di Ivana Stella
Le cocorite, o pappagallini ondulati (Melopsittacus undulatus), sono dei colorati uccellini da gabbia e voliera, che si possono trovare comunemente in commercio. La maggior parte dei negozi di animali ha una gabbia da cui proviene un fitto “chiacchiericcio”: sono proprio le cocorite che comunicano vivacemente tra loro.
Simpatiche e giocherellone, nonché coloratissime, attraggono la nostra attenzione e spesso, entrati nel negozio per altri motivi, ne usciamo con un simpatico amico in più!
Nella maggior parte dei casi gli acquisti impulsivi portano a conseguenze non positive per l’animale, perché il nuovo proprietario non si è informato precedentemente sulle necessità della specie che ha acquistato.
Le cocorite, come tutti gli esseri viventi, necessitano di condizioni abitative idonee alla loro vita e di un regime alimentare adeguato.
Prima di acquistare un animale, nel nostro caso un uccellino, è bene informarsi su quanto e quale spazio destinare alla sua sistemazione, su quale alimentazione fornire affinché la sua dieta sia corretta, bilanciata e completa, sul tempo necessario da dedicargli per la manutenzione (pulizia della gabbia) e per l’interazione uomo-animale. Per tenere animali in casa, infatti, è necessario disporre, oltre che dello spazio idoneo, anche del tempo per curarne l’alimentazione, la pulizia e … Perché no?… l’osservazione e l’interazione con loro.
Gli animali possono essere fonte di molte gioie e di molta compagnia, a patto di trattarli con adeguate attenzioni e rispetto!
Ricordiamo anche che richiederanno qualche piccola spesa in controlli veterinari periodici.
Inoltre, cosa assolutamente da non sottovalutare, è necessario essere consapevoli del fatto che qualcuno si dovrà occupare di loro durante le vacanze, se prevediamo di allontanarci da casa per qualche giorno.
Giovane femmina (foto Ivana Stella)
Acquisto e cure
Quando ci accingiamo a prendere con noi in casa un uccellino, dobbiamo valutare le sue condizioni di salute. L’aspetto esteriore è molto importante, deve esibire un bel piumaggio, ordinato e pulito. Il comportamento di un animale sano apparirà vivace e attento, mentre apatia e sonnolenza sono spesso sintomi di morbilità.
Nel caso in cui scegliamo di condividere la nostra casa con uno o più uccellini esclusivamente per godere della loro compagnia, avremmo l’imbarazzo della scelta nel decidere il colore, poiché le cocorite sono tra gli uccelli che presentano più varietà cromatiche. Se invece vogliamo selezionarli per una mutazione particolare o addirittura per riprodurre soggetti da mostra, dovremmo prestare molta attenzione alla genealogia degli ascendenti ed alle caratteristiche morfologiche dei soggetti stessi. In questo articolo vorrei soffermarmi maggiormente sui soggetti da compagnia e sull’allevamento amatoriale.
Le cocorite sono animali sociali, in libertà vivono in colonie anche molto numerose. In cattività, se vivono da sole possono soffrire di solitudine. Dalla mia esperienza, però, le cocorite non devono essere necessariamente affiancate ad un compagno della stessa specie, l’importante è che siano sistemate in un ambiente dove c’è qualcuno che possano vedere e sentire, persone o altri uccellini. Generalmente si preferisce acquistare due soggetti per evitare che nelle nostre assenze stiano sole.
È sempre meglio prendere una coppia, maschio e femmina, o due maschi. È da evitare la coabitazione di due femmine, perché, a differenza dei maschi, esse sono molto territoriali e possono lottare anche fino alla morte della più debole delle due.
All’acquisto degli animali dobbiamo aggiungere quello della gabbia e degli accessori. Generalmente i negozi forniscono gabbia, mangiatoie e posatoi in un solo pacchetto a prezzo conveniente. Per completare il tutto scegliamo un buon misto di semi per cocorite, l’osso di seppia e sali minerali. Una volta a casa forniamo anche acqua e frutta fresca.
Le misure della gabbia dovranno essere sufficienti per accogliere gli esemplari che abbiamo acquistato. Questo è sancito dalla legge sul benessere animale, recepita dalle Regioni e dai singoli Comuni, oltre ad essere regola del comune buon senso.
Per un soggetto singolo o una coppia, la gabbia è all’incirca della stessa misura. Per una situazione confortevole, si calcola che la lunghezza della gabbia debba essere equivalente ad almeno 5 volte l’apertura alare della specie da ospitare. Nella scelta della gabbia dovremmo indirizzarci verso la misura 80x50x40 centimetri circa. Se le dimensioni sono maggiori, ne gioverà la salute dei nostri amici pennuti. I posatoi dovrebbero essere sistemati a circa 30 cm l’uno dall’altro, facendo attenzione che non siano troppo vicini alle sbarre dove gli animali potrebbero rovinare le penne della coda.
In casa l’alloggiamento degli uccellini dovrà essere lontano da correnti d’aria e da fonti di calore. Nei mesi invernali è preferibile che il locale sia riscaldato, anche se le cocorite sono animali molto resistenti e sopportano bene il freddo. D’estate è preferibile sistemarle all’esterno, sempre al riparo da correnti d’aria e dal sole diretto. Bisogna inoltre far attenzione che la gabbia non sia raggiungibile da predatori domestici come i cani o i gatti.
I pappagallini ondulati possono iniziare a riprodursi verso i 7-9 mesi, ma è preferibile aspettare l’anno in maniera che siano fisicamente pronti per affrontare l’impegno della cova.
Comportamento sessuale e riproduzione
Le cocorite sono uccelli molto prolifici. In ogni nidiata danno origine generalmente a 5-6 nuovi pappagallini ed in breve tempo, un allevatore appassionato di schiuse può trovarsi con un nutrito gruppo di giovani esemplari. Sono animali che covano tutto l’anno, anche se d’inverno sarebbe opportuno togliere in nido per lasciar riposare la femmina.
Il comportamento sessuale è stimolato dalla presenza del nido: anche la coppia più affiatata, senza il nido, non è incentivata a deporre, nonostante non sia infrequente che la femmina deponga qualche uovo sul fondo della gabbia o nella mangiatoia.
Il nido per le cocorite comunemente in commercio è del tipo “a cassetta”, di legno, con un’apertura circolare. Viene agganciato all’esterno della gabbia, dove la stessa gabbia ha una porticina apposita, combaciante con l’apertura del nido. Il tetto del nido è apribile per permettere all’allevatore di controllare le varie fasi della cova. Il nido non viene imbottito, se non per qualche piuma. Alcuni allevatori mettono della segatura, ma, se polverosa, può dare fastidio ai piccolini, soprattutto nei primi giorni di vita, quindi è preferibile non mettere nulla e lasciar le femmine tranquille.
Durante il corteggiamento, il maschio muove la testa alzandola ed abbassandola davanti alla femmina, la corteggia e la imbecca. Dopo qualche giorno, la femmina potrebbe già essere disponibile all’accoppiamento. Passata una settimana inizierà a deporre le uova a giorni alterni.
La cova generalmente inizia dal secondo uovo e la schiusa avviene dopo circa 18 giorni. I piccoli nasceranno a giorni alterni, seguendo l’ordine di deposizione delle uova stesse.
In questo periodo bisogna porre attenzione alla nidiata, poiché gli ultimi nati, più piccoli dei primi, potrebbero non ricevere abbastanza cibo in quanto i genitori vengono stimolati dai più grandi a darne proprio a loro. Gli ultimi nati potrebbero morire di fame o schiacciati dal peso dei fratelli maggiori. Alcuni allevatori per evitare che essi muoiano, li imbeccano con delle pappe liofilizzate, studiate appositamente per i pulli (i piccoli dei pappagalli), che si trovano in commercio e che sono usate nel cosiddetto “svezzamento a mano”. Questa pratica consiste nello svezzare i piccoli volatili artificialmente per renderli domestici tramite un imprinting non naturale. È in questo modo che vengono allevati i pappagalli che stanno tranquillamente sulla spalla senza fuggire e non hanno paura dell’uomo, che riconoscono come un compagno.
Lasciando fare alla natura, invece, i genitori-cocoriti daranno alla prole adeguate cure parentali per circa 40 giorni, nutrendoli e pulendo il nido, prendendo col becco gli escrementi e gettandoli fuori.
Maschio di 4 mesi (foto Ivana Stella)
Dimorfismo sessuale e sessaggio dei piccoli
Negli adulti il dimorfismo sessuale è evidenziato dal colore della cera: azzurro intenso nel maschio, bianco o marrone nella femmina secondo il picco ormonale. La cera è quella zona anatomica che si trova sopra il becco in corrispondenza delle narici. Esemplari albini, lutini e pezzati recessivi potrebbero mostrare la cera di colore rosa intenso e non azzurro nei maschi adulti, mentre le femmine hanno la cera sempre biancastra o marroncina.
Determinare il sesso delle giovani cocorite è più complicato, perché fino all’età adulta la cera può assumere colori intermedi e creare confusione. All’occhio di un attento osservatore, però, non sfuggirà che già nei pulli appena nati la tonalità del becco (non della cera) è diversa tra maschio e femmina: è di colore giallo-ocra intenso ed uniforme nella femmina ed alla vista dà una sensazione di solidità; è giallo striato di nero nel maschio.
Con l’età la cera inizierà a colorarsi diversamente. Nel maschio virerà dal rosa intenso/violetto all’azzurro dell’età adulta (tranne, come dicevamo, per albini e lutini, in cui rimane rosa intenso).
Le femmine giovani presentano la cera celeste chiaro e le narici bianco ghiaccio: ad un occhio poco esperto il colore celeste potrebbe far pensare a dei maschi adulti.
Il colore del becco, invece, mantiene la caratteristica di essere più solido ed uniforme nella femmina e meno uniforme nel maschio in tutte le fasi della loro vita.
Ivana Stella è laureata specialista in Scienze Animali presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Udine. Ha partecipato al corso di etologia “Courtship and rivalry in birds” (Cornell University, New York). Curriculum vitae >>>
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