Fitofarmaci: uso sostenibile ed hobbistica
di Marco Gimmillaro
Negli ultimi anni si è vista crescere maggiormente l’esigenza di percorrere la strada dell’uso sostenibile dei fitofarmaci, per una maggiore tutela della salute umana e dell’ambiente.
Questa è la ragione per cui si lavora per creare un’apposita direttiva che abbia come scopo principale quello di ridurre l’impatto dei fitofarmaci e i rischi derivati dal loro uso, promuovendo i principi della lotta integrata e/o biologica e sistemi di coltivazione alternativi con metodi di difesa non chimici o a basso impatto ambientale.
La lotta integrata diventerà presto obbligatoria e quindi saranno forniti servizi di monitoraggio delle specie infestanti con il conseguente diffondersi di servizi di assistenza tecnica e la redazione di bollettini fitosanitari, mezzi importanti per la valutazione dell’effettiva necessità all’impiego di fitofarmaci.
Questa sarà la svolta dei tempi a venire per l’agricoltura professionale, a maggior ragione dovrebbe esserlo per l’agricoltura hobbistica il cui obiettivo primario è l’autoconsumo.
Diversi sono gli spunti che hanno portato all’esigenza di scrivere sull’argomento, perché molte volte si assiste a discussioni o a pratiche di uso comune nell’hobbistica che mettono in risalto la mancanza di una cultura basilare sulle conoscenze più elementari sull’uso dei fitofarmaci, con comportamenti che possono essere molto pericolosi per chi ne fa uso in maniera errata. L’aggravante è che tutto viene fatto con convinzione di operare senza conseguenze.
Gli errori più comuni nell’utilizzo di fitofarmaci sono principalmente:
- Il mancato rispetto delle indicazioni d’impiego riportate sull’etichetta;
- Il mancato rispetto dei tempi di carenza;
- L’assenza totale di dispositivi di sicurezza individuale (D.P.I.);
- L’impiego di attrezzature non adeguate;
- Il mancato rispetto delle fasce di rispetto e delle distanze dai corsi d’acqua;
- Lo smaltimento non corretto della soluzione, delle acque di lavaggio, delle attrezzature impiegate e dei contenitori vuoti.
L’errore principale sta a monte poiché manca una mentalità che porti ad usare i fitofarmaci solo se necessari che nell’eventualità, si dovrebbero scegliere aventi principi attivi a più basso impatto ambientale e, ove possibile, usare anche metodi alternativi di difesa. Per questo prima di utilizzarli si dovrebbe avere la giusta formazione e preparazione, e si ricorda che per acquistare ed utilizzare molti principi attivi occorre l’apposito patentino, che viene rilasciato solo dopo aver frequentato un corso propedeutico e che consigliamo a tutti quelli che non hanno una specifica formazione agraria.
Dispositivi di Protezione Individuali: occhiali a mascherina, maschera con filtri, tuta e guanti (foto www.agricoltura-responsabile.it)
Quando si acquista un fitofarmaco ci si deve rivolgere sicuramente a canali di vendita autorizzati, ricordatevi che anche nei fitofarmaci esistono contraffazioni e prodotti illegali o rubati.
Prima di tutto assicurarsi dell’integrità delle confezioni dei prodotti e trasportarli con la massima cura, per evitare sversamenti, chiaramente andrebbero comprati senza eccessi nella quantità necessaria, questo per limitare il più possibile le rimanenze in magazzino. Eventualmente lo stoccaggio deve avvenire in luogo chiuso e non accessibile a tutti, asciutto e ventilato e dovrebbero essere usati dei ripiani a norma di legge. Utile avere disponibile del materiale assorbente per le fuoriuscite accidentali.
Prima di utilizzare un qualsiasi principio fitosanitario, si deve attentamente leggere l’etichetta, dove sono riportate tutte le informazioni tecniche e di pericolo del prodotto, il detentore del marchio, come il nome del formulato commerciale, il principio attivo e la quantità, i coformulanti, le autorizzazioni, le frasi di rischio per la salute e l’ambiente e poi tutte le indicazioni tecniche che sono fondamentali per la buona riuscita del trattamento.
Nelle etichette sono riportate le colture e le avversità autorizzate, eventuali sensibilità varietali, lo stadio dell’organismo bersaglio e della coltura in cui fare il trattamento, altre informazioni sul volume, le dosi e i metodi applicativi, la miscibilità con concimi ed altri fitofarmaci, l’intervallo di sicurezza, cioè il tempo che deve intercorrere tra il trattamento e la raccolta, il numero massimo di trattamenti per ciclo colturale o stagione, la possibilità di impiego in serra e il tempo di rientro nelle superfici trattate.
Rispettando tutte queste indicazioni si è sicuri di avere il massimo risultato tecnico e il minor rischio ambientale e si deve essere consapevoli che ogni uso fuori dall’etichetta è illegale.
Ma perché è importante rispettare dosi, organismi bersaglio e numero di applicazioni? Poiché ciò serve a prevenire l’insorgere di resistenze nelle popolazioni di insetti e patogeni presenti nell’ambiente, anche per questo è fondamentale quanto indicato sull’etichetta.
E’ importante rispettare i tempi di carenza prima di raccogliere i frutti delle piante che hanno subito trattamenti fitosanitari
Quando ci si appresta alla preparazione della soluzione è molto importante indossare, per tutto il tempo (dall’apertura dei contenitori allo smaltimento della soluzione) i giusti D.P.I., che devono essere in buone condizioni, indossati correttamente e adeguati al tipo di trattamento che si deve eseguire. La soluzione deve essere preparata con la massima attenzione rispettando dosi e volumi e si deve fare in modo da non preparare soluzione in eccesso rispetto alla necessaria. Vanno rispettate anche le indicazioni di miscibilità e la soluzione deve essere preparata poco prima di essere irrorata, quindi è importante fare attenzione alle previsioni meteo per quanto riguarda le precipitazioni nelle ore successive al trattamento e vento al momento dell’applicazione. Importante usare delle attrezzature idonee e funzionanti, chiaramente nell’hobbistica molte volte si è costretti ad usare piccole macchine irroratrici e per lo più manuali, quindi non si può pretendere la taratura, ma almeno che siano attrezzature autorizzate per questo uso e perfettamente funzionanti.
Il serbatoio non deve essere riempito completamente e si deve avere cura di trattare solo la parte in cui è necessario il trattamento, che va eseguito in maniera uniforme evitando l’eccessivo gocciolamento. Inoltre si deve prestare la massima attenzione a non irrorare le siepi di bordo e mantenersi lontano dai corsi d’acqua, così da ridurre gli effetti sugli artropodi utili o non bersaglio.
Non trattare se c’è eccessiva deriva causata dal vento e non trattare con insetticidi le colture in fioritura o in presenza di cotico fiorito per evitare di avere effetti sui pronubi.
Una volta finita l’applicazione, sempre con i D.P.I indossati, si deve pulire l’attrezzatura, le acque di lavaggio e i residui della soluzione, unitamente ai contenitori risciacquati, vanno smaltiti correttamente secondo la normative vigente presso i centri di raccolta autorizzati.
Questi principi sono fondamentali sia per la buona riuscita agronomica delle irrorazioni ma rimangono fondamentali per tutelare la salute umana e l’ambiente dei nostri orti, che spesso è anche l’ambiente in cui viviamo e per questo tutti noi siamo chiamati a rispettarlo e tutelarlo.
Marco Gimmillaro ha conseguito la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie agrarie Vecchio Ordinamento presso la Facoltà di Agraria di Catania. Abilitato all’esercizio della libera professione di Dottore Agronomo, da sempre é impegnato nel settore Ricerca e Sviluppo sui fitofarmaci. Curriculum vitae >>>
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