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Ana­li­si della fun­zio­ne del pac­ka­ging nel set­to­re agro-ali­men­ta­re

di Bar­ba­ra Cor­ti­gia­ni

Con il ter­mi­ne “pri­va­te la­bels” si de­fi­ni­sco­no quei pro­dot­ti che ven­go­no pro­po­sti al con­su­ma­to­re con il nome o con il mar­chio del di­stri­bu­to­re al posto di quel­lo del pro­dut­to­re ori­gi­na­rio e com­mer­cia­liz­za­ti, di so­li­to, nei punti ven­di­ta della GDO (per esem­pio i pro­dot­ti a mar­chio Coop, Es­se­lun­ga ecc.); in media hanno un costo in­fe­rio­re del 5-25% ri­spet­to ai na­tio­nal brand.
Lo svi­lup­po dei pro­dot­ti a mar­chio del di­stri­bu­to­re è com­po­sto da quat­tro fasi: la prima di esse, coin­den­te con gli anni ’70, è ca­rat­te­riz­za­ta da ba­na­li imi­ta­zio­ni dei pro­dot­ti a mar­chio lea­der; la se­con­da fase, svi­lup­pa­te­si negli anni ’80, è do­mi­na­ta dai co­si­det­ti “mar­chi fan­ta­sia”; nella terza ge­ne­ra­zio­ne, ini­zia­ta negli anni ’90, si af­fer­ma­no pro­dot­ti che ri­por­ta­no il nome del mar­chio del di­stri­bu­to­re; in­ve­ce, nel­l’ul­ti­ma fase, af­fer­ma­te­si dal 2000 in poi, i pro­dot­ti sono sem­pre più orien­ta­ti verso un li­vel­lo “alto” d’in­no­va­zio­ne e ven­go­no crea­te le pri­va­te la­bels pre­mium (come per esem­pio, la linea Fior­fio­re Coop) (Lugli, 2003). L’ac­qui­sto delle pri­va­te la­bels negli ul­ti­mi anni è cre­sciu­to espo­nen­zial­men­te, sia per­ché si ha un con­su­ma­to­re più “mo­der­no” nei suoi ac­qui­sti, sia a causa del­l’at­tua­le fase di re­ces­sio­ne eco­no­mi­ca; in­fat­ti i ri­sul­ta­ti di una ri­cer­ca con­dot­ta dalla Con­su­mer Con­fi­den­ce Sur­vey, ela­bo­ra­ta alla fine del 2010, in circa 50 Paesi evi­den­zia che oltre il 60% dei con­su­ma­to­ri ab­bia­no in­cre­men­ta­to i loro ac­qui­sti di pl a causa della crisi eco­no­mi­ca, (fonte ri­por­ta­ta da Cec­cac­ci, 2013, p.31). Si può af­fer­ma­re che il minor costo dei pro­dot­ti pri­va­te la­bels ri­spet­to a quel­li delle mar­che lea­der per­met­ta al con­su­ma­to­re eu­ro­peo di man­te­ne­re in­va­ria­to i li­vel­lo di con­su­mo an­te­cri­si; quin­di le mar­che com­mer­cia­li di­fen­do­no il po­te­re d’ac­qui­sto degli shop­pers.
Tali pro­dot­ti pri­va­te la­bels sono ca­rat­te­riz­za­ti da uno spe­ci­fi­co pac­ka­ging, il quale ha la fun­zio­ne di tra­smet­te­re al con­su­ma­to­re le pe­cu­lia­rie­tà del pro­dot­to. Le de­ci­sio­ni di ac­qui­sto dei con­su­ma­to­ri, spes­so, sono ca­rat­te­riz­za­te dalla qua­li­tà estrin­se­ca per­ce­pi­ta me­dian­te il pac­kan­ging. Il pac­ka­ge tra­sfe­ri­sce va­lo­re al pro­dot­to ri­guar­do a di­ver­si aspet­ti : la pro­te­zio­ne e con­ser­va­zio­ne dei pro­dot­ti, la pra­ti­ci­tà e la co­mo­di­tà di uti­liz­zo, le in­for­ma­zio­ni sul pro­dot­to, la va­lo­riz­za­zio­ne degli ele­men­ti di na­tu­ra in­tan­gi­bi­le (Cri­sti­ni, Sab­ba­din, 2007). Me­dian­te l’u­ti­liz­zo delle stra­te­gie di pac­ka­ging le pri­va­te la­bels pos­so­no ot­te­ne­re un ri­tor­no mag­gio­re ri­spet­to ai na­tio­nal brand in quan­to i pro­dot­ti a mar­chio com­mer­cia­le non uti­liz­za­no forme di co­mu­ni­ca­zio­ne out of store; con­se­guen­te­men­te per i re­tai­lers è es­sen­zia­le che il pro­prio pac­ka­ge sia “se­du­cen­te” e molto chia­ro nel de­fi­ni­re le ca­rat­te­ri­sti­che in­trin­se­che del pro­dot­to (Un­der­wood et al,.2001; Cec­ca­ci, 2013). Più in ge­ne­ra­le si può af­fer­ma­re che me­dian­te la con­fe­zio­ne il di­stri­bu­to­re cerca di li­vel­la­re il di­va­rio esi­sten­te tra pri­va­te la­bels e na­tio­nal brand, co­mu­ni­can­do al con­su­ma­to­re in­for­ma­zio­ni che al­tri­men­ti non ver­reb­be­ro tra­smes­se (Cri­sti­ni et al., 2008; Cec­cac­ci, 2013). “Inol­tre men­tre la con­fe­zio­ne di un pro­dot­to a marca in­du­stria­le si pro­po­ne di co­mu­ni­ca­re l’e­sclu­si­vi­tà, la co­mu­ni­ca­zio­ne espres­sa dal pac­ka­ging delle pri­va­te la­bels è tra­sver­sa­le e con­trad­di­stin­gue pro­dot­ti ap­par­te­nen­ti a ca­te­go­rie di­ver­se, poi­chè lo scopo prin­ci­pa­le è va­lo­riz­za­re l’in­se­gna” (Cec­cac­ci, 2013 p.85). La marca com­mer­cia­le, non aven­do ca­na­li pub­bli­ci­ta­ri svi­lup­pa­ti come quel­li delle marca lea­der, uti­liz­za il pac­ka­ge come stru­men­to di­vul­ga­ti­vo al fine di in­stau­ra­re un rap­por­to di­ret­to con gli shop­pers. Nel corso del 2012 i di­stri­bu­to­ri hanno ri­vi­si­ta­to il pac­ka­ge di un’e­le­va­ta quan­ti­tà di pro­dot­ti, ciò fa de­no­ta­re l’im­por­tan­za at­tri­bui­ta alla con­fe­zio­ne; se­con­do il Rap­por­to Marca by Adem Lab (2013) circa 275 re­fe­ren­ze per in­se­gna sono state og­get­to di re­sty­ling (Cec­cac­ci, 2013).

Le principali leve di comunicazione utilizzate dalle insegne nel 2012
Fi­gu­ra 2.1: Le prin­ci­pa­li leve di co­mu­ni­ca­zio­ne uti­liz­za­te dalle in­se­gne nel 2012
Fonte: Rap­por­to Marca Adem Lab 2013, ri­por­ta­ta da Cec­cac­ci, 2013, p.88

Le ca­rat­te­ri­sti­che del pac­ka­ge sono es­sen­zial­men­te tre (Lee, Lye 2002):
1) at­tri­bu­ti gra­fi­co sti­li­sti­ci
2) at­tri­bu­ti strut­tu­ra­li
3) at­tri­bu­ti in­for­ma­ti­vi.
Per quan­to ri­guar­da il primo at­tri­bu­to, uno degli ele­men­ti più si­gni­fi­ca­ti­vi fa ri­fe­ri­men­to alla scel­ta dei co­lo­ri. Per esem­pio, le linee pre­mium (ov­ve­ro quel­le ad alto con­te­nu­to in­no­va­ti­vo) con­si­de­ra­no i co­lo­ri scuri/fred­di sim­bo­lo di ele­gan­za e esclu­si­vi­tà; l’oro e l’ar­gen­to ri­chia­ma­no il con­cet­to del “lusso” (For­na­ri, 2007).
Alle linee di primo prez­zo (ov­ve­ro quel­lo che hanno un prez­zo basso), ge­ne­ral­men­te, si as­so­cia­no co­lo­ri tenui (es. bian­co), o caldi (aran­cio­ne, gial­lo), tali co­lo­ri vo­glio­no rie­cheg­gia­re l’es­sen­zia­li­tà e pra­ti­ci­tà del pro­dot­to (Am­pue­ro e Vila, 2006).
Il let­te­ring delle linee pre­mium è ca­rat­te­riz­za­to dal mi­nu­sco­lo, gras­set­to e cor­si­vo che “con­tri­bui­sco­no ad im­pre­zio­si­re l’e­ste­ti­ca del testo” (For­na­ri, 2007, pp. 154-155) per le linee pre­mium in­ve­ce ven­go­no uti­liz­za­ti ca­rat­te­ri di fa­ci­le e im­me­dia­ta let­tu­ra.
Per quan­to ri­guar­da il logo, nelle linee pre­mium sus­si­sten­te la ten­den­za a “ri­qua­drar­lo”; nelle linee value as­su­me “con­no­ta­ti più mi­ni­ma­li­sti, svol­gen­do un ruolo di sem­pli­ce su­per­vi­sio­ne di­scre­ta” (For­na­ri, 2007, pp.155).

Il lettering utilizzato da Esselunga per la sua linea premium
Fi­gu­ra 2.2: Il let­te­ring uti­liz­za­to da Es­se­lun­ga per la sua linea pre­mium “Es­se­lun­ga Top” (fonte http://​www.​esselunga.​it/)
Fi­gu­ra 2.3: Linea primo prez­zo “Pro­dot­to Ri­spar­mio” di Selex (fonte http://​www.​selex.​it/)

Dalla fi­gu­ra 2.2 si può de­no­ta­re le ca­rat­te­ri­sti­che pre­ce­den­te­men­te il­lu­stra­te per quan­to ri­guar­da le linee pre­mium (es, logo ri­qua­dra­to, uso del­l’o­ro).
La fi­gu­ra 2.3 ci te­sti­mo­nia quan­to af­fer­ma­to da For­na­ri (2007) ov­ve­ro un pac­ka­ge es­sen­zia­le, ca­rat­te­riz­za­to dal co­lo­re aran­cio­ne per lo sfon­do e bian­co pre scrit­te; il let­te­ring è sem­pli­ce, molto chia­ro, le im­ma­gi­ni sono mar­gi­na­li e hanno un basso grado di ri­so­lu­zio­ne; le in­for­ma­zio­ni con­te­nu­te nella parte fron­ta­le del pac­ka­ging sono mi­ni­me, li­mi­ta­te so­la­men­te a una breve de­scri­zio­ne del pro­dot­to (Cec­cac­ci, 2013).
Altro ele­men­to ca­rat­te­riz­zan­te il pac­ka­ge delle pri­va­te la­bels è l’im­ma­gi­ne; nelle linee pre­mium esse as­su­mo­no un’im­por­tan­za pri­ma­ria; spes­so le con­fe­zio­ni con­ten­go­no molte fo­to­gra­fie; nelle pl value il ruolo delle im­ma­gi­ni è mar­gi­na­le (For­na­ri, 2007).
I pro­dot­ti pre­mium pre­sen­ta­no una ricca quan­ti­tà di no­zio­ni in­for­ma­ti­ve sulla con­fe­zio­ne: “la parte fron­ta­le del­l’e­ti­chet­ta viene usata per la spie­ga­zio­ne det­ta­glia­ta delle ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to e della zona di pro­ve­nien­za; sul retro ven­go­no in­se­ri­ti i con­te­nu­ti nu­tri­zio­na­li del pro­dot­to, le ri­cet­te che pos­so­no es­se­re rea­liz­za­te con esso, i pro­ces­si di pro­du­zio­ne. Que­ste in­for­ma­zio­ni hanno l’o­biet­ti­vo di cer­ti­fi­ca­re la qua­li­tà, così da en­fa­tiz­za­re la fun­zio­ne di ga­ran­zia del­l’in­se­gna” (For­na­ri E., 2007, p.154). Al con­tra­rio le linee di primo prez­zo pre­sen­ta­no in­for­ma­zio­ni mi­ni­ma­li. Le dif­fe­ren­ze/ca­rat­te­ri­sti­che del pac­ka­ging delle linee pre­mium/value di pl sono sche­ma­tiz­za­te nella sot­to­stan­te ta­bel­la.

La differenziazione degli attributi del package nelle differenti linee di marca commerciale
Fi­gu­ra 2.4: La dif­fe­ren­zia­zio­ne degli at­tri­bu­ti del pac­ka­ge nelle dif­fe­ren­ti linee di marca com­mer­cia­le
Fonte: ela­bo­ra­zio­ni dati da Am­pue­ro e Vila, 2006 ri­por­ta­ta da For­na­ri,2007, p.153.

Quin­di si puà af­fer­ma­re che il pac­ka­ging è uno dei prin­ci­pa­li stru­men­ti me­dian­te il quale “l’in­se­gna com­mer­cia­le può con­no­ta­re il po­si­zio­na­men­to delle dif­fe­ren­ti linee di PL agli occhi del con­su­ma­to­re. In par­ti­co­la­re, at­tra­ver­so il pac­ka­ge, il di­stri­bu­to­re per­se­gue l’o­biet­ti­vo di li­mi­ta­re la so­vrap­po­si­zio­ne del­l’im­ma­gi­ne per­ce­pi­ta, delle linee, ri­du­cen­do il ri­schio di can­ni­ba­liz­za­zio­ne” (Cec­cac­ci, 2013,p.91).

Bi­blio­gra­fia
Am­pue­ro O., Vila N.,(2006) “Con­su­mer Per­cep­tions of Pro­duct Pac­ka­ging”, Jour­nal of Con­su­mer Mar­ke­ting, vol.23, n.2, pp. 100-112
Cec­cac­ci F., (2013) “La pri­va­te label nei per­cor­si di mo­der­niz­za­zio­ne del trade”, Giap­pi­chel­li, To­ri­no
Cri­si­ti­ni G., Sab­ba­din E., (2007) “L’in­no­va­zio­ne nel pac­ka­ging e im­pli­ca­zio­ni per in­du­stria e di­stri­bu­zio­ne, in An­drea­ni J., Col­le­sei U., (a cura di), Atti del VI Con­gres­so in­ter­na­zio­na­le Mar­ke­ting Trends. ESCP.​EAP, Pa­ri­gi, 2007
Cri­sti­ni G., For­na­ri E., D’O­no­frio C., (2008) “Il pac­ka­ging come stru­men­to di co­mu­ni­ca­zio­ne del va­lo­re della marca pri­va­ta”, Mer­ca­ti e Com­pe­ti­ti­vi­tà, n.2, pp. 45-71
FOR­NA­RI E. (2007), “Eco­no­mia della marca com­mer­cia­le: le di­men­sio­ni del bran­ding
di­stri­bu­ti­vo”, Egea, Mi­la­no
Lee S.G., Lye S.W. (2003), “De­si­gn for Ma­nual Pac­ka­ging”, In­ter­na­tio­nal Jour­nal of Phy­si­cal Di­stri­bu­tion and Lo­gi­stic Ma­na­ge­ment, vol.33, n.2, pp.163-189
Lugli G., (2003) “Bran­ding di­stri­bu­ti­vo dalla marca di pro­dot­to alla marca di ca­te­go­ria”, Egea, Mi­la­no.
Un­der­wood R.L., Klein N.M., Burke R.R., (2001), “Pac­ka­ging Com­mu­ni­ca­tion: At­ten­tio­nal Ef­fec­ts of Pro­duc­ts and their pac­ka­ging, Jour­nal of Pro­duct and Brand Ma­na­ge­ment, 10, 7

Si­to­gra­fia
Es­se­lun­ga – http://​www.​esselunga.​it/
Selex – http://​www.​selex.​it/

Bar­ba­ra Cor­ti­gia­ni, lau­rea­ta in Eco­no­mia e Com­mer­cio (cur­ri­cu­lum Eco­no­mia e Am­bien­te) pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Fi­ren­ze. E’ iscrit­ta al primo anno del corso lau­rea ma­gi­stra­le in Scien­ze del­l’e­co­no­mia, cur­ri­cu­lum Eco­no­mia e Isti­tu­zio­ni delle Im­pre­se. E-mail: bar­ba­ra­cor­ti­gia­ni@​libero.​it

 

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