pe­ra­no ab­bon­dan­te­men­te le 200 uova. Certo non è fa­mo­sa come la “cu­gi­na” Cam­p­bell e non è ap­pa­ri­scen­te come la Strei­cher o la Cayu­ga, ma è un’a­na­tra bel­lis­si­ma da al­le­va­re, da stu­dia­re anno dopo anno, che re­ga­la al­l’al­le­va­to­re at­ten­to delle sem­pre più forti emo­zio­ni.
Peso
Ma­schi mas­si­mo 3 kg
Fem­mi­ne mas­si­mo 2,5 kg

Corritrici indiane
Cor­ri­tri­ci In­dia­ne (foto Gia­co­mo Cel­li­ni www.​avi​coli​orna​ment​ali.​it)

Gia­co­mo Cel­li­ni, lau­rea trien­na­le in Sto­ria, spe­cia­li­sti­ca in An­tro­po­lo­gia Cul­tu­ra­le e Ma­ster in Fun­drai­sing, al­le­va a li­vel­lo ama­to­ria­le ana­tre do­me­sti­che e se­le­zio­na in par­ti­co­la­re la Cor­ri­tri­ce in­dia­na (Sito web: www.​avi​coli​orna​ment​ali.​it).

 

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