di Tiziano Trinci
Parlare del Gozzuto di Amsterdam è per me un grande piacere, visto e considerato che è la mia razza preferita, che la allevo da 15 anni ed è il “motore” che ogni anno mi spinge a visitare numerose esposizioni europee, dove è molto più diffuso e dove i colombi gozzuti in generale riscontrano tantissimo successo, al contrario dell’Italia.
Ripercorrere l’origine e la storia di un colombo non è cosa semplice, soprattutto se si tratta di un colombo straniero e se bisogna andare a scavare lontano nei secoli. Noi partiremo dal XVI secolo, periodo in cui si osserva uno strano tipo di colombo gozzuto riprodotto su pitture dell’epoca: è un gozzuto diverso dagli altri perché già denota una certa attitudine a sviluppare il gozzo in larghezza, anche se la struttura è ancora stretta e lunga.
Fig. 1 – Gozzuto di Amsterdam
La Fig. 1 è una riproduzione di un Gozzuto di Amsterdam del 1600; la prima impressione è quella di un Gozzuto di Norwick, che infatti è l’origine del colombo di cui parliamo. E’ da questa linea che gli allevatori olandesi iniziano la selezione ponendosi alcuni punti essenziali da raggiungere:
- accorciare la struttura
- espandere il gozzo in larghezza
- migliorare il piumaggio ancora rigido e grossolano
I due secoli successivi però non portano cambiamenti di rilievo, se non una leggera espansione del gozzo ed un sospetto incrocio con il Gozzuto Inglese che però lascerà come eredità solo una leggera impiumatura dei tarsi che ancora oggi riscontriamo. A metà del XIX secolo i risultati della selezione sono: la lunghezza delle gambe si è ridotta, la struttura si è accorciata ed il gozzo si è allargato. Il passo decisivo che decreta la svolta nella selezione lo si compie però ai primi del ‘900: l’inserimento dello Slenken di Groninga. E’ un colombo olandese dalle dimensioni più contenute, corto, collo lungo a forma di “S” e portamento fortemente inclinato in dietro con coda che tocca il suolo. Comincia così a prendere forma un nuovo colombo che comunque porta ancora il nome di Gozzuto Palloncino di Amsterdam, nome che rimarrà fino al 1970. E’ anche un nome che, al contrario di quanto possiamo pensare oggi, non rappresentava la struttura generale del colombo ma si riferiva solo al gozzo che doveva assomigliare il più possibile a un palloncino pieno d’aria.
A causa delle forti decimazioni dovute alla II guerra mondiale, nel 1945 gli allevatori si trovarono in grave difficoltà per la prosecuzione della selezione, avendo a disposizione pochi esemplari e per lo più in stretta consanguineità. Era necessario intervenire con nuovo sangue ed allora furono fatti dei tentativi di incrocio con altre razze. Il Gozzuto di Amsterdam venne di nuovo incrociato con lo Slenken, che però questa volta si dimostrò troppo dominante, e ciò influì negativamente sui giudizi delle mostre successive. Entrò così in scena il Modena Inglese, razza ancora poco conosciuta in Germania (dove il Gozzuto di Amsterdam aveva radicato ottimamente) ma molto apprezzata dagli allevatori olandesi. Il suo inserimento portò subito un notevole ampliamento del torace, la linea inferiore si arrotondò di molto insieme ad un buon accorciamento della parte posteriore. Per contro però il collo divenne troppo rigido, la coda portata troppo in alto ed anche il carattere docile del Gozzuto Palloncino andò a scapito dell’indole aggressiva del Modena, rendendo piuttosto difficile l’addestramento alla gabbia.
Attraverso il continuo lavoro e la grande collaborazione tra gli allevatori olandesi e tedeschi arrivarono sempre nuovi esemplari per gli incroci che riuscirono a diminuire notevolmente gli effetti negativi dovuti al Modena, così da portare il “palloncino” sempre più vicino alle caratteristiche dello standard, che nel frattempo si stava modificando e adeguando alle nuove forme del colombo.
Il 13 marzo 1970 la Commissione Allevatori decise che la parola “palloncino” nel nome della razza non era più adeguata perché si era perso completamente quel gozzo largo e rotondo che si staccava dal resto del corpo: ormai la forma del Gozzuto di Amsterdam era diventata quella che noi oggi conosciamo. Bisognava trovare un nuovo nome, e la strada per arrivare a quello attuale fu piuttosto curiosa e se vogliamo anche poetica. Premetto che il nostro Gozzuto di Amsterdam si chiama in lingua olandese Holle Cropper, ed è intorno alla parola “Holle” che ruota il nuovo nome. I più intransigenti derivano la parola da “hohl”, cioè “cavo”, e questo la dice lunga sulla struttura e sul tipo di gozzo di questo colombo; in verità il nome deriva da “donna Holle”, un personaggio mitologico del nord che guarda tutti dall’alto del cielo. In effetti ogni appassionato che vede un bel Gozzuto di Amsterdam bianco che tuba col gozzo gonfio e le piume leggere che ricadono e si sparpagliano su ogni parte del corpo, non può che pensare a donna Holle che da una finestra del cielo scuote un grande cuscino di piume.
Gli olandesi hanno fatto di un nome affettuoso il nome della loro razza di colombi; da oltre 75 anni la forma del Gozzuto di Amsterdam è stata cambiata e migliorata, e anche se manca la parola “palloncino” nel nome, è rimasta nella struttura sempre più rotonda.
Caratteristiche di razza
Non starò a riportare lo standard del Gozzuto di Amsterdam poiché suppongo che oramai ogni colombofilo incallito e diciamo “professionista” avrà sicuramente a casa il libro degli standards edito dalla FIAC.
Iniziamo quindi col dire che il nostro colombo ha la forma di una palla, da qualsiasi angolazione lo si osservi; è infatti un gozzuto nano, e per di più l’unico con il gozzo che si sviluppa prevalentemente in larghezza, perciò oltre a questa caratteristica imprescindibile, dobbiamo ricordare che esso è piccolo, corto, largo e ben proporzionato. La vista frontale ci presenta un petto largo e rotondo su cui monta il gozzo ben gonfio che deborda lateralmente a coprire la spalla dell’ala. La vista laterale ci mostra l’essenza del Gozzuto di Amsterdam, cioè una linea rotonda e continua che parte appena sotto l’occhio e corre fino all’estremità della coda.
Fig. 2 – Gozzuto di Amsterdam
- lunghezza del collo
- petto largo e rotondo
- avancorpo largo
- cuneo pieno e rotondo
- larghezza del gozzo
- coda corta leggermente alta
- disegno di mezza luna
- rosette alari
- altezza delle gambe
I punti essenziali di questo disegno ci dicono che il petto deve essere largo e rotondo a proseguimento di un lungo avancorpo; quest’ultimo è indispensabile perché a volte vediamo soggetti con avancorpo scarso e di conseguenza il petto è portato verticale sbilanciando il portamento dell’animale che inevitabilmente poggia la coda a terra. Il collo deve essere lungo, rilassato, a forma di “S”, portato così indietro che una ipotetica verticale tracciata dal centro dell’occhio deve cadere dietro le zampe, ma sempre senza che la testa poggi e sprofondi sul codione. Il cuneo è il proseguimento posteriore dell’avancorpo: la rotondità è data da un piumaggio molto folto ma allo stesso tempo soffice e sempre composto ed in ordine. Le ali sono larghe e corte, coprono bene il dorso e si incontrano quasi all’estremità della coda senza però incrociarsi; quest’ultima è corta e stretta, preferibilmente portata un po’ alta. Le gambe devono slanciare il colombo ma senza eccedere, non devono essere né a forma di X né a forma di O;
negli anni si sono distinte due correnti parallele di allevatori: gli uni orientati verso un tarso privo di piume, gli altri verso una leggera impiumatura che però lascia ben in vista le dita. Tutte e due le tesi sono comunque corrette, lasciando l’allevatore libero di seguire il proprio gusto personale. Concludo col ricordare la rotondità della testa, la fronte alta ed il becco che va a scomparire al centro del gozzo ben gonfio.
Colori e disegni
Il Gozzuto di Amsterdam si alleva oggi in quasi tutte le colorazioni, alcune molto diffuse, altre meno o addirittura veramente rare.
Gli unicolori bianco e nero hanno raggiunto ottimi livelli di selezione, mentre per il rosso, il giallo ed il pietrascura ancora dei miglioramenti sono necessari. Blu vergato nero e rosso vergato sono sicuramente i punti di riferimento da seguire nella selezione della forma e della dimensione del gozzo. Giallo vergato e argento a verghe brune sono meno diffusi degli altri, ma non per questo meno appariscenti. Stesso discorso per blu, argento, rosso e giallo martellati. Di grande effetto l’ andaluso, che ben si sposa con la forma rotonda del colombo. Lo zarzano blu mostra al meglio le caratteristiche di razza, per lo zarzano rosso e giallo ancora la selezione deve migliorare. Molto rari i mantelli tigrati in nero e rosso, mentre il giallo purtroppo è quasi introvabile. Il mantello più caratteristico però di ogni razza di gozzuto è quello “lunato”: il ventre, le cosce e il cuneo sono bianchi, come le remiganti primarie e delle piumette sulla spalla, da 5 a 9, chiamate rosette, e una grande mezza luna sul gozzo che quasi va a toccare gli occhi; il resto del corpo è colorato. E’ un mantello difficile da ottenere per la difficoltà di distribuzione del bianco, ma quando riesce è di grande effetto. Tutti i suddetti mantelli possono essere “lunati”, ma di solito troviamo il blu, il nero, rosso, giallo e rosso vergato.
Tutti i colori devono essere puri, intensi e lucidi, ed il piumaggio molto soffice e vaporoso sul gozzo.
Allevamento
Le regole fondamentali di allevamento sono quelle che ormai tutti voi conoscete bene ed applicate ogni giorno: igiene, ambiente areato, sole, giusto equilibrio tra superficie a disposizione e numero di coppie.
Il Gozzuto di Amsterdam è un colombo molto docile e simpatico, si lascia avvicinare facilmente e perciò sarà facile pulire le poste, i nidi, controllare le uova senza il pericolo che un colpo d’ala le rompa oppure anellare i novelli. In voliera è molto socievole anche con altre razze, ma per esperienza personale posso dire che allevato in libertà si esprime al 100%: vederlo volare veloce con il gozzo gonfio per poi atterrare con un forte sbattere di ali è un vero divertimento! Si muove bene anche su superfici grigliate dato l’esiguo peso, il che preserva puro e pulito anche il mantello bianco. E’ un ottimo riproduttore, cova tranquillo e puntuale ed ingozza bene la prole; l’uso delle balie non è necessario: lo possiamo praticare in primavera se una coppia ci preme particolarmente e vogliamo forzare una covata in più, ma è bene non esagerare per non stressare il ritmo riproduttivo.
Per quanto riguarda l’alimentazione va benissimo un misto per colombi di taglia media, integrato con verdura, sali minerali e grit. Ricordiamoci che prevenire è la vera strategia sanitaria, quindi ognuno di voi saprà come evitare fastidiose tricomoniasi e coccidiosi che debilitano i nostri beniamini. Ed infine un bel bagno ogni mattina e poi via al sole indipendentemente che sia agosto o gennaio!!
Addestramento
E’ questo l’ultimo passo che poi porterà i nostri colombi direttamente alla mostra. Un soggetto ben addestrato è di rigore per ogni razza, figuriamoci per i gozzuti che devono esporre la loro caratteristica principale!
L’allevatore deve preparare al meglio i propri gozzuti, non solo per aiutare il giudice nel proprio mestiere, ma anche perché l’addestramento di un gozzuto è il lieto fine di una storia, la ciliegina sulla torta, il punto alla fine di una frase, e se non c’è, il lavoro di un anno non è completo.
Ogni allevatore ha sviluppato una propria tecnica per stimolare il gozzuto a mettersi in posizione e gonfiarsi, tecnica di cui anche il giudice si è appropriato per compilare poi il cartellino. Io di solito inizio alla fine di settembre quando i novelli hanno raggiunto una certa maturità: prendo un gruppo di femmine e le metto nelle gabbie tipo mostra, le lascio tranquille di abituarsi al nuovo ambiente per due giorni e poi inizio a mostrarmi abbozzando un “uha-uha” simile al richiamo dei maschi. Armato di grande pazienza continuo imperterrito finchè all’improvviso una inizia ad accennare un inchino, poi sempre più definito, poi sventaglia la coda e la striscia a terra venendomi incontro: ce l’ho fatta! Subito le altre si rassicurano e, imitando la prima, non mi temono più ma bensì rispondono al mio corteggiamento. Ecco che allora ingabbio dei maschi, e al solo vedere che le femmine mi tubano, si gonfiano ancor di più come per superarmi (non vi dico quante prese in giro devo superare da parte di chi non comprende questa passione). Può capitare che la partenza sia insolitamente dura, allora inserisco un soggetto adulto già addestrato e tutto si risolve per il meglio. Lo faccio da diversi anni, ma vi assicuro che ogni volta che la prima femmina mi risponde sono pervaso da un brivido profondo e da grande soddisfazione.
Conosco allevatori che abituano l’Amsterdam ad essere maneggiato fino al punto che è sufficiente poi pizzicarlo per la coda e questo si posiziona perfettamente col gozzo bello gonfio. Qualunque sia la tecnica, l’importante è infondere fiducia nell’animale, così che il giudice potrà ammirarlo in tutte le sue rotondità e darci importanti consigli per proseguire il nostro lavoro.
Fig. 3 – Gozzuto di Amsterdam tigrato nero (foto Tiziano Trinci)
Come sicuramente sarà trapelato da questa storiella che vi ho raccontato, il Gozzuto di Amsterdam è veramente la mia passione. Spero tanto che qualche allevatore, leggendo , decida di provare questa razza: sono sicuro che non si pentirà. In Italia siamo veramente pochi ad occuparcene, con la difficoltà poi di trovare nuovo sangue e continuare la selezione, ma ci stiamo impegnando molto, scambiandoci soggetti e soprattutto consigli utili, nella speranza che, se è vero che l’unione fa la forza, un giorno magari potremo anche noi dare vita ad un piccolo club di specializzazione.
Un caro saluto a tutti gli appassionati di colombi.
Tiziano Trinci, allevatore di colombi ornamentali da esposizione da 15 anni, è giudice colombofilo per il gruppo dei Gozzuti e quello dei Capitombolanti dal 2004. Attualmente è presidente della Federazione Italiana Allevatori Colombi e responsabile della rivista Notiziario della FIAC. Sito web: http://www.fi-ac.it/
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