Panoramica sulle principali tipologie di impianto
di Lapo Nannucci
La spigola o branzino (Dicentrarchus labrax) è una specie, che sul panorama nazionale delle produzioni ittiche di allevamento, riveste un ruolo di primaria importanza. Si tratta di una specie eurialina, che grazie alla sua capacità di tollerare ampi range di salinità dell’acqua, nel corso delle stagioni si sposta dal mare all’interno degli ambienti salmastri e nelle zone di estuario dei fiumi, adattandosi anche ad acque caratterizzate da bassissima salinità.
In passato la spigola veniva infatti allevata quasi esclusivamente nelle lagune costiere e l’approvvigionamento degli avannotti dipendeva totalmente dalle quantità di esemplari catturati nelle zone di estuario dei fiumi.
Nel corso degli anni, precisamente verso la fine degli anni ’60, vennero acquisite le conoscenze e le tecnologie per poter effettuare la produzione di massa degli avannotti ed a partire dagli anni ’70, iniziarono a diffondersi i primi impianti per l’allevamento intensivo di questa specie.
Le strutture utilizzate per l’allevamento della spigola in regime intensivo, possono essere classificate in due grandi gruppi: le vasche terra e le gabbie a mare.
Tecniche di ingrasso
Allevamento intensivo a terra
L’allevamento intensivo a terra viene praticato in bacini di calcestruzzo oppure all’interno di vasche scavate nel terreno rivestite con telo di PVC.
L’acqua viene pompata dal mare o in alcuni casi da falde sotterranee, all’interno delle vasche e l’ossigeno viene mantenuto su livelli ottimali grazie all’impiego degli ossigenatori a pale (sbattitori) ed agli arricchimenti con ossigeno liquido.
L’alimentazione dei pesci nella maggior parte dei casi viene effettuata tramite l’utilizzo di distributori di mangime automatico.
Gli impianti in vasche, nel caso in cui le condizioni di ricambio idrico, di temperatura e di ossigenazione dell’acqua risultino favorevoli, consentono di poter operare con densità di allevamento piuttosto elevate. L’attività metabolica dei pesci dipende molto dalla temperatura dell’acqua e di conseguenza, gli allevamenti che hanno la possibilità di poter usufruire di corpi idrici caratterizzati da temperature comprese tra 18 e 24°C, riescono ad abbreviare notevolmente il ciclo di crescita delle spigole.
Allevamento intensivo in mare
Le gabbie a mare sono strutture che generalmente utilizzano volumi di allevamento più grandi di quelli degli impianti intensivi a terra ed inoltre, non essendo necessario il pompaggio dell’acqua dall’esterno, consentono notevoli risparmi relativamente ai costi di gestione. L’allevamento dei giovanili di spigola all’interno di queste strutture viene preceduto da una fase di preingrasso degli avannotti (2-3 mesi), generalmente praticata in vasche terra.
Il pesce, all’interno delle gabbie vive immerso in quello che è il suo habitat naturale e di conseguenza i ritmi di crescita, risultano condizionati dall’andamento stagionale e dalle condizioni meteomarine.
Nel caso in cui si riesca ad operare in situazioni idrodinamiche favorevoli, all’interno di questa tipologia di impianti, è possibile adottare densità di allevamento piuttosto elevate.
Le gabbie possono essere suddivise in 3 principali tipologie:
- Gabbie galleggianti
- Gabbie sommergibili
- Gabbie sommerse
Queste strutture risultano differenti tra loro sia per quanto riguarda le caratteristiche costruttive, che relativamente ai sistemi adottati per l’ormeggio dell’impianto (scelta e posizionamento delle boe, delle funi e dei corpi morti sul fondo del mare).
Gabbie galleggianti
Le gabbie galleggianti sono composte da due o tre anelli costituiti da tubi di polietilene con un diametro compreso tra 15 e 35 cm, che sono tenuti insieme da un certo numero di sostegni applicati lungo tutta la circonferenza ed ai quali viene fissata la rete. Il dimensionamento delle strutture e le caratteristiche costruttive rendono le diverse tipologie di gabbie più o meno resistenti ai fenomeni meteo marini ( forti mareggiate).
L’alimentazione dei pesci viene effettuata da parte degli operatori.
Gabbie sommergibili
Le gabbie di tipo sommergibile, rappresentano il giusto compromesso tra versatilità gestionale e resistenza alle mareggiate.
Il fatto di riuscire a comandare, talvolta da postazione remota, l’affondamento o l’emersione dell’impianto, consente di adeguarsi alle differenti condizioni meteomarine e nel caso di forti mareggiate, tramite la manovra di affondamento, di poter mantenere la struttura ad una determinata profondità, in modo tale da evitare le forti sollecitazioni presenti sulla superficie del mare.
L’affondamento della gabbia è possibile grazie ad un sistema di riempimento del telaio esterno, che si basa sulla variazione del rapporto acqua/aria al suo interno. Gli impianti di tipo sommergibile sono talvolta provvisti di una mangiatoia, installata sulla parte superiore della struttura, che consente una certa autonomia dal punto di vista logistico. In alcuni casi la struttura viene anche dotata di un sistema di videocamere subacquee, che consente di poter monitorare lo stato degli animali da postazione remota.
Gabbie Sommerse
Le gabbie sommerse vengono generalmente installate nelle zone caratterizzate dalla presenza di forti mareggiate, che rischierebbero di portare a cedimento le altre tipologie di impianti. La struttura tubulare esterna è d’acciaio e contiene al suo interno una rete chiusa, la cui forma viene mantenuta tramite l’utilizzo di un tubo affondante collegato alla struttura principale attraverso alcuni cavi d’acciaio.
Nella parte superiore della gabbia è presente un distributore di mangime, che oltre ad essere impermeabile viene equipaggiato con un sistema video subacqueo, che consente di monitorare la situazione da postazione remota.
Bibliografia:
Cardia, F. and Lovatelli, A.
A review of cage aquaculture: Mediterranean Sea. In M. Halwart, D. Soto and J.R. Arthur (eds). Cage aquaculture – Regional eviews and global overview, pp. 156–187. FAO Fisheries Technical Paper. No. 498. Rome, FAO. 2007. 241 pp
Lapo Nannucci ha conseguito la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie agrarie Vecchio Ordinamento presso la Facoltà di Agraria di Firenze. Abilitato all’esercizio della libera professione di Dottore Agronomo, è consulente esterno presso Federpesca e fornisce consulenza tecnico-amministrativa ad allevamenti di trote in Toscana. Curriculum vitae >>>
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